Provincia di Lodi

Provincia di Lodi
provincia
Provincia di Lodi – Veduta
Provincia di Lodi – Veduta
Palazzo San Cristoforo, sede della provincia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Amministrazione
CapoluogoLodi
PresidenteFabrizio Santantonio (indipendente di centro-sinistra) dal 27-3-2022[1]
Data di istituzione6 marzo 1992
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°19′N 9°30′E / 45.316667°N 9.5°E45.316667; 9.5 (Provincia di Lodi)
Superficie782,99 km²
Abitanti229 152[2] (30-11-2023)
Densità292,66 ab./km²
Comuni60 comuni
Province confinantiPavia, Cremona, Piacenza (Emilia-Romagna), Città metropolitana di Milano
Altre informazioni
Cod. postale26900 (Lodi), 26811-26867 (provincia)
Prefisso02, 0371, 0377
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-LO
Codice ISTAT098
TargaLO
Cartografia
Provincia di Lodi – Localizzazione
Provincia di Lodi – Localizzazione
Provincia di Lodi – Mappa
Provincia di Lodi – Mappa
Posizione della provincia di Lodi all'interno della Lombardia.
Sito istituzionale

La provincia di Lodi è una provincia italiana della Lombardia di 229 152 abitanti[2], con capoluogo a Lodi.

Confina a nord con la città metropolitana di Milano, a est con la provincia di Cremona, a sud con l'Emilia-Romagna (provincia di Piacenza), a ovest con la provincia di Pavia e con l'exclave di San Colombano al Lambro (appartenente alla città metropolitana di Milano).

Fu istituita il 6 marzo 1992, a seguito dello scorporo di 61 comuni dalla allora provincia di Milano[3][4].

Nella provincia cinque comuni si fregiano del titolo di città: Lodi, Codogno, Casalpusterlengo, Sant'Angelo Lodigiano e Lodi Vecchio.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La pianura nei pressi di Caselle Landi
Foresta planiziale in località Cascina Isola Balba

La provincia di Lodi si estende nella Pianura Padana interamente a nord del fiume Po, con l'eccezione di alcune porzioni di terreno localizzate sulla sponda meridionale[5], tra queste la porzione più estesa si trova in comune di Caselle Landi, incuneata tra i comuni di Piacenza e Caorso appartenenti alla provincia di Piacenza[6], per circa 780 km², a est è delimitata dalla riva destra dell'Adda, fatta eccezione per una parte del capoluogo e dei limitrofi comuni di Abbadia Cerreto, Boffalora d'Adda, Corte Palasio e Crespiatica e, a ovest, dalla sponda sinistra del Lambro Meridionale prima e del Lambro poi, con l'eccezione dei comuni di Sant'Angelo Lodigiano e Graffignana. Il confine nord è, invece, perlopiù convenzionale, tranne alcuni tratti, come quello tra i comuni di Truccazzano e Comazzo dove è delimitato dal torrente Molgora.

Il territorio è composto quasi interamente dalla Pianura Padana, inclinata leggermente da nord a sud-est con declivio circa dell'1.5 per mille. Il terreno è tipicamente alluvionale, generalmente composto di arena o siliceo calcarea, o argilloso silicea e calcarea che unita a strato di carbonato di calcio, mista spesso ad allumina, forma la crosta vegetale o arabile.

Orografia[modifica | modifica wikitesto]

La collina di San Colombano al Lambro

L'unico rilievo presente nella provincia è la collina di San Colombano al Lambro, posta nei pressi dell'omonimo comune exclave della città metropolitana di Milano; la collina è un'elevazione isolata che si innalza rispetto alla pianura Padana formata da materiali argillosi e calcarei di epoca pliocenica posti sotto ad uno strato di sedimenti di origine alluvionale. Il profilo della collina suggerisce che essa sia l'unica parte rimanente di un più esteso territorio collinare successivamente eroso a seguito dell'azione dei fiumi. La collina raggiunge un'elevazione massima di 147 m s.l.m.[7]

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Fiumi[modifica | modifica wikitesto]

L'Adda a Lodi

Il territorio della provincia è interamente compreso nel bacino idrografico del fiume Po e vi tributa per mezzo dei suoi affluenti Lambro e Adda. Appartiene al bacino del Lambro il Lambro meridionale, mentre al bacino dell'Adda appartengono la Molgora e il Tormo. Sono, inoltre, presenti numerosi canali artificiali tra i quali i principali sono il Brembiolo e il canale della Muzza. Appartiene alla provincia di Lodi, al comune di Caselle Landi, anche un breve tratto del torrente Nure, affluente di destra del Po, nei pressi della sua foce[6]. Sono infine presenti numerose risorgive[8].

Laghi[modifica | modifica wikitesto]

Non esistono nella provincia laghi di rilievo, tuttavia in epoca medievale la parte orientale della provincia (compreso il capoluogo) era lambita dal lago Gerundo[9]: il cui territorio paludoso e insalubre fu bonificato e trasformato in una delle regioni più fertili d'Europa[4] grazie alle opere di ingegneria idraulica e al lavoro dei monaci cistercensi e benedettini[10]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Lodi.

