Rod Stewart

Rod Stewart
Stewart nel 2023
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenerePop rock
Blues rock
Disco
Periodo di attività musicale1964 – in attività
Strumentovoce, chitarra, armonica, banjo
EtichettaMercury, Warner, J, Universal, Capitol
GruppiFaces
Album pubblicati65
Studio33
Live4
Raccolte28
Sito ufficiale

Sir Roderick David Stewart, detto Rod (Londra, 10 gennaio 1945), è un cantautore britannico.

Caratterizzato da una voce rauca e graffiante[1], è uno degli artisti rock di maggior successo di tutti i tempi, avendo venduto complessivamente più di 120 milioni di dischi in tutto il mondo.[2] Nel corso della sua carriera pluridecennale, l'artista ha conquistato per undici volte la vetta della classifica britannica degli album più venduti, ed è entrato ventisei volte nella top ten di quella relativa ai singoli[3]. Stewart ha riscosso un notevole successo anche negli Stati Uniti, con sedici singoli entrati nei primi dieci posti della classifica Billboard Hot 100, quattro dei quali al primo posto[4].

In occasione di un concerto gratuito davanti a circa tre milioni e mezzo di spettatori, tenutosi sulla spiaggia di Copacabana la notte di San Silvestro del 1994, il cantautore britannico è divenuto l'artista con maggiore affluenza di pubblico nella storia del rock[5].

Soprannominato Rod the mod ("Rod il ribelle")[6], Stewart ha conquistato nel corso della sua carriera un Grammy Award nel 2005, un BRIT Award nel 1993, un American Music Award nel 1994 e due World Music Awards nel 1993 e nel 2001[7]. Nel 2019 la rivista Billboard lo ha inserito al 15º posto nella classifica dei migliori cantanti di tutti i tempi[8], mentre occupa la 49ª posizione nell'omologo elenco stilato nel 2023 da Rolling Stone.[9] Come artista solista, Stewart è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1994, nella UK Music Hall of Fame nel 2006, e una seconda volta nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2012 come membro dei Faces. Inoltre dal 2005 il suo nome è scritto sulla Hollywood Walk of Fame.

Nel 2007 è stato nominato CBE (Commendatore dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico) a Buckingham Palace per i meriti e il contributo dato alla musica[10], mentre nel 2016 è stato nominato Sir dalla regina Elisabetta II[11].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia ed esordi musicali[modifica | modifica wikitesto]

Ultimogenito di una coppia di origine scozzese, Rod è, assieme alla madre Elsie, l'unico della famiglia nato in Inghilterra, più precisamente al numero 507 di Archway Road, nel sobborgo londinese di Highgate. Suo padre, i suoi due fratelli e le due sorelle sono tutti nati in Scozia. Molto fiero della propria origine scozzese, è un acceso sostenitore del Celtic e della nazionale scozzese, nonché calciatore dilettante.

In gioventù Stewart lavorò per un breve periodo come stampatore serigrafico, ma fu proprio il calcio la sua vocazione. Combinando un atletismo naturale con un gioco aggressivo (la sua posizione in campo era di mediano) si distinse presto come lo sportivo più talentuoso della famiglia e all'epoca era un tifoso dell'Arsenal[12], popolarissima compagine del nord di Londra. Nell'estate del 1960, dopo avere abbandonato la scuola a causa dei risultati fallimentari, fece un provino per il Brentford, allora militante in Third Division, venendo tuttavia scartato[13]. Tra gli altri mestieri in cui si districò l'artista in giovane età ci sono quello di fattorino di quotidiani, di aiutante nell'attività commerciale di famiglia, di manovale per il cimitero di Highgate e di impiegato per un'impresa di pompe funebri a Barnet.

Lapide dei genitori di Stewart nel cimitero di Highgate

La passione per la musica nacque, invece, tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta. In gioventù Stewart fu fortemente influenzato dallo stile di Al Jolson, che ascoltava spesso insieme al resto della famiglia. L'introduzione al rock avvenne ascoltando The Girl Can't Help It di Little Richard, oltre che con la partecipazione a un concerto di Bill Haley & His Comets e con il regalo paterno di una chitarra all'età di 14 anni. Nel 1960 il giovane Stewart si unì a un gruppo skiffle assieme ad alcuni compagni di scuola, i Kool Kats, suonando i successi di Lonnie Donegan e Chas McDevitt. L'anno successivo si recò a Denmark Street con la rock band in cui era da poco entrato, i Raiders, ottenendo un provino con il noto produttore discografico Joe Meek. L'esibizione non fu giudicata positivamente, talché Meek interruppe bruscamente la sessione. Nel contempo, Stewart iniziò ad ascoltare musica folk contemporanea britannica e americana, specialmente Ewan MacColl, Alex Campbell, Woody Guthrie, Ramblin' Jack Elliott, Derroll Adams e Bob Dylan. In quel periodo si avvicinò inoltre allo spirito beatnik, vivendo per un po' in una casa galleggiante a Shoreham-by-Sea. Negli stessi anni sposò la causa della Campagna per il disarmo nucleare, unendosi alle marce annuali di Aldermaston dal 1961 al 1963 e venendo arrestato in tre occasioni a Trafalgar Square e Whitehall. Come rivelato alcuni decenni dopo dallo stesso artista, l'adesione di Stewart al movimento pacifista fu motivata anche dalla volontà di incontrare e portare a letto le colleghe attiviste[14].

