Standa

Standa
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà a responsabilità limitata
Fondazione1931 a Milano
Chiusura
Sede principaleCarmignano di Brenta legale, Milano amministrativa
GruppoFam. Monzino (1931-1966)
Montedison (1966-1988)
Fininvest (1988-1998)
Gruppo Coin (1998-2001)
REWE Group (2001-2010)
SettoreGrande distribuzione organizzata
ProdottiAlimentari e beni di largo consumo
Slogan«Il magazzino della famiglia Italiana
  • C'è tutto!
  • Fantastica sei!
  • La casa degli italiani.
  • Il valore dei soldi.
  • Standa mi dà...
  • Ogni giorno di più.
  • Il mondo sotto casa.
  • La fortuna sotto casa.
  • Un mondo che vale.
  • Il meglio per me.[senza fonte]»

Standa (già Società Anonima Magazzini Standard) è stata una catena italiana di supermercati fondata nel 1931 e attiva nel settore dei grandi magazzini di fascia media alimentari e non alimentari. Come tale, ha cessato di esistere nel 2002, sopravvivendo, limitatamente al settore alimentare, fino al 2010.

È stato un marchio che ha attraversato numerose e profonde trasformazioni societarie, a causa dei differenti gruppi che lo hanno posseduto.[1]

Il suo logo ha subito notevoli mutamenti grafici[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini - anni trenta[modifica | modifica wikitesto]

Franco Monzino, lasciando la direzione dell'UPIM e possedendo un capitale di 50.000 lire, il 9 maggio 1931 fondò col fratello Italo, la sorella Ginia Monzino in Borletti e Tullio Astesani, la Società Anonima Magazzini Standard con sede a Milano nel magazzino di via Torino 38, rilevando il bazar "33". Il 21 settembre dello stesso anno in questi locali nasceva il primo magazzino Standa che ottenne presto successo.[3] Nei primi anni si susseguono le aperture di nuovi negozi in tutto il paese e principalmente grazie al rilevamento di vecchi negozi preesistenti. Durante una parata in corso Umberto I[4] nel 1938 a Roma, Benito Mussolini vide l'insegna "Standard" e diede ordine di cambiarlo e perciò divenne Standa e solo successivamente si cercò un sintagma che supportasse un nuovo acronimo; ne vennero proposti diversi come Società Tutti Articoli Nazionali Dell'Arredamento (Sabatini-Coletti) oppure Società Tutti Articoli Nazionali Dell'Arredamento e Abbigliamento (Zingarelli) oppure ancora Società Tutti Articoli Nazionali Dell'Abbigliamento e Arredamento (Piccola Treccani).[5][6]

Dagli anni quaranta agli anni sessanta[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1940, nonostante l'inizio del secondo conflitto mondiale, la società inoltra 44 domande di licenze di esercizio in vari comuni italiani per l'apertura di nuovi magazzini.[7] ma poi la guerra porterà alla chiusura di 19 negozi - che furono distrutti o danneggiati - e venti negozi che rimasero in parte attivi. Dai 38 negozi del 1943 si passa ai 33 negozi del 1951.[8] Con la fine della guerra si avvia il piano di recupero o trasferimento dei negozi esistenti e nel 1952 avviene la prima inaugurazione di un nuovo negozio a Napoli nel quartiere Vomero.[9] Nel 1956 venne aperto il primo reparto alimentare nella filiale di via Diaz a Napoli ampliando l'offerta dei grandi magazzini di abbigliamento con gli alimentari. Due anni più tardi, nel 1958, si attiva la formula del self-service per il supermercato di Milano via Torino angolo via della Palla, formula che poi verrà applicata a tutti i supermercati della catena.[10] Nel 1962 viene aperto il primo magazzino, a Torino in corso Giulio Cesare, dotato di parcheggio privato per i clienti. Nel 1963 con l'apertura del magazzino di Sesto San Giovanni viene estesa la formula self-service anche per i reparti tradizionali.

Angelo Roncalli patriarca di Venezia (futuro Papa Giovanni XXIII) in visita ai magazzini Standa di Venezia Campo San Luca.