Il clima del territorio lodigiano, analogamente al resto della val Padana, presenta peculiarità riconducibili all'area continentale: le estati sono molto calde e caratterizzate dal fenomeno dell'afa (in base ai dati relativi al periodo di riferimento 1961-1990, la temperatura massima media della stagione estiva si attesta a 29,7 °C[11]); invece gli inverni sono spesso freddi (la temperatura minima media è pari a −0,8 °C[11]) e sono diffuse le nevicate, raramente di grossa portata. Fenomeno molto frequente durante il semestre invernale è la nebbia, che talvolta può persistere per giorni a causa dell'assenza di venti sinottici a livello del suolo[12]. L'autunno e la primavera sono le stagioni in cui si registrano le maggiori precipitazioni[13].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene istituita nel 1992, le origini storiche di questa provincia ben inserita in una tipologia ambientale omogenea di bassa pianura e delimitata da grandi fiumi, risalgono almeno a 2 millenni fa[4].

Il primo riconoscimento giuridico si ebbe nell'89 a.C. con Gneo Pompeo Strabone, il quale concesse la cittadinanza latina agli abitanti di Laus Pompeia, mentre nel 49 a.C. Giulio Cesare concesse agli stessi la cittadinanza romana[4]. Il territorio era conosciuto come ager laudensis.

Nel 374 nacque la diocesi di Lodi[10], dando al territorio Lodigiano unitarietà sotto la rispetto religioso.

Nel basso Medioevo furono avviate importanti opere di bonifica delle estensioni paludose presenti in buona parte del territorio tramite consistenti opere di ingegneria idraulica, che resero il Lodigiano una delle terre maggiormente fertili dell'intera Europa[4].

Provincia di Lodi nel medioevo da un affresco nei Musei Vaticani

Nei secoli successivi all'età dei comuni, al territorio venne riconosciuta dai vari dominatori una certa libertà amministrativa, ad esempio tramite l'istituzione del contado di Lodi. Nel XIII secolo Piacenza espanse i propri domini verso nord: i territori di San Rocco al Porto, Guardamiglio e Fombio entrarono a farvi parte nel 1225, seppure si trovassero alla destra orografica del Po già in epoca altomedievale[14][15]; la zona di Caselle Landi fu annessa invece nel 1262[16][17], mentre Retegno fu a lungo conteso fra Piacenza e Lodi[18]. Nel 1492 gli abitanti di Codogno ottennero lo status di cittadini di Piacenza[19].

Solamente con l'inizio della dominazione austriaca, nel XVIII secolo, si assistette ad un riconoscimento delle peculiarità del territorio Lodigiano che portò il contado ad essere elevato in provincia nel 1757, assumendone formalmente il nome nel 1786, a seguito della riforma amministrativa voluta da Giuseppe II[4].

Dopo la parentesi napoleonica, durante la quale venne prima costituito il dipartimento dell'Adda nel 1797, dipartimento poi annesso al dipartimento dell'Alto Po con capoluogo Cremona, nel 1816 venne ripristinata la provincia, che acquisì anche il territorio Cremasco e prese il nome di provincia di Lodi e Crema[4].

Nel settembre 1859 il governo del Regno di Sardegna, al quale tre mesi prima era stata annessa la Lombardia, decise, tramite il decreto Rattazzi, l'abolizione dell'ente provinciale. A partire da quel momento vennero avanzate a più riprese richieste al governo italiano per chiedere la ricostruzione della provincia, che, tuttavia, non venne ricreata[4]: il territorio lodigiano fu degradato a circondario della provincia di Milano, anch'esso, poi, soppresso nel 1927 insieme a tutti gli altri circondari italiani.

Duarnte il secondo dopoguerra il Lodigiano, territorio che durante il ventennio fascista era passato attraverso una fase di stasi, iniziò il recupero delle tradizioni e dell'identità locale: alla fine degli anni quaranta venne costituita l'ATSIL, associazione di tutela e sviluppo del Lodigiano, mentre nel 1959 nacque il progetto di costituire un consorzio tra i comuni lodigiani nell'ambito della provincia di Milano; questo consorzio verrà effettivamente costituito il 4 maggio 1965 con decreto prefettizio[4].

L'ipotesi di concedere maggiore autonomia al territorio iniziò a prendere piede dal 1970, a seguito della costituzione delle regioni[4]. Il 6 marzo 1975 venne istituito dalla regione Lombardia il circondario di Lodi, sorta di riconoscimento regionale del raggiungimento da parte del territorio dei requisiti per la richiesta di creazione di una provincia[4].

Tra il 15 gennaio e il 16 gennaio 1992 la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica votano favorevolmente riguardo all'istituzione della provincia di Lodi. Il 27 febbraio successivo il Consiglio dei ministri delibera l'approvazione della costituzione del nuovo ente. Il giorno successivo anche la regione Lombardia esprime il proprio parere favorevole[4]. La provincia venne ufficialmente istituita, tramite un decreto legislativo, il 6 marzo 1992 da parte del presidente della repubblica[4].

