Tesoro di Cartagine

Parte del tesoro conservata al British Museum

il tesoro di Cartagine è un importante tesoro romano d'argento risalente alla seconda metà del IV secolo e scoperto a Cartagine, in Tunisia. Gran parte del tesoro è ora di proprietà del British Museum di Londra[1], il resto si trova al Museo del Louvre di Parigi[2].

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

Il tesoro è stato riportato alla luce nel XIX secolo durante degli scavi nella Cartagina antica, che, al momento della sua caduta, era la più grande città della provincia romana d'Africa[3].

La maggior parte degli oggetti vennero acquistati da Sir Augustus Wollaston Franks, curatore capo del British Museum che li lasciò in eredità al museo alla sua morte avvenuta nel 1897[1]. Tuttavia una piccola parte del tesoro si trova al Louvre[2].

Attribuzione dei reperti[modifica | modifica wikitesto]

Il tesoro di Cartagine comprende 31 oggetti; per lo più di posate d'argento di lusso e gioielli che erano appartenuti ad una ricca famiglia romana.

Iscritto al centro di uno dei piatti, la sigla D D ICRESCONI CLARENT è associata ai Cresconii, una potente famiglia romana di Cartagine[3], com'è noto dai registri dei titolari di cariche pubbliche del tempo.

Ci sono due ipotesi per le quali il tesoro sia stato sepolto in un rifugio:

Il tesoro[modifica | modifica wikitesto]

Il tesoro comprende:

  • una coppia di piastre piane (una delle quali identifica la famiglia).
  • due ciotole con scene pastorali scolpite terreno e martellato intorno al bordo[3].
  • quattro ciotole emisferiche con gambe affusolate alte (due dei quali hanno ancora i loro coperchi).
  • una ciotola poco profonda con una maniglia con una rana incisa nel suo centro.
  • dodici cucchiai d'argento.
  • una collezione di gioielli: un anello, un cammeo, un paio di orecchini, numerosi intagli e due collane, una in oro, l'altra decorata con pietre preziose[1]: dodici smeraldi poligonali e tredici zaffiri, integrati da 25 perle collegati in oro[5].
  • un servizio d'argento per la bevanda conosciuta per argentum potorium.
  • un servizio d'argento per il pasto noto come argentum escarium.
  • diverse coppe d'argento con copertura emisferica. Il design elegante presenta un alto basamento che integra la curvatura del coperchio[6]. Ciotole simili sono stati scoperti presso il sito romano di Viminacium, nei pressi di Kostolac,in Serbia[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c «Collection search: Hills of St.Louis» [archive], su britishmuseum.org
  2. ^ a b « Coupe à couvercle » [archive], su cartelen.louvre.fr
  3. ^ a b c «Bowl from the Cathage Treasure » [archive], su google.com
  4. ^ Marjorie Caygill, The British Museum A-Z Companion, Londra, Routledge, 2001 ISBN 978-1-57958-303-3, p. 68
  5. ^ O.M. Dalton, Catalogue of Early Christian Antiquities and Objects from the Christian East in the Department of British and Mediaeval Antiquities and Ethnography of the British Museum,,Londra, 1901 (lire en ligne [archive])
  6. ^ a b « Silver bowl from the Cathage Trasure » [archive], sur google.com

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • François Baratte, Catherine Metzger, Janet Lang et Susan La Niece, Le Trésor de Carthage : contribution à l'étude de l'orfèvrerie de l'Antiquité tardive, coll. Études d'antiquités africaines, éd. CNRS, Parigi, 2002 ISBN 978-2-271-06009-9
  • Lucilla Burn, The British Museum Book of Greek and Roman Art, éd. British Museum Press, Londra, 1991
  • John Kent et K.S. Painter, Wealth of the Roman world: AD 300–700, éd. British Museum Publications, Londra, 1977 ISBN 978-0-7141-0061-6
  • Donald Emrys Strong, Greek and Roman Silver Plate, éd. British Museum Press, Londra, 1966
  • (Susan Walker, Roman Art, éd. British Museum Press, Londas, 1991

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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