Re di Atene

Prima della democrazia, dei tiranni e degli arconti, Atene era governata dai re. Molti di questi, ricordati dalla tradizione, sono probabilmente solo figure leggendarie o comunque semi-storiche.

La seguente lista dei re di Atene è in parte basata sugli scritti di Eusebio di Cesarea e su altri studi più recenti.

I primi re[modifica | modifica wikitesto]

Si suppone che i seguenti tre re fossero vissuti prima del diluvio raccontato nella storia di Deucalione e Pirra.

Cecropidi[modifica | modifica wikitesto]

Cecrope è considerato il primo vero re di Atene, benché venga descritto miticamente come un essere mezzo uomo e mezzo serpente. Le date dei seguenti re sono state ipotizzate nei secoli successivi.

Di questi re leggendari un ruolo particolare spettò a Teseo, che secondo la tradizione avrebbe svolto un'azione di civilizzazione dell'Attica e i territori circostanti e soprattutto l'unificazione dell'Attica intorno al centro di Atene.[1]

Codro è considerato simbolicamente l'ultimo re di Atene. Da ora in poi i re saranno sostituiti dagli arconti, che però, almeno inizialmente, tennero a vita la loro carica, e possono quindi essere considerati a tutti gli effetti dei re.

Arconti o re a vita[modifica | modifica wikitesto]

I primi arconti furono scelti fra la dinastia dei Medontidi.[2]

Dopo il periodo degli arconti a vita sarebbe seguito quello di sette arconti decennali e quindi quello degli arconti annuali che rappresentano il cardine del sistema magistratuale dell'Atene classica, la cui lista inizia nel 683/682 con Creonte.

Arconti o re decennali (dekaetîs)[modifica | modifica wikitesto]

Dopo Ippomene, i dekaetîs cessarono di essere scelti tra i Medontidi:

Al termine dell'incarico di Erissia inizia la lista degli arconti annuali ed eponimi con Creonte.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Domenico Musti, La Grecia classica, secondo volume di Storia Universale, Milano, Corriere della Sera, 2004
  2. ^ La tabella sottostante è tratta da: Pierre Carlier, La royauté en Grèce avant Alexandre, Strasburgo, AECR, 1984, p. 363.
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