Nello stesso anno era stato indetto a Codogno un referendum popolare sull'adesione al nascituro ente provinciale. La consultazione vide l'89% dei cittadini votare "no", testimoniando la volontà dei codognesi di restare nella provincia di Milano. Nonostante ciò, il referendum di Codogno, così come quello della vicina Fombio, non trovò applicazione, e la città venne comunque inserita all'interno della provincia di Lodi. Al contrario, altri comuni, come San Colombano al Lambro, Cerro al Lambro, San Zenone al Lambro e Dovera riuscirono a vedere applicata la volontà popolare, restando nelle province di appartenenza (Milano e Cremona)[20].

Referendum consultivi sulla fusione di comuni[modifica | modifica wikitesto]

La tabella riepiloga i referendum consultivi per la fusione di comuni tenutisi a partire dal 1º dicembre 2013. In grassetto sono indicati i comuni che hanno approvato il quesito[21][22].

Data del referendum Comuni Iscritti Percentuale Elettiva Favorevoli Contrari Denominazione
nuovo comune
Data di istituzione
15 novembre 2015 Maleo
Cornovecchio
2 620
189
11.7%
70.07%
87%
31%
13%
69%
Maleo richiesta non accolta
dal consiglio regionale
22 ottobre 2017 Camairago
Cavacurta
654
835
62.92%
63.82%
80.25%
81.85%
19.74%
16.09%
Castelgerundo 1º gennaio 2018

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma della provincia di Lodi.
Stemma

«Partito: nel PRIMO, di verde, alla sbarra diminuita, di argento; nel SECONDO, di rosso, alla banda diminuita, d'oro. Ornamenti esteriori da Provincia.[23][24]»

Gonfalone

«Drappo di bianco, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della Provincia. Le parti di metallo e i cordoni sono dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto bianco, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della Provincia e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.[24]»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La facciata del duomo di Lodi

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Broletto
  • Palazzo Broletto a Lodi, edificato nel 1284 a fianco della cattedrale, dopo numerosi rimaneggiamenti si presenta in forme neoclassiche, come risulta evidente dal porticato e dalla loggia superiore, su cui si affaccia la sala del consiglio comunale[35]. Ai due lati del portico sono collocati il busto di Gneo Pompeo Strabone, che attribuì il titolo di municipium a Laus Pompeia (a sinistra), e quello di Federico Barbarossa, fondatore di Laus Nova (a destra)[35].
  • Palazzo Mozzanica a Lodi: Sorto nella seconda metà del XV secolo[36], è il migliore esempio di dimora patrizia lodigiana[37]. La facciata è caratterizzata dalla presenza di una fascia marcapiano in terracotta, decorata con corone floreali e figure della mitologia marina[38]; il portale è adornato da medaglioni che raffigurano Gian Galeazzo Visconti, Isabella d'Aragona, Francesco e Bianca Maria Sforza[37]. Il piano superiore è ricco di affreschi[37]. Secondo lo storico Giovanni Agnelli[39], vi soggiornò Francesco I re di Francia durante l'estate del 1509[40].
  • Centro direzionale della Banca Popolare di Lodi a Lodi: Progettato da Renzo Piano e sorto nei pressi della stazione ferroviaria a pochi passi dal centro storico, si sviluppa su oltre 3000  e rappresenta la costruzione più interessante della città sotto il profilo architettonico tra quelle della seconda metà del Novecento[41][42]. È stato scelto come ambientazione per alcuni spot pubblicitari[43].
  • Villa Biancardi a Codogno, costruita in stile Liberty alla fine dell'Ottocento. Presenta una pianta irregolare con tetti a padiglione con rivestimento in tegole portoghesi. Nel corpo principale dell'edificio sono presenti una torretta angolare sul lato posteriore e due rialzi ai lati della facciata principale[44].
  • Villa Biancardi a Zorlesco di Casalpusterlengo, edificata per volontà di Serafino Biancardi ai primi del Novecento sulla zona precedentemente occupata dal castello, in stile Liberty eclettico con rimandi all'arte medievale, gotica e rinascimentale. Divenuta di proprietà del comune di Casalpusterlengo nel 1972, cadde in una situazione di degrado fino al 1998 quando iniziarono i lavori di ristrutturazione guidati dall'architetto Paolo Mascheroni[45].
  • Villa Litta Carini ad Orio Litta, costruita dall'architetto Giovanni Ruggeri per volere del conte Antonio Cavazzi della Somaglia a partire dalla seconda metà del XVII secolo. Tra la fine del secolo e il 1749 fu ampliata secondo le volontà di Paolo Dati, pronipote del conte Cavazzi, trasformandola in reggia e luogo di ritrovo dei letterati dell'epoca. Divenuta di proprietà della famiglia Litta alla fine dell'Ottocento fu frequentata da personaggi noti come re Umberto I e Giacomo Puccini[46].
Villa Litta

