Samarcanda

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Samarcanda
città
(UZ) Samarqand/Самарқанд
(RU) Самарканд
Samarcanda – Stemma
Samarcanda – Veduta
Samarcanda – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Uzbekistan Uzbekistan
RegioneSamarcanda
DistrettoSamarcanda
Territorio
Coordinate39°39′N 66°57′E / 39.65°N 66.95°E39.65; 66.95 (Samarcanda)
Altitudine702 m s.l.m.
Superficie108 km²
Abitanti513 572 (01-01-2019)
Densità4 755,3 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale140100
Prefisso662
Fuso orarioUTC+5
Targa30 A (030-039)AA
Cartografia
Mappa di localizzazione: Uzbekistan
Samarcanda
Samarcanda
Sito istituzionale
 Bene protetto dall'UNESCO
Samarcanda - crocevia di culture
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(i) (ii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2001
Scheda UNESCO(EN) Samarkand – Crossroads of Cultures
(FR) Scheda
Veduta di Samarcanda

Samarcanda (AFI: /samarˈkanda/[1]; in uzbeco Samarqand; in tagico Самарқанд; in russo Самарканд?, Samarkand, in persiano سمرقند‎, Samarqand; 513.572 ab. nel 2019) è una città dell'Uzbekistan, capoluogo della regione omonima e seconda città del Paese per popolazione.

Situata al centro delle principali rotte commerciali asiatiche, Samarcanda, nel corso della sua storia lunga circa 2.700 anni, fu parte del primo Impero persiano e il luogo di nascita del Rinascimento timuride; successivamente fu sotto influenza araba, poi timuride, uzbeka e, in epoche più moderne, fu dapprima sotto l'impero russo e infine parte dell'Unione Sovietica fino al 1991.

La città, il cui etimo significa in lingua sogdiana "fortezza di pietra" (samar, pietra/roccia, e kand, fortezza, come anche in altre città della zona, cfr. Panjakent) si trova lungo la via della seta nel percorso tra la Cina e l'Europa, praticamente al centro dell'Eurafrasia. Si trova a 702 metri s.l.m. e, nonostante si trovi in Uzbekistan, la maggior parte degli abitanti è di lingua tagica, un dialetto del farsi. Dal 2001 la città figura nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO sotto il titolo di Samarcanda - Crocevia di culture.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Samarcanda è una delle più antiche città del mondo, che ha prosperato per la sua posizione lungo la Via della seta, la maggiore via commerciale di terra tra Cina ed Europa. Un tempo Samarcanda fu la città più ricca dell'Asia centrale e per la maggior parte della sua storia fece parte del Primo impero Persiano. Fondata tra il VII e il V secolo a.C.[2], Samarcanda era già capitale della satrapia della Sogdiana sotto gli Achemenidi di Persia quando Alessandro Magno (nella cultura persiana noto come Iskander Khan) la conquistò nel 329 a.C. Sotto i Sasanidi, Samarcanda rifiorì e diventò una delle città maggiori del loro Impero.

Dal VI al XIII secolo la popolazione si espanse e divenne più popolosa anche della moderna Samarcanda. In quegli anni la città conobbe l'invasione araba (che portò il suo alfabeto e convertì all'Islam la sua popolazione), quella dei Persiani e di diverse successive dinastie turche, che ne fecero una delle città più ricche di tutto il mondo islamico. Fu saccheggiata nell'anno 1220 dai Mongoli e sopravvisse solo una minima parte della popolazione, che dovette affrontare anche un sacco successivo, condotto da un altro condottiero mongolo: Barak Khan. La città impiegò decenni per ristabilirsi da quei disastri.

