Scipione Rebiba

Scipione Rebiba
cardinale di Santa Romana Chiesa
Anonimo, Ritratto del cardinale Rebiba (XVI secolo); olio su tela, Biblioteca apostolica vaticana.
 
Incarichi ricoperti
 
Nato3 febbraio 1504 a San Marco d'Alunzio
Ordinato presbitero1528 dall'arcivescovo Giovanni Carandolet[1]
Nominato vescovo16 marzo 1541 da papa Paolo III
Consacrato vescovo14 maggio 1541
Elevato arcivescovo13 aprile 1556 da papa Paolo IV
Elevato patriarca8 dicembre 1565 da papa Pio IV
Creato cardinale20 dicembre 1555 da papa Paolo IV
Deceduto23 luglio 1577 (73 anni) a Roma
 

Scipione Rebiba (San Marco d'Alunzio, 3 febbraio 1504Roma, 23 luglio 1577) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Secondo lo studioso di genealogia episcopale Charles Bransom,[2] è uno dei più antichi vescovi del quale si conoscano con certezza i dati sulle ordinazioni episcopali: più del 98% degli oltre 5000 vescovi viventi lo pongono al vertice della propria genealogia episcopale, inclusi papa Francesco e tutti i suoi predecessori ininterrottamente a partire da papa Clemente XI.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sigillo del cardinale Scipione Rebiba (1556). L'iscrizione sul bordo è: "SCIP[IO] REBIBA T[I]T[ULI] S[ANCTAE] POTEN[TIANAE] S[ANCTAE] R[OMANAE] E[CCLESIAE] PRESBI[TER] CARDI[NALIS] PISIS AD CAES[AREM] ET REGEM ANGLIAE LEGATUS"; quella sotto le tre immagini al centro: "S. THOMAS S. POTENTIA[NA] S. BLASIUS".

Nacque a San Marco d’Alunzio, piccolo centro siciliano arroccato su una collina dei monti Nebrodi, a quel tempo facente parte dell'arcidiocesi di Messina nel Regno di Sicilia, il 3 febbraio 1504 dal nobiluomo Francesco Rebiba e da Antonia Lucia Filangieri dei conti di San Marco.

Intraprese gli studi teologici e giuridici a Palermo, addottorandosi in utroque iure a Catania[3]. Ricevette gli ordini minori e quelli maggiori negli anni 1524-1528, mentre era arcivescovo Giovanni Carandolet, e fu insignito di un beneficio nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli di Palermo[4].

In seguito, intorno agli anni 1536-1537, si trasferì a Roma, venendo a contatto con la giovane congregazione dei Chierici regolari teatini, ed entrò al servizio del cardinal Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti e protonotario apostolico presso la Curia romana. In rappresentanza del Carafa assunse il governo della diocesi di Chieti e da papa Paolo III, il 16 marzo 1541, fu nominato vescovo titolare di Amiclae e vicario generale della chiesa teatina.

Per una singolare circostanza il Rebiba si colloca all'origine della linea ascendente della successione apostolica della maggioranza dei vescovi della Chiesa cattolica. Coloro che hanno inteso ricostruire le genealogie episcopali dei romani pontefici e dei vescovi si sono tutti arrestati al Rebiba, oltre il quale, ad oggi, non è possibile risalire[5].

Il 27 luglio 1551 gli fu affidato dal cardinale Gian Pietro Carafa il governo della diocesi di Napoli come suo vicario e il 12 ottobre dello stesso anno venne nominato vescovo di Mottola.

Il 23 maggio 1555 il cardinale Carafa fu eletto papa con il nome di Paolo IV e il 5 luglio 1555 richiamò il vescovo Rebiba da Napoli, nominandolo governatore di Roma. Il pontefice lo elevò alla dignità cardinalizia nel concistoro del 20 dicembre 1555. Gli fu inizialmente assegnato il titolo cardinalizio di Santa Pudenziana. Il 13 aprile 1556 fu nominato anche arcivescovo di Pisa e legato pontificio presso l'imperatore Carlo V e il re di Spagna Filippo II[6].