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Il castello di Maccastorna
  • Castello Visconteo e Torrione di Lodi, tipica fortezza medievale, andata in buona parte distrutta; il suo alto e massiccio Torrione è uno dei simboli più noti della città[49]. L'edificio non può essere visitato poiché è occupato dagli uffici della questura.
  • Castello di Maccastorna, costruito attorno al 1250 a protezione di un guado sul fiume Adda da ghibellini in fuga da Cremona, fu in seguito espugnata e distrutta da truppe guelfe, le quali decisero poi di ricostruirla. Originariamente presentava otto torri perimetrali, tuttavia cinque di queste furono negli anni ribassate al livello delle mura perimetrali[50].
  • Castello di Maleo, risalente al Cinquecento, si compone di un corpo principale, uno secondario, la cinta muraria esterna ed il parco dove è presente un laghetto naturale. Il corpo principale, costituito da un edificio a due piani più uno interrato dispone di una cappella privata, un grande loggiato colonnato, uno scalone d’onore, alcuni camini ed una serie di volte affrescate ad opera di Bernardino e Giulio Campi[51].
  • Castello di Sant'Angelo Lodigiano, costruito nel XIII secolo dalla Signoria di Milano, per poi essere trasformato in dimora estiva da Regina della Scala. Fu poi donato alla famiglia Bolognini da Francesco Sforza. Ai primi del Novecento fu oggetto di restauri per volere di da Gian Giacomo Morando Bolognini; 1933 la vedova Lydia Caprara Morando Bolognini ordinò altri lavori per farne sede della Fondazione Morando Bolognini e dei musei Morando Bolognini, del pane e della storia dell'agricoltura[52].

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

  • Area archeologica di Lodi Vecchio, nella zona, dove si trovava il foro dell'antica Laus, sono parzialmente visibili i resti d'epoca romana appartenenti al teatro e all'anfiteatro. Sono altresì visibili i resti della cattedrale di Santa Maria, fondata nel V secolo su preesistenti edifici romani e poi definitivamente demolita nel 1879[53].

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Bosco sulle rive dell'Adda nel parco dell'Adda Sud
  • Riserva naturale Adda Morta - Lanca della Rotta, situata lungo il corso dell'Adda morta, ramo abbandonato senza più collegamento col fiume Adda, tra i comuni di Castiglione d'Adda e Formigara, quest'ultimo nel cremonese, occupa una superficie di 115 ha[54]. A Castiglione si trova un centro visite del parco Adda Sud[55].
  • Parco dell'Adda Sud, si estende lungo il basso corso del fiume Adda da Rivolta d'Adda, nel cremonese, fino alla foce in comune di Castelnuovo Bocca d'Adda, comprendendo 35 comuni tra le province di Lodi e Cremona. Comprende zone umide (lanche e morte) e boschi igrofili insieme ad ampi territori agricoli[56]. Sono presenti un centro a Villa Pompeiana, frazione di Zelo Buon Persico, ricavato dall'ex oratorio di San Michele, a breve distanza dalla Riserva Naturale il Mortone, un'area umida di 30 ettari dove scorreva un antico alveo del fiume Adda caratterizzato dalla presenza di canne palustri e di affioramenti d'acqua meta di varie specie di uccelli[57], e da un centro visite a Castiglione nei pressi della riserva dell'Adda Morta[55].
  • Bosco del Belgiardino, piccola oasi naturalistica situata sulle rive dell'Adda[58][59], al confine tra Lodi e Montanaso Lombardo; dall'area hanno origine numerosi sentieri che permettono di visitare i boschi circostanti, parzialmente trasformati in orto botanico[58], in cui inoltre vivono uccelli acquatici come gallinelle d'acqua, germani reali, cigni, aironi e tuffetti[60]. Durante l'estate diventa un centro ricreativo grazie alla presenza di una piscina gestita dal Comune di Lodi[58].
Nucleo del bosco Valle Grassa-Coldana-Sant'Antonio presso la Cascina Costino
  • Bosco Valle Grassa-Coldana-Sant'Antonio, situato nel capoluogo, è un'area di notevole interesse naturalistico, realizzata a cura della provincia tramite un finanziamento regionale[61]. Situato nelle vicinanze del centro abitato, può essere visitato grazie alla presenza di percorsi ciclopedonali[61]. Si tratta di un rimboschimento realizzato con specie arboree e arbustive autoctone[62], con destinazione giuridica permanente a bosco[63].
  • Parco della Collina di San Colombano, situato tra il comune omonimo appartenente alla città metropolitana di Milano e i comuni lodigiani di Graffignana e Sant'Angelo Lodigiano e quelli pavesi di Inverno e Monteleone e Miradolo Terme, ha un'estensione di 1440 ha, e raggiunge un'altezza massima di 147 m s.l.m[64].
  • Parco del Tormo, situato lungo il corso dell'omonimo fiume, occupa una superficie di 4406 ha tra i comuni di Abbadia Cerreto, Crespiatica, Corte Palasio e le province di Bergamo e Cremona, è caratterizzato da un'estesa rete idrografica composta, oltre che dal Tormo da altri corsi d'acqua originati da risorgive[65].
  • Riserva Naturale Monticchie, situata nel comune di Somaglia, nelle vicinanze di un'ansa del Po interrata, nacque negli anni 80 per proteggere un territorio che, abbadnonato dagli agricoltori tra gli anni 50 e 60 poiché non più redditizio, era stato rinaturato dalla vegetazione spontanea grazie alla presenza di risorgive di terrazzo. Al suo interno si possono trovare diverse specie animali come volpe, cinghiale e capriolo oltre a specie vegetali come la quercia[66].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

