Provincia di Spalato

Provincia di Spalato
Informazioni generali
Nome ufficialeProvincia di Spalato
CapoluogoSpalato
46.900 abitanti (1941)
Dipendente daBandiera dell'Italia Governatorato della Dalmazia
Suddiviso in13 comuni
Amministrazione
Forma amministrativaProvincia
PrefettoPaolo Zerbino
Evoluzione storica
Inizio1941
CausaOperazione 25
Fine1943
CausaArmistizio di Cassibile
Preceduto da Succeduto da
Zona di Spalato Contea di Bribir-Sidraga
Cartografia
Mappa del Governatorato della Dalmazia, con le province di Zara (in verde), Spalato (in arancio) e Cattaro (in rosso scarlatto)

La provincia di Spalato fu una provincia speciale italiana istituita nella primavera del 1941 durante la seconda guerra mondiale, in seguito all'annessione all'Italia del Governatorato della Dalmazia. L'ente fu soppresso nel 1943 dopo due soli anni di esistenza.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

10 aprile 1932: si gioca Rigo - Spalato. L'incontro finisce 5 a 4

Se la struttura del Governatorato della Dalmazia aveva la funzione transitoria di introdurre progressivamente la legislazione nazionale nella regione, il governo di Roma decise di istituire fin dall'inizio degli enti che prefigurassero la piena creazione degli ordinari uffici provinciali dopo la fine della guerra.

La provincia di Spalato comprendeva le città di Spalato e di Traù con il loro entroterra, più le isole della Solta meno la Brazza, Lissa, Curzola, Lagosta, Cazza e Pelagosa, queste ultime tre scorporate alla Provincia di Zara, e Meleda.

La provincia, esistita fino al settembre 1943, aveva una superficie territoriale di 975 km² e una popolazione di 128 400 abitanti, e faceva parte del neo-costituito Governatorato della Dalmazia. Questo Governatorato fu istituito secondo il Regio Decreto Legge del 18 maggio 1941 n°452[1] e quanto stabilito dal Regio Decreto Legge del 7 giugno 1941 n°453.[2]

Nel capoluogo Spalato vi era il "Tribunale" provinciale e vi era edito il quotidiano in italiano "San Marco". La targa automobilistica della provincia era "Spalato"[3]. Esisteva pure una squadra italiana di calcio detta Calcio Spalato, che sostituì la croata Hajduk e che fu affiliata alla Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC), pur senza partecipare ai campionati.

La maggioranza della popolazione della provincia di Spalato era croata, ma vi era una piccola comunità italiana di circa 3000 Dalmati italiani (solo a Spalato ve ne erano oltre 1000 nel 1940, anche se molto ridotti in numero da quando a metà Ottocento erano oltre un terzo degli abitanti della città).[4]

Vicende storiche[modifica | modifica wikitesto]

Mappa linguistica austriaca del 1896, su cui sono riportati i confini (segnati con pallini blu) della Dalmazia veneziana nel 1797. In arancione sono evidenziate le zone dove la lingua madre più diffusa era l'italiano, mentre in verde quelle dove erano più diffuse le lingue slave
Mappa dettagliata della provincia di Spalato

Il generale Vittorio Ambrosio nell'aprile 1941, conquistando in pochi giorni tutta la costa adriatica della Jugoslavia, entrò a Spalato accolto lietamente dai locali cittadini di etnia italiana, coinvolti nel 1920 negli Incidenti di Spalato.[5]

La nuova provincia italiana di Spalato fu creata per ordine di Mussolini il mese successivo, con "Trattato del Maggio 19" tra l'Italia e la Croazia di Pavelic[6]. Valerio Paolo Zerbino vi fu nominato "Prefetto", rimanendovi in funzione tra il giugno 1941 e l'agosto 1943. Il governatore dalmata fu Giuseppe Bastianini fino al gennaio 1943, quando fu richiamato a Roma e sostituito da Francesco Giunta.[7]

Nell'estate 1941 il governo italiano iniziò un processo di "italianizzazione" della provincia[con quale provvedimento normativo?] e nuove scuole italiane furono aperte a Spalato. Personale amministrativo fu trasferito a Spalato e Traù, favorendo il ritorno dei Dalmati italiani che si erano trasferiti dalla Dalmazia in Italia dopo la prima guerra mondiale. Infatti oltre 6700 Dalmati italiani si erano rifugiati nel Regno d'Italia dopo la creazione della Iugoslavia nel 1919, ed a molti di loro fu offerto lavoro se fossero ritornati nel Governatorato di Dalmazia con le loro famiglie.

