Sporting Clube de Portugal

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Sporting CP
Calcio
Leões (Leoni), Verde e Brancos (Verdebianchi), Sportinguisti
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Verde, bianco
Simboli Leone rampante
Inno A Marcha do Sporting
Maria José Valério
Dati societari
Città Lisbona
Nazione Bandiera del Portogallo Portogallo
Confederazione UEFA
Federazione FPF
Campionato Primeira Liga
Fondazione 1902
Rifondazione1906
Presidente Bandiera del Portogallo Frederico Varandas
Allenatore Bandiera del Portogallo Ruben Amorim
Stadio Stadio José Alvalade
(50 095 posti)
Sito web www.sporting.pt
Palmarès
10 campionati portoghesiCampionato portogheseCampionato portogheseCampionato portogheseCampionato portogheseCampionato portogheseCampionato portogheseCampionato portogheseCampionato portogheseCampionato portoghese 10 Coppa PortogalloCoppa PortogalloCoppa PortogalloCoppa PortogalloCoppa PortogalloCoppa PortogalloCoppa PortogalloCoppa Portogallo Coppa Lega portogheseCoppa Lega portogheseCoppa Lega portogheseCoppa Lega portoghese Supercoppa PortogalloSupercoppa PortogalloSupercoppa PortogalloSupercoppa PortogalloSupercoppa PortogalloSupercoppa PortogalloSupercoppa PortogalloSupercoppa PortogalloSupercoppa Portogallo Coppa delle Coppe
Primeira Liga 19
Trofei nazionali 17 Coppe di Portogallo
4 Coppe di Lega portoghese
9 Supercoppe di Portogallo
4 Campeonato de Portugal
Trofei internazionali 1 Coppe delle Coppe
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Lo Sporting Clube de Portugal (pron. ['spɔɾtĩg 'klub(ɨ) dɨ puɾtu'gaɫ]), meglio noto come Sporting o, in lingua italiana, come Sporting Lisbona (Euronext: SCP), è una società polisportiva portoghese, con sede nella città di Lisbona. Attivo in numerose discipline, il club è noto a livello internazionale principalmente per la sua sezione calcistica, che milita nella Primeira Liga, la massima divisione del campionato portoghese, dalla quale non è mai retrocesso.

Fondato nel 1903 come Sport Club de Belas, divenne Campo Grande Sporting Club nel 1906 e assunse la denominazione attuale nel 1917.

È, insieme al Benfica e al Porto, una delle tre grandi (Os Três Grandes) del calcio lusitano. È la terza squadra portoghese per numero di trofei vinti, dietro a Benfica e Porto, avendo vinto 19 titoli nazionali, 17 coppe nazionali, quattro coppe di Lega, nove supercoppe nazionali e, a livello internazionale, una Coppa delle Coppe (nel 1963-1964, unica squadra portoghese ad avere vinto questo trofeo); ha altresì giocato la finale della Coppa UEFA 2004-2005, uscendone sconfitta nel proprio stadio. Prima della nascita delle competizioni UEFA, il club disputò una finale di Coppa Latina nel 1949, perdendo contro il Barcellona.

Gioca le partite casalinghe allo Stadio José Alvalade, impianto da 50 095 posti a sedere. Possiede inoltre un centro di allenamento di prima qualità, l'Academia Sporting di Alcochete. I colori sociali sono il verde e il bianco.

A livello sportivo vive la più intensa rivalità con i concittadini del Benfica, con cui gioca il derby de Lisboa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«Vogliamo che questo club diventi un grande club, il più grande d'Europa[1]»

I fondatori dello Sporting, all'incirca nel 1910.

Lo Sporting viene fondato nel 1906 su impulso di José Alvalade, che insieme ad altri era uscito dal Campo Grande Foot-Ball Club perché in disaccordo con la politica che esso stava seguendo: gli eventi organizzati erano volti per lo più alle semplice socializzazione. Così riesce a farsi dare da suo nonno, che era anche presidente del Campo Grande, i soldi per fondare un nuovo club, che viene riconosciuto nel maggio dello stesso anno e che adotta come colore sociale il verde, quello della speranza[1].

