Rivolta di Horea, Cloșca e Crișan

Rivolta di Horea, Cloșca e Crișan
Esecuzione di Horea e Cloșca
Data31 ottobre 1784 – 28 febbraio 1785
LuogoMonarchia asburgica: Transilvania
CausaOpposizione contadina ai lavori servili troppo gravosi, richiesta di maggiori diritti
EsitoSoppressione della rivolta ed esecuzione dei capi insorti
Schieramenti
Monarchia asburgica
Nobili transilvani
Ribelli:
*romeni
*magiari
*sassoni
Comandanti
Effettivi
Soldati dell'esercito austriaco e forze locali transilvane30.000 ribelli circa
Perdite
4000 morti (perlopiù civili)1500 morti
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Horea
Cloșca
Crișan

La rivolta di Horea, Cloșca e Crișan (in romeno Răscoala lui Horea Cloșca și Crișan) del 1784 fu una importante ribellione transilvana dei servi della gleba in opposizione ai vincoli feudali a cui si trovavano sottoposti.

La rivolta[modifica | modifica wikitesto]

La rivolta scoppiò il 2 novembre 1784 a Curechiu, Hunedoara, sui monti metalliferi e si diffuse velocemente sui monti Apuseni e in tutta la regione. Essa si concluse alla fine di gennaio 1785, in seguito alla cattura da parte delle autorità dei capi della rivolta: Horea (Vasile Ursu Nicola), Cloșca (Ion Oargă) e Crișan (Gheorghe Marcu Giurgiu). La rivolta ebbe luogo a causa delle miserevoli condizioni dei contadini nel principato di Transilvania, vi parteciparono contadini romeni, magiari, sassoni delle tenute nobiliari e statali, i minatori dei monti Apuseni e delle miniere di sale del Maramureș, artigiani, preti e altri. Gli eventi non furono necessariamente motivati da tensioni etniche, sebbene venne messo in discussione dai romeni il loro status di "nazione tollerata", che li rendeva privi dell'uguaglianza politica di cui godevano le altre tre nazioni transilvane. Questa rivendicazione ha conferito alla rivolta un carattere nazionale.

A seguito dell'incorporazione del principato nei domini asburgici sotto Leopoldo II nel 1691, i diritti dei nobili ungheresi, siculi e sassoni furono preservati. I contadini, tuttavia, non avevano ancora alcuna rappresentanza politica. Soprattutto i contadini romeni non avevano garanzie per le loro istituzioni ecclesiali ortodosse, sebbene fossero tollerati. Come portavoce dei contadini rumeni, Horea - il cui vero nome era Vasile Ursu Nicola - viaggiò a Vienna spesso negli anni tra il 1779 e il 1782 per spiegare le difficoltà dei contadini della Transilvania e la mancanza di rappresentanza dei contadini romeni nello specifico, ma non ottenne alcun risultato. Gli eventi furono innescati da un ordine emesso Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, il 31 gennaio 1784, che e stabiliva l'aumento del numero di guardie di frontiera in Transilvania. Molte persone provenienti da molti villaggi si radunarono a Karlsburg (Gyulafehérvár, Alba Iulia) per iscriversi nel esercito imperiale quale opzione per migliorare le proprie condizioni di vita e affrancarsi dal sistema di lavoro obbligatorio per i loro proprietari. Molti di loro erano contadini rumeni. Le autorità locali cercarono di rallentare il processo sostenendo che il Gubernium avesse agito di sua iniziativa e non le avesse coinvolto. La gente interpretò questa azione come un'opposizione della "nobiltà" alla loro possibilità di un destino migliore. Horea iniziò a diffondere la voce che Giuseppe II l'avesse nominato capo dei romeni che desideravano arruolarsi, mentre Crișan chiamò i servi per ribellarsi nelle zone circostanti al fiume Fehér-Kőrös . Più di diecimila persone si unirono contro la "nobiltà" che ai loro occhi era composta da oppressori che imponevano loro lavori gravosi e tasse elevate. In breve, le tensioni culminarono in una rivolta, colpendo i nobili e la popolazione non ortodossa (indipendentemente dall'etnia). I massacri hanno colpito soprattutto le aree e la popolazione del comitato di Alba inferiore, di Zaránd e Hunyad . Tra l'autunno e l'inverno del 1784, fino all'inizio del 1785, le vittime civili furono circa 4.000 persone provenienti da 133 insediamenti, per lo più ungheresi.

Mentre il Gubernium e la leadership militare discutevano di un possibile intervento, in attesa dell'ordine da Vienna, la nobiltà ungherese organizzò la sua difesa, catturando, processando e giustiziando 56 contadini a Déva (Deva).[1]

Quando Giuseppe II ordinò l'intervento dell'esercito, la rivolta venne fatta cessare dallo stesso Horea il 14 dicembre 1784, a Topesdorf (in ungherese Topánfalva; in romeno: Câmpeni). Successivamente, nel gennaio 1785, i capi furono catturati, dopo essere stati traditi da alcuni compagni. Degli oltre 600 ribelli catturati, 120 vennero condannati. Inizialmente furono comminate 37 condanne a morte, ma vennero commutate in pene detentive a seguito dell'amnistia dell'imperatore. I tre capi furono esclusi da questo beneficio.[1][2] Horea e Cloșca furono giustiziati dalle autorità locali e sottoposti al supplizio della ruota il 28 febbraio 1785 a Dealul Furcilor ("La collina dei forconi"), presso Karlsburg (Gyulafehérvár, Alba Iulia). Crișan si impiccò in cella qualche giorno prima dell'esecuzione. Dopo la repressione della ribellione, Giuseppe II reagì emanando un decreto di abolizione della servitù della gleba in Transilvania. La rivolta riecheggiò in tutta l'Europa occidentale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Kitör a Horea és Cloşca vezette felkelés, su mult-kor.hu.
    «"A Gubernium és a főhadparancsnokság egymással vitázott; Bécsből vártak utasítást. Közben a vármegyei nemesség megszervezte önvédelmét, Dévánál kisebb győzelmet aratott a felkelők fölött, 56 elfogott parasztot kivégeztek."»
  2. ^ Tarján M. Tamás, The execution of Horea and Closca in Alba Iulia, su rubicon.hu.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ștefan Pascu, Revoluția populară de sub conducerea lui Horea, București, Editura Militară, 1984, p. 534.

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