Sergio Petrelli

Sergio Petrelli
Petrelli alla Lazio nel 1973
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Termine carriera 1982 - giocatore
1997 - allenatore
Carriera
Giovanili
19??-19??Juventus
Squadre di club1
1964-1965Carrarese22 (0)
1965-1966Pisa24 (5)
1966-1969Verona90 (7)
1969-1972Roma64 (5)
1972-1976Lazio47 (2)
1976-1977Anconitana18+ (0+)
1977-1978 Tortoreto? (?)
1978-1982L'Aquila11 (0)
Nazionale
19??-19??Bandiera dell'Italia Italia Serie C1 (0)
Carriera da allenatore
1977-1978 Tortoreto
1978-1979L'Aquila
1996-1997 Lampedusa
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Sergio Petrelli (Ascoli Piceno, 27 luglio 1944) è un ex allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Sergio Petrelli si mette in luce alla fine degli anni 1950 nella Del Duca Montedinove, squadra dilettantistica picena, che accede alle finali del campionato nazionale dilettanti che si svolsero a Torino nel 1960; in quell'occasione viene adocchiato da diverse squadre, ma è la Juventus ad aggiudicarsi le sue prestazioni. All'ombra della Mole compie tutta la trafila nelle giovanili, vincendo due campionati Juniores, poi, quando sembra prossimo al debutto in prima squadra, subisce un grave infortunio che lo porta, una volta ristabilito, in prestito alla Carrarese, in Serie C, nella stagione 1964-65 e l'anno successivo, sempre in prestito, passa al Pisa.

Nella stagione 1966-67 poi viene ceduto, ancora con la formula del prestito, all'Hellas Verona in Serie B, dove conquista la promozione nella massima serie. La società scaligera punta fortemente sul giovane difensore marchigiano, strappandolo alla Juventus con un'offerta importante in fase di risoluzione delle comproprietà. In gialloblù, con Nils Liedholm allenatore, si mette in luce nel ruolo di terzino, tanto da essere messo in preallarme per i Mondiali di Messico '70 e attirare le attenzioni di club più blasonati, come la Roma, che lo acquista per la stagione 1969-70.

In maglia giallorossa vive le stagioni più travagliate della sua carriera, non sboccia mai il feeling con l'allenatore Helenio Herrera, di qui il passaggio sul l'altra sponda del Tevere, alla Lazio del presidente Umberto Lenzini e del tecnico Tommaso Maestrelli, entrando così a far parte di una squadra che entrerà nella leggenda. Il primo anno lo vede conquistare faticosamente il posto da titolare, la stagione è però esaltante per la squadra: la neopromossa Lazio si gioca lo Scudetto fino all'ultima giornata che vede la Juventus avere la meglio, non senza polemiche, sul Milan e la stessa formazione romana. Ma l'appuntamento con la storia è solo rimandato: nella stagione 1973-74 la Lazio trionfa al termine di un campionato dominato, esaltandosi con le gesta di giocatori come Pulici, Wilson, Re Cecconi, Frustalupi e Chinaglia. Petrelli colleziona 22 presenze e 1 rete nel corso di quella annata e, come tutti gli altri componenti della rosa, entra a far parte di quell'aneddotica relativa alle imprese calcistiche ed extra di quel gruppo irripetibile; tra le varie si ricorda che prima del derby, alcuni tifosi romanisti andarono di fronte all'albergo dove alloggiavano i biancocelesti, e iniziarono a fare schiamazzi con l'intento di disturbare i giocatori avversari. Petrelli fu uno di quelli che, per scacciarli, sparò alcuni colpi di pistola contro i lampioni[1].

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976 Petrelli lascia la Lazio, chiudendo la propria carriera calcistica in squadre minori come il Tortoreto e L'Aquila in veste di giocatore-allenatore, per poi ritrovarlo nel 1996 sulla panchina del Lampedusa.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Roma: 1971
Lazio: 1973-1974

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Roma: 1972

Altre competizioni[modifica | modifica wikitesto]

Lazio: 1973-1974

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guy Chiappaventi, Pistole e palloni, Ed. Limina, 2004, p. 22

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