La squadra inizia presto a confrontarsi con le altre realtà cittadine: il primo incontro disputato, in terza categoria, risale al 3 febbraio 1907 ed è contro il Football Club Cruz Negra; è invece del primo dicembre successivo la storica prima gara col Grupo Sport Lisboa, che sarebbe diventato di lì a poco il Benfica[2]; intanto Fernando de Castelo Branco (Pombeiro) autorizza il club ad usare il leone rampante nel simbolo, e l'identità si rafforza quando vengono adottati per le maglie i colori bianco e verde, uno su ciascuna metà[2]. In campo esordisce invece Francisco Stromp, che sarà a lungo un punto di riferimento, mentre il 1918 è segnato dalla morte del giovane José Alvalade: in suo onore viene deciso nello statuto che lo stadio porterà sempre il suo nome[2].

Francisco Stromp nel 1907.

Lo Sporting aveva intanto già iniziato a giocare nel Campionato di Lisbona, perché in Portogallo non esisteva ancora un torneo nazionale: alla fine saranno 18 i titoli in questa manifestazione. Nel 1919 si verifica anche uno storico risultato col Porto, che viene sconfitto per 11-1[2]; sempre in questo periodo nasce il Campeonato de Portugal, una sorta di coppa che assegnava comunque un titolo nazionale. Qui il 24 giugno 1923 i bianco-verdi ottengono a Faro il primo successo, sconfiggendo 3-0 l'Académica: in rosa figurano tra gli altri Torres Pereira, Jaime Gonçalves, Francisco Stromp, Joaquim Ferreira, Cipriano Santos, Jorge Vieira ed Henrique Portela. Un altro anno emblematico è il 1928, che segna il passaggio alla tradizionale maglia a strisce orizzontali: questa viene indossata per la prima volta durante una tournée Brasile, prendendola in prestito della sezione di rugby. Il cambiamento definitivo avviene tuttavia solo nell'ottobre successivo, nell'intervallo di una partita col Benfica: i giocatori decidono infatti rientrare in campo con le strisce orizzontali, che vengono mantenute in quanto l'incontro finisce con la vittoria[2].

La squadra ottiene in totale 4 successi in questa competizione, ma intanto nel 1934 nasce l'attuale massimo campionato portoghese. Lo Sporting è subito secondo, e nel 1937 ingaggia Fernando Peyroteo, che diventa subito capocannoniere: lo sarà per sei volte in carriera, oltre ad essere, ad oggi, il miglior marcatore assoluto del campionato. Il 1941 segna la vittoria del primo titolo e della prima Coppa, che vengono vinti di nuovo rispettivamente nel 1944 e nel 1945. i bianco-verdi diventano la squadra più titolata del Portogallo (8 titoli) vincendo lo scudetto nel 1953; in particolare tra il 1947 ed il 1954 conquistano 7 titoli su 8, oltre a 3 Coppe. Impressionanti sono i numeri realizzati nel campionato 1946-1947: 123 gol segnati, di cui 43 dal solo Peyroteo. Questo giocatore forma, insieme a Jesus Correia, Manuel Vasques, José Travassos e Albano Narciso Pereira, il gruppo dei famosi cinque violini[2], nome collettivo con cui vengono designati i principali artefici dei successi di questo periodo.

Héctor Yazalde con la Scarpa d'oro 1974.

Intanto nascono le competizioni europee, e nel 1955 lo Sporting esordisce, pur non avendo vinto lo scudetto, nella prima edizione di Coppa dei Campioni: esce però subito col Partizan. Va però decisamente meglio nella Coppa delle Coppe 1963-1964: i portoghesi, allenati da Anselmo Fernández, eliminano l'Atalanta nel primo turno, poi si sbarazzano facilmente dell'APOEL: la vittoria casalinga per 16-1 è infatti ancora la migliore in assoluto, e sono record anche i sei gol messi a segno in questa gara dal capocannoniere Mascarenhas. Dopo aver sconfitto anche il Manchester Utd con un roboante 5-0 casalingo, che poneva rimedio al 4-1 patito in Inghilterra ed aver battuto in semifinale l'Olympique Lione, viene così il momento di giocare la finale: l'avversario è l'MTK Budapest, che viene battuto 1-0 nella ripetizione di Anversa grazie al gol di João Morais, segnato direttamente da calcio d'angolo[3]. Questa competizione, l'unica vinta da un club lusitano, viene giocata nel primo Stadio José Alvalade, che era stato inaugurato nel 1956. Poco tempo dopo si gioca invece il campionato del mondo 1966, e la "colonia" di giocatori della Nazionale che torna a casa con un buon terzo posto è la più numerosa. Ne fanno parte Joaquim Carvalho, Fernando Peres, Ernesto Figueiredo, João Lourenço, Hilário, João Morais, Alexandre Baptista e José Carlos.