Nel 1962 Stewart iniziò a gravitare intorno all'orbita del chitarrista folk inglese Wizz Jones, che decise di portarlo con sé come corista a Brighton e poi a Parigi, dove dormirono sotto i ponti della Senna, e infine a Barcellona. Fu proprio in Spagna che nel 1963 Stewart venne arrestato per vagabondaggio e in seguito estradato[15]. Nel frattempo l'artista decise di sposare la sottocultura Mod, iniziando a sfoggiare l'acconciatura a gallo che sarebbe diventata il suo marchio di fabbrica (modellata con acqua zuccherata o grandi quantità di lacca per capelli delle sue sorelle)[16]. Dopo essere tornato a Londra, Stewart si unì a un gruppo rhythm and blues, i Dimensions, in qualità di armonicista e cantante secondario. Fu questo il suo primo impiego professionale come musicista, anche se per diverso tempo continuò a lavorare nel negozio di pittura e cornici di proprietà del fratello. Nel 1963 il cantante Jimmy Powell, di Birmingham, si unì ai Dimension, che divennero così i Jimmy Powell & the Five Dimensions, in cui Stewart suonava l'armonica. Nel 1964 ebbe brevi esperienze in diversi gruppi di blues britannico, suonando con John Paul Jones (futuro bassista dei Led Zeppelin), Mick Fleetwood, Julie Driscoll, il tastierista Brian Auger e gli Steampacket di Long John Baldry. Successivamente si avvicinò a Jeff Beck, conoscendo Ron Wood, con il quale strinse un'importante e duratura amicizia. Nel 1969 il Jeff Beck Group si sciolse, e così Stewart e Wood si unirono ai Faces, gruppo erede degli Small Faces. Da quel momento, la carriera di Stewart si dipanò lungo il versante solista e quello di gruppo.

La fama internazionale e il trasferimento negli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Il primo album da solista di Stewart, An Old Raincoat Won't Ever Let You Down (pubblicato negli Stati Uniti con il titolo The Rod Stewart Album) del 1969, ottenne qualche timido riscontro in America ma non in patria, dove erano piuttosto i Faces ad avere notorietà. Tuttavia, nel 1971 il singolo Maggie May, incluso nel suo terzo LP Every Picture Tells a Story, riuscì a raggiungere la prima posizione nella Billboard Hot 100 statunitense nonché la vetta delle classifiche britanniche (per cinque settimane) e di quelle australiane (per quattro settimane). Ciò avrebbe avuto inevitabili ripercussioni sui Faces, cui il frontman avrebbe fatto pesare il nuovo status di stella. Nel 1972 fu la volta di un nuovo lavoro da solista, Never a Dull Moment, che si impose al primo posto delle classifiche britanniche e al secondo di quelle statunitensi. Si rivelò l'inizio di un periodo d'oro per Stewart: oltre a Maggie May, quasi tutti i suoi singoli ebbero enorme successo, come Mandolin Wind, Reason to Believe, Every Picture Tells a Story e Mine for Me (scritta assieme a Paul McCartney).

Stewart premiato con il disco d'oro ad Amsterdam (1971)

La popolarità di Rod the Mod contribuì a spingere le vendite dei dischi dei Faces ancora per qualche anno, ma nel 1975 si consumò la rottura definitiva, due anni dopo la pubblicazione del loro ultimo album in studio: Ooh La La. Nel 1975, scioltisi i Faces, Stewart decise di trasferirsi da Londra a Los Angeles, anche a causa della stretta fiscale nel frattempo decisa dal governo laburista di Harold Wilson. Passato dall'etichetta Mercury a Warner, nell'agosto dello stesso anno l'artista diede alla luce l'album Atlantic Crossing (la cui copertina richiama simbolicamente la traversata transatlantica), il cui primo singolo, Sailing, raggiunse per l'ennesima volta la vetta della classifica britannica ed entrò nelle prime 60 posizioni di quella statunitense. In California proseguì il momento d'oro dell'artista, anche grazie alla popolarissima Tonight's the Night (Gonna Be Alright), singolo di punta dell'album del 1976 A Night on the Town, che peraltro confermò un allontanamento dal rock puro in favore di un romantico soft rock, cui faceva da contrappeso la sua ruvida voce.