La tabella seguente riporta l'evoluzione del numero dei residenti nella provincia dal 2001 al 2015[67]:

Anno Residenti
2001 198 020
2002 201 554
2003 205 449
2004 209 129
2005 211 986
2006 215 386
2007 219 670
2008 223 630
2009 225 825
2010 227 655
2011 223 659
2012 225 798
2013 229 082
2014 229 576
2015 229 413

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2019 nel territorio provinciale risultano essere residenti 27 219 stranieri (13 531 uomini e 13 688 donne)[68], pari all'11.97%[69] dell'intera popolazione.

Di sotto sono riportate le dieci comunità numericamente più rilevanti, con il valore assoluto degli abitanti e quello relativo sul totale della popolazione residente[68]:

  • Romania: 7 819 (3.44% della popolazione)
  • Egitto: 3 093 (1.36% della popolazione)
  • Albania: 2 306 (1.01% della popolazione)
  • Marocco: 2 187 (0.96% della popolazione)
  • India: 1 222 (0.54% della popolazione)
  • Ecuador: 809 (0.36% della popolazione)
  • Nigeria: 789 (0.35% della popolazione)
  • Tunisia: 757 (0.33% della popolazione)
  • Cina: 743 (0.33% della popolazione)
  • Perù: 628 (0.28% della popolazione)

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto lodigiano.

In provincia è parlato il dialetto lodigiano, facente parte della lingua lombarda e, più precisamente, del ramo occidentale. Spostandosi dal capoluogo verso Milano, Pavia, Cremona e Piacenza il dialetto varia assumendo forme che si avvicinano via via ai dialetti delle città confinanti[70]. Queste differenze sono evidenti specialmente nella parte meridionale della provincia a sud di Casalpusterlengo dove il dialetto include forti somiglianze con il piacentino[71].

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Nella giurisdizione ecclesiastica della Chiesa cattolica, il territorio della provincia coincide con l'area della diocesi di Lodi. Essa è suddivisa in 6 vicariati e comprende, oltre a al lodigiano, anche alcuni comuni della città metropolitana di Milano, della provincia di Cremona e il comune di Miradolo Terme in provincia di Pavia[72].

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

Sanità[modifica | modifica wikitesto]

Il più importante centro sanitario della provincia è l'ospedale Maggiore di Lodi. Questi i principali presidi ospedalieri provinciali[73]:

Qualità della vita[modifica | modifica wikitesto]

Anno Qualità della Vita (Sole 24 Ore) Qualità della Vita (Italia Oggi)
2004 73ª (- 17)[74] 44ª (+ 8)[75]
2005 59ª (+ 14)[76] 24ª (+ 20)[77]
2006 42ª (+ 17)[78] 35ª (- 11)[79]
2007 48ª (- 6)[80] 28ª (+ 7)[81]
2008 60ª (- 12)[82] 84ª (- 56)[83]
2009 68ª (- 8)[84] 27ª (+ 57)[85]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Università[modifica | modifica wikitesto]

L'ingresso del Parco Tecnologico Padano

Dal 2005[86] è attivo nel capoluogo un polo scientifico-universitario, composto dal Parco Tecnologico Padano[87] e dal 2018 anche dalla nuova sede della facoltà di Veterinaria dell'università degli Studi di Milano progettata dall'archistar giapponese Kengo Kuma[88].

Il Parco Tecnologico Padano è uno dei più importanti centri di ricerca a livello europeo nel campo delle biotecnologie agroalimentari[89][90].

Il polo dell'università degli Studi di Milano comprende un ospedale veterinario per grandi animali, costituito da strutture didattiche e cliniche per equini, bovini, suini, ovini e caprini[91], accanto al quale si trova un centro zootecnico didattico-sperimentale[92]. Ha inoltre sede in città il Centro di Ricerca per le Produzioni Foraggere e Lattiero-Casearie, nato dall'accorpamento dell'Istituto Sperimentale per le Colture Foraggere – retto dal 1948 al 1976 dall'illustre agronomo Giovanni Haussmann[93] – con l'Istituto Sperimentale Lattiero-Caseario e l'Istituto Sperimentale per la Zootecnia dei Bovini da Latte[94].

Sempre nel capoluogo è attivo anche il corso di laurea in costruzioni e gestione del territorio organizzato dall'università degli Studi di Modena e Reggio Emilia in collaborazione con l'università degli Studi della Repubblica di San Marino[95].

