Partito Pirata

Logo del Partito Pirata
Diffusione del Partito Pirata al 2013:

     Partito Pirata ufficialmente registrato

     Partito Pirata attivo ma non registrato

     In discussione con il PP Internazionale

     Nessun Partito Pirata

Il Partito Pirata (PP) è una serie di partiti politici diffusi in numerosi Paesi. Nel programma hanno in comune il rafforzamento dei diritti civili, maggiori istituti di democrazia liquida, la riforma del diritto d'autore e dei brevetti, la libertà di circolazione della conoscenza, l'utilizzo di software liberi e open source, la protezione dei dati personali, maggiore trasparenza e libertà d'espressione, l'educazione libera, la lotta alla corruzione, la neutralità della rete e l'opposizione alla sorveglianza di massa, alla censura e ai colossi tecnologici GAFAM.

Il primo nato è stato il Partito Pirata svedese all'inizio del 2006.

La loro filosofia libertaria si basa sull'idea che Internet sia uno spazio pubblico e che tutti debbano avere il diritto di accedervi in egual misura, sostengono che l'interferenza dei governi e delle grandi multinazionali dell'IT viola il diritto di vivere come si vuole, senza paura o coercizione e che i cittadini dovrebbero avere il diritto di esprimere le proprie opinioni liberamente e senza restrizioni, anche se tali opinioni sono controverse o impopolari. L'attenzione del Partito Pirata per queste idee si allinea bene con i principi del libertarismo civile e del cyberlibertarismo, rendendolo forte alleato nella lotta per le libertà individuali.

Il nome Partito Pirata allude alla pirateria online, i partiti pirata non rappresentano i pirati dei mari.

L'intento è quello di modificare, sia legalmente, sia concettualmente, il copyright e il diritto d'autore, in quanto sono da essi considerati troppo sbilanciati in favore dello sfruttamento economico a scapito dello sviluppo culturale della società.

Organizzazioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Internazionale dei Partiti Pirata e Partito Pirata Europeo.

L'Internazionale dei Partiti Pirata è l'organizzazione internazionale che unisce i partiti pirata nazionali. Fondata nel 2006 come un'unione informale di partiti indipendenti tra loro, dall'ottobre 2009 ha ottenuto lo status di organizzazione non governativa in Belgio. La fondazione ufficiale con l'adozione di uno statuto è avvenuta in una conferenza tra il 16 e il 18 aprile 2010 a Bruxelles, a cui hanno partecipato delegati provenienti da 22 Paesi.

Il Partito Pirata Europeo è l'organizzazione europea che unisce i partiti pirata nei Paesi dell'Unione europea. Fondato nel 2013 ha come scopo la collaborazione dei vari partiti pirata nell'ambito delle attività nell'Unione Europea e nelle elezioni europee.

I partiti pirata in Europa[modifica | modifica wikitesto]

Partito Pirata Italiano[modifica | modifica wikitesto]

Vecchio simbolo del Partito Pirata italiano

Il Partito Pirata Italiano (PPIT) è stato fondato il 16 settembre 2006 ed è membro fondatore dell'Internazionale dei Partiti Pirata[1] e del Partito Pirata Europeo[2].

Il 18 dicembre 2011 i membri del Partito Pirata approvano il nuovo statuto che pone la democrazia liquida e l'Assemblea Permanente alla base del funzionamento pratico e politico del Partito.

La prima Assemblea Occasionale del partito si è tenuta il 23 e 24 marzo 2013 a Milano. Nella seconda Assemblea Occasionale, tenutasi a Firenze il 25 gennaio 2014, Luca Cappelletti viene eletto rappresentante legale del partito[3].

Il Partito Pirata Italiano ha di volta in volta collaborato con diversi partiti della sinistra italiana: alle elezioni europee del 2009 ha candidato il segretario Alessandro Bottoni come indipendente con Sinistra Ecologia Libertà nella circoscrizione Italia nord-orientale (820 preferenze, non eletto);[4][5] alle elezioni regionali nel Lazio del 2013 ha candidato Arturo Di Corinto come indipendente nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà (neppure egli eletto);[6] alle elezioni amministrative del 2013 ha presentato una propria lista a Roma, in appoggio al candidato di Repubblica Romana Sandro Medici[7], raccogliendo 720 voti e lo 0,07% delle preferenze e non ottenendo seggi in consiglio comunale; alle elezioni europee del 2014 il Partito Pirata ha invece supportato alcuni candidati della lista L'Altra Europa con Tsipras[8] che ne condividevano gli ideali (progetto DigiTsipras)[9]; alle elezioni amministrative del 2014 il Partito Pirata si è presentato nel comune di Pioltello con una lista denominata Pioltello Pirata e con Cosimo Antonio Gervasi candidato alla carica di sindaco, ottenendo l'1,04% dei voti e nessun seggio in consiglio comunale.