Stewart (destra) e Ronnie Wood (sinistra) dei Faces in concerto (1975)

Nel 1977 fu la volta dell'album Foot Loose & Fancy Free, che raggiunse rispettivamente la seconda e la terza posizione nelle classifiche dei dischi più venduti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, sfornando singoli di successo quali You're in My Heart, Hot Legs e I Was Only Joking. Nel frattempo, dalla fine degli anni '70 il look di Stewart si caratterizzò sempre più come glam rock, con abbondante uso di trucco e vestiti in elastam. Enorme successo ebbe poi la successiva hit Da Ya Think I'm Sexy?, compresa nell'album Blondes Have More Fun del 1978: il brano rimase per ben quattro settimane in cima alle classifiche statunitensi. Tuttavia, alcuni critici rimproverarono Stewart per la scelta di assecondare l'allora popolarissima disco music, ritenendolo un tradimento artistico delle sue radici blues rock[17].

Nei primi anni ottanta l'artista introdusse elementi di synth pop nelle sue interpretazioni, e si mantenne saldamente in testa alle classifiche ancora per qualche anno. Progressivamente, però, pur rimanendo assai popolare come personaggio (specialmente in Inghilterra), le sue frequentazioni con la hit parade diminuirono: egli stesso rimase preso tra la tentazione di ritrovare le proprie radici e il terreno sicuro della ballata pop. Un esempio è Infatuation, ma si ricordano anche brani come Young Turks, Baby Jane, Every Beat of My Heart, People Get Ready (insieme a Jeff Beck), Lost in You, Forever Young e My Heart Can't Tell You No, che diventarono dei classici del decennio.

Negli anni novanta, dopo il successo inaspettato dell'album Vagabond Heart, Stewart incise assieme a Bryan Adams e Sting il singolo All for Love, colonna sonora del film I tre moschettieri. Il brano, il cui titolo si ispira al motto dei tre moschettieri: «Uno per tutti, tutti per uno», fu scritto dallo stesso Adams con Mutt Lange e Michael Kamen. Il singolo raggiunse la vetta della Hot 100 il 22 gennaio 1994, rimanendovi per tre settimane.

Il tentativo di recupero della "vena" rock e il canzoniere americano[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1998 Stewart decise di ritornare alle origini rock, ma un brutto colpo al suo tentativo venne dallo scarso successo di vendite dell'LP When We Were the New Boys. Forse anche per questo i due dischi successivi, Human (2001) e It Had to Be You (2002), seguirono altre strade: quella del soul il primo, quella dello swing il secondo, uscito nel 2002 e composto da reinterpretazioni standard del canzoniere statunitense. Il secondo volume di quest'ultimo progetto, As Time Goes By..., vide la luce nell'autunno 2003, e fu seguito da un terzo nel 2004, che gli valse il primo posto nelle classifiche statunitensi dopo 25 anni; quindi fu la volta dell'album Thanks for the Memory, nel 2005, e infine di Fly Me to the Moon...The Great American Songbook Volume V, nel 2010.

Nel 2006 uscì Still the Same... Great Rock Classics of Our Time, raccolta in cui Stewart reinterpretò successi della storia rock degli anni sessanta e settanta. Con queste sette pubblicazioni di pezzi storici della musica americana, Stewart vendette circa venti milioni di copie. Nel 2009 uscì la raccolta Session 1971-1998, un cofanetto di quattro CD racchiudente versioni alternative di molte canzoni celebri del cantante, oltre a una serie di inediti mai pubblicati. Nel 2010 fu la volta di Soulbook, un album di classici brani soul della storia della musica, come You Make Me Feel Brand New (con Mary J. Blige), What Becomes of the Broken Hearted, My Cherie Amour (con Stevie Wonder) e molti altri.

Il ritorno al successo com Time e Blood Red Roses e il cinquantennale di carriera[modifica | modifica wikitesto]

La stella di Stewart sulla Hollywood Walk of Fame

Nel maggio del 2013 Stewart tornò con un nuovo album di inediti, Time, a undici anni di distanza da Human. Prodotto dall'artista e da Kevin Savigar, suo collaboratore degli anni ottanta e novanta, il disco segnò il ritorno alle sonorità pop-rock che avevano contraddistinto la pluridecennale carriera del cantautore londinese. Time, anticipato dal singolo She Makes Me Happy, schizzò in testa alle classifiche britanniche, 37 anni dopo la prima posizione ottenuta da un album di studio di Stewart (A Night on the Town).

Nell'ottobre del 2015 fu poi la volta di un nuovo album in studio, intitolato Another Country, arrivato in seconda posizione dei dischi più venduti nel Regno Unito e certificato disco di platino.