La squadra apre gli anni 1970 con la vittoria del tredicesimo titolo, che viene seguito l'anno successivo dalla settima Coppa: qui la vittoria per 21-0 contro i capoverdiani del Mindelense[2] rappresenta un nuovo record. Viene poi ingaggiato Héctor Yazalde, che è per due volte il miglior marcatore in campionato; nella prima di queste vince la Scarpa d'oro 1974 grazie ai 46 gol segnati. In quella stessa stagione lo Sporting ottiene un altro double ed arriva inoltre alle semifinali di Coppa delle Coppe: a passare sono tuttavia i futuri campioni del Magdeburgo. In seguito il club, che può contare anche su Vítor Damas, Rui Jordão e Manuel José Tavares Fernandes, vince altri due titoli nel 1980 e nel 1982 (nuovo double) arrivando così a sedici. Questo numero non cambierà però fino alla fine del millennio; vengono comunque conquistate tre Supercoppe e alla dodicesima Coppa, vinta nel 1995. Da segnalare anche un buon risultato nella Coppa UEFA 1990-1991, quando c'è in campo anche Oceano: qui i lusitani, dopo aver eliminato anche il Bologna nei quarti, arrivano in semifinale: è tuttavia l'Inter a passare il turno e a vincere successivamente il trofeo.

Rui Patrício nel 2012.

Il diciassettesimo titolo arriva infatti nel 2000, in una stagione che comincia brevemente con Giuseppe Materazzi in panchina ma che termina con Augusto Inácio. Nuovo successo nel 2002, quando arriva anche la tredicesima Coppa: protagonista assoluto è Jardel, che vince la Scarpa d'oro 2002 grazie alle 42 reti segnate. Nella stagione successiva c'è da segnalare la presenza in rosa del giovane Cristiano Ronaldo, alla sua prima da professionista nonché unica in patria. Intanto viene inaugurato l'attuale stadio, che è stato costruito per l'imminente campionato d'Europa 2004. Questo ospita anche la finale della Coppa UEFA 2004-2005, e una delle due squadre in campo è proprio lo Sporting; sono tuttavia i russi del CSKA Mosca a sollevare il trofeo dopo la vittoria per 3-1.

Il club vince due Coppe e due Supercoppe negli anni che vanno dal 2007 al 2009, quando c'è anche Liédson, inoltre riesce per la prima volta a superare la fase a gruppi nell'edizione 2008-2009 della Champions League: però, dopo aver concluso il girone un solo punto dietro al Barcellona futuro campione, i portoghesi trovano il Bayern Monaco negli ottavi, e il 12-1 subito tra andata e ritorno costituisce un record negativo assoluto.

Un altro buon risultato internazionale avviene comunque nella UEFA Europa League 2011-2012: qui, dopo aver vinto un gruppo contenente anche la Lazio, vengono raggiunte le semifinali: è però l'Athletic Bilbao ad andare avanti. Nel 2015 arriva invece la sedicesima Coppa, seguita dall'ottava Supercoppa, mentre nel 2016 c'è gloria per Rui Patrício, João Mário, William Carvalho e Adrien Silva con la maglia della Nazionale: il Portogallo vince il titolo europeo, inoltre il portiere viene eletto miglior giocatore della competizione.

Lo Sporting conquista poi due Taça da Liga, nel 2018 e nel 2019; in quest'ultimo anno conquista anche la diciassettesima Coppa.

Al termine della stagione 2020-2021 riconquista dopo 19 anni il titolo nazionale con due giornate di anticipo e una sola sconfitta in tutta il campionato.

Lo Sporting in Champions viene sorteggiato con Ajax, Borussia Dortmund e Besiktas, e dopo un inizio traballante, un 5-1 patito contro gli olandesi e un 1-0 in Germania, passano il turno con un turno d'anticipo battendo due volte il Besiktas e poi a sorpresa 3-1 il Dortmund.

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria dello Sporting Clube de Portugal
Vince il Campeonato de Portugal (1º titolo).

Vince il Campeonato de Portugal (2º titolo).
Finale di Campeonato de Portugal.
Vince il Campeonato de Portugal (3º titolo).
Vince il Campeonato de Portugal (4º titolo).