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Tra i musei principali della provincia:

Musei a Lodi[modifica | modifica wikitesto]

La facciata del museo civico di Lodi

Musei in provincia[modifica | modifica wikitesto]

Il castello Bolognini, sede di tre musei a Sant'Angelo Lodigiano
  • Musei del castello di Sant'Angelo Lodigiano: sono ospitati il museo Morando Bolognini che include mobili, dipinti e vasellame risalenti ad un arco di tempo tra il XVII e il XIX secolo, una biblioteca che contiene circa 2 000 volumi e un'armeria che raccoglie 500 pezzi di epoche e provenienze diverse[102], il museo della storia dell'agricoltura che racconta la storia dal Neolitico fino all'industrializzazione delle campagne[103] e il museo del pane, diviso in 5 sale monotematiche dedicate a cereali, le procedura per la creazione del pane, forme di pani, macchinari necessari per la produzione e parte burocratica (tasse, regolamenti e disposizioni governative)[104].
  • Museo della Civiltà Contadina "Ciòca e berlòca" a Cavenago d'Adda, ospita oltre quattromila pezzi riguardanti la vita lungo il corso dell'Adda e le tradizionali attività agricole (coltura della vite, bachicoltura, artigianato agricolo, produzione del latte), nonché forme di folclore e religiosità popolare[105].
  • Museo storico della basilica di Sant'Angelo Lodigiano, allestito all'interno della basilica, include reperti risalenti tra il XVII secolo e i primi del novecento, interessanti per la varietà delle tecniche e dei materiali utilizzati[106].
  • Raccolta d'arte Carlo Lamberti a Codogno, nata dal lascito testamentario di Carlo Lamberti, raccoglie 122 tra dipinti, acquerelli, disegni e sculture dal XVI secolo fino all'arte contemporanea. Sono ospitate opere di autori come Giuseppe Novello, Enrico Groppi, Alessandro Bertamini, Giorgio Belloni, e Tranquillo Cremona[107].

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina lodigiana.
Forme di Grana Padano

La gastronomia lodigiana è prevalentemente caratterizzata dai prodotti caseari. Il più rinomato tra i formaggi locali è il Grana Padano DOP[108], che nella sua migliore produzione prende il nome di Granone Lodigiano PAT[109]. Il Granone, in particolare, è considerato il «capostipite» di tutti i formaggi grana: un tempo era di colore giallo, in quanto alla pasta veniva aggiunto dello zafferano; inoltre, non venendo pressato, durante la stagionatura espelle siero, formando la caratteristica «lacrima»[110]. Le forme giovani vengono tagliate a metà e raschiate con un apposito attrezzo: mediante questa tecnica si ottengono delle sfoglie sottilissime, note come raspadüra[110]. Altri formaggi tipicamente lodigiani sono il mascarpone PAT[109] e il pannerone PAT[109], entrambi preparati con la panna. Frittate, zuppe e insaccati di maiale rappresentano le altre specialità; esistono anche numerosi dolci tipici, quali la Tortionata PAT[109], gli Amaretti Fanfullini e gli Gnam-gnam[111].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Comuni[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Lodi.

Appartengono alla provincia di Lodi i seguenti 60 comuni:

Comuni più popolosi[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è riportata la lista dei dieci principali comuni della provincia di Lodi ordinati per numero di abitanti:

Pos. Stemma Comune di Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
Densità
(ab/km²)
Altitudine
(m s.l.m.)
Lodi 45 372 41.43 1068 87
Codogno 15 868 20.86 753.5 58
Casalpusterlengo 15 236 25.6 597.5 60
Sant'Angelo Lodigiano 13 279 20 668 73
Lodi Vecchio 7 532 16 463 82
Zelo Buon Persico 6 860 18 379.5 95
Tavazzano con Villavesco 6 125 16 380 82
Mulazzano 5 768 15 383.5 91
Castiglione d'Adda 4 659 13.11 376 60
10°
Massalengo 4 560 8.48 537.74 76

Il comune meno abitato è Maccastorna, paese di soli 59 abitanti.

Unioni di comuni[modifica | modifica wikitesto]

In provincia di Lodi sono presenti tre unioni di comuni che raggruppano complessivamente undici comuni:

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Agricoltura e allevamento[modifica | modifica wikitesto]

L'agricoltura e l'allevamento sono di fondamentale importanza per il lodigiano fin dal Medioevo[115]. A testimonianza di quanto il settore primario sia tuttora significativo, i dati del quinto censimento generale dell'agricoltura dell'ottobre 2000 riferiscono di 1 786 aziende nel territorio della provinciale che producono prevalentemente mais (47% della superficie agricola utilizzata) e foraggi (24% della SAU)[116].

Per garantire e promuovere le eccellenze del settore, oltre che tutelare l'ambiente, il benessere degli animali e la salute dei consumatori, nel 2004 è stato fondato il comitato del marchio "Lodigiano Terra Buona"[117][118].

Industria e artigianato[modifica | modifica wikitesto]

Tra Montanaso Lombardo e Tavazzano con Villavesco, sorge una grande centrale termoelettrica di proprietà della EPH, alimentata a gas naturale[119]. La centrale, con una potenza installata di 1740 MW[120], è una delle più importanti d'Italia e conta 120 dipendenti[119]. Il primo nucleo, realizzato nel 1952 nell'ambito del piano Marshall[121], fu inaugurato da Enrico Mattei e dal presidente del Consiglio Alcide De Gasperi; gli impianti sono stati attivati in diversi scaglioni tra il 2002 e il 2010[120]. La centrale preleva l'acqua di raffreddamento dal canale Muzza, dal canale Belgiardino e dal fiume Adda[120].