Nel biennio 2018-2019 Stewart rilasciò ben due album di fila: nel settembre 2018 fu lanciato Blood Red Roses[18], mentre nel novembre 2019, in occasione dei cinquant'anni di carriera dell'artista britannico, venne realizzato You're In My Heart: Rod Stewart With The Royal Philharmonic Orchestra, una raccolta di successi di Stewart ri-arrangiati dalla Royal Philharmonic Orchestra (oltre a un duetto con Robbie Williams e a un brano inedito: Stop Loving Her Today, ispirato a Nessun dorma)[19]. Entrambi i dischi arrivarono in prima posizione nelle classifiche settimanali degli album più venduti nel Regno Unito[20].

Due anni più tardi, nell'autunno del 2021, Stewart ha lanciato il suo 32º album in studio, The Tears of Hercules, contenente nove brani inediti e tre cover[21]. Nel febbraio 2024 ha pubblicato un nuovo album di cover, Swing Fever, realizzato in collaborazione con il compositore inglese Jools Holland e ispirato al periodo Big band. L'album, arrivato in cima alle classifiche settimanali britanniche, ha reso l'artista londinese il cantante più anziano ad aver raggiunto la vetta della Official Album Chart (a 79 anni, 1 mese e 26 giorni), battendo il record stabilito dallo stesso Stewart con You're In My Heart: Rod Stewart With The Royal Philharmonic Orchestra (74 anni e 11 mesi).

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Stewart (a destra), in ossequio alla sua grande passione calcistica, qui con lo juventino Paolo Rossi mentre presenzia alla cerimonia di premiazione del Mundialito per club 1983 a San Siro

Nel maggio del 2000 a Stewart fu diagnosticato un cancro alla tiroide, per il quale si sottopose a un intervento chirurgico nello stesso mese[22]. Oltre a costituire un notevole pericolo per la propria salute, l'intervento minacciò la voce dell'artista, che pertanto dovette riprendere a reimparare a cantare.[23] Da allora, Stewart è molto attivo nel raccogliere fondi per la fondazione City of Hope, per trovare cure per ogni forma di cancro, specialmente infantile. Nel 2019 il cantante ha rivelato inoltre di avere sconfitto un tumore alla prostata grazie a una diagnosi tempestiva[24].

Nonostante il padre fosse un tifoso dell'Hibernian, Stewart è un grande fan del Celtic, che egli menziona in "You're in My Heart (The Final Acclaim)". L'artista sostiene la nazionale scozzese e segue inoltre il Manchester United come sua "squadra inglese". Il suo amore per il Celtic e lo United è stato spiegato nel libro Celtic United di Frank Worrall. Stewart ha fatto ulteriore chiarezza nella sua autobiografia del 2012, specificando di avere avuto un semplice "legame affettivo" per il Manchester United negli anni settanta, poiché vi giocavano tanti grandi giocatori scozzesi, tra cui Denis Law. Il cantautore ha inoltre giocato per la squadra di calcio californiana degli LA Exiles, composta da immigrati principalmente inglesi e alcune celebrità, tra cui Billy Duffy del gruppo rock The Cult, in un campionato di calcio senior di Palos Verdes.[25]

Sin da bambino Stewart è un appassionato di modellismo ferroviario. In un'intervista rilasciata nel 2007 alla rivista statunitense Model Railroader affermò infatti che per lui significasse di più essere in una rivista di modellismo che in una di musica.[26] L'artista è inoltre un collezionista di auto, possedendo un raro esemplare di Ferrari Enzo.

Nel 2007 Rod Stewart è entrato a fare parte dell'Ordine dell'Impero Britannico con il titolo di Comandante, per i servizi resi nel campo della musica. In occasione della cerimonia a Buckingham Palace Stewart commentò: "È un'occasione meravigliosa, siamo l'unico Paese al mondo a onorare l'uomo comune". Inoltre, nel 2016, gli è stata concessa l'onorificenza di Knight Bachelor.

Nel febbraio 2024, l'Iconic Artists Group di Irving Azoff ha acquisito i diritti sull'intero catalogo musicale di Stewart per una cifra vicina ai 100 milioni di dollari[27]. Si stima che Stewart possegga una fortuna di circa 215 milioni di sterline, secondo la Sunday Times Rich List del 2022, facendone il tredicesimo artista più ricco dell'industria musicale britannica.[28]

Frequentazioni e matrimoni[modifica | modifica wikitesto]

Stewart con la moglie Penny Lancaster (2013)

Nel corso dei decenni Stewart ha avuto numerose frequentazioni, specialmente con modelle bionde, che sono culminate in tre matrimoni e otto figli: il primo rapporto stabile fu quello che il cantautore ebbe, nel 1961, con la studentessa d'arte londinese Susannah Boffey, dalla quale nacque la figlia Sarah (data poi in adozione ma rimasta in ottimi rapporti con l'artista). Tra le altre frequentazioni a cavallo tra gli anni sessanta e settanta sono menzionabili quelle con le modelle Jennie Rylance e Dee Harrington nonché con l'attrice svedese Britt Ekland. Il primo matrimonio venne invece celebrato nel 1979 con la statunitense Alana Hamilton, concludendosi con una separazione nel 1984, dopo avere avuto i figli Kimberley (1979) e Sean (1980). Già prima che il matrimonio terminasse, infatti, Stewart stava portando avanti una relazione con la modella texana Kelly Emberg, al cui fianco sarebbe rimasto per sette anni e avuto la figlia Ruby (1987). Il secondo matrimonio avvenne invece nel 1991 con la supermodella neozelandese Rachel Hunter, dalla cui unione nacquero altri due figli: Renée (1992) e Liam (1994). Tuttavia, la coppia si separò nel 1999, divorziando nel 2006[29].

