Taharqa

Taharqa
Ushabti di re Taharqa
Signore dell'Alto e del Basso Egitto
In carica690 a.C. –
664 a.C.
PredecessoreShebitqo
SuccessoreTanutamani
Morte664 a.C.
Luogo di sepolturaNuri
DinastiaXXV dinastia egizia
PadrePianki
MadreAbar
ConiugiTakahatenamon
Atakhebasken
Naparaye
Tabekenamon
FigliAmenardis II, Ushankhuru, Nesishutefnut

Taharqa (... – 664 a.C.) è stato un faraone della XXV dinastia egizia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Durante il lungo regno di Taharqa (diciotto anni secondo Sesto Africano, venti secondo Eusebio di Cesarea, mentre la data più alta da noi conosciuta è il 26º anno) l'Egitto giunse ad un passo dalla totale riunificazione e per la prima volta da secoli dovette subire un'invasione straniera.

Figlio di Piankhi e fratello di Shabataka Taharqa aveva guidato, durante il regno del suo predecessore, il contingente egizio inviato in aiuto alla coalizione anti-assira formata dal Regno d'Israele, da quello di Giuda e dalle città di Ascalon e Sidone. Rientrato in Egitto dopo la sconfitta subita dalla coalizione ad Ashdod, salì al trono affidando l'amministrazione dell'Alto Egitto a Montuemhat, Quarto Profeta di Amon presso il tempio di Karnak, che venne insignito dei titoli di Governatore di Tebe e Sovraintendente ai distretti meridionali.
Durante i primi anni del suo regno Taharqa rimase nel Basso Egitto da dove poté meglio seguire le complesse vicende dell'area palestinese, e nel contempo ottenere la sottomissione dei piccoli dinasti locali, di origine libica, che ancora governavano parte del delta del Nilo.
Nel 681 a.C. il sovrano assiro Sennacherib venne assassinato in seguito ad un complotto a cui, con probabilità, non fu estraneo il sovrano egizio che poco dopo fomentò una rivolta, contro il dominio assiro, a Sidone, ed invase la Palestina meridionale, come narra il testo biblico.
La risposta di Esarhaddon, nuovo re assiro, non si fece attendere, dopo aver domato la rivolta di Sidone nel 677 a.C., proseguì occupando il Basso Egitto, trasformato in provincia assira, per giungere, nel 671 a.C., dopo aver attraversato il deserto, a conquistare Menfi, catturando la famiglia reale.
Taharqa si rifugiò prima a Tebe ma quando l'espansione assira costrinse Mentuhemat a fare atto di sottomissione, consegnando tutta la regione, dovette ritirarsi a Napata.
Approfittando dell'assenza del sovrano assiro e del suo esercito, richiamati in altre regioni del loro turbolento impero, Taharqa ritornò a Tebe e riuscì a coalizzare in una nuova alleanza i dinasti locali che avevano fatto atto di sottomissione all'occupante, tra i quali anche Necho I, principe di Sais e fondatore della XXVI dinastia.
Ashshurbanipal, nel frattempo succeduto al padre, rientrò appena possibile in Egitto e sconfisse i ribelli giustiziandone molti e deportando Necho I a Ninive.
Ancora una volta Taharqa si rifugiò nella sua terra d'origine dove morì nel 664 a.C. A differenza degli altri sovrani della XXV dinastia, che avevano innalzato le loro piramidi nella necropoli di el-Khurru, fu sepolto a Nuri, anche se si conosce una seconda piramide, di modeste dimensioni, a lui dedicata e situata a Sedeinga.

Nome Horo nomen Sesto Africano Eusebio di Cesarea Testi cuneiformi assiri
Kai-khau Taharqa Tarchos Taracos Tarku

Titolatura[modifica | modifica wikitesto]

Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
N29N28G43
k3i ḫ՚ w Kai khau
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5U15F35Aa1G43
ḫw nfr tm kh(a)u Nefertumra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
N17
O4
G1r
N29
G1
thr k3 Taharqa

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Signore dell'Alto e del Basso Egitto Successore
Shebitqo 690664 a.C. Tanutamani
Controllo di autoritàVIAF (EN62609951 · CERL cnp00511853 · GND (DE128804289 · WorldCat Identities (ENviaf-62609951