Sukhoi Su-33

Sukhoi Su-33
Il Su-33 "77 rosso", appartenente all'aviazione navale russa in decollo; Kubinka 2016.
Descrizione
Tipocaccia multiruolo imbarcato
Equipaggio1 pilota
CostruttoreBandiera dell'Unione Sovietica Sukhoi
Data primo volo17 agosto 1987
Data entrata in servizio31 agosto 1998 (ufficiale)
Utilizzatore principaleBandiera della Russia Russia
Esemplari35
Costo unitario55 milioni US$
Sviluppato dalSu-27
Dimensioni e pesi
Lunghezza21,94 m
Apertura alare14,7 m
Altezza5,93 m
Superficie alare62
Peso a vuoto18 400 kg
Peso carico29 940 kg
Peso max al decollo33 000 kg
Propulsione
Motore2 turboventola
Ljulka AL-31F
con postbruciatore
Spintada 74 a 122 kN ciascuno
Prestazioni
Velocità max2,1 Ma
(2 590 km/h in quota)
Velocità di salita250 m/s
Autonomia3 000 km
Raggio di azione900 km
Tangenza17 000 m
Armamento
Cannoni1 GSh-301 da 30 mm
Bombecaduta libera:
28 FAB 250
8 FAB-500
Missiliaria-aria:
6 R-27
4 R-73
anti-nave:
2 P-270 Moskit
razzi:
80 S-8 da 80 mm
20 S-13 da 122 mm
4 S-25 da 266 mm
Piloni6 sub-alari
4 sotto la fusoliera
2 estremità alari
Notedati relativi alla versione:
Su-33

i dati sono tratti da:
KNAAPO[1]
Sukhoi.org[2]
Gordon and Davison[3]

voci di aerei militari presenti su Wikipedia

Il Sukhoi Su-33 (in cirillico: Сухой Су-33; nome in codice NATO: Flanker-D), anche noto come Su-27K, è un caccia imbarcato multiruolo di 4ª generazione, di progettazione sovietica ma fabbricazione russa, sviluppato da Sukhoi negli anni '80 ed entrato in servizio nell'Aviazione navale della Federazione Russa nel 1998.

Impiegato a bordo della portaerei Admiral Kuznecov, per operare dalla quale è stato dotato di carrello rinforzato, gancio di arresto ed estremità alari pieghevoli, è pensato per compiere molteplici missioni che spaziano dall'interdizione al bombardamento. Paragonabile all'F-14 Tomcat statunitense per compiti, dimensioni e peso, al contrario dell'omologo statunitense, le prestazioni del Su-33 risentirono particolarmente di quest'ultimo, complice l'assenza di catapulte a vapore nei progetti delle portaerei sovietiche.

Poiché la Marina russa, nel 2009, gli preferì il MiG-29K, il Su-33 non ha ricevuto upgrade ma solo aggiornamenti incrementali finalizzati all'estensione della sua vita operativa.

A causa dello scioglimento dell'Unione Sovietica e del successivo declino della Marina russa, ne furono prodotti solo 35 esemplari.

Ha ricevuto il battesimo del fuoco nel 2016 in occasione dell'intervento russo nella guerra civile siriana.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni Su-33 a bordo della portaerei russa Admiral Kuznecov nel 2008

Esternamente si presenta simile al Su-27s a parte l'aggiunta di 2 alette canard e dell'accorciamento del cono di coda. Inoltre le ali del Su-33 possono essere ripiegate per un più semplice trasporto su portaerei. Il Su-33 è stato scelto come aereo imbarcato per l'unica portaerei russa (precedentemente sovietica) Admiral Kuznecov (Куснецов) vincendo contro la conversione imbarcata del MiG-29 e contro lo Yak-141 un cacciabombardiere supersonico a decollo verticale costruito solo in 2 prototipi e poi scartato in favore del Su-33. I Su-33 hanno anche il compito di intercettare ed abbattere missili antinave e aerei a bassa quota, dove usano i missili R-27em (sviluppati apposta per questo) e in congiunzione con gli elicotteri Ka-31 da sorveglianza elettronica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Su-33 vista frontale

Il Su-33 è stato concepito per contrastare almeno in parte la minaccia degli F-14 in dotazione alla U.S. Navy. Il diretto avversario americano del Su-33 è quindi il Tomcat, anche se non vi sono mai stati scontri fra i due.

Il primo test da una portaerei con sky-jump avvenne nell'agosto 1982 (era un prototipo T-10s modificato). Quindi si costruì un nuovo prototipo T-10k con aggiunta di canard, gancio d'arresto, sistemi di atterraggio su portaerei, sonda per rifornimento in volo retrattile (in modo da consentire al velivolo di decollare con poco carburante). I prototipi mancavano del carrello rinforzato per gli appontaggi e delle ali ripiegabili poi aggiunte nel modello di produzione.

Nell'agosto 1987 si tenne il primo volo (pilota: Pugachev), lo stesso velivolo fu poi perso in un incidente nel 1988. Si ebbe quindi la versione di serie con le due modifiche necessarie (con gli alettoni piegati esternamente e i flap interni modificati per gli avvicinamenti alla portaerei a bassa velocità). L'inizio delle prove in mare avvenne nel novembre 1989 sulla Tbilsi sotto la guida di Pugachev e nel settembre 1991 fu raggiunta l'operatività.

Diciotto Su-33 sono stati costruiti tra il 1992 e il 1993, ma l'abbandono dei piani di produzione della forza di 4 portaerei sovietiche (caduta dell'URSS) cancellò ulteriori ordini. Nel 1996 la Kuznecov (è la Tbilisi rinominata per la Marina militare della Federazione Russa) compì un viaggio nel Mar Mediterraneo dando l'esordio delle operazioni in mare per i Su-33.

Incidenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 17 luglio 2001, un Su-33 con ai comandi l'Eroe della Federazione Russa, Magg. Generale Timur Apakidze, si schianta al suolo durante un Airshow per il Giorno della Marina. Una volta estratto dal velivolo, il pilota è deceduto a seguito delle ferite riportate.[4]
  • Il 5 settembre 2005, a causa di un cavo d'arresto difettoso, un Su-33 è caduto in mare dopo aver eseguito un touch-down sul ponte di volo dell'Admiral Kuznecov. Il pilota si è eiettato con successo.
  • Nel dicembre 2016 un Su-33 è andato perso in fase di appontaggio al largo delle coste siriane.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sukhoi Su-33 Archiviato il 16 luglio 2011 in Internet Archive., KNAAPO.
  2. ^ Su-33 Aircraft performance page Archiviato il 23 gennaio 2007 in Internet Archive., Sukhoi.
  3. ^ Gordon and Davison 2006, pp. 92, 95-96.
  4. ^ News in Brief | The Moscow Times Archive | The Moscow Times, su archive.is, 30 maggio 2012. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2012).
  5. ^ (EN) Tyler Rogoway, Another Russian Jet Crashed Into the Med While Landing On Carrier, su The Drive. URL consultato il 7 febbraio 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]