Rosa Bonheur

Rosa Bonheur
Ritratto di Édouard Louis Dubufe (1887)

Maria Rosalia Bonheur (Bordeaux, 16 marzo 1822Thomery, 25 maggio 1899) è stata una pittrice francese. Fu famosa sia in Francia che nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America. Come George Sand e Sarah Bernhardt fu un personaggio rappresentativo degli inizi del femminismo.[1][2][3] Fu la prima donna a ricevere il titolo di Ufficiale della Legion d'Onore.[4]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Fu il padre di Rosa, il pittore Raymond Bonheur, a incoraggiare la passione dei figli per l'arte e a sostenere la loro ambizione di diventare degli artisti: saranno pittori Auguste e Juliette Bonheur, Isidore Bonheur sarà scultore, infine Rosa, pittrice e scultrice, che si specializzerà nella rappresentazione di animali. Sua madre, Sophie Marchisio, detta la Marchesa, di padre sconosciuto, era stata adottata da un ricco commerciante di Bordeaux, Jean-Bapriste Dublan de Lahet. A Rosa piaceva immaginare che il mistero delle sue origini nascondesse qualche segreto di Stato, e ch'ella fosse in realtà di sangue reale, ma oggi si sa che Dublan de Lahet era in effetti il suo vero nonno.[5]

Il periodo giovanile e la formazione[modifica | modifica wikitesto]

Trascorse parecchi anni in campagna, a Château Grimont (Quinsac), dove si fece la fama di un maschio mancato; fama che l'accompagnò per tutta la vita e che lei non cercò mai di smentire, portando i capelli corti e fumando dei sigari Avana. Omosessuale, ebbe nella vita due passioni: una per Nathalie Micas, incontrata nel 1837 (Rosa aveva a quel tempo quattordici anni e Nathalie dodici), che divenne pittrice come lei e dalla quale Rosa non si separò mai sino alla morte di lei, avvenuta nel 1889; l'altra, dopo la scomparsa di Nathalie, per la pittrice statunitense Anna Klumpke, con la quale Rosa visse dieci anni, fino alla morte, e che divenne sua erede universale.

Paradossalmente, la vita eccentrica che Rosa Bonheur conduceva non fece scandalo in un'epoca peraltro molto attenta alle convenzioni. Rosa Bonheur dovette comunque richiedere alle autorità di polizia l'autorizzazione a vestirsi da uomo - o più esattamente a indossare i pantaloni - per frequentare le fiere di bestiame (Autorizzazione di travestimento e di abbigliamento maschile, rinnovabile ogni sei mesi presso la Prefettura di Parigi).

I riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Allieva di suo padre, partecipa per la prima volta al Salon, con un quadro intitolato Deux lapins, nel 1841. Nel 1845 ottenne una medaglia di terza classe per la sua opera Labourage e nel 1848 una medaglia d'oro per Taureaux et bœufs.[6] L'anno seguente espose il quadro Aratura nelle campagne di Nevers, oggi esposto al Museo d'Orsay, e nel 1853 Il mercato di cavalli, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York, con il quale raggiunse quella fama internazionale che le permise di compiere diversi viaggi, nel corso dei quali verrà presentata a personalità altolocate, quali la regina Vittoria e l'imperatrice Eugenia, o ancora il colonnello Cody (Buffalo Bill), che le offrirà un'autentica panoplia dei Sioux.

Nel 1859, si stabilì a By, zona viticola del comune di Thomery (Seine-et-Marne), dove allestì il suo atelier e organizzò gli spazi per i suoi animali.
Fu la prima donna artista francese ad essere insignita del titolo di cavaliere della Légion d'honneur nel 1865, ricevendolo dalle mani della stessa imperatrice Eugenia de Montijo.

Rosa Bonheur morì a 77 anni, il 25 maggio del 1899 nel Castello di By e fu sepolta a Parigi nel cimitero di Père-Lachaise.
I quadri, gli acquarelli, i bronzi e le incisioni presenti nel suo studio, così come la sua collezione personale, furono venduti alla galleria Georges Petit, a Parigi, nel 1900. Oggi l'atelier di Rosa Bonheur è aperto al pubblico come Musée de l'atelier Rosa Bonheur di By, a Thomery, nei pressi della foresta di Fontainebleau.

