Stazione di Frascati (1856)

Frascati
stazione ferroviaria
La stazione in un'illustrazione d'epoca
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàFrascati, località Campitelli
Coordinate41°48′48.46″N 12°40′13.47″E / 41.813461°N 12.670408°E41.813461; 12.670408
Lineeferrovia Roma-Frascati
Storia
Stato attualedismesso
Attivazione1856
Soppressione1907
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, di testa
Binari2
GestoriAzienda autonoma delle Ferrovie dello Stato
DintorniVilla Campitelli
Istituto Tecnico Enrico Fermi

La stazione di Frascati, conosciuta anche come Frascati Campitelli, era l'originaria stazione ferroviaria capolinea della ferrovia Roma-Frascati. Era posta nella località Campitelli del comune di Frascati.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione venne inaugurata in concomitanza dell'inaugurazione della tratta Ciampino-Frascati il 7 luglio 1856 e venne attivata il 14 luglio successivo al servizio viaggiatori.[1][2] A causa della consistente lontananza dal centro abitato per l'epoca, 3170 m, si decise di realizzare un'altra stazione posta direttamente nel centro abitato. La nuova stazione di Frascati venne ufficialmente attivata il 2 febbraio 1884 insieme al nuovo tronco di linea, lungo 3742 m.[3][4] Tuttavia, il breve tratto di linea originario e la stazione stessa continuarono ad operare fino al 1907, poco dopo il passaggio all'amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato, quando vennero definitivamente soppresse.[5]

Nel 2014 il sindaco di Frascati ripropone il recupero del vecchio fabbricato viaggiatori, semisommerso dalla vegetazione. In quell'anno l'area della ex stazione risultava di proprietà dell'adiacente centro Giovanni XXIII.[6]

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Piazzale antistante la stazione, 1856

La stazione era composta da un grande fabbricato viaggiatori sopraelevato rispetto ai binari e collegato ed essi tramite due scalinate che davano sulle due banchine che servivano i due tronchini di fine corsa.

Dopo la sua soppressione i binari furono smantellati e asportati. Sopravvive il fabbricato di stazione, immerso nella vegetazione spontanea.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Devoti, Muratori e Costi, p. 69.
  2. ^ Muscolino, p. 69.
  3. ^ Monitore delle strade ferrate e degli interessi materiali, su trenidicarta.it, Roma, 9 gennaio 1884, pp. 92 e 382. URL consultato il 17 agosto 2021.
  4. ^ Ufficio Centrale di Statistica delle Ferrovie dello Stato, Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926, su trenidicarta.it, Alessandro Tuzza, 1927. URL consultato il 17 agosto 2021 (archiviato il 22 maggio 2021).
  5. ^ Compare in: Direzione generale delle Ferrovie dello Stato, Relazione a S. E. il ministro dei lavori pubblici sull'andamento dell'amministrazione delle Ferrovie dello Stato, su www.trenidicarta.it, Roma, 1906, pp. 294. URL consultato il 17 agosto 2021 (archiviato il 9 agosto 2021). ma non compare in: Direzione generale delle Ferrovie dello Stato, Relazione sull'andamento dell'Amministrazione delle Ferrovie dello Stato nell'anno finanziario 1907-1908, su www.trenidicarta.it, Roma, 1908. URL consultato il 17 agosto 2021.
  6. ^ Vecchia stazione Un progetto per recuperarla, su iltempo.it, 24 agosto 2014. URL consultato il 17 agosto 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Devoti, Valentino Muratori e Claudio Tosti, Il mitico Tuscolano nelle stampe XVI-XX secolo: Tuscolo - Frascati - Grottaferrata il costume popolare e le immagini devozionali a frascati, Nikal, 1993.
  • Camillo Lacchè, Quell'antico odore di fumo dei treni: cronache ferroviarie degli stati sovrani italiani, Medicea, 1986.
  • Renato Lefèvre, Palazzi municipali del Lazio, Gruppo culturale di Roma e del Lazio, 1984.
  • Piero Muscolino, Nel Lazio ai tempi dei treni a vapore, Calosci, 2010.
  • Maurizio Panconesi, Le ferrovie di Pio IX: nascita, sviluppo e tramonto delle strade ferrate dello Stato Pontificio, 1846-1870, Calosci, 2005.
  • Giuseppe Toffanello, Frascati: civitas tusculana, edizioni Tuscolo, 1966.

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