Le industrie più sviluppate sono quella casearia (il Lodigiano è una delle 14 aree in cui è concentrata la produzione del Grana Padano[108]) e quella artigianale, in particolare nei settori della ceramica e della cosmesi, settore in cui è attiva, presso il capoluogo Erbolario[122].

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

Nel capoluogo è presente un polo fieristico, in zona San Grato, inaugurato nel maggio 2009, dopo essere stato progettato una decina di anni prima ed aver subito un iter di realizzazione piuttosto lungo[123]. Il centro era originariamente gestito dalla società Lodinnova partecipata da comune, provincia, camera di commercio e unione artigiani[123]. Nell'ottobre 2016 la società Lodinnova è stata poi posta in liquidazione, con le strutture da trasferire al comune di Lodi che dovrà poi procedere alla loro vendita[124].

In provincia sono presenti alcuni poli logistici, favoriti dalla vicinanza con Milano e dalla presenza dell'autostrada A1 e della ferrovia Milano-Bologna, tra i quali il polo Milano Sud di Secugnago, inaugurato nel 2009 e gestito da Federtrasporti[125], quello di Somaglia, dove sono presenti il polo TyreCity dedicato a stoccaggio e movimentazione degli pneumatici e Lidl[126].

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1999 il 2018, anno del suo scioglimento, il capoluogo ha fatto parte del circuito delle città d'arte della Pianura Padana[127][128]. Oltre al turismo culturale, particolarmente importante è quello naturalistico, in virtù anche dell'efficiente rete ciclabile che dal capoluogo si diparte in tutto il territorio[129]. Il turismo enogastronomico si concentra soprattutto nei mesi compresi fra ottobre e dicembre, durante i quali – a partire dal 1988 – si svolge la «rassegna gastronomica del Lodigiano»[130][131].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Lodi.
La stazione di Codogno

La provincia di Lodi è attraversata da una strada statale: la strada Statale 9 Via Emilia che unisce Milano a Rimini, da cui si dirama la tangenziale est del capoluogo, inaugurata nel 2001[132]. Altre strade in passato statali ed ora passate in capo alla provincia sono la strada statale 234 Codognese, la strada statale 235 di Orzinuovi, la strada statale 412 della Val Tidone, la strada statale 415 Paullese, la strada statale 472 Bergamina e la strada statale 591 Cremasca[133].

La provincia è attraversata anche da due autostrade: l'A1 Milano-Napoli sulla quale sono posti i caselli di Lodi, Casalpusterlengo - Ospedaletto Lodigiano e Basso Lodigiano, posto in comune di Guardamiglio, e dalla tangenziale est esterna di Milano sulla quale non sono tuttavia posti caselli in territorio lodigiano.

Un convoglio tranviario a vapore percorre il ponte sull'Adda a Lodi

I principali nodi ferroviari sono la stazione del capoluogo, posta sulla ferrovia Milano-Bologna e la stazione di Codogno, posta sulla medesima tratta e sulla ferrovia Pavia-Cremona. La provincia è inoltre attraversata dalla linea ad alta velocità Milano-Bologna la quale non presenta però stazioni nella provincia.

Fra il 1880 e i primi decenni del Novecento, il capoluogo fu al centro di una vasta rete di tranvie extraurbane che comprendeva le linee Milano-Lodi, Lodi-Treviglio-Bergamo, Lodi-Sant'Angelo e Lodi-Crema-Soncino, nonché la linea di collegamento Melegnano-Sant'Angelo permettendo di collegare la città con i principali capoluoghi della Lombardia[134]. Da Sant'Angelo partiva inoltre la linea per Pavia.

A partire dal 1924 il comune di San Rocco al Porto fu collegato alla rete tranviaria urbana a trazione elettrica di Piacenza. Le tranvie urbane furono soppresse nel 1955 e sostituite da autolinee gestite dalla società Auto Guidovie Italiane[135].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prefetti della provincia di Lodi.

Presidenti eletti direttamente dai cittadini (1995-2014)[modifica | modifica wikitesto]

N. Ritratto Nome Mandato Partito Coalizione
Inizio Fine
1 Lorenzo Guerini 8 maggio
1995
28 giugno
1999
Partito Popolare Italiano
La Margherita
PDSPPIFdV
Patto dei Democratici[136]
28 giugno
1999
28 giugno
2004
DSPPI
SDIPdCI
I Democratici
civiche[136][137]
2 Lino Osvaldo Felissari 28 giugno
2004
8 giugno
2009
Democratici di Sinistra
Partito Democratico
DSDLPRC
SDIFdVIdV
PdCIUDEUR[136][137]
3 Pietro Foroni 8 giugno
2009
6 maggio
2013[A 1]
Lega Nord PdLLNDC
Pensionati
civiche[136]
Cristiano Devecchi
(vicepresidente
facente funzioni
,
poi commissario)
6 maggio
2013[138]
6 giugno
2013
6 giugno
2013[139]
30 settembre
2014

