Roberto Mandressi

Roberto Mandressi
Mandressi al Como nel 1980
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 185 cm
Peso 79 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex attaccante)
Termine carriera 1994 - giocatore
Carriera
Squadre di club1
1978-1980Milan8 (2)
1980-1981Como21 (6)
1981-1982Milan24 (4)
1982-1983Piacenza34 (17)
1983-1984Cavese34 (14)
1984-1988Catania104 (19)
1988-1990Campobasso59 (16)
1990-1993Monopoli91 (19)
1993-1994Carrarese29 (7)
Carriera da allenatore
1992-1993 Cesano Maderno
1993-1994Seregno
1995-1996 Nuova Seregno
1996-1997Seregno
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Roberto Mandressi (Seregno, 19 novembre 1960) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Attaccante tecnico e mobile[1], poteva giocare come ala[1][2] o centravanti[2].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Calciatore[modifica | modifica wikitesto]

Esordisce nel Seregno in Serie C nella stagione 1977-1978 dopo aver militato nelle giovanili della squadra brianzola. Nella sua prima stagione professionistica realizza 4 reti in 18 partite[3].

Viene acquistato dal Milan nella stagione 1978-1979, nell'anno in cui i rossoneri, guidati da Nils Liedholm, conquistano il decimo scudetto: in quest'annata non giocherà nessuna partita. Esordisce in Serie A l'anno successivo in Bologna-Milan (0-1) del 9 dicembre 1979, e Liedholm gli attribuisce il soprannome di Rensenbrink della Brianza[1][4]. Con il Milan gioca 4 partite (3 in campionato e una in Coppa Italia), oltre alla partecipazione al Torneo di Viareggio 1980[1]; nella stagione 1980-1981 passa al Como (ancora in Serie A) dove gioca 12 gare realizzando una rete[3]. Nel 1981-1982 ritorna al Milan dove disputa 6 gare.

All'inizio della stagione 1982-1983 viene girato in prestito al Pescara in Serie C1[5] e a novembre si trasferisce al Piacenza[2]. Esordisce con una doppietta contro la Pro Patria[6], e realizza 7 reti in 24 gare, ma non evita la retrocessione in Serie C2. Rientrato al Milan[7], passa poi alla Carrarese, sempre in Serie C1, e dall'ottobre 1984 difende i colori della Cavese che tentava di ritornare in Serie B dopo la retrocessione dell'anno precedente: realizza 12 reti in 27 gare, suo record personale[3]. L'anno successivo Angelo Massimino lo ingaggia al Catania, in Serie B[4], dove rimane per tre stagioni, segnando 7 reti in 77 gare e vivendo la retrocessione degli etnei in Serie C1 nel 1987.

Nei tre anni successivi gioca con Campobasso, Monopoli ed ancora Carrarese, dove conclude la sua carriera calcistica professionistica a causa di un grave infortunio al ginocchio.[8]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Ha frequentato il corso per allenatori a Coverciano e si è occupato dei settori giovanili di alcune squadre della Brianza,[9] oltre ad aver allenato a più riprese il Seregno.[10]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Milan: 1978-1979

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Milan: 1981-1982

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Mandressi, la meteora della Brianza Milanblogclub.com
  2. ^ a b c Rosa 1982-1983 Storiapiacenza1919.it
  3. ^ a b c Roberto Mandressi è vivo e vegeto! Ecco la smentita Radiocatania.it
  4. ^ a b Battistini a Firenze. Sabato andrà al Milan, La Repubblica, 6 luglio 1985, pag.27
  5. ^ Novellino all'Ascoli, Maldera alla Roma?, La Stampa, 14 luglio 1982, pag.17
  6. ^ Mandressi doppietta, rinasce il Piacenza, La Stampa, 8 novembre 1982, pag.19
  7. ^ Via al mercato ma il più è fatto, Stampa Sera, 27 giugno 1983, pag.18
  8. ^ Roberto Mandressi, pochi gol segnati ma a Bologna fu decisivo, su TuttoCalcioCatania News. URL consultato il 29 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2013).
  9. ^ Profilo, su Emozione Calcio. URL consultato il 29 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
  10. ^ Annuario degli allenatori di calcio, Fondazione Museo del Calcio, febbraio 1998, pag. 539

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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