Partito del Lavoro di Corea

Partito del Lavoro di Corea
조선로동당
朝鮮勞動黨
Chosŏn Rodongdang
SegretarioKim Il-sung (1949-1994)
Kim Jong-il (1994-2011)[1]
Kim Jong-un (dal 2012)
StatoBandiera della Corea del Nord Corea del Nord
SedePyongyang
AbbreviazionePLC, WPK
Fondazione30 giugno 1949
IdeologiaComunismo (rigettato)
Juche
Songun
Nazionalismo di sinistra
CollocazioneEstrema sinistra[3]
CoalizioneFronte Democratico per la Riunificazione della Patria
Affiliazione internazionaleIncontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai[2]
Seggi Assemblea popolare suprema
607 / 687
TestataRodong Sinmun
Organizzazione giovanileLega della Gioventù Socialista Patriottica
Iscritti3 000 000 (2016)
Sito webwww.rodong.rep.kp
Bandiera del partito

Il Partito del Lavoro di Corea[4][5] o Partito dei Lavoratori di Corea (조선로동당?, 朝鮮勞動黨?, Joseon RodongdangLR, Chosŏn RodongdangMR) è il partito dominante della Repubblica Democratica Popolare di Corea. Ha avuto due Segretari generali, Kim Il-sung e Kim Jong-il, che in Corea sono chiamati rispettivamente "Grande Leader" e "Caro Leader". Ebbe tuttavia altri segretari in altri periodi della sua esistenza.

Dal 1947 è di fatto il partito unico della Corea del Nord e con 607 seggi su 687 controlla il parlamento nordcoreano, l'Assemblea popolare suprema, difatti coesiste de iure con altri due partiti legali nel Paese (Partito Socialdemocratico di Corea e Partito Chondoista Chongu), ma questi ultimi sono completamente subordinati al Partito del Lavoro di Corea[6][7] e devono accettare il "ruolo guida" del Partito del Lavoro di Corea per poter esistere.[8][9][10] L'articolo 11 della Costituzione della Corea del Nord indica il Partito del Lavoro di Corea come detentore della leadership su tutte le attività dello Stato.[11]

Tutti e tre i partiti sono riuniti nella coalizione del Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria, che sceglie tutti i candidati alle elezioni e di cui tutti i candidati devono far parte, presente dal 1947 e guidata dal Partito del Lavoro di Corea.[7][12][13]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prime organizzazioni comuniste coreane[modifica | modifica wikitesto]

Partito Socialista Coreano[modifica | modifica wikitesto]

Kim-Stankevič
Yi Tong-hwi

Kim Aerim, nota come Aleksandra Petrovna Kim-Stankevič (in russo Александра Петровна Ким-Станкевич?, Aleksandra Petrovna Kim-Stankevič) viene spesso considerata come la prima personalità coreana apertamente comunista.[14] Membro del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (bolscevico) dal 1916-17,[14][15] fu inviata da Lenin in Siberia per mobilitare i Coreani locali contro le forze controrivoluzionarie. Dopo la rivoluzione d'ottobre, fu nominata a Chabarovsk come responsabile degli affari esterni per il dipartimento dell'estremo oriente del Partito comunista, e nella città incontrò un gruppo di indipendentisti coreani al quale appartenevano Kim Rip e Yi Tong-Hwi, fervente studente leninista.[16] Il 28 giugno 1918, nel pieno della guerra civile russa, fondarono insieme il Partito Socialista Coreano (in russo Корейская социалистическая партия?, Korejskaja socialističeskaja partija; 한인사회당?, haninsahoedangLR),[17][18][19] il primo partito coreano di matrice comunista coreano ad essere riconosciuto dall'Internazionale Comunista.

Nell'agosto 1918, Chabarovsk fu assediata dall'Armata Bianca e la città dovette essere evacuata. I leader comunisti locali cercarono di attraversare su una barca un fiume ma furono intercettati, inclusa Kim, e condannati a morte.[14]

Yi Tong-Hwi riuscì a salvarsi e a raggiungere Shanghai, dove l'11 aprile 1919 partecipò alla creazione del Governo provvisorio della Repubblica di Corea divenendone primo ministro.

Partiti comunisti coreani di Irkutsk e Shanghai[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 settembre 1919, fu fondato a Irkutsk il Partito Comunista Coreano (고려공산당?, goryeogongsandangLR) di Kim Cheol-hun. Il Partito fu rinominato nel gennaio 1920 come "Divisione coreana del Partito Comunista di Irkutsk" (이르쿠츠크 공산당 고려부?, ireukucheukeu gongsandang goryeobuLR) e a luglio dello stesso anno come "Assemblea Generale Centrale del Partito Comunista Coreano" (전로고려공산당 중앙총회?, jeollogoryeogongsandang jungangchonghoeLR) ed infine come "Partito Comunista Coreano" nel maggio del 1921. Tra i membri del partito vi erano il consigliere Boris Zacharovič Šumjackij, il presidente Kim Chul-Hoon e il segretario Lee Seong.[20]

Intanto, a Shanghai il Partito Socialista fu sciolto e rifondato come Partito comunista coreano (고려공산당?, goryeogongsandangLR) nel maggio 1921, dopo il ritiro di Yi Tong-hwi dal governo provvisorio.

