Trattato di Roma (1525)

Il trattato di Roma del 1525 stabilì un'alleanza tra Carlo V d'Asburgo e Papa Clemente VII, il quale così facendo abbandonava l'alleanza con Francesco I di Francia, imprigionato a Pizzighettone a seguito della Battaglia di Pavia.

Fu stipulato il primo Aprile tra l'inviato di Carlo di Lannoy ed il Papa. Fu reso pubblico in Maggio.

In base ad esso, Milano sarebbe rimasta in mano agli Sforza e la presenza Medicea a Firenze sarebbe stata preservata, ma lo scoppio della guerra della Lega di Cognac ne mise in discussione i contenuti fino alla riappacificazione tra Papa e Imperatore avutasi col Trattato di Barcellona ed al Congresso di Bologna.[1]

Francesco Guicciardini così descrive il trattato:

«...si conchiuse il primo dí di aprile in Roma, tra il pontefice e il viceré di Napoli come luogotenente cesareo generale in Italia (per il quale era in Roma con pieno mandato Giambartolomeo da Gattinara, nipote del gran cancelliere di Cesare), confederazione per sé e per i fiorentini da una parte e per Cesare dall’altra. La somma de’ capitoli più importanti fu: che tra il papa e Cesare fusse perpetua amicizia e confederazione, per la quale l’uno e l’altro di loro fusse obligato a difendere da ciascuno con certo numero di gente il ducato di Milano, posseduto allora sotto l’ombra di Cesare da Francesco Sforza, il quale fu nominato come principale in questa capitolazione; e che l’imperadore avesse in protezione tutto lo stato che teneva la Chiesa, quello che possedevano i fiorentini, e particolarmente la casa de’ Medici con l’autorità e preminenze che aveva in quella città...»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia di Milano, Fondazione Treccani degli Alfieri per la storia di Milano, 1957. URL consultato l'8 maggio 2020.