Vince la Coppa di Portogallo (1º titolo).
Vince la Coppa di Portogallo (2º titolo).
Vince la Coppa di Portogallo (3º titolo).
Vince la Coppa di Portogallo (4º titolo).
2º in Coppa Latina.

4º in Coppa Latina
Finalista in Coppa di Portogallo.
4º in Coppa Latina
3º in Coppa Latina.
Vince la Coppa di Portogallo (5º titolo).
Finalista in Coppa di Portogallo.
Eliminato nel primo turno della Coppa dei Campioni.
Eliminato nel primo turno della Coppa dei Campioni.
Finalista in Coppa di Portogallo.

Eliminato nel turno preliminare della Coppa dei Campioni.
Eliminato nel primo turno della Coppa dei Campioni.
Vince la Coppa di Portogallo (6º titolo).
Vince la Coppa delle Coppe (1º titolo).
Eliminato nel primo turno della Coppa delle Coppe.
Eliminato nel primo turno della Coppa dei Campioni.
Finalista in Coppa di Portogallo.

Eliminato nel secondo turno della Coppa dei Campioni.
Vince la Coppa di Portogallo (7º titolo).
Eliminato nel secondo turno della Coppa delle Coppe.
Finalista in Coppa di Portogallo.
Eliminato nel primo turno della Coppa delle Coppe.
Vince la Coppa di Portogallo (8º titolo).
Semifinalista nella Coppa delle Coppe.
Vince la Coppa di Portogallo (9º titolo).
Eliminato nel primo turno della Coppa dei Campioni.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Vince la Coppa di Portogallo (10º titolo).
Eliminato nel primo turno della Coppa delle Coppe.
Finalista in Coppa di Portogallo.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.

Eliminato nel primo turno della Coppa dei Campioni.
Eliminato nel terzo turno della Coppa UEFA.
Vince la Coppa di Portogallo (11º titolo).
Vince la Supercoppa di Portogallo (1º titolo).
Eliminato nei quarti della Coppa dei Campioni.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nei quarti della Coppa UEFA.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.
Finalista in Coppa di Portogallo.
Vince la Supercoppa di Portogallo (2º titolo).
Eliminato nei quarti della Coppa delle Coppe.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.

Semifinalista in Coppa UEFA.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nel terzo turno della Coppa UEFA.
Finalista in Coppa di Portogallo.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Vince la Coppa di Portogallo (12º titolo).
Vince la Supercoppa di Portogallo (3º titolo).
Eliminato nel secondo turno della Coppa delle Coppe.
Finalista in Coppa di Portogallo.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Finalista in Coppa di Portogallo.

Vince la Supercoppa di Portogallo (4º titolo).
Eliminato nella prima fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nel terzo turno della Coppa UEFA.
Vince la Coppa di Portogallo (13º titolo).
Vince la Supercoppa di Portogallo (5º titolo).
Eliminato nel terzo turno preliminare della Champions League.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.
Finalista in Coppa UEFA.
Eliminato nel terzo turno preliminare della Champions League.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Vince la Coppa di Portogallo (14º titolo).
Vince la Supercoppa di Portogallo (6º titolo).
Finale di Taça da Liga.
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nei quarti della Coppa UEFA.
Vince la Coppa di Portogallo (15º titolo).
Vince la Supercoppa di Portogallo (7º titolo).
Finale di Taça da Liga.
Ottavi di finale della Champions League.
Semifinali di Taça da Liga.
Eliminato negli spareggi della Champions League.
Eliminato negli ottavi dell'Europa League.

Semifinali di Taça da Liga.
Eliminato nei sedicesimi dell'Europa League.
Terzo turno di Taça da Liga.
Semifinalista in Europa League.
Finalista in Coppa di Portogallo.
Terzo turno di Taça da Liga.
Eliminato nella fase a gruppi dell'Europa League.
Terzo turno di Taça da Liga.
Escluso dalla Taça da Liga.
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nei sedicesimi dell'Europa League.
Vince la Coppa di Portogallo (16º titolo).
Escluso dalla Taça da Liga.
Vince la Supercoppa di Portogallo (8º titolo).
Eliminato negli spareggi della Champions League.
Eliminato nei sedicesimi dell'Europa League.
Escluso dalla Taça da Liga.
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nei quarti dell'Europa League.
Vince la Taça da Liga (1º titolo).
Finalista in Coppa di Portogallo.
Vince la Taça da Liga (2º titolo).
Vince la Coppa di Portogallo (17º titolo).
Eliminato nei sedicesimi dell'Europa League.
Semifinali di Taça da Liga.
Eliminato nei sedicesimi dell'Europa League.
Vince la Taça da Liga (3º titolo).
Vince la Taça da Liga (4º titolo).
Eliminato negli ottavi della Champions League.
Vince la Supercoppa di Portogallo (9º titolo).
Fase a gironi della Champions League.
Quarti di finale di Europa League.