Il 16 giugno 2007 Stewart si è risposato a Santa Margherita Ligure con la modella e personalità televisiva Penny Lancaster, sua ultima fiamma conosciuta nel 1999. Il rito è stato celebrato a Villa Durazzo-Centurione e la festa si è svolta all'Abbazia della Cervara[30]. Dal 2009 Rod e Penny, in attesa dell'ottavo erede (Aiden, nato nel 2011), hanno deciso di risiedere stabilmente in Inghilterra. Attualmente la coppia vive nella Durrington House, una residenza ottocentesca situata a Harlow[31], nell'Essex[32].

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Anni '60/'70[modifica | modifica wikitesto]

Anno Singolo Posizione[36][37][38] Certificazioni Album
UK AUS CAN GER IRL NLD NZL SWE SWI USA USA
AC
1964 Good Morning Little Schoolgirl/I'm Gonna Move to the Outskirts of Town /
1965 The Day Will Come/Why Does It Go On
1966 Shake/I Just Got Some
1968 Little Miss Understood/So Much to Say
1969 Street Fighting Man An Old Raincoat Won't Ever Let You Down
1970 It's All Over Now 126 Gasoline Alley
1971 Reason to Believe/
Maggie May 1
1 1 24
1
1 Every Picture Tells a Story
Every Picture Tells a Story/Reason to Believe (Spagna)
(I Know) I'm Losing You 66 4 41 14 24
Dirty Old Town An Old Raincoat Won't Ever Let You Down
1972 Handbags and Gladrags 69 42
You Wear It Well 1 13 7 35 2 13 Never a Dull Moment
In a Broken Dream
(con Python Lee Jackson) 2
3[40] 56 In a Broken Dream
Angel 4 11 40 Never a Dull Moment
What's Made Milwaukee Famous (Has Made a Loser Out of Me) 3 4 71 11
1973 I've Been Drinking
(con The Jeff Beck Group)
27 /
Twistin' the Night Away 98 59 Never a Dull Moment
Oh! No Not My Baby 6 57 8 59 /
1974 Farewell/Bring It On Home to Me/You Send Me 7 47 11 Smiler
Mine for Me 91
You Can Make Me Dance, Sing or Anything (Even Take the Dog for a Walk, Mend a Fuse, Fold Away the Ironing Board, or Any Other Domestic Shortcomings)
(con i Faces) 4
12 Snakes and Ladders
1975 Sailing 5 1 2 4 1 1 3 13 2 58 Atlantic Crossing
This Old Heart of Mine 4 45 41 3 83
1976 Tonight's the Night (Gonna Be Alright) 5 3 1 26 2 5 2 7 1 2 A Night on the Town
The Killing of Georgie (Part I and II) 2 38 33 36 25 30
Get Back 11 29 39 23 10 All This and World War II [Soundtrack]
Maggie May 31 13 The Best of Rod Stewart
1977 I Don't Want to Talk About It 6 1 19 1 4 1 2 46 Atlantic Crossing
The First Cut Is the Deepest 6 1 11 1 4 1 5 21 3 A Night on the Town
You're in My Heart (The Final Acclaim) 3 1 1 2 8 2 4 7 Foot Loose & Fancy Free
You're Insane
1978 Hot Legs 5 42 4 4 8 31 28
I Was Only Joking 5 35 4 4 8 56 22 31
Ole Ola (Mulher Brasileira)
(con la Nazionale scozzese di calcio del 1978)
4 44 /
Da Ya Think I'm Sexy? 1 1 1 9 1 6 2 11 8 1 Blondes Have More Fun
1979 Ain't Love a Bitch 11 44 4 5 29 22
Blondes (Have More Fun) 63 23
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese.

