Podestà di Lecco

Podestà di Lecco
I commensali a tavola e Fra Cristoforo (capitolo V)
UniversoI promessi sposi
AutoreAlessandro Manzoni
1ª app. inFermo e Lucia
Ultima app. inI promessi sposi
Caratteristiche immaginarie
Specieumano
SessoMaschio
Etniaitaliano
Professionepodestà

Il podestà di Lecco è un personaggio immaginario presente ne I promessi sposi, romanzo di Alessandro Manzoni.

Biografia del personaggio[modifica | modifica wikitesto]

Compare nel quinto capitolo, come commensale di don Rodrigo (insieme al dottor Azzecca-garbugli, al conte Attilio e ad altri anonimi), partecipe della discussione sulla cavalleria che precede e accompagna la comparsa di Fra Cristoforo al pranzo.

Viene poi menzionato più volte, in riferimento al suo mancato ruolo di tutore dell'ordine, che avrebbe dovuto in teoria impedire a don Rodrigo di commettere reati.

Analisi del personaggio[modifica | modifica wikitesto]

Della sua personalità hanno scritto critici come Eugenio Donadoni (Personaggi di autorità nei Promessi Sposi, in Studi Danteschi e Manzoniani, Firenze, La nuova Italia, 1968), o Angelandrea Zottoli (Umili e potenti nella poetica del Manzoni, Roma, C. Tumminelli, 1942). Fondamentale, sul personaggio, il contributo di Luigi Russo nella voce Il Podestà del Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature (XI volume, p. 514), nella quale scrive:

«Il Podestà ha la boria dottrinale dell'uomo istruito, di fronte a nobilotti potenti ma ignoranti. E c'è un'ironia delle cose, implicita nella sua presenza, di cui il Manzoni amaramente si compiace. L'ironia della situazione è complicata anche dall'ironia del carattere. Quel Podestà è tutto infatuato della sua cultura giuridica; una coscienza giuridica di quel genere dovrebbe essere sensibilissima alla giustizia. Macché!... Il Manzoni bada a presentarcelo oratore volubile e saccente...Il Podestà potrebbe apparire un personaggio meramente caricaturale, una macchietta. Ma il Manzoni è al di sopra di cotesto gusto bozzettistico...e il Podestà sparisce come individuo per valere come simbolo trascendentale di tutta una società, una civiltà, un regime, simbolo di una visione della vita.»

Opere audiovisive[modifica | modifica wikitesto]

Nella versione televisiva del romanzo, il personaggio è interpretato da Mario Pisu.

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