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente le divise presentavano due sezioni verticali di colore verde e bianco, situate in corrispondenza del petto, con l'emblema del leone sul lato sinistro, quindi nella porzione. Oggi questa è la seconda maglia, alternativa a quella a strisce orizzontali verdi e bianche. I calzoncini, all'inizio bianchi, sono di colore nero dal 1915. [4]

Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
1902–1906
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1908
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1915
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1928
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
onoraria 1928
Una formazione con la classica divisa a strisce bianche e verdi orizzontali (2018)

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante l'attuale emblema, che raffigura un leone rampante bianco su fondo verde, sia stato adottato ufficialmente nel 1930, sia i colori sia il simbolo cominciarono a essere usati con regolarità già dalla fondazione del club[5]. Il simbolo, che era quello del Conte Don Fernando de Castelo Branco, fu scelto perché bianco, colore che identificava al meglio "le chiare, decise intenzioni piene di speranza dei fondatori" del club[6]. L'uso del verde si deve al Visconte de Alvalade, che volle in quel modo esprimere le aspettative riposte nella nuova squadra speranza.

Nel 1920 l'emblema passò a contenere il leone rampante nel gagliardetto, insieme alla scritta SCP dentro una corona. Sarebbe stato questo il simbolo destinato a durare nei decenni a venire. Nel 2001 lo Sporting attuò un restyling del logotipo societario, più stilizzato e ringiovanito. Il nuovo simbolo, tuttavia, è coerente con il passato del club, perché presenta, rispetto al precedente, solo tre strisce orizzontali bianche (riferimento alla maglia della squadra) e le parole Sporting e Portugal, questa volta scritte per esteso. Al leone, più stilizzato, è conferito maggiore impatto visivo dal colore dorato. Sulla corona rimane la quasi secolare sigla SCP.

Nel 2005 lo Sporting presentò un emblema ufficiale appositamente designato per commemorare il proprio centenario. Il nuovo simbolo e il leone dell'attuale emblema furono inseriti in un nuovo campo verde diviso in due, in cui comparivano le date 1906 e 2006 e la scritta Sporting 100[7].

Il motto dello Sporting Clube de Portugal è: "Esforço, Dedicação, Devoção e Glória!" ("Sforzo, dedizione, devozione e gloria!").

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio José Alvalade.
Panoramica dello Stadio José Alvalade.

Dal 6 agosto 2003 lo Sporting disputa le sue partite casalinghe nello Stadio José Alvalade, che può contenere 50.095 spettatori. Fa parte di un complesso denominato Alvalade XXI ed è stato progettato dall'architetto Tomás Taveira ed infine intitolato al fondatore del club. Nella sua storia ha ospitato 5 gare del campionato d'Europa 2004 (tra le quali la semifinale che ha visto i padroni di casa sconfiggere i Paesi Bassi), oltre alla finale della Coppa UEFA 2004-2005: in questa occasione lo Sporting è stato però sconfitto dal CSKA Mosca. È raggiungibile con la fermata Campo Grande, che si trova sia sulla linea gialla che sulla verde della metropolitana di Lisbona.

Il primo terreno di gioco del club è stato però, dall'8 maggio 1906 lo Sítio das Mouras, poi si passò al Estância de Madeira; questo fino al 1º aprile 1917 quando ci si trasferì al Campo Grande ed in seguito nello Stadium de Lisboa. Nel 1956 venne infine inaugurato lo stadio omonimo dell'attuale: capace di ospitare 75.200 persone venne demolito con l'entrata in funzione del nuovo impianto.[8]

Arena[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pavilhão João Rocha.
Interno del Pavilhão João Rocha.