Morto Paolo IV nel 1559, fu eletto papa il cardinale Medici con il nome di Pio IV: per il cardinale Rebiba iniziò un periodo turbolento e triste, che durò per tutto il pontificato di Pio IV. Fu coinvolto nelle tristi vicende della famiglia Carafa, venne ingiustamente accusato e imprigionato a Castel Sant'Angelo per circa un anno; trovato innocente, fu rilasciato. Fortemente provato e deluso, abbandonò ogni incarico e beneficio, e si ritirò a vita privata fino a quando, morto Pio IV, il 7 gennaio 1566 fu eletto papa il suo fraterno amico Michele Ghislieri con il nome di Pio V.

Il nuovo papa lo reintegrò in ogni incarico e gli attribuì i titoli cardinalizi di Sant'Anastasia e Sant'Angelo in Pescheria (1566), titolo che mantenne fino al 1570, quando optò per quello di Santa Maria in Trastevere. Nel 1573 passò all'ordine dei vescovi e alla sede suburbicaria di Albano, e un anno dopo a quella di Sabina. Fu anche vescovo di Troia e Patriarca latino di Costantinopoli.[7] Papa Gregorio XIII l'8 aprile 1573 lo nominò Inquisitore Maggiore della Chiesa[8]. Morì a Roma il 23 luglio 1577, all'età di 73 anni. Fu sepolto nella chiesa di San Silvestro al Quirinale, dov'è ben visibile la tomba e l'epitaffio composto dal nipote vescovo Prospero Rebiba.[9]

Conclavi[modifica | modifica wikitesto]

Il cardinale Scipione Rebiba partecipò a tre conclavi:

Successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Data incerta
  2. ^ Sito dello studioso Charles Bransom
  3. ^ All’epoca lo Studium di Catania era l’unico autorizzato a rilasciare lauree in tutta il Regno di Sicilia.
  4. ^ Rinaudo, pp. 13-29.
  5. ^ Rinaudo, pp. 37-38.
  6. ^ Rinaudo, pp. 48-80.
  7. ^ Rinaudo, pp. 121-148.
  8. ^ Rinaudo, pp. 113-117.
  9. ^ Rinaudo, pp. 148-149.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Amicle Successore
- 16 marzo 1541 – 12 ottobre 1551 Franz Christoph Rinck von Balderstein
Predecessore Vescovo di Mottola Successore
Angelo Pasquali, O.P. 12 ottobre 1551 – 13 aprile 1556 Pier Paolo Mastrilli
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Pudenziana Successore
Giovanni Angelo de' Medici 24 gennaio 1556 – 7 febbraio 1565 Francisco Pacheco de Villena
Predecessore Vescovo di Troia
(titolo personale di arcivescovo)
Successore
Ferrando Pandolfini 19 giugno – 4 settembre 1560 Prospero Rebiba
Predecessore Camerlengo del Collegio cardinalizio Successore
Giovanni Ricci 12 gennaio 1565 – 13 gennaio 1567 Gianantonio Capizucchi
Predecessore Cardinale presbitero di Sant'Antastasia Successore
Giovanni Michele Saraceni 7 febbraio 1565 – 7 ottobre 1566 Pier Francesco Ferrero
Predecessore Patriarca titolare di Costantinopoli Successore
Ranuccio Farnese 8 dicembre 1565 – 8 aprile 1573 Prospero Rebiba
Predecessore Cardinale presbitero di Sant'Angelo in Pescheria
(titolo presbiterale pro hac vice)
Successore
Giovanni Ricci 7 ottobre 1566 – 3 luglio 1570 Giovanni Antonio Serbelloni
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere Successore
Giovanni Ricci 3 luglio 1570 – 8 aprile 1573 Giacomo Savelli
Predecessore Grande inquisitore della Congregazione della romana e universale inquisizione Successore
Diego Espinosa Arévalo 8 aprile 1573 – 23 luglio 1577 Giacomo Savelli
Predecessore Cardinale vescovo di Albano Successore
Giovanni Ricci 8 aprile 1573 – 5 maggio 1574 Fulvio Giulio della Corgna, O.S.Io.Hieros.
Predecessore Cardinale vescovo di Sabina Successore
Giovanni Ricci 5 maggio 1574 – 23 luglio 1577 Giacomo Savelli
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