L'acquisizione da parte del gruppo Montedison[modifica | modifica wikitesto]

Nel giugno 1966[11] il gruppo conta 124 filiali e viene acquisito dalla Montedison; nel corso di alcuni anni la catena si sviluppa acquisendo vecchi locali e teatri nei centri delle principali città italiane per convertirli in magazzini. Nei primi anni dopo l'acquisto non viene apportata alcuna modifica né alla dirigenza né all'immagine commerciale di Standa.

Nel 1968 viene acquisita la Multinegozi Spa attiva da 10 anni nel milanese con 10 fra supermercati e magazzini che nel corso del 1970 vengono trasformati in filiali Standa.

Gli anni settanta e ottanta[modifica | modifica wikitesto]

Maxi Standa di Castellanza (Va), all'inaugurazione del settembre 1971.

Nel 1970 vengono rilevate le catene DIADI di Torino e Rialto di Venezia, che portano a un cospicuo incremento delle filiali Standa in Piemonte e nel Veneto. L'anno dopo il gruppo, con 219 filiali, inaugura il primo ipermercato a Castellanza (VA) con la nuova insegna "Maxi Standa". Sempre nel 1971 vengono inaugurati per la prima volta in Italia nuovi magazzini e supermercati in affiliazione, e viene rinnovata l'immagine.[12] Nel 1973 viene acquisita la Magazzini Gamma attiva in tutto il paese con 36 magazzini che nel corso dell'anno vengono tutte trasformati in filiali Standa. Nel 1975 il gruppo dà vita alla joint venture EuroStanda insieme al gruppo francese Carrefour con l'inaugurazione dell'ipermercato di Paderno Dugnano (MI), poi ridenominata Euromercato dal 1980, destinata ai grandi ipermercati e successivamente, nel 1984, ne rileverà l'intera proprietà. Fece parte del gruppo anche l'ingrosso "Ingros", a Rezzato in Provincia di Brescia che nel 1981 venne ceduto alla AGCI.[13]

La cessione al gruppo Fininvest[modifica | modifica wikitesto]

Iniziativa Meta del gruppo Ferruzzi-Montedison cede la proprietà del 70% alla Fininvest nell'aprile 1988[14] per quasi 1.000 miliardi di lire diventando la Casa degli italiani, godendo di un enorme battage pubblicitario grazie alle televisioni della nuova proprietà con volti noti della televisione come testimonial.

Gli anni novanta e duemila[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni novanta la catena è stata colpita da vari attentati dinamitardi prima di stampo mafioso nelle filiali di Catania, poi di vario tipo negli anni successivi in varie filiali di Roma, Milano, Modena, Firenze, Trento e Brescia.[15] Nel 1990 con l'inaugurazione dell'ipermercato di Anzio (RM) inizia una serie di nuove aperture di ipermercati di media dimensione; l'anno successivo, invece, con l'inaugurazione di Sesto San Giovanni (MI), era prevista una serie di aperture di nuovi grandi magazzini ad alto livello di immagine, cosa che poi non ebbe seguito.[16] Nello stesso anno, presso tredici filiali Standa ed Euromercato[17], vengono allestiti punti promozionali permanenti[18] della Five Viaggi, società del Gruppo Fininvest specializzata nella vendita di pacchetti turistici[19][20]. Il tentativo di promuovere e vendere questi ultimi all'interno della grande distribuzione non portò comunque i risultati sperati, tanto da costringere l'interruzione della partnership poco tempo dopo[21].

Nel 1991 il gruppo acquisisce il controllo dei Supermercati Brianzoli e nel 1993 vengono aperti nuovi ipermercati, tra cui quello di Grugliasco nell'allora gigantesco Centro Commerciale Le Gru, che finisce immediatamente al centro di una clamorosa storia di tangenti.[22] Sempre nel 1993 il gruppo realizzò una joint-venture con Viacom, per l'apertura di un primo punto vendita in Italia della catena internazionale Blockbuster, specializzata nell'home video. Alla fine del 1994, con l'azienda in seria crisi finanziaria, il ramo che gestiva gli ipermercati col marchio Euromercato venne ceduto al gruppo GS.[23] Intanto, sempre nello stesso anno, il gruppo Standa costituì una holding ("Holding dei Giochi") assieme al Gruppo Giochi Preziosi per rilevare le catene Grazzini e Toys Center, specializzate nei giocattoli.[24] Nel 1996 iniziò un processo di restyling delle filiali, partendo dal modello della filiale di Milano corso Vercelli e inoltre iniziò un progetto di apertura di nuove filiali all'estero con un primo magazzino inaugurato a Budapest.

