Robert de Montesquiou

Giovanni Boldini, Ritratto di Robert de Montesquiou, Parigi, Musée d'Orsay

Il conte Robert Joseph Marie Anatole De Montesquiou-Fézensac, più comunemente noto come Robert de Montesquiou (Parigi, 7 marzo 1855Mentone, 11 dicembre 1921), è stato un poeta, scrittore e celebre dandy francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Robert de Montesquiou, quarto e ultimo figlio del conte Thierry de Montesquiou-Fézensac, e della contessa Pauline Duroux, discendeva da un'illustre famiglia originaria della Guascogna, che conta tra i suoi antenati Blaise de Montluc e d'Artagnan. Sua cugina fu la famosa Élisabeth, contessa Greffulhe.

Nel 1885 Montesquiou incontrò Gabriel Yturri (1868-1905), di origine peruviana, che divenne suo segretario e amante. Benché omosessuale, Montesquiou fu sempre molto attento ad evitare di dare adito a scandali.

Dopo la morte di Yturri per diabete, nel 1908, Montesquiou scelse come segretario Henri Pinard, che alla sua morte nel 1921 lasciò erede dei pochi beni che gli restavano.

Montesquiou fu sostenitore dell'avanguardia artistica del suo tempo: Stéphane Mallarmé e Paul Verlaine in poesia; Claude Debussy e Gabriel Fauré in musica; Paul Helleu in pittura.

La fortuna[modifica | modifica wikitesto]

Gabriel de Yturri (1864-1905), il grande amore di Montesquiou, ritratto da Antonio de la Gandara.

Montesquiou fu violentemente denigrato in vita. Lorrain lo chiamava malvagiamente "Grotesquiou" e Pierre Louÿs gli consacrò un'atroce poesia ("Le comte R... de M...") [1]. Anche la sua relazione con Yturri fu oggetto di motteggi: alla morte del suo compagno circolò questa crudele battuta: "Mort Yturri, te salue, tante" ("Morto Yturri, ti saluto, checca!"), che ha la medesima pronuncia francese di "Morituri te salutant".[senza fonte]

Tuttavia Montesquiou ha anche suscitato ammirazioni appassionate, e fu sempre circondato da discepoli e ammiratori dell'importanza di Marcel Proust o del pianista Léon Delafosse, oltre che da amici fedeli: sua cugina, la contessa Greffulhe, la principessa Bibesco, la principessa di Léon, Judith Gautier, Gustave Moreau, James Abbott McNeill Whistler. Godeva anche della stima e dell'amicizia di Gabriele D'Annunzio, conosciuto durante il soggiorno del poeta italiano ad Arcachon.

Oltre a ciò, il fascino esercitato dal suo personaggio sui suoi contemporanei ne ha fatto il modello degli eroi di numerosi romanzi, tra i quali si ricorda il nevrotico esteta des Esseintes in À rebours (Controcorrente, 1884) di Joris Karl Huysmans, e il vanesio pederasta barone de Charlus ne Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Robert de Montesquiou nel 1891, in una serie di caricature di Sem (Georges Goursat, 1863-1934).

Montesquiou ha pubblicato undici volumi di versi, due romanzi, tre volumi di memorie, e numerose opere di critica. La sua poesia, per quanto fosse da lui considerata come la parte più importante della sua opera, è generalmente giudicata oggi se non lambiccata e affettata quantomeno di qualità disomogenea. In compenso, il critico Montesquiou fu, secondo la definizione di Marcel Proust, il professore di bellezza per una generazione intera[senza fonte].

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Montesquiou.

Biografie[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Memorie[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ vedi p. 340 dell'edizione delle sue Poésies, Jean-Jacques Pauvert, Parigi 1988.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Patrick Chaleyssin, Robert de Montesquiou, mécene et dandy, Somogy, 1992.
  • Philippe Jullian, Robert de Montesquiou, un prince 1900, Librairie académique Perrin, 1987.
  • Robert de Montesquiou, Les Pas effacés, mémoires publiés par Paul-Louis Couchoud, Émile-Paul Frères, 1923, tomo II.
  • Edgar Munhall, Whistler et Montesquiou, Le Papillon et la Chauve-souris, The Frick Collection-Flammarion, 1995.
  • Jean-David Jumeau-Lafond, Professeur de beauté, Proust, Montesquiou, Paris, La Bibliothèque, 1999.

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