Strage di San Valentino

Strage di San Valentino
TipoMassacro
Data14 febbraio 1929
10:30 –
Luogo2122 North Clark Street, Chicago
StatoStati Uniti
Coordinate41°55′15″N 87°38′16″W / 41.920833°N 87.637778°W41.920833; -87.637778
ObiettivoNorth Side Gang
Responsabili
MotivazioneControllo della città e del mercato degli alcolici
Conseguenze
Morti7

La strage di San Valentino fu il massacro della banda del gangster George "Bugs" Moran compiuto dagli uomini di Al Capone a Chicago il 14 febbraio 1929. In totale furono assassinate sette persone e con questa operazione la mafia italo-americana prese il sopravvento. L'episodio resta uno dei più cruenti regolamenti di conti della storia nella malavita americana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Negli Stati Uniti d'America durante il proibizionismo, Al Capone e l'irlandese George "Bugs" Moran si contendevano il controllo del mercato degli alcolici a Chicago. Il commando mafioso fu guidato dall'autista e luogotenente di Capone, Sam Giancana, con al seguito altri quattro uomini. Venne scelto il 14 febbraio, giorno nel quale Capone si trovava a Miami convocato da un giudice federale per un interrogatorio, circostanza che avrebbe costituito per lui un alibi. Gli uomini di Capone si presentarono nel garage al 2122 di North Clark Street travestiti da poliziotti e, colti di sorpresa, quelli di Moran si lasciarono disarmare e vennero uccisi a colpi di mitragliatore[1], con almeno cinquanta colpi sparati per ognuno. Uno di loro, Frank Gusenberg, era ancora vivo all'arrivo della polizia, sebbene avesse molti proiettili in corpo; alla domanda su chi gli avesse sparato rispose "nessuno mi ha sparato" e tre ore dopo morì. Per molti anni l'alibi di Al Capone resse, anche perché i pochi testimoni della scena videro dei poliziotti aggirarsi sul luogo della strage e la tesi sposata fu a lungo quella di un'esecuzione di poliziotti corrotti che volevano mettere a tacere testimoni che sapevano troppo. Solo quarant'anni dopo un vecchio gangster, Alvin Karpis, fece luce sui fatti.

Le vittime furono Peter Gusenberg, Frank Gusenberg, Adam Heyer, Albert Kachellek, Reinhardt Schwimmer, Albert Weinshank e John May. "Bugs" Moran fu il solo superstite; una vittima gli somigliava moltissimo e probabilmente fu uccisa al suo posto. Egli invece fuggì e, dopo aver tentato inutilmente di ricostruire la gang, sparì per sempre da Chicago, finendo poi arrestato per varie rapine in banca negli anni trenta, e morirà in carcere per cancro ai polmoni nel 1957. Al Capone rimase unico e incontrastato padrone di Chicago molto a lungo.

Il vero garage dove avvenne il massacro venne demolito nel settembre del 1967, tre mesi dopo l'uscita del film Il massacro del giorno di San Valentino; l'area dell'edificio è occupata ora da un prato sulla strada principale e un parcheggio nel retro[2].

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La storia di Al Capone, su ilpost.it, 25 gennaio 2017. URL consultato il 28 gennaio 2017.
  2. ^ L'area dove avvenne la strage, su google.it, google maps.

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