Qui passò anche Marco Polo, che così descrisse la città:

«Samarcan è una nobile cittade, e sonvi cristiani e saracini»

Nel 1370 Tamerlano decise di abbellire Samarcanda e usarla come capitale dell'impero timuride che avrebbe costruito e che si sarebbe esteso dall'India alla Turchia. Per 35 anni la città fu ricostruita e fu piena di cantieri, con artigiani e architetti provenienti dalle parti più disparate dell'Impero timuride. Tamerlano fece così sviluppare la città, che divenne il centro della regione chiamata in Occidente Transoxiana e, similmente, dagli Arabi, per i quali era Mā warāʾ al-Nahr, «Ciò che è al di là del fiume Oxus».

Suo nipote Uluğ Bek governò il paese e la sua capitale per 40 anni. Creò varie scuole attente allo studio delle scienze, della matematica e dell'astronomia. Ordinò anche la costruzione di un grande osservatorio, di cui restano imponenti tracce.

Nel XVI secolo gli Uzbeki spostarono la capitale a Bukhara e Samarcanda iniziò un lento declino. Dopo l'assalto dei Persiani guidati da Nadir Shah, la città fu abbandonata nel XVIII secolo. L'emiro di Bukhara tentò di ripopolare la città alla fine di quel secolo.

Nel 1868, la città divenne parte dell'Impero russo, essendo stata conquistata dal colonnello A.K. Abramov, nonostante il contrattacco da parte di forze guidate da Abdul Malik Tura, figlio dell'emiro di Bukhara, e dal Bek di Shahrisabz. Abramov divenne il primo governatore militare della città di Okrug che i Russi scelsero come capitale amministrativa della zona. La città divenne successivamente capitale del Turkestan russo e venne raggiunta dalla ferrovia transcaspica nel 1888. Divenne capitale della Repubblica Socialista Sovietica Uzbeka dal 1925 fino al 1930.

La città è reclamata dai nazionalisti tagiki che, oltre a essere maggioranza nel luogo, vorrebbero che essa tornasse a far parte del Tagikistan, al quale dicono essa apparterrebbe storicamente[3].

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Samarcanda
(1991-2020)
Fonte:[4]
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 7,39,515,221,427,032,434,533,328,622,014,49,18,621,233,421,721,2
T. media (°C) 2,34,09,315,220,425,427,225,620,614,18,03,73,315,026,114,214,7
T. min. media (°C) −1,3−0,24,69,714,118,019,517,913,57,83,2−0,2−0,69,518,58,28,9
T. max. assoluta (°C) 23,2
(2015)
26,7
(2004)
32,2
(2018)
36,2
(2000)
39,5
(1961)
41,6
(2021)
42,4
(1983)
41,0
(2008)
38,6
(2013)
35,2
(2011)
31,5
(2017)
27,5
(2015)
27,539,542,438,642,4
T. min. assoluta (°C) −25,4
(1969)
−22,0
(1972)
−14,9
(1954)
−6,8
(1960)
−1,3
(1989)
4,8
(1949)
8,6
(1972)
7,8
(1955)
0,0
(1944)
−6,4
(1953)
−18,1
(1954)
−22,8
(1948)
−25,4−14,94,8−18,1−25,4
Nuvolosità (okta al giorno) 6,56,36,55,74,52,21,30,81,23,05,16,06,35,61,43,14,1
Precipitazioni (mm) 415373644172231640391331781159381
Giorni di pioggia 810131193212689273361682
Nevicate (cm) 32000000000270007
Giorni di neve 9730,30,10,00,00,00,00,32,06,022,03,40,02,327,7
Giorni di nebbia 42100,10,00,10,00,00,42,04,010,01,10,12,413,6
Umidità relativa media (%) 76747063544242434759687474,762,342,35859,3
Vento (direzione-m/s) E
2,0
E
2,3
E
2,4
E
2,5
E
2,3
E
2,3
E
2,2
E
2,2
E
2,2
SE
1,9
E
2,0
E
2,0
2,12,42,22,02,2

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

La città è fortemente influenzata da un'economia legata al turismo.

Seguendo un'antica tradizione in città si produce ancora la carta attraverso dei processi di produzione strettamente tradizionali[5].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

A Samarcanda si trovano alcune fra le più notevoli costruzioni dell'architettura islamica. Nel 2001 la città è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO.