I partiti di Shanghai e Irkutsk erano in competizione tra loro per ottenere il sostegno del governo sovietico e il riconoscimento da parte dell'Internazionale Comunista. Tuttavia, nel dicembre 1922, il Comintern sciolse entrambi i partiti e nel febbraio 1923 istituì un Ufficio coreano (Korburo) per la creazione di un partito comunista coreano stabile e unificato.

Partito Comunista di Corea[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partito Comunista di Corea.

Nell'aprile del 1925, fu fondato durante un incontro segreto a Seul il Partito Comunista di Corea,[21] guidato da Kim Yong-bom e Pak Hon-yong.[22] Il PCC dovette operare in clandestinità sul territorio coreano dopo la stretta del Governatore generale della Corea contro i partiti comunisti e socialisti con l'applicazione della Legge della preservazione della pace, promossa dal ministro della giustizia giapponese Hiranuma Kiichirō.[23]

Durante il VI Congresso dell'Internazionale Comunista del 1928, il partito venne riconosciuto come la sezione coreana del Comintern ma faide perpetue tra le fazioni rivali interne al PCC il Comintern a sciogliere formalmente il Partito Comunista di Corea nel dicembre dello stesso anno.[24] Il partito continuò a esistere tramite varie cellule mentre alcuni comunisti, tra cui Kim Il-sung, andarono in esilio in Cina, dove si unirono al Partito Comunista Cinese. Nei primi anni trenta, i comunisti cinesi e coreani iniziarono delle attività di guerriglia contro le forze armate giapponesi.

Resistenza anti-giapponese[modifica | modifica wikitesto]

Flag of Down-With-Imperialism Union.svg
Bandiera della T'ŭdŭ.

Tuttavia, secondo fonti nordcoreane, le origini del Partito del Lavoro di Corea risalgono all'unione anti-imperialista T'ado Cheguk Chuŭi Tongmaeng o T'ŭdŭ, fondata il 17 ottobre 1926 a Huadian nella provincia cinese di Jilin, con l'intento di combattere l'imperialismo giapponese e promuovere il marxismo-leninismo.[25][26][27][28] Tra le file dell'Unione vi era Kim Il-sung, un giovane comunista attivo nella Manciuria e ritenuto dalle fonti nordcoreane come il vero fondatore dell'organizzazione,[28] sebbene in realtà sia stato socio di Lee Jong-rak.[29]

Il 27 agosto 1927, la T'ŭdŭ fu riformata nella Lega della Gioventù Anti-imperialista e il giorno seguente fu creata in clandestinità la Lega della Gioventù Comunista di Corea.[30][31]

Tra il 30 giugno e il 2 luglio 1930, entrambe le Leghe si incontrarono a Kalun, nel distretto di Shuangyang, dove Kim Il-sung spinse per la creazione di un vero e proprio partito operaio rivoluzionario, legato alle masse e indipendente dai partiti di altri Paesi.[32][33][34] Il 3 luglio 1930, Kim Il-sung creò a Kalun la "Società per il raduno dei Compagni" con lo scopo di espandere la propria influenza in Corea.[35][36]

Nel 1931, Kim Il-sung entrò nel Partito Comunista di Corea.

Le operazioni militari di guerriglia del PCC ebbero inizio negli anni Trenta, quando nel 1931 l'Impero giapponese invase la Manciuria e i comunisti coreani iniziarono a combattere nelle montagne settentrionali della penisola coreana al fianco dei guerriglieri del Partito Comunista Cinese, con cui si intrecciarono subito forti relazioni.[22] Nel 1932 fu fondato l'Esercito popolare di guerriglia anti-giapponese[37] e nel 1934 fu riorganizzato nell'Esercito popolare rivoluzionario coreano: in tale occasione, fu creato un comitato del Partito Comunista di Corea all'interno delle forze armate ed inserito all'interno di un sistema centralizzato per gestire le organizzazioni del partito ad ogni livello.[38] Nel febbraio del 1936, a Nanhutou nella provincia di Heilongjiang, durante un incontro dei quadri politici e militari dell'Esercito popolare, Kim Il-sung propose la creazione di un partito unico a livello nazionale, intensificando le attività delle organizzazioni del partito nell'esercito sia in Corea sia tra gli appostamenti coreani in Manciuria.[39] Nel marzo del 1936, fu creato il Comitato operativo del Partito della Manciuria orientale, seguito a dicembre dal Comitato operativo in Patria e nel febbraio 1937 dal Comitato del Partito della Contea di Changbai nel febbraio del 1937 e da un maggior radicamento del Partito nelle file dell'Esercito rivoluzionario.[39]