Dal 2015, così come in Brasile, il Partito Pirata Italiano promuove l'Internet Ungovernance Forum insieme a tutte quelle realtà e reti, territoriali e nazionali, che si battono per la neutralità della rete, la libertà d'espressione e conoscenza, la privacy e la democrazia liquida. Sostiene anche il repubblicanesimo, l'antifascismo e appoggia il Comitato per i diritti civili delle prostitute.

Nel 2019 il Partito Pirata è stato in corsa per le elezioni europee di maggio con proprie liste candidati su tutte e 5 le circoscrizioni[10], ottenendo 60.809 voti (0,23%)[11] e non riuscendo a eleggere alcun parlamentare.

Nel II congresso nazionale del 25 ottobre 2020 Maria Rosaria Lo Muzio viene eletta nuovo segretario del partito, Emmanuele Somma nuovo tesoriere e Aldo A. Pazzaglia nuovo garante.

Partito Pirata Svedese[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partito Pirata (Svezia) e Piratbyrån.

In Svezia, il Partito Pirata (Piratpartiet) è un partito politico nato all'inizio del 2006 per iniziativa di Rickard Falkvinge.

L'intento era quello di presentare un partito, alle elezioni politiche svedesi dello stesso anno, che si attivasse per modificare, sia legalmente, sia concettualmente, il diritto d'autore e i brevetti, per difendere la libertà della Rete e la riservatezza dei cittadini. Secondo il partito, infatti, i diritti d'autore, i brevetti e le minacce di restrizione delle libertà d'informazione sono strumentalizzate a fini economici e ostacolano lo sviluppo sociale.

Partito Pirata Tedesco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partito Pirata (Germania).

In Germania il Partito Pirata (Piratenpartei) partecipa alle sue prime elezioni con le europee del 2009 raccogliendo lo 0,9% dei voti dell'elettorato tedesco. Nelle Elezioni federali in Germania del 2009 ha più che raddoppiato i voti ottenendo il 2,0%, risultando il primo partito fra quelli che non hanno superato la soglia di sbarramento. Successivamente il partito è cresciuto raggiungendo l'8,9% nelle elezioni del Land di Berlino nel settembre 2011 (per la prima volta a livello di Land tedesco, il partito ha superato lo sbarramento del 5% conquistando seggi) poi nuovamente superato con il 7.4% nelle elezioni della regione del Saarland nel marzo 2012, con l'8.3% nelle elezioni statali della regione Schleswig-Holstein e con il 7,5% nelle elezioni per la regione Renania Settentrionale-Vestfalia del maggio 2012.

Partito Pirata Ceco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partito Pirata Ceco.

Nella Repubblica Ceca il Partito Pirata Ceco (Česká Pirátská Strana) è stato fondato nel 2009. Nelle elezioni del 2012 ha conquistato 1 seggio al Senato[12][13][14] mentre nelle elezioni amministrative del 2014 è entrato in vari consigli comunali, tra cui quello della capitale, Praga, e diventando il primo partito a Mariánské Lázně[15]. Alle elezioni parlamentari del 2017 ha conquistato 22 seggi su 200 grazie al 10,79% dei voti posizionandosi terzo partito.

Partito Pirata Islandese[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partito Pirata (Islanda).

In Islanda il Partito Pirata (Píratar) è stato fondato nel 2012. Si è presentato per la prima volta alle elezioni parlamentari in Islanda del 2013 ottenendo il 5,1% dei voti e 3 seggi all'Althing. Alle elezioni del 29 ottobre 2016 prese il 14,48% dei voti per un totale di 10 seggi su 63, dietro solamente ai Verdi (15,31%) e al Partito dell'Indipendenza (29,00%).

Lista dei partiti pirata nel mondo[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Partiti pirata.

Dopo l'esperienza svedese sono nate associazioni o veri e propri partiti in tutto il mondo che si rifanno allo stesso partito e riportano il sostantivo "pirata" nella denominazione, utilizzano la vela nera stilizzata iscritta in un cerchio e logo principale del Partito svedese. Ci sono partiti Pirata ufficialmente registrati in Spagna, Austria, Grecia, Israele, Brasile, Paesi Bassi e Kazakistan. Ci sono partiti Pirati non registrati ma attivi negli Stati Uniti d'America, Regno Unito, Australia, Francia, Polonia, Russia e Belgio.

