Summi Pontificatus

Summi Pontificatus
Lettera enciclica
Stemma di Papa Pio XII
Pontefice Papa Pio XII
Data 20 ottobre 1939
Anno di pontificato I
Traduzione del titolo Sommo Pontificato
Argomenti trattati Programma del pontificato
Enciclica papale nº I di XL
Enciclica precedente Ingravescentibus Malis
Enciclica successiva Sertum Laetitiae

Summi Pontificatus è la prima enciclica di papa Pio XII, pubblicata il 20 ottobre 1939.

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

L'enciclica fu scritta in occasione del primo anno di pontificato e del quarantesimo anniversario dalla consacrazione dell'umanità al Sacro Cuore di Gesù da parte di Leone XIII.

Denunciando il vuoto spirituale e l'indigenza interiore dell'epoca, il Papa espone le conseguenze della crisi di fede e della diffusione di ideologie anticristiane ed esorta i fedeli a resistere e ad affrontare le persecuzioni.

Il pontefice ricorda poi i benefici, per l'Italia e per la Chiesa, venuti dai Patti Lateranensi.

Dopo questa prima parte, Pio XII si sofferma sulla guerra appena iniziata, i cui sviluppi erano già prevedibili; papa Pacelli si augura però che quelle sofferenze spingano gli uomini a cambiare strada e a non perseverare nell'errore, poiché da movimenti anticristiani sono maturati frutti tanto amari da costituire una condanna, la cui efficacia supera ogni confutazione teorica.

Nel testo sono quindi esposti gli errori e le deviazioni della società moderna, le cui radici si trovano

«nella negazione e nel rifiuto di una norma di moralità universale, sia della vita individuale, sia della vita sociale e delle relazioni internazionali; il misconoscimento cioè, così diffuso ai nostri tempi, e l'oblio della stessa legge naturale.»

Il Papa individua dunque gli errori della società moderna nel suo rifiuto di Dio, che porta ad una diffusione di un paganesimo corrotto e corruttore. Delinea quindi il disegno di una comunità internazionale, di una fratellanza universale, fondata sulla dottrina cristiana e che tenga in considerazione la cultura e le tradizioni dei diversi popoli.

Nell'enciclica il Papa introduce il concetto di convivenza pacifica, che non ha solo il significato negativo della rinuncia alla violenza ma quello positivo della fratellanza tra gli uomini ed i popoli.
Il Papa lamenta l'invasione della cattolica Polonia, condannando indirettamente il totalitarismo nazista.

«Venerabili fratelli, il momento in cui vi giunge questa Nostra prima enciclica è sotto più aspetti una vera ora delle tenebre (cf. Lc 22,53), in cui lo spirito della violenza e della discordia versa sull'umanità una sanguinosa coppa di dolori senza nome. È forse necessario assicurarvi che il Nostro cuore paterno è vicino in compassionevole amore a tutti i suoi figli, e in modo speciale ai tribolati, agli oppressi, ai perseguitati? I popoli, travolti nel tragico vortice della guerra, sono forse ancora soltanto agli «inizi dei dolori» (Mt 24,8), ma già in migliaia di famiglie regnano morte e desolazione, lamento e miseria. Il sangue di innumerevoli esseri umani, anche non combattenti, eleva uno straziante lamento specialmente sopra una diletta nazione, quale è la Polonia, che per la sua fedeltà verso la Chiesa, per i suoi meriti nella difesa della civiltà cristiana, scritti a caratteri indelebili nei fasti della storia, ha diritto alla simpatia umana e fraterna del mondo, e attende, fiduciosa nella potente intercessione di Maria «Soccorso dei cristiani» l'ora di una risurrezione corrispondente ai princìpi della giustizia e della vera pace.»

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]