Presidenti eletti dagli amministratori comunali (dal 2014)[modifica | modifica wikitesto]

N. Nome Mandato Partito Coalizione
Inizio Fine
1 Mauro Soldati 30 settembre
2014
5 ottobre
2017[A 2]
Partito Democratico centro-sinistra[136]
Giuseppe Russo
(vicepresidente
facente funzioni
)
5 ottobre
2017[140]
6 febbraio
2018
2 Francesco Passerini 6 febbraio
2018[141]
27 marzo
2022
Lega Nord FILNFdI
3 Fabrizio Santantonio 27 marzo
2022
in carica indipendente di centro-sinistra centro-sinistra
centro-destra
indipendenti[142]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La disciplina sportiva più seguita nel capoluogo è per tradizione l'hockey su pista[143][144]. La principale squadra della città, l'Amatori Lodi, ha conquistato due scudetti, tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa di Lega, una Coppa delle Coppe e una Coppa CERS[145][146][147][148].

L'attività maggiormente praticata nella provincia è il calcio: la società cittadina Fanfulla fu protagonista nel campionato di Serie B tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, conquistando poi nel 1984 una Coppa Italia di Serie C[149]. In provincia altre due compagini possono vantare trascorsi in campionati nazionali: il Codogno, arrivato a disputare nel 1928-1929 la Prima Divisione, all'epoca secondo livello del calcio italiano e con un totale di dodici partecipazioni a campionati di terzo livello (l'ultima nella Serie C 1947-1948) e il Sant'Angelo che vanta una partecipazione ad un campionato di secondo livello (la Seconda Divisione 1921-1922 e tredici complessive partecipazioni a campionati di Serie C (l'ultima nella Serie C2 1983-1984).

Nel basket la provincia di Lodi è rappresentata dall'Unione Cestistica Casalpusterlengo che ha disputato per complessive quattro stagioni nel secondo campionato italiano, prima di trasferire a partire dalla stagione 2016-2017 la sede di gioco al PalaBanca di Piacenza a causa dell'inadeguatezza del PalaCampus di Codogno, pur mantenendo la sede a Casalpusterlengo[150].

La squadra di pallavolo più importante del lodigiano è stata il Volleyball Club Lodi, che nella stagione 2003-2004 ha militato nel campionato di Serie A2 femminile. Nell'estate del 2004 due imprenditori siciliani acquistarono la società, allestendo una formazione molto competitiva con l'obiettivo dichiarato della promozione nella massima categoria: la squadra era composta da numerose atlete di riconosciuto valore internazionale, tra le quali l'azzurra Maurizia Cacciatori[151]. Tuttavia, prima dell'inizio del campionato, un'ispezione della Guardia di Finanza riscontrò gravi irregolarità nella gestione della società[152], decretandone di fatto lo scioglimento.

Nel baseball le squadre principali sono l'Old Rags Baseball Club di Lodi, fondato nel 1966. Nel 1980 vinse il campionato di Serie A2, militando poi per tre stagioni nella massima categoria nazionale. Dopo aver disputato nel 2012 il campionato di Serie A Federale, nel 2013 la squadra è ripartita dalla Serie C[153] e il Codogno Baseball '67 che vanta uno scudetto di Serie A (conseguito nel 1976 quando la Serie A era il secondo livello del campionato) ed una presenza in massima serie, nel 2002 conclusasi con una retrocessione. Analogamente a quanto accaduto agli Old Rags, al termine della Serie A Federale 2013 la squadra si è ritirata ripartendo dalla Serie C[154].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il presidente Pietro Foroni fu dichiarato decaduto dal consiglio provinciale per incompatibilità con la carica di consigliere regionale; la guida dell'amministrazione provinciale fu affidata al vicepresidente Cristiano Devecchi, che in seguito fu come da prassi nominato commissario in concomitanza con lo scioglimento di giunta e consiglio.
  2. ^ Il presidente Mauro Soldati rassegnò le dimissioni al fine di poter presentare la propria candidatura alle elezioni politiche del 2018; la guida dell'amministrazione provinciale fu affidata al vicepresidente Giuseppe Russo.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Armando Novesconi, Castelli intorno a Lodi, Lodi, Banca Popolare di Lodi, 1981.
  • Francesco Ogliari e Franco Sapi,, Ritmi di ruote. Storia dei trasporti italiani, 10°. Emilia-Romagna, Milano, 1969.
  • Ercole Ongaro, Al servizio dell'uomo e della terra: Giovanni Haussmann, Milano, Jaca Book, 2008, ISBN 978-88-16-40826-5.
  • Aldo Papagni e Andrea Maietti,, Il secolo del Guerriero – Lodi e l'A.C. Fanfulla: cento anni di passioni sportive (1908-2008), Azzano San Paolo, Bolis Edizioni, 2008, ISBN 88-7827-170-5.
  • Cesare Vignati, Storia di Lodi e il suo territorio, Bornato in Franciacorta, Fausto Sardini Editore e Stampatore, 1981 [1859].

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