Il Pavilhão João Rocha è un palazzetto dello sport della città di Lisbona in Portogallo, di proprietà dello Sporting Clube de Portugal ospita le gare casalinghe delle sezioni di calcio a 5, hockey su pista, pallacanestro, pallamano e pallavolo della polisportiva. Ha una capienza di 3.000 posti.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Altre sezioni[modifica | modifica wikitesto]

Nell'hockey, lo Sporting vinse tra il 1965 e il 1990 una Coppa dei Campioni, tre Coppe delle Coppe e una Cers Cup. La vittoriosa sezione hockey era condotta all'epoca dall'allenatore Torcato Ferreira e comprendeva giocatori del calibro di António Ramalhete, Vítor Chana, Júlio Rendeiro, João Sobrinho e António Livramento.

Lo Sporting continuò a conseguire successi anche nell'atletica, con Carlos Lopes vincitore di tre campionati mondiali di cross country e vincitore di un oro e di un argento olimpico. Il vincitore della maratona alle Olimpiadi del 1984 apparteneva allo Sporting. Fernando Mamede, dello Sporting, divenne il detentore mondiale del record dei 10 000 metres, record che resistette per cinque anni a livello mondiale e quindici anni a livello europeo. Lo Sporting ha vinto finora 14 Coppe dei Campioni europee e 46 titoli nazionali nel cross country, 43 titoli nazionali in tutti gli eventi maschili messi insieme e 37 titoli nazionali femminili nel track.

Nel 2000, la squadra di atletica dello Sporting vinse nella Coppa dei Campioni d'Europa nel track, rendendo il Portogallo l'unica squadra a sconfiggere la Russia. Atleti del calibro di Carlos Lopes, i fratelli Castro, Fernando Mamede, vincitori di medaglie mondiali e detentori di record, Rui Silva, Naide Gomes, Francis Obikwelu (argento ad Atene 2004), Yuri Bilonog e Ionela Târlea sono tutti atleti appartenenti allo Sporting.

Nella pallamano lo Sporting vinse cinque campionati di fila tra il 1968/69 e il 1972/73, record ancora imbattuto in Portogallo.

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori dello Sporting Clube de Portugal.

Di seguito è riportata la lista degli allenatori[9] che si sono succeduti alla guida del club nella sua storia.

Allenatori

Di seguito è riportata la lista dei presidenti che si sono succeduti alla dirigenza del club nella sua storia.

Presidenti

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori dello Sporting Clube de Portugal.

Vincitori di titoli[modifica | modifica wikitesto]

Campioni d'Europa

Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato europeo di calcio durante il periodo di militanza nello Sporting CP:

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès dello Sporting Clube de Portugal.

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

1940-1941, 1943-1944, 1946-1947, 1947-1948, 1948-1949, 1950-1951, 1951-1952, 1952-1953, 1953-1954, 1957-1958, 1961-1962, 1965-1966, 1969-1970, 1973-1974, 1979-1980, 1981-1982, 1999-2000, 2001-2002, 2020-2021
1940-1941, 1944-1945, 1945-1946, 1947-1948, 1953-1954, 1962-1963, 1970-1971, 1972-1973, 1973-1974, 1977-1978, 1981-1982, 1994-1995, 2001-2002, 2006-2007, 2007-2008, 2014-2015, 2018-2019
2017-2018, 2018-2019, 2020-2021, 2021-2022
1944 (non ufficiale), 1982, 1987, 1995, 2000, 2002, 2007, 2008, 2015, 2021
  • Campeonato de Portugal 4
1923, 1934, 1936, 1938

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

1963-1964
1968

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

immagine del nastrino non ancora presente
Instituição de Utilidade Pública
«São reconhecidos como instituições de utilidade pública o Ginásio Clube, o Lisboa Ginásio Clube, o Sport Lisboa e Benfica, o Sporting Clube de Portugal e o Clube de Futebol Os Belenenses, atendendo aos seus relevantes serviços»
— 6 settembre 1960[10]

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Dalla stagione 1934-1935 alla 2021-2022 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai campionati nazionali:

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Primeira Liga Experimental / Primeira Divisão / Primeira Liga 89 1934-1935 2022-2023 89

Tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Alla stagione 2021-2022 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai tornei internazionali[11]:

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
Coppa dei Campioni/UEFA Champions League 22 1955-1956 2021-2022
Coppa delle Coppe 8 1963-1964 1995-1996
Coppa UEFA/UEFA Europa League 33 1975-1976 2019-2020

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Il giocatore con più presenze nelle competizioni europee è Rui Patrício a quota 93, mentre il miglior marcatore è Liédson con 25 gol[11].