Anni '80[modifica | modifica wikitesto]

Anno Singolo Posizione[36][37][38] Album
UK AUS CAN GER IRL NLD NZL SWE SWI USA USA
AC
USA
Main.
1980 (If Loving You Is Wrong) I Don't Want to Be Right 23 Foot Loose & Fancy Free
Passion 17 16 2 13 6 5 7 5 4 5 Foolish Behaviour
My Girl 32 21 41 42
1981 Somebody Special 71
Gi' Me Wings 45
Oh God, I Wish I Was Home Tonight 74 4
Tonight I'm Yours (Don't Hurt Me) 8 6 2 50 16 1 10 9 20 29 Tonight I'm Yours
Young Turks 11 3 2 30 14 1 19 5 23
1982 How Long 41 2 6 49 5
Jealous 44
Just Like a Woman
Tora, Tora, Tora (Out with the Boys) 38
The Great Pretender (live) Absolutely Live
Guess I'll Always Love You (live) 60 21
I Don't Want to Talk About It (live) 6 7
1983 Baby Jane 1 10 1 1 9 14 3 2 14 Body Wishes
What Am I Gonna Do (I'm So In Love with You) 3 68 9 2 31 3 35
Sweet Surrender 23 42 14 21
1984 Infatuation 27 32 15 27 12 36 13 16 6 5 Camouflage
Some Guys Have All the Luck 95 16 58 11 10 3 27
All Right Now 72
Trouble 95
1985 People Get Ready
(con Jeff Beck)
23 35 15 24 48 5 Flash
1986 Love Touch 27 12 14 8 17 11 13 6 5 26 Every Beat of My Heart
Every Beat of My Heart 2 26 14 2 11 32 11 83
Another Heartache 54 24 52 45
In My Life 80
1987 Twistin' the Night Away (versione del 1987) 27 80 Colonna sonora di Salto nel buio
1988 Lost in You 21 22 25 14 34 30 12 3 Out of Order
Forever Young 57 94 41 46 12 3 13
My Heart Can't Tell You No 49 2 1 4 3 50
1989 Crazy About Her 60 4 10 3 4 1 11 2
Dynamite 16
This Old Heart of Mine (Is Weak for You) (versione del 1989)
(con Ronald Isley)
51 94 51 25 49 10 1 Storyteller /
The Best of Rod Stewart
Downtown Train 10 29 39 13 42 30 3 1 1
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese.

Anni '90[modifica | modifica wikitesto]

Anno Singolo Posizione[36][37][38] Certificazioni Album
UK AUS CAN GER IRL NLD NZL SWE SWI USA USA
AC
1990 I Don't Want to Talk About It (reincisione) 6 2 Storyteller
It Takes Two
(con Tina Turner)
5 16 22 4 3 19 11 10 Vagabond Heart
1991 Rhythm of My Heart 3 2 4 1 21 6 17 9 5 2 13
The Motown Song
(feat. The Temptations)
10 26 21 2 23 11 10 3
Broken Arrow 54 63 71 21 26 20 3
Rebel Heart 17
You Are Everything
My Town
(Glass Tiger feat. Rod Stewart)
34 Simple Mission
1992 People Get Ready (versione del 1992)
(con Jeff Beck)
49 Storyteller
Your Song 41 60 41 6 Two Rooms (tributo ad Elton John)
Broken Arrow 41 60 Vagabond Heart
Tom Traubert's Blues (Waltzing Matilda) 6 61 18 4 4 40 39 9 Lead Vocalist
1993 Ruby Tuesday 11 57 19 21
Shotgun Wedding 21
Have I Told You Lately (live) 5 12 59 13 41 39 5 1 Unplugged...and Seated
Reason to Believe (live) 51 79 19 2
People Get Ready (live) 45
Cut Across Shorty (live) 16
All for Love
(con Bryan Adams e Sting)
2 1 1 1 3 5 1 1 1 Colonna sonora de I tre moschettieri
Having a Party (live) 36 6 Unplugged...and Seated
1995 You're the Star 19 53 42 30 A Spanner in the Works
Leave Virginia Alone 53 52 10
Lady Luck 56 65
This 33
1996 So Far Away 74 2 Tapestry Revisited: A Tribute to Carole King
Purple Heather
(con la Nazionale scozzese di calcio del 1996)
16 A Spanner in the Works
If We Fall in Love Tonight 58 70 54 4 If We Fall in Love Tonight
1997 When I Need You
Da Ya Think I'm Sexy?
(N-Trance feat. Rod Stewart)
7 3 15 10 23 1 15 21 Happy Hour
1998 Ooh La La 16 73 92 39 3 When We Were the New Boys
Cigarettes and Alcohol 13
Rocks 55 31
When We Were the New Boys 75
Superstar
1999 Faith of the Heart 60 99 3 Colonna sonora di Patch Adams
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese.