Inoltre nello stesso anno venne inaugurato il primo Superstore Standa a Luino (VA).

Nel luglio 1997 la Standa abbandonò la Borsa.[25]

Lo spacchettamento del gruppo Standa[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1998 la Fininvest, dopo aver rifiutato di cedere per 640 miliardi di lire il settore alimentare a una cordata formata da Coop Italia e Conad,[26] vendette il gruppo Standa scorporandolo: il settore non alimentare al gruppo Coin e il settore alimentare (Standa Commerciale S.p.a.) alla Nuova Distribuzione di Gianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli.

Il settore non-alimentare - passato quindi per 13,8 miliardi di lire al Gruppo Coin[27] - soppresse immediatamente e completamente il marchio, ridenominando gran parte dei magazzini Standa OVS e Coin. Per altri magazzini, il Gruppo Coin effettuò accordi con Fnac e Benetton.[28]

Il settore alimentare venne suddiviso in due: gli esercizi del centro sud furono acquisiti dal Gruppo Cedi (Conad), acquisendo il marchio ma utilizzando soprattutto l'insegna di quest'ultima; il nome Standa sopravvisse in maniera strutturata solamente nei negozi del centro-nord Italia, acquisiti in società con il Mediocredito Lombardo da Gianfelice Franchini (ex proprietario dei Supermercati Brianzoli ed ex amministratore delegato di Standa), con un piano di rinnovo dei negozi.[29]

Silvio Berlusconi dichiarerà in seguito di esser stato costretto a vendere la Standa successivamente alla sua entrata in politica, affermando che in Comuni gestiti da giunte di centro-sinistra non gli venivano concesse le autorizzazioni per aprire nuovi punti vendita. Secondo altri l'acquisizione e la successiva vendita della Standa sarebbe stata determinata dalla volontà di creare una liquidità per il gruppo Fininvest, che attraversava un difficile periodo tra il 1990 e il 1994 come asserito dallo stesso Berlusconi che affermò di essere esposto con le banche per diverse migliaia di miliardi).[30]

Il gruppo REWE[modifica | modifica wikitesto]

Logo Billa

Nel 2001 i superstiti supermercati alimentari Standa del centro nord, assieme al marchio, sono stati ceduti all'austriaca Billa controllata dal gruppo tedesco REWE Group.[31]

Rewe, dopo l'acquisizione del marchio Standa, decide di mantenere i supermercati del Triveneto e della Romagna col marchio Billa (insegna già affermata in queste regioni perché negli anni precedenti aveva acquisito diversi supermercati, tra i quali la catena Supermercati Car e i Supermercati Vivo appartenenti al gruppo trevigiano Zanin) e Standa Supermercati nel resto della penisola. Il marchio IperStanda, invece, viene riservato agli ipermercati anche nelle suddette regioni del nord-est in cui i supermercati sono a insegna Billa. Questo fino al 2010, quando vengono anch'essi ribattezzati Billa Superstore, mentre i punti vendita Standa delle altre regioni vengono ribattezzati Billa.

La nuova insegna non riesce tuttavia ad ottenere i risultati sperati e, dopo aver ceduto nel 2011 43 punti vendita a Conad, nel 2014 viene venduto il resto della rete a Carrefour ed altri concorrenti.[32]

Il marchio Standa[modifica | modifica wikitesto]

Il marchio Standa non è più stato utilizzato dai diversi aventi diritto, salvo che per sporadiche iniziative o sotto denominazioni diverse.

Per esempio, la Rewe aprì un supermercato a insegna Standa in Germania, nella città di Colonia, con una forte presenza di prodotti italiani, chiudendolo però definitivamente il 16 dicembre 2017.[33]

In alcuni casi, nel sud Italia, il nome, riformulato però in Supermercati Standa e con una diversa grafica[2], è stato rispolverato e riutilizzato - sotto forma di franchising - in alcuni supermercati alimentari[34].

