Royal Mail

Royal Mail
StatoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Forma societariaSocietà di capitali
Borse valoriLSE: RMG
Fondazione1516 a Londra
Fondata daGoverno del Regno Unito
Sede principaleLondra
GruppoInternational Distributions Services
Persone chiave
  • Donald Brydon, presidente
  • Moya Greene, AD
ProdottiProdotti e servizi postali
Fatturato£ 330 000 000
Dipendenti176 000
Sito webwww.royalmail.com/

La Royal Mail è la più importante azienda postale britannica, quotata nella borsa di Londra. Fu fondata nel 1516 a Londra.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diligenza postale da Louth Londra nel 1820
La diligenza postale da Edimburgo a Londra

La Royal Mail (1516-1649)[modifica | modifica wikitesto]

La storia della Royal Mail viene fatta iniziare nel 1516, quando Enrico VIII nominò un Master of the Posts[1], carica che cambiò nome in Postmaster General nel 1710[2].

Il centro di smistamento di Lower Edmonton, a Londra

In seguito all'Unione delle Corone nel 1603, Giacomo I trasferì la corte a Londra. Uno dei suoi primi atti nella sua nuova capitale fu quello di istituire il servizio di posta reale fra Londra e Edimburgo per tenere sotto controllo lo Scottish Privy Council[3].

Il servizio della Royal Mail fu aperto anche alla posta privata da Carlo I nel 1635 con pagamento a carico del destinatario. Il monopolio fu concesso a Thomas Witherings[4].

Il Post Office (1649-1660)[modifica | modifica wikitesto]

Durante la Guerra civile e il Commonwealth of England il Parlamento revocò il monopolio a Witherings e lo diede all'eminente parlamentare Edmund Prideaux, che lo gestì con proprio grande profitto[5].

Nel 1655 il Post Office, come fu chiamato dal Commonwealth, venne posto sotto il diretto controllo del governo, e specificamente del segretario di stato John Thurloe, noto come il capo dello spionaggio di Cromwell. Egli recapitava la posta dopo averla surrettiziamente letta. Nel 1657 il Parlamento eletto anche con i rappresentanti della Scozia e dell'Irlanda decretò la fondazione di un unico Post Office competente per tutte le isole britanniche[6][7]. Il primo Postmaster General fu nominato nel 1661, ed un sigillo fu apposto per la prima volta sulla corrispondenza[8].

Il General Post Office (1660-1969)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: General Post Office.

In seguito alla restaurazione degli Stuart, nel 1660, vennero ignorate le deliberazioni prese dal Parlamento, cosicché il General Post Office fu ufficialmente fondato da Carlo II nel 1660[9].

La prima Mail coach viaggiò nel 1784 sulla tratta fra Bristol e Londra. I postini ricevettero una divisa per la prima volta nel 1793.

Il primo treno postale viaggiò nel 1830 sulla linea Liverpool-Manchester.

Il vaglia postale del Post Office fu introdotto nel 1838[10].

Un'importante riforma ebbe luogo con l'introduzione dello Uniform Penny Post, ovvero di una tariffa unica per tutto il territorio nazionale, pagata al momento della spedizione[11]. Pochi mesi dopo a prova dell'avvenuto pagamento anticipato il mittente poté incollare il primo francobollo adesivo, il Penny Black[12].

Il Post Office iniziò il servizio telegrafico nel 1870[13].

Una Pillar box dell'epoca della regina Vittoria

La prima cassetta postale a pilone fu aperta nel 1852 nell'isola di Jersey. L'anno successivo saranno introdotte sulla terraferma britannica[14].

Un servizio telefonico nazionale fu aperto dal Post Office nel 1912.

Nel 1919 il primo servizio di posta aerea internazionale venne sviluppato dai Royal Engineers (Postal Section) e dalla Royal Air Force.

Il Post Office (1969-2000)[modifica | modifica wikitesto]

Parco macchine storiche

Nel 1969 il General Post Office fu trasformato da ministero in ente pubblico chiamato semplicemente Post Office. La carica di Postmaster General fu sostituita da quella di presidente del consiglio d'amministrazione e amministratore delegato[15].

Uno sciopero nazionale fermò per due mesi, fra febbraio e marzo 1971, il servizio postale britannico[16].

I codici postali vennero gradualmente introdotti fa il 1959 e il 1974[17].

