Poligrafo (autore)

Un poligrafo (dal greco πολύς= molto e γράφω= scrivo) è un autore versatile, che scrive su diversi e talora disparati argomenti[1]. Il termine viene attribuito a molti letterati fioriti nella prima metà del XVI secolo, subito dopo l'invenzione della stampa, i quali si guadagnavano da vivere presso un editore con lavori propri o curando, traducendo e spesso plagiando i lavori altrui[2].

Autori poligrafi[modifica | modifica wikitesto]

Come esempi di poligrafi dell'antichità possiamo citare Plutarco, l'autore, oltre che delle biografie raccolte nelle Vite parallele, di circa 80 altre opere, conosciute col nome di Moralia, di argomento e genere vario (retorica, politica, religione, scienza, letteratura, ecc.). Fra i poligrafi rinascimentali possiamo citare il Doni, nella cui imponente produzione letteraria troviamo novelle, opere teatrali, fiabe, biografie, saggi di critica letteraria, repertori bibliografici, saggi sulle arti figurative o sulla musica, epistolari, enciclopedie, ecc. Fra i poligrafi moderni si può citare Carlo Amoretti autore di saggi giuridici, saggi scientifici sui più disparati argomenti, opere di storia, reportage di viaggi, ecc.

Dal punto di vista cronologico, i poligrafi erano molto numerosi nell'antichità, soprattutto nel Medioevo e nel Rinascimento; diventano progressivamente più rari in età moderna e contemporanea, soprattutto a causa dello sviluppo della specializzazione anche in letteratura.

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Poligrafi del XVI secolo[modifica | modifica wikitesto]

Era moderna[modifica | modifica wikitesto]

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Riferendosi a Niccolò Tommaseo, Giovanni Papini lo definisce «un poligrafo, cioè uno che scrive intorno a molte materie tra loro diverse ma che di nessuna, o quasi, è veramente padrone»(Giovanni Papini, Scrittori e artisti, Coll. I classici contemporanei italiani. Tutte le opere di Giovanni Papini, Milano: A. Mondadori, 1959, p. 527). Tale definizione è citata anche nel Vocabolario on-line Treccani, voce «Poligrafo»
  2. ^ Peter Burke, Le fortune del cortegiano: Baldassarre Castiglione e i percorsi del Rinascimento europeo; traduzione di Annalisa Merlino, Roma: Donzelli, 1998, ISBN 88-7989-441-2, p. 43 (Google libri)
  3. ^ Wauchier de Denain, polygraphe du XIIIe siècle | Presses Universitaires, su presses-universitaires.univ-amu.fr. URL consultato il 25 dicembre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ettore Bonora, "Anton Francesco Doni e i poligrafi" in Emilio Cecchi e Natalino Sapegno (a cura di), Storia della Letteratura Italiana, Milano: Garzanti editore, 1966, Vol. IV (Il Cinquecento), Cap. XVI, pp. 432–44.
  • Eugenio Camerini, Nuovi profili letterari, Vol. IV, "Poligrafi", Milano: presso Natale Battezzati, 1876.
  • Abd-El-kader Salza, Luca Contile: uomo di lettere e di negozj del secolo XVI: contributo alla storia della vita di corte e dei poligrafi del 500. Firenze: Tip. G. Carnesecchi e figli, 1903.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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