Anni '00[modifica | modifica wikitesto]

Anno Singolo Posizione[36][38] Album
UK AUS GER NLD NZL USA USA
AC
2000 Run Back Into Your Arms 74 Human
2001 I Can't Deny It 26 89 90 36 18
Don't Come Around Here
(con Helicopter Girl)
79 30
2002 These Foolish Things 13 It Had to Be You: the Great American Songbook
2003 They Can't Take That Away from Me 27
Bewitched, Bothered and Bewildered
(con Cher)
17 As Time Goes By: the Great American Songbook Volume II
I Only Have Eyes for You
(con Ana Belén)
2004 Time After Time 21
Smile
What a Wonderful World
(con Stevie Wonder)
85 13 Stardust: The Great American Songbook Volume III
Baby, It's Cold Outside
(con Dolly Parton)
2
2005 Blue Moon
(con Eric Clapton)
23 Stardust: the Great American Songbook III
I've Got a Crush on You
(con Diana Ross)
19 Thanks for the Memory: The Great American Songbook Volume IV
I've Got My Love to Keep Me Warm 22
2006 Have You Ever Seen the Rain? 6 Still the Same... Great Rock Classics of Our Time
2007 Fooled Around and Fell in Love 13
It's a Heartache
2009 It's the Same Old Song Soulbook
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese.

Anni '10[modifica | modifica wikitesto]

Anno Singolo Posizione[36][38] Album
UK AUS GER NLD NZL USA USA
AC
2010 My Cherie Amour
(con Stevie Wonder)
Soulbook
Everybody Hurts 1 28 16 17 /
I've Got You Under My Skin Fly Me to the Moon... The Great American Songbook Volume V
Beyond the Sea
2012 Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow! 1[42] Merry Christmas, Baby
Merry Christmas Baby
(con Cee Lo Green e Trombone Shorty)
111 18
Winter Wonderland
(con Michael Bublé)
26
We Three Kings
(con Mary J. Blige)
Have Yourself a Merry Little Christmas 51 28
2013 She Makes Me Happy 12 Time
It's Over 91
Brighton Beach
Can't Stop Me Now 199 22
Forever Young [A] 55 Time - Special Edition
2014 Beautiful Morning Time
2015 Everyday
(con ASAP Rocky, Miguel e Mark Ronson)
56 49 92 At. Long. Last. ASAP
Love Is 37 Another Country
Please
2017 Da Ya Think I'm Sexy?
(feat. DNCE)
11 /
2018 Didn't I 10 Blood Red Roses
Look in Her Eyes
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese.

Anni '20[modifica | modifica wikitesto]

Anno Singolo Posizione[36][38] Album
UK AUS GER NLD NZL USA USA
AC
2021 One More Time 19 The Tears of Hercules
Hold On
I Can't Imagine
2023 Almost Like Being In Love
(con Jools Holland)
Swing Fever
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese.

Note: * [A] Presente anche in album precedenti.

1 Sebbene Reason to Believe fosse il lato A, il singolo fu elencato nelle classifiche britanniche come Maggie May/Reason to Believe.
2 In a Broken Dream fu accreditata a Python Lee Jackson e pubblicata come singolo alla fine del 1969. Tuttavia, il singolo non entrò in classifica nel Regno Unito fino al 1972.
3 What's Made Milwaukee Famous (Has Made a Loser Out of Me) fu pubblicata come doppio lato A con Angel in Regno Unito e Irlanda.
4 You Can Make Me Dance... fu accreditata a Rod Stewart/Faces, almeno in Regno Unito.[43]
5 Sailing fu usata nel 1976 come colonna sonora della serie-documentario BBC Sailor sulla HMS Ark Royal, e quando fu successivamente ri-pubblicata raggiunse la posizione n. 3 nella Official Singles Chart. Nel 1987, il brano entrò di nuovo in classifica nel Regno Unito poiché fu ri-pubblicata come singolo di beneficenza dopo il disastro del traghetto Herald of Free Enterprise.
6 The First Cut Is the Deepest e I Don't Want to Talk About It furono pubblicate come doppio lato A in Regno Unito nel 1977. A livello internazionale la prima fu pubblicata nel 1977 e la seconda nel 1979. Tuttavia, una nuova versione di I Don't Want to Talk About It, inclusa nell'antologia di Stewart Storyteller, raggiunse la posizione n. 2 nella classifica Adult Contemporary di Billboard nel 1990.

Gruppi[modifica | modifica wikitesto]

