Reati immaginari

Frontespizio dell'edizione originale del Codice Napoleonico del 1804

Reati immaginari è un'espressione politica risalente al periodo della Rivoluzione francese.

Introduzione del concetto[modifica | modifica wikitesto]

Basandosi sui principi filosofici razionalisti dell'illuminismo l'Assemblea nazionale abolì nel 1791 tutti quei reati che si consideravano invenzione della morale cattolica, della superstizione e della tirannide. Tra di essi vi erano la sodomia (cioè l'omosessualità), la stregoneria, l'eresia, il suicidio, il vilipendio alla religione, la lesa maestà, l'apostasia, la miscredenza e l'adulterio. Alcuni di questi reati in precedenza potevano comportare la pena di morte.[1]

Il Codice napoleonico[modifica | modifica wikitesto]

Il codice napoleonico, sollecitato da Jean-Jacques Régis de Cambacérès, recepì gran parte di essi, soprattutto quelli di materia sessuale e religiosa; benché vi fosse ancora una legge sulla pubblica moralità, la Francia fu il primo paese moderno ad abolire il reato di omosessualità.[2]

Utilizzo successivo[modifica | modifica wikitesto]

Oggi l'espressione può essere usata per reati inventati a scopo di repressione o reati che riguardano la sfera morale e personale, che secondo alcune ideologie, ad esempio il liberalismo e il progressismo, non dovrebbero essere sanzionati: ad esempio, in varie maniere, l'uso personale di droga o alcol, la prostituzione, l'aborto, l'incesto, l'eutanasia, il pubblico scandalo, il vilipendio del sentimento religioso, l'omofobia, le offese al pudore, i cosiddetti atti osceni, i reati di opinione e altri.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ le unioni tra persone dello stesso sesso. Profili di diritto civile, comunitario e comparato
  2. ^ Laurence Chatel de Brancion (Cur.), Cambacérés: fondateur de la justice moderne; actes du colloque tenu à Montpellier ... vendredi 26 et samedi 27 mai 2000, Saint-Rémy-en-l'Eau 2001, ISBN 2-903824-31-2
  3. ^ Cos'è reato per un libertario?