Nazione Logo Nome partito in lingua originale Anno fondazione Note
Bandiera dell'Argentina Argentina Partido Pirata de Argentina ?
Bandiera dell'Australia Australia Pirate Party Australia 2009
Bandiera dell'Austria Austria Piratenpartei Österreichs 31 luglio 2006
Bandiera del Belgio Belgio Piratenpartij
Parti Pirate
28 giugno 2009
Bandiera della Bielorussia Bielorussia Пірацкі цэнтр Беларусі 14 settembre 2012
Bandiera della Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina Piratska Partija Bosne i Hercegovine 2010
Bandiera del Brasile Brasile Partido Pirata do Brasil 28 luglio 2012
Bandiera della Bulgaria Bulgaria Пиратска партия 11 aprile 2010
Bandiera del Canada Canada Parti Pirate du Canada
Pirate Party of Canada
2009
Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca Ceská Pirátská Strana 2009
Bandiera del Cile Cile Partido Pirata de Chile 2007
Bandiera della Croazia Croazia Piratska Stranka Hrvatske marzo 2012
Bandiera della Finlandia Finlandia Piraattipuolue 24 maggio 2008
Bandiera della Francia Francia Parti Pirate 21 giugno 2006
Bandiera della Germania Germania Piratenpartei 10 settembre 2006
Bandiera della Grecia Grecia Κόμμα Πειρατών Ελλάδας 14 gennaio 2012
Bandiera dell'Islanda Islanda Píratar 24 novembre 2012
Bandiera d'Israele Israele הַפִּירָאטִים
Piratim
2012
Bandiera dell'Italia Italia Partito Pirata Italiano 16 settembre 2006
Bandiera del Kazakistan Kazakistan Қазақстан Пираттық Партиясы
Qazaqstan Pırattyq Partııasy
11 gennaio 2010
Bandiera del Marocco Marocco حزب القراصنة (المغرب 2011
Bandiera del Montenegro Montenegro Piratska Partija Crne Gore 11 giugno 2012
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda Pirate Party of New Zealand 2009
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Piratenpartij 2010
Bandiera del Regno Unito Regno Unito Pirate Party UK
Plaid Môr-leidr DU
30 luglio 2009
Bandiera della Slovenia Slovenia Piratska stranka Slovenije 17 ottobre 2012
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti United States Pirate Party 6 giugno 2006
Bandiera della Svezia Svezia Piratpartiet 1º gennaio 2006
Bandiera della Svizzera Svizzera Piratenpartei Schweiz
Parti Pirate Suisse
Partito Pirata della Svizzera
Partida da Pirats Svizra
12 luglio 2009
Bandiera della Tunisia Tunisia حزب القراصنة
Parti Pirate
7 aprile 2012
Bandiera della Tunisia Tunisia حزب القراصنة التونسي
Parti Pirate Tunisien
27 settembre 2010
Bandiera dell'Ucraina Ucraina Піратська Партія України 27 settembre 2011
Bandiera dello Zambia Zambia Zambia Pirates Party ?
Bandiera dello Zimbabwe Zimbabwe Zimbabwe Pirates Party ?

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Risultati elettorali del Partito Pirata.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) 22 Pirate Parties from all over the world officially founded the Pirate Parties International, su pp-international.net, Pirate Parties International, 21 aprile 2010. URL consultato il 28 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2010).
  2. ^ Members, su europeanpirates.eu, European Pirates. URL consultato il 7 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2014).
  3. ^ PIRATE PARTY OF ITALY CONGRESS IN FLORENCE, su piratetimes.net. URL consultato il 15 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2015).
  4. ^ Elezioni europee ed amministrative del 6 - 7 giugno 2009, su elezioni.interno.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 27 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2010).
  5. ^ Arturo di Corinto, Partito pirata sogna il boom. "Noi piccoli, servono soldi", su repubblica.it, la Repubblica, 21 settembre 2011. URL consultato il 9 gennaio 2014.
  6. ^ Un pirata della prima ora alle regionali, su partito-pirata.it, Partito Pirata, 5 febbraio 2013. URL consultato il 9 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2014).
  7. ^ Risultati delle elezioni comunali del 2013 a Roma, su elezioni.interno.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 9 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2013).
  8. ^ Pier Luigi Tolardo, I Pirati italiani sostengono la lista Tsipras, su zeusnews.it, ZeusNews.
  9. ^ Progetto Digitsipras, su digitsipras.wordpress.com.
  10. ^ #pirati alle Europee 2019 – Partito Pirata, su www.partito-pirata.it. URL consultato il 25 aprile 2019.
  11. ^ Archivio Storico delle Elezioni, su elezionistorico.interno.gov.it.
  12. ^ Czech PP Celebrates First Pirate Senator, su piratetimes.net. URL consultato il 4 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2013).
  13. ^ Pirate Parties Win First Senators Seat Czech Win International Race, su falkvinge.net.
  14. ^ First Pirate Party Senator Elected in the Czech Republic da TorrentFreak
  15. ^ (EN) Anton Nordenfur, Pirates to Enter Several Local Czech Parliaments, su piratetimes.net, Pirate Times, 11 ottobre 2014. URL consultato il 20 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2014).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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