Durante la sua carriera è stato un membro dei seguenti gruppi:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi alla musica»
— 30 dicembre 2006
Knight Bachelor - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi alla musica e alla carità»
— 11 giugno 2016[44]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ What Makes This Singer Great? Rod Stewart, su Ken Tamplin Vocal Academy. URL consultato il 13 novembre 2021.
  2. ^ Rod Stewart’s Christmas Chart Topper Offers Music Business Lessons For 50-Year Career Survival, su Forbes. URL consultato il 24 giugno 2023.
  3. ^ Rod Stewart, su Official Charts Company. URL consultato il 17 settembre 2021.
  4. ^ Rod Stewart, su Billboard. URL consultato il 17 settembre 2021.
  5. ^ Largest Free Rock Concert Attendance, su Guinness World Records. URL consultato il 2 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2006).
  6. ^ Rod "the Mod" è diventato Sir.
  7. ^ Rod Stewart - Awards, su imdb.com.
  8. ^ Greatest of All Time Artists Chart, su Billboard. URL consultato il 17 settembre 2021.
  9. ^ Rolling Stone, https://www.rollingstone.com/music/music-lists/best-singers-all-time-1234642307/rod-stewart-10-1234643124/. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  10. ^ Rod Stewart honoured with a CBE, su Irish Times. URL consultato il 18 settembre 2021.
  11. ^ Sir Rod Stewart knighted at Buckingham Palace, su BBC. URL consultato il 18 settembre 2021.
  12. ^ Football and Fancy Free, su rollingstone.com. URL consultato il 7 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2009).
  13. ^ Tim Ewbank e Stafford Hildred, Rod Stewart: The New Biography, Piatkus, 2004.
  14. ^ Rod Stewart Joined '60s Anti-War Protests to Meet Women, su ultimateclassicrock.com. URL consultato il 7 novembre 2021.
  15. ^ Enduring career of Rod the Mod, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 13 aprile 2022.
  16. ^ Tim Ewbank e Stafford Hildred, Rod Stewart: The New Biography, Piatkus, 2004, p. 21–23.
  17. ^ Why Rod Stewart Turned to Disco With 'Da Ya Think I'm Sexy', su ultimateclassicrock.com. URL consultato il 2 luglio 2023.
  18. ^ Gennaro Mansi, Blood Red Roses: l'eterno ritorno di Rod "the Mod" Stewart [collegamento interrotto], su radio1088.it, 1º agosto 2018.
  19. ^ rodstewart.com, 17 settembre 2019, https://www.rodstewart.com/2019/09/17/rod-stewart-with-the-royal-philharmonic-orchestra-out-22-november/.
  20. ^ officialcharts.com, 13 dicembre 2019, https://www.officialcharts.com/chart-news/rod-stewart-claims-tenth-number-1-album-with-youre-in-my-heart-and-sets-a-new-chart-record__27970/.
  21. ^ rollingstone.com, 16 settembre 2021, https://www.rollingstone.com/music/music-news/rod-stewart-new-album-the-tears-of-hercules-1227578/.
  22. ^ Rod Stewart faces thyroid cancer, in USA Today, 22 febbraio 2001. URL consultato il 22 maggio 2010.
  23. ^ Rod Stewart's cancer battle, su edition.cnn.com, CNN. URL consultato il 28 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  24. ^ Sir Rod Stewart says he's 'in the clear' after cancer diagnosis, su bbc.com, BBC. URL consultato il 14 novembre 2021.
  25. ^ Palos Verdes Football ground. URL consultato il 14 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2008).
  26. ^ Nigel Reynolds, Rod Stewart is a model railway enthusiast, in The Daily Telegraph, London, UK, 24 ottobre 2007. URL consultato il 22 maggio 2010.
  27. ^ Rod Stewart sells back catalogue for near $100million, in NME, 18 febbraio 2024. URL consultato il 18 febbraio 2024.
  28. ^ Sir Rod Stewart net worth — Sunday Times Rich List 2022, in The Times, 20 maggio 2022. URL consultato il 27 maggio 2022.
  29. ^ Inside Rod Stewart's racy love life - from wearing women's knickers to getting 'bored' of sex, su mirror.co.uk.
  30. ^ Rod Stewart sposo in incognito (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2009)., tgcom.it
  31. ^ Rod Stewart settles into new £4.6m home after years of renovation, in Daily Mail, 22 luglio 2016. URL consultato il 2 luglio 2020.
  32. ^ Precisamente qui, su maps.google.com.
  33. ^ a b c Al dittatore piace la musica, su lettera43.it, 6 novembre 2011. URL consultato il 12 gennaio 2022.
  34. ^ Singer Sir Rod Stewart and his son plead guilty to simple battery, su edition.cnn.com, 13 aprile 2021. URL consultato il 12 aprile 2022.
  35. ^ Nel mercato statunitense l'album fu commercializzato come The Rod Stewart Album
  36. ^ a b c d e f allmusic (((Rod Stewart > Charts & Awards > Billboard Singles)))
  37. ^ a b c The Irish Charts - All there is to know - Search the charts - Search by Artist > Rod Stewart.
  38. ^ a b c d e f dutchcharts.nl - Rod Stewart.
  39. ^ a b c d e f (EN) Rod Stewart – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 12 settembre 2020.
  40. ^ Chartstats: Python Lee Jackson: In a Broken Dream.
  41. ^ a b c d e f g h (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 12 settembre 2020.
  42. ^ Barry Manilow, Richard Marx Return To AC Top 10, su Billboard. URL consultato il 3 dicembre 2012.
  43. ^ John Gray, Rod Stewart: The Visual Documentary, London, Omnibus Press, 1992, pp.  92.–94, ISBN 0-7119-2906-8.
  44. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 61608, 11 June 2016, p. B2.

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