Publio Melio Capitolino

Publio Melio Capitolino
Tribuno consolare della Repubblica romana
Nome originaleP. Maelius Capitolinus
Tribunato consolare400 a.C., 396 a.C.

Publio Melio Capitolino (... – ...) è stato un politico romano.

Primo tribunato consolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 400 a.C. fu eletto tribuno consolare con Publio Manlio Vulsone, Lucio Titinio Pansa Sacco, Publio Licinio Calvo Esquilino, Spurio Furio Medullino e Lucio Publilio Filone Volsco[1].

Publio Licinio fu il primo plebeo ad essere eletto alla massima magistratura romana[2].

Durante quell'anno Roma riconquistò Anxur ai Volsci[3].

Secondo tribunato consolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 396 a.C. fu eletto tribuno consolare con Publio Licinio Calvo Esquilino, Lucio Titinio Pansa Sacco, Gneo Genucio Augurino, Lucio Atilio Prisco e Quinto Manlio Vulsone Capitolino[4].

Mentre continuava l'assedio di Veio, Lucio Titinio e Gneo Genucio marciarono contro i Falisci ed i Capenati, ma furono da questi sorpresi in un'imboscata. Gneo Genucio morì combattendo, mentre Titinio riuscì a riparare con i superstiti.

La notizia della rovina dell'esercito romano causò il panico a Roma e nei soldati che assediavano Veio, tanto che alcuni di questi tornarono in città.

«Roma erano arrivate notizie ancora più allarmanti: l'accampamento di fronte a Veio era già in stato d'assedio e colonne di nemici pronte a battersi stavano ormai marciando alla volta di Roma. Ci fu un accorrere scomposto di gente sulle mura. Le matrone, richiamate fuori dalle case dalla paura generale, si riversarono nei templi a rivolgere preghiere e suppliche agli dèi.»

Solo la nomina di Marco Furio Camillo a dittatore riuscì a riporta la calma in città e nell'esercito, che rinfrancato, fu artefice della Caduta di Veio, dopo un decennale assedio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 12, anche se Tito Livio nomina L. Furius Medullinus e non Spurio Furio Medullino.
  2. ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 12.
  3. ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 2, 13.
  4. ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 2, 18, anche se Tito Livio cita 5 tribuni, non menzionando Manlio Vulsone.
Predecessore Fasti consulares Successore
Lucio Valerio Potito IV, Marco Furio Camillo
, Manio Emilio Mamercino III, Gneo Cornelio Cosso II
Lucio Giulio Iullo e Cesone Fabio Ambusto II
400 a.C.
con Publio Manlio Vulsone,
Lucio Titinio Pansa Sacco, Publio Licinio Calvo Esquilino,
Spurio Furio Medullino, Lucio Publilio Filone Volsco
Gneo Genucio Augurino, Lucio Atilio Prisco,
Marco Pomponio Rufo, Gaio Duilio Longo,
Marco Veturio Crasso Cicurino e Volero Publilio Filone
I
Lucio Giulio Iullo II, Lucio Furio Medullino IV,
Lucio Sergio Fidenate, Aulo Postumio Albino Regillense,
Publio Cornelio Maluginense e Aulo Manlio Vulsone Capitolino III
396 a.C.
con Publio Licinio Calvo Esquilino,
Lucio Titinio Pansa Sacco II, Quinto Manlio Vulsone Capitolino,
Gneo Genucio Augurino II e Lucio Atilio Prisco II
Publio Cornelio Maluginense Cosso, Publio Cornelio Scipione,
Cesone Fabio Ambusto III, Lucio Furio Medullino V,
Quinto Servilio Fidenate III, Marco Valerio Lactucino Massimo II
II