Bastianini iniziò molti lavori pubblici, del resto necessari per migliorare l'arretratezza della regione, costruendo tra l'altro ospedali, fognature e strade nella provincia.[8] Furono iniziati progetti di pianificazione urbana di Spalato e di recupero del Palazzo di Diocleziano, dove abitavano circa 5000 persone in pessime condizioni igienico-sanitarie[9]. Anche la Banca d'Italia aprì una filiale a Spalato[10]

Inoltre migliaia di ebrei croati cercarono rifugio nel Governatorato e molti si trasferirono a Spalato, specialmente nel 1942.[11]

Nell'agosto 1943 il personale amministrativo, a causa degli eventi bellici che volgevano al peggio per l'Italia in Sicilia, abbandonò la Dalmazia: l'area passò sotto il controllo dei militari del Regio Esercito fino al settembre 1943, quando fu occupata dalle truppe tedesche che l'annessero allo Stato Indipendente di Croazia. Dopo la scomparsa della provincia, tutta l'area, che sotto controllo italiano aveva sofferto solo minimamente gli eccidi della guerra partigiana, finì per essere coinvolta nei massacri della guerra civile jugoslava.

Comuni della Provincia[modifica | modifica wikitesto]

I 13 comuni della Provincia di Spalato, due dei quali, Spalato e Curzola, avevano lo status di specialità, erano i seguenti, indicati con la popolazione di allora:[12].

Prefetti della provincia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ R.D.L. 18 maggio 1941, n. 452
  2. ^ R.D. 7 giugno 1941, n. 453
  3. ^ Targa automobilistica della Provincia di Spalato Archiviato il 30 gennaio 2012 in Internet Archive.
  4. ^ Guerrino Perselli. I Censimenti della popolazione dell'Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936. Unione Italiana - Fiume & Università Popolare di Trieste. Trieste - Rovigno, 1993; p. 451
  5. ^ (EN) Spencer Tucker, Who's Who in Twentieth Century Warfare, Taylor & Francis, 14 dicembre 2003, ISBN 978-0-203-40253-5. URL consultato il 25 agosto 2021.
  6. ^ Mappa del Governatorato di Dalmazia, su giuseppemarchese.it. URL consultato l'11 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2015).
  7. ^ Jozo Tomasevich, War and revolution in Yugoslavia, 1941-1945: occupation and collaboration, Stanford University Press, 2001, pp. 136-137
  8. ^ Dalmazia "Redenta" (in Italian) Archiviato il 9 marzo 2012 in Internet Archive.
  9. ^ Missione della Reale Accademia d'Italia A Spalato nell'ottobre 1941 (immagini a pag. 225 ed oltre)
  10. ^ (EN) Davide Rodogno, Fascism's European Empire: Italian Occupation During the Second World War, Cambridge University Press, 3 agosto 2006, ISBN 978-0-521-84515-1. URL consultato il 25 agosto 2021.
  11. ^ The Rescue of Jews in the Italian Zone of Occupied Croatia (in inglese)
  12. ^ Davide Rodogno Il nuovo ordine mediterraneo. secondo l'elenco indicato nella tabella 4 di pag. 499.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rodogno, Davide. Il nuovo ordine mediterraneo. Ed. Bollati Boringhieri. Torino, 2003
  • Mario Missori, Governi, alte cariche dello Stato, alti magistrati e prefetti del Regno d'Italia, Roma, Bibliografia Nazionale, 1989. p. 642: ISBN 88-7125-004-4 Estratto Sussidi, 2 (PDF), su archivi.beniculturali.it. URL consultato il 12 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2012).
  • The Central Registry of War Criminals and Security Suspects, Consolidated Wanted Lists (1947), Naval & University Press, 2005 (facsimile del documento originale conservato presso l'Archivio Nazionale Britannico a Kew/Londra)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Donne fucilate a Spalato nel 1943 [1]