L'imperatrice Eugenia visitò l'atelier di Rosa Bonheur à Thomery in due occasioni: una prima volta il 14 giugno 1864 e una seconda nel 1865, per conferirle la Legion d'onore. Una delle due visite è immortalata in un'incisione su legno tratta da un disegno di Auguste Victor Deroy (1825-1906) e conservata nel Castello di Fontainebleau.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
«Iniziativa dell'imperatrice Eugenia»
— 8 giugno 1865[7]

Premi e titoli[modifica | modifica wikitesto]

In occasione del Salon del 1855, dove presentò "La Fienagione in Auvergne", la Giuria dei premi dichiarò: « Con decisione speciale, M.lle Rosa Bonheur e M.me Herbelin, avendo ottenuto tutte le medaglie che si possono conferire agli artisti, godranno in avvenire delle prerogative alle quali il loro eminente talento dà diritto. Le loro opere saranno esposte senza essere esaminate preventivamente dalla Giuria.»

  • 1845, Medaglia di 3ª classe (Paesaggi e Animali).
  • 1848, Medaglia di 1ª classe.

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Fotografia di Rosa Bonheur nel suo giardino, c.1885
  • "Studio per un leone", c.1840.
  • "Studio per una mucca", 1840.
  • "Aratura presso Nevers", 1849.
  • "I cani Sultano e Rosetta", 1852.
  • "La fiera dei cavalli", 1853.
  • "Aratura presso Nevers", Museo d'Orsay. 1855.
  • "La raccolta del fieno", c.1860.
  • "Vitelli", 1879.
  • "Cambio di cavalli per la caccia", 1887.
  • "I Pirenei", Museo di Évreux. N.D.
  • "Ritratto di Sultano e Saida", due leoni del domatore François Bidel. N.D.
  • "Laghetto nella pianura". N.D.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anna Klumpke, Rosa Bonheur sa vie, son œuvre, E. Flammarion, 1908, p. 308.
  2. ^ Marie Borin, Rosa Bonheur - Une artiste à l’aube du féminisme, Pygmalion, 2011, ISBN 9782756406626.
  3. ^ AA. VV., Genre & Éducation, Presses universitaires de Rouen et du Havre, p. 431, ISBN 9782877757102.
  4. ^ (FR) Rosa Bonheur, l'histoire étonnante d'une artiste peintre du XIXe siècle, adulée pour son talent et sa fougue, su radiofrance.fr, 20 gennaio 2019. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  5. ^ Marie Borin, Rosa Bonheur. Une artiste à l’aube du féminisme, Pygmalion, p. Le mystère de la mère, ISBN 9782756406626.
  6. ^ (FR) Rosa Bonheur (1822-1899), su musee-orsay.fr. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  7. ^ Bulletin des lois de la République française, p. 1095.
  8. ^ Almanaque imperial para el año de 1866. (PDF), 1866, p. 293.
  9. ^ Moniteur belge: journal officiel. 1880,1/3, 1880, p. 6.
  10. ^ (ES) En el 200 aniversario del nacimiento de Rosa Bonheur. La redención francesa y la recepción de su vida y obra en España, su aacadigital.com. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  11. ^ (FR) Rosa Bonheur, su legiondhonneur.fr. URL consultato il 24 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Léon Roger-Milès, Rosa Bonheur. Sa vie, son œuvre, Società di edizioni artistiche, 2010. (Riedizione del testo del 1923).
  • Dore Ashton, Denise Browne Hare, Rosa Bonheur: a Life and a Legend, Viking, 1981.
  • Francis Ribemont, Dominique Cante, Rosa Bonheur (1822-1899), Museo di Belle arti Bordeaux, 1997.
  • Anna Klumpke, Rosa Bonheur : sa vie son œuvre, 1908.
  • Eugène de Mirecourt, on line: [1]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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