Loghi storici[modifica | modifica wikitesto]

Sedi sociali[modifica | modifica wikitesto]

Le sedi sociali della Standa dalla nascita alla chiusura nel 2010:[35]

  • 1931 - 1935

Via Torino 38, Milano

  • 1935 - 1973

Via Celestino IV 6, Milano

  • 1973 - 1982

Foro Buonaparte 31 (c/o Montedison), Milano

  • 1982 - 1997

Milanofiori Strada 4 - Palazzo Q/1, Rozzano MI

  • 1997 - 2001

Via Francesco Sforza 9 - Pal. Galeno - Milano 3 City, Basiglio MI

  • 2001 - 2010

Via dei Missaglia 97, Milano

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

La Standa è stata protagonista in passato di vari film e concorsi televisivi:

Testimonial pubblicitari[modifica | modifica wikitesto]

Le pubblicità televisive della Standa nascono ai tempi del Carosello, ma solo con il passaggio della proprietà al Gruppo Fininvest arriveranno testimonial per sponsorizzare la catena e le sue promo:

Marco Columbro testimonial per la Standa nel 1988.

Sponsorizzazioni[modifica | modifica wikitesto]

Sponsorizzazioni sportive

La Viola Reggio Calabria nel 1988/89 con lo sponsor Standa

Una squadra di basket femminile e due squadre di basket maschile hanno usato in passato il nome Standa per le proprie squadre cittadine:

La Standa ha avuto anche una squadra di calcio a Roma che ha partecipato ai campionati dilettantistici fino alla categoria Promozione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marika Gervasio, Standa va in soffitta, arriva Billa, in Il Sole 24 Ore, 04 febbraio 2010. URL consultato il 21 marzo 2012.
  2. ^ a b Francesco Ruta, Museo del Marchio Italiano, su Museo del Marchio Italiano. URL consultato il 29 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2019).
  3. ^ 25º anniversario Magazzini Standa 1931-1956, p. 47, Magazzini Standa, 1956.
  4. ^ (oggi via del Corso)
  5. ^ 25º anniversario Magazzini Standa 1931-1956, p. 48, Magazzini Standa, 1956.
  6. ^ Maria Grossmann e Franz Rainer (a cura di), La formazione delle parole in italiano, Walter de Gruyter, 2004, p. 608, n. 1.
  7. ^ 25º anniversario Magazzini Standa 1931-1956, p. 50, Magazzini Standa, 1956.
  8. ^ 25º anniversario Magazzini Standa 1931-1956, p. 52, Magazzini Standa, 1956.
  9. ^ 25º anniversario Magazzini Standa 1931-1956, p. 57, Magazzini Standa, 1956.
  10. ^ La Standa ieri oggi domani, p. 39, Standa Milano, 1971.
  11. ^ Marco Marchetti, L'Edison assorbe la Standa ed entra nei supermercati, in L'Unità, 10 giugno 1966. URL consultato il 19 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  12. ^ Magazzini Standa, La Standa ieri oggi domani, p. 107, Standa Milano, 1971.
  13. ^ INGROS, su enciclopediabresciana.it.
  14. ^ Marco Panara, Berlusconi compra la Standa, in la Repubblica, 15 luglio 1988. URL consultato il 19 maggio 2011.
  15. ^ Carlo Chianura, Standa nel mirino, raffica di attentati, in la Repubblica, 2 luglio 1994. URL consultato il 22 agosto 2009.
  16. ^ Gli ipermercati Standa ricominciano da Anzio, in Largo Consumo, ottobre 1990, p. 30.
  17. ^ (Bari, Biella, Bologna, Brescia, Castellanza, Catania, Foggia, Messina, Milano (2), Palermo, Roma, Torino e Carugate)
  18. ^ Franco Rosso, 50 anni di tour operating in Italia, p. 101, Hoepli, 2002.
  19. ^ Talvolta identificata col nominativo Five Travel
  20. ^ Filmato audio Spot Standa 1990-91: breve riferimento alla Five Travel, su YouTube, a 1 min 16 s. URL consultato il 24 ottobre 2014.
  21. ^ Franco Rosso, 50 anni di tour operating in Italia, p. 102, Hoepli, 2002.
  22. ^ Claudio Mercandino, Massimo Novelli, Affare 'Le Gru' a Torino il giudice ordina sei arresti, in la Repubblica, 15 dicembre 1993. URL consultato il 24 luglio 2009.
  23. ^ Nino Sunseri, Berlusconi vende Euromercato, in la Repubblica, 24 dicembre 1994. URL consultato il 24 luglio 2009.
  24. ^ Standa, una holding per giocare, in la Repubblica, 24 maggio 1995. URL consultato l'11 settembre 2009.
  25. ^ Addio alla Borsa per Standa, in Corriere della Sera, 26 luglio 1997. URL consultato il 29 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2015).
  26. ^ Vincenzo Tassinari con Dario Guidi, Noi, le coop rosse, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2015, pag. 73-74
  27. ^ GRUPPO COIN - RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI SULL’ANDAMENTO DELLA GESTIONE NEL 1° SEMESTRE 1999 (PDF), in Borsa Italiana, 3 novembre 1999. URL consultato il 13 giugno 2018.
  28. ^ Vittorio Malagutti, Standa riparte da Coin e Franchini, in Corriere della Sera, 30 dicembre 1998. URL consultato il 3 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2015).
  29. ^ Gruppo Di Leva - BlueKids | Esprit | Standa | Coin - Sorrento, su gruppodileva.it. URL consultato il 29 agosto 2019.
  30. ^ Ettore Livini, Berlusconi incassa 141 milioni Nel 2005 dividendi raddoppiati, in la Repubblica, 23 febbraio 2006. URL consultato il 19 dicembre 2006.
  31. ^ Giorgio Lonardi, La Standa diventa tedesca alla Rewe 119 supermercati, in la Repubblica, 28 dicembre 2000. URL consultato il 3 aprile 2015.
  32. ^ Billa non ha trovato fortuna, su winenews.it.
  33. ^ Schließt Standa, in Lebensmittel Praxis, 24 novembre 2017. URL consultato il 26 novembre 2017.
  34. ^ Standa, su supermercatistanda.it. URL consultato il 29 agosto 2019.
  35. ^ Pubblicazioni varie della Standa Spa in vari anni
  36. ^ Filmato audio Fantozzi va in Pensione - Fantozzi e la Signorina Silvani, su YouTube, a 1 min 34 s.
  37. ^ Filmato audio Abbronzatissimi (Long Version) : Jerry Calà al Supermercato e il "Macumba", su YouTube, a 0 min 46 s.
  38. ^ Filmato audio Sergio Castellitto & Francesca Dellera - La carne (M. Ferreri - 1991), su YouTube, a 1 min 57 s.
  39. ^ Filmato audio Le Comiche 2 - Episodio 2° Sicurezza notturna, su YouTube, a 0 min 00 s.
  40. ^ Davide Frattini, Dal 10 ottobre ogni giorno mezz'ora di televendite non stop, in Corriere della Sera, 23 settembre 1994, p. 37. URL consultato il 9 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 25º anniversario Magazzini Standa 1931-1956, Milano, Standa Milano, 1956, SBN IT\ICCU\TO0\1034011.
  • La Standa ieri oggi domani, Milano, Standa Milano, 1971, SBN IT\ICCU\LO1\0854565.
  • L'Eco della Standa, Milano, Standa Milano, 1949-1955.
  • Standa: notiziario bimestrale di vita aziendale della Standa, Milano, Standa Milano, 1955-1975, SBN IT\ICCU\MIL\0630069.
  • Professione Standa: trimestrale riservato al personale della Standa s.p.a., Rozzano, Standa Milano, 1987-1992, SBN IT\ICCU\BVE\0209430.
  • Notizie Standa: trimestrale riservato al personale della Standa s.p.a, Rozzano, Standa Milano, 1993-1998, SBN IT\ICCU\BVE\0209431.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Standa, su museodelmarchioitaliano.it. URL consultato il 14 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2016).