Two-Ocean Navy Act

Two-Ocean Navy Act
Titolo estesoLegge per stabilire la composizione della Marina degli Stati Uniti, per autorizzare la costruzione di determinate navi, e per altri scopi.
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Legislatura76º Congresso degli Stati Uniti
ProponenteCarl Vinson, David I. Walsh
Promulgazione19 luglio 1940
A firma diFranklin Delano Roosevelt

La Two-Ocean Navy Act (Legge della Marina dei due oceani), anche conosciuta come Vinson-Walsh Act, è stata una legge statunitense proposta da Carl Vinson e David I. Walsh, presidenti delle commissioni per gli affari navali alla Camera e al Senato rispettivamente ed entrata in vigore il 19 luglio 1940. Si è trattato del maggior incremento di bilancio nella storia della Marina statunitense, aumentato del 70%.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Modesti programmi di espansione navale erano stati implementati dal Vinson-Trammell Act e dal Naval Act del 1938.[2][3] A inizio del giugno 1940 il Congresso aveva votato una legge che prevedeva un aumento dell'11% del tonnellaggio navale oltre a un'espansione dell'aviazione di marina.[4] Il 17 giugno, lo stesso giorno nel quale durante la Campagna di Francia Philippe Pétain offrì la resa alle forze della Wehrmacht, il Capo delle operazioni navali statunitensi Harold Stark richiese al Congresso 4 miliardi di dollari per aumentare le dimensioni della Marina Militare del 70%, aggiungendole 257 navi pari a 1 325 000 tonnellate di dislocamento.[5]

Il 18 giugno, dopo meno di un'ora di dibattito, la Camera dei rappresentanti, tramite una votazione conclusasi 316-0, autorizzò lo stanziamento di 8,55 miliardi di dollari per l'espansione, dando la precedenza all'aviazione navale. Vinson disse che l'enfasi sulle portaerei non significava meno impegno verso le navi da battaglia ma che

«Il moderno sviluppo dell'aeroplano ha dimostrato in maniera definitiva che la spina dorsale della marina odierna è la portaerei. La portaerei, con cacciatorpediniere, incrociatori e sottomarini a suo sostegno[,] è la punta di lancia di ogni moderna task force navale[6][7]»

Entrò in vigore il 19 luglio 1940 dopo essere stata firmata dal Presidente Franklin Delano Roosevelt.

Utilizzi previsti[modifica | modifica wikitesto]

La legge autorizzò la costruzione e l'acquisto di:[1][5]

Il programma di espansione era considerato di aver bisogno di cinque o sei anni per essere completato, ma uno studio del New York Times sulle capacità di costruzioni navali statunitensi definì la tempistica "problematica" a meno che pianificati "radicali cambiamenti nel design" non fossero eliminati.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) John A., Jr. Hutcheson, Encyclopedia of World War II: A Political, Social, and Military History, p. 1541.
  2. ^ (EN) Allan R. Millett, Assault from the sea: The development of amphibious warfare between the wars—the American, British, and Japanese experiences, Cambridge University Press, 1996, p. 83.
  3. ^ (EN) Vinson-Trammell Act of 1934 - P.L. 73-135 (PDF), su legisworks.org, Legis★Works, 27 marzo 1934. URL consultato il 13 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2015).
  4. ^ (EN) David C. Evans e Mark R. Peattie, Kaigun: Strategy, Tactics, and Technology in the Imperial Japanese Navy, 1887-1941, Naval Institute Press, 1997, p. 356.
  5. ^ a b (EN) The Decline and Renaissance of the Navy, 1922-1944, Senator David I. Walsh, 78th Congress, Session 2, Document No. 2, su ibiblio.org. URL consultato il 13 ottobre 2018.
  6. ^ "The modern development of aircraft has demonstrated conclusively that the backbone of the Navy today is the aircraft carrier. The carrier, with destroyers, cruisers and submarines grouped around it[,] is the spearhead of all modern naval task forces."
  7. ^ C.P. Trussell, 8 1/2 BILLION IS VOTED FOR 1,500 WARSHIPS; House Passes Bill for Great Carrier Force and Escorts, With Battleships Left Out, New York Times, 19 giugno 1940. URL consultato il 13 ottobre 2018.
  8. ^ (EN) New Navy Building Proceeds Swiftly, New York Times, 21 luglio 1940. URL consultato il 13 ottobre 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]