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

A livello internazionale la miglior vittoria è per 16-1, ottenuta contro l'APOEL nel secondo turno della Coppa delle Coppe 1963-1964, mentre la peggior sconfitta è il 7-1 subito contro il Bayern Monaco negli ottavi della UEFA Champions League 2008-2009[11]. Da notare che la partita con i ciprioti rappresenta ancora oggi la miglior vittoria in assoluto nelle competizioni europee, mentre, di contro, nel doppio confronto coi tedeschi i lusitani subiscono complessivamente la sconfitta con maggior scarto nel punteggio complessivo di andata e ritorno per quanto riguarda la sola Champions League, 12-1.

Altri record:

  • Miglior goleada in campionato: Sporting 14 - 0 Leça FC, 1941/42
  • Miglior goleada nella coppa portoghese: Sporting 21 - 0 Clube Sportivo Mindelense, 1/8 di Finale, 1970/71
  • Miglior goleada nelle supercoppa portoghese: Sporting 6 - 1 SC Braga, 1982
  • Maggior numero di gol segnati in un campionato: 123
  • Maggior numero di gol segnati in un campionato da un giocatore: 46, Yazalde 1973/74
  • Maggior numero di gol segnati da un giocatore in una partita: 9, Peyroteo 1941/42

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Rosa 2023-2024[modifica | modifica wikitesto]

Aggiornata al 19 febbraio 2024.

N. Ruolo Calciatore
1 Bandiera della Spagna P Antonio Adán (vice capitano)
2 Bandiera del Brasile D Matheus Reis
3 Bandiera dei Paesi Bassi D Jerry St. Juste
4 Bandiera dell'Uruguay D Sebastián Coates (capitano)
5 Bandiera del Giappone C Hidemasa Morita
8 Bandiera del Portogallo C Pedro Gonçalves
9 Bandiera della Svezia A Viktor Gyökeres
10 Bandiera dell'Inghilterra C Marcus Edwards
11 Bandiera del Portogallo A Nuno Santos
12 Bandiera dell'Uruguay P Franco Israel
13 Bandiera del Portogallo D Luís Neto
17 Bandiera del Portogallo A Francisco Trincão
20 Bandiera del Portogallo A Paulinho
N. Ruolo Calciatore
21 Bandiera del Mozambico A Geny Catamo
22 Bandiera della Spagna D Iván Fresneda
23 Bandiera del Portogallo C Daniel Bragança
25 Bandiera del Portogallo D Gonçalo Inácio
26 Bandiera della Costa d'Avorio D Ousmane Diomande
42 Bandiera della Danimarca C Morten Hjulmand
43 Bandiera del Portogallo D João Muniz
45 Bandiera del Portogallo D Rafael Pontelo
47 Bandiera del Portogallo D Ricardo Esgaio
72 Bandiera del Portogallo D Eduardo Quaresma
80 Bandiera della Francia C Koba Koindredi
83 Bandiera del Portogallo C Rafael Camacho

Staff tecnico[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore: Bandiera del Portogallo Rúben Amorim
Vice allenatori: Bandiera del Portogallo Emanuel Ferro, Bandiera del Portogallo Carlos Fernandes
Allenatore dei portieri: Bandiera del Portogallo Jorge Vital, Bandiera del Portogallo Tiago Ferreira
Preparatore atletico: Bandiera del Portogallo Gonçalo Álvaro

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) How it all began, in sporting.pt. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  2. ^ a b c d e f g (PT) RESUMO HISTÓRICO, in sporting.pt. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  3. ^ (EN) Portugal mourns João Morais, in uefa.com. URL consultato il 10 gennaio 2020.
  4. ^ Copia archiviata, su sporting.pt. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2017).
  5. ^ Copia archiviata, su sporting.pt. URL consultato il 23 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2017).
  6. ^ Storia del club, su sporting.pt. URL consultato il 3 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2009).
  7. ^ Pagina del simbolo del centenario sul sito dello Sporting, su sporting.pt (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2009).
  8. ^ http://www.sporting.pt/en/club/history/stadium-history
  9. ^ Sporting CP » Storia Allenatore, in calcio.com. URL consultato il 9 novembre 2019.
  10. ^ (PT) Clube de Futebol Os Belenenses - Condecorações, su osbelenenses.com. URL consultato il 6 aprile 2013.
  11. ^ a b c Sporting Clube de Portugal, in www.uefa.com. URL consultato il 5 novembre 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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