Registan[modifica | modifica wikitesto]

Timpano della madrasa Sherdar, completata nel 1660, nel Registan di Samarcanda
Lo stesso argomento in dettaglio: Registan (Samarcanda).

Uno dei più rilevanti siti d'Asia Centrale, se non uno dei più importanti del mondo intero, è il Registan, che fu il centro della Samarcanda medievale, Consiste di tre grandi corpi di fabbrica (madrasa), che formano tre lati di una vasta piazza. La piazza di Registan è stata al centro della vita culturale, religiosa e politica di Samarcanda per secoli, ed è ancora oggi un luogo di incontro e di scambio culturale.

Moschee[modifica | modifica wikitesto]

Gran Bazar[modifica | modifica wikitesto]

Il Grande bazar detto bazar Siyob si estende nell'area retrostante la moschea di Bibi Khanum ed è rimasto invariato nei secoli. Vi è inoltre il Chorsu.

Le rovine di Afrasiab[modifica | modifica wikitesto]

A nord-est del Gran Bazar c'è il sito archeologico dell'antica Samarcanda (Maracanda) o Afrasiab, esteso per 2,2 km² e per lo più esposta alle intemperie. Il Museo di Afrasiab contiene alcuni affreschi sogdiani del VII secolo. Degna di nota è la presunta tomba di Daniele, il profeta dell'Antico Testamento, noto nell'Islam come Danyāl. L'edificio restaurato è una lunga e bassa struttura con cinque cupole, contenente un immenso sarcofago lungo 18 metri. Secondo la leggenda, il corpo di Daniele cresce di mezzo pollice all'anno, e questo giustificherebbe la lunghezza della tomba.

L'osservatorio astronomico di Ulugh Beg a Samarcanda, costruito nel 1420.

L'osservatorio di Uluğ Beg[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Osservatorio di Ulugh Beg.

Uluğ Beg fu probabilmente più famoso come astronomo che come sovrano e la sua fama raggiunse persino la lontana Europa. Negli anni 1420 costruì un immenso astrolabio, uno dei più grandi mai eretti, per misurare le posizioni delle stelle con grande accuratezza. Le rovine furono dissepolte nel 1908.

Mausolei[modifica | modifica wikitesto]

Altri edifici[modifica | modifica wikitesto]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

A Samarcanda si trova il Museo statale, un museo cadente e in gran parte trascurato. Contiene importanti reperti archeologici del posto, nonché diverse testimonianze di storia e mestieri tipici locali.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

La città ha ispirato inoltre il titolo di una canzone di Roberto Vecchioni del 1977.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luciano Canepari, Samarcanda, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  2. ^ Cfr. C. Ritter, Erdkunde, VII, 2, pp. 657 e segg.
  3. ^ Riccardo Affinati, Città fatali I, Soldiershop Publishing, 27 novembre 2015, ISBN 9788899158965. URL consultato il 7 settembre 2016.
  4. ^ (RU) Климатические таблицы. Данные для Самарканда.
  5. ^ La fabbricazione della carta a Samarcanda, su euronews, 12 settembre 2016. URL consultato il 17 febbraio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Carl Ritter, Die Erdkunde im Verhältniss zur Natur und zur Geschichte des Menschen. (Geography in Relation to Nature and the History of Mankind), scritto tra il 1816 e il 1859, uscito postumo nel 1861 a Berlino per i tipi di D. Reimer.
  • Marco Buttino, Samarcanda. Storie in una città dal 1945 a oggi, Roma, Viella Editrice, 2015. (uscito anche nella versione inglese, (EN) Marco Buttino, Samarkand. Living the City in the Soviet Era and Beyond, Roma, Viella Editrice, 2020.)
  • Franco Cardini, Samarcanda. Un sogno color turchese, collana Collana Intersezioni, Il Mulino, 2016, ISBN 978-88-15-26643-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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