La British Telecom fu separata dal GPO nel 1980. Girobank fu venduta alla Alliance & Leicester nel 1990 e Royal Mail Parcels fu ribattezzata Parcelforce. Gli altri servizi rimasero in mano pubblica.

L'attuale Royal Mail[modifica | modifica wikitesto]

Il logo della Royal Mail

Nel 2000 il Post Office divenne una public limited company di cui Ministero del Commercio e dell'Industria possedeva 50.004 azioni ordinarie ed un'azione speciale, mentre il Ministero del tesoro possedeva un'azione ordinaria[18]. L'anno successivo il servizio postale prese il nome di Royal Mail Group plc[19].

Nel 2006 la Royal Mail perse il suo monopolio durato 350 anni ed il mercato postale inglese venne aperto alla concorrenza[20].

L'anno successivo la Royal Mail Group plc fu trasformata in Royal Mail Group Ltd e nel 2011 il Parlamento approvò la privatizzazione del 90% del capitale sociale[21].

Nel 2013 la Royal Mail è stata quotata al London Stock Exchange.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A brief timeline of the Royal Mail, su europeanpostalsystems.co.uk. URL consultato il 1º agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2014).
  2. ^ Annie Muriel Chambers, A Constitutional History of England, vol. 1, New York, Macmillan, 1909, p. 131
  3. ^ Twitter's float reminds us why we must privatise the Royal Mail, su cityam.com, City.am, 13 settembre 2013. URL consultato il 15 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2013).
  4. ^ Lewins, W., Her Majesty's Mail, Londra, Sampson, 1865,. p. 38.
  5. ^ John Andrew Hamilton, Prideaux, Sir Edmund, vol. 36, pp. 350,351.
  6. ^ James S. How, Epistolary spaces: English letter-writing from the foundation of the Post Office to Richardson's Clarissa, illustrato, Ashgate Publishing Ltd, 2003, pp. 11,12, ISBN 978-0-7546-0354-2.
  7. ^ Great Britain. Parliament. House of Commons, Documents relating to the Office of Postmaster, &c., delivered in by Mr. Reeve, from the Council-office, &c. – From the register of the Council of State, in House of Commons papers, vol. 14, HMSO, 1844, p. 28.
  8. ^ British Stamps, su collectorsweekly.com. URL consultato il 15 ottobre 2013.
  9. ^ Marshall Allan, Intelligence and Espionage in the Reign of Charles II, 1660–1685, Cambridge, UK, Cambridge University Press, 2003, p. 79, ISBN 0-521-43180-8.
  10. ^ Post Office Money Order: A. Scott of Bootle to Peter Hodgson Esq, Whitehaven, 1841, su victorianweb.org, Victorian Web. URL consultato il 15 ottobre 2013.
  11. ^ Third Report of the Postmaster General on the Post Office, Londra, HMSO, 1857, p. 41.
  12. ^ Edmund Jan Osmańczyk e Mango, Anthony, Encyclopedia of the United Nations and International Agreements: Third Edition Volume: N to S, Taylor & Francis, 2003, p. 2179.
  13. ^ Telegram messengers, su postalheritage.org.uk. URL consultato il 15 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2013).
  14. ^ Timeline of key events, su postalheritage.org.uk, Postal Heritage. URL consultato il 15 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2013).
  15. ^ 40th Anniversary of the Post Office Act 1969, The British Postal Museum & Archive, 5 ottobre 2009. URL consultato il 20 giugno 2011.
  16. ^ 1971: "Post strike ends with pay deal" (bbc.co.uk), BBC News, 30 ottobre 1970. URL consultato il 12 settembre 2010.
  17. ^ Modern postcodes are 50 years .old, BBC, 2 ottobre 2009. URL consultato il 15 ottobre 2013.
  18. ^ Legislation concerning the Royal Mail company, su webarchive.nationalarchives.gov.uk, National Archives, 2009. URL consultato il 26 agosto 2013.
  19. ^ Mary Fagan, Consignia name lost in post as Royal Mail returns, in The Telegraph, 9 giugno 2002. URL consultato il 26 agosto 2013.
  20. ^ Royal Mail loses postal monopoly, BBC News, 18 febbraio 2005. URL consultato il 17 aprile 2010.
  21. ^ Postal Services Act 2011, Legislation.gov.uk, 13 giugno 2011. URL consultato il 23 giugno 2011.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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