Il 5 maggio 1936 fu creata l'Associazione per la restaurazione della Patria per intensificare la lotta anti-giapponese e rafforzare la base del Partito riunendo la maggior parte dei rivoluzionari e delle organizzazioni che condividevano la stessa causa.[39] Il programma prevedeva la mobilitazione dell'intera nazione coreana e di un fronte unito contro l'Impero giapponese con lo scopo di istituire un governo popolare, rovesciare il governo fantoccio del Manciukuò tramite una stretta alleanza con i Cinesi, disarmare le forze armate nipponiche, confiscare ogni attività economica gestita dai giapponesi e dai collaborazionisti in Cina e Corea per finanziare l'Associazione e ridistribuire la ricchezza, migliorare le condizioni delle masse popolari, eliminare le disuguaglianze provocate dal sistema imperiale giapponese.[40] Inoltre, l'Associazione avrebbe dovuto favorire l'introduzione della giornata lavorativa di 8 ore e di programmi educativi su vasta scala, abolendo la schiavitù e la leva obbligatoria.[40] Molti punti del programma furono ripresi in seguito dai programmi dei partiti di formazione successiva.

Durante la Seconda guerra mondiale, i due maggiori dirigenti del Partito Comunista di Corea - Pak Hong-yong e Kim Il-sung - diressero la lotta da due fronti diversi: Pak si impegnò in patria, organizzando il Partito a Seul, mentre Kim divenne un capitano dell'Armata Rossa sovietica e combatte in Manciuria al fianco delle truppe sovietiche.[41][42]

Divisione della Corea[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la cacciata dei giapponesi nell'agosto 1945, l'Unione Sovietica aveva occupato la parte settentrionale della penisola instaurandovi un'amministrazione civile, mentre gli Stati Uniti quella meridionale con un governo militare.

Mentre si venivano a creare i primi contrasti, i Sovietici contribuirono alla formazione di un governo provvisorio nella zona occupata, in attesa della riunificazione nazionale. A settembre 1945, Kim Il-sung ritornò in Corea del Nord con l'Armata Rossa e fu presentato dai Sovietici al popolo coreano come un guerrigliero eroe.[43] L'Amministrazione civile sovietica cooperò con una coalizione formata dai comunisti di Kim e i nazionalisti del leader protestante Cho Man-sik.[43]

Il 13 ottobre 1945 venne formato l'Ufficio settentrionale del Partito comunista di Corea (북조선공산당?, bukj-joseongongsandangLR) con presidente Kim Yong-bom,[44] sostituito a dicembre da Kim Il-sung, al terzo plenum dell'Ufficio probabilmente con il favore dell'Unione Sovietica.[45] Tuttavia, l'Ufficio nordcoreano rimase subordinato al Comitato centrale del PCC guidato da Pak Hon-yong e con sede a Seul, sotto occupazione statunitense.[46] La data della fondazione dell'Ufficio viene celebrata in Corea del Nord come il giorno della fondazione del Partito.

Il 17 gennaio 1946, fu fondata la Lega della Gioventù Democratica della Corea del Nord dopo lo scioglimento della Lega della Gioventù Comunista.[47] Il 16 febbraio 1946, un gruppo di coreani comunisti fondò in Cina il Nuovo Partito Popolare di Corea (NPPC) con Kim Tu-bong come presidente.

L'8 febbraio 1946, l'Amministrazione civile sovietica approvò la creazione del Comitato popolare provvisorio della Corea del Nord sotto la guida di Kim Il-sung,[43][48][49] Nel marzo del 1946, il Comitato popolare provvisorio attuò una riforma agraria per sequestrare le terre dei proprietari giapponesi o collaborazionisti e redistribuirle tra i contadini coreani più poveri in modo da poter eliminare il sistema feudale,[43][50][51][52] mentre le industrie più importanti furono nazionalizzate.[43][53][54] Fu introdotto un sistema di pianificazione economica biennale ispirata al modello sovietico e fu data priorità all'industrializzazione pesante.[43]

Nell'aprile del 1946, l'Ufficio nordcoreano divenne il Partito Comunista della Corea del Nord (PCCN) con presidente Kim Il-sung,[55] mentre nella parte meridionale fu creato il Partito Comunista della Corea del Sud, guidato da Pak Hong-yong. Entrambi i partiti avevano lo scopo di coordinare i comunisti coreani nella loro zona, sotto una direzione centrale situata nella parte settentrionale della Corea. Tuttavia, Kim era meno intellettuale e teorico rispetto a Pak, preferendo una leadership di massa e contatti diretti con i contadini per assegnare delle "direttive sul posto".[43]

A luglio 1946, il Comitato emanò una legge sulla parità dei sessi, contro la compravendita di donne e concubine nonché contro la prostituzione.[56]

Per porre le basi della creazione di uno stato socialista simile a quelli del blocco orientale, Kim Il-sung citò l'affermazione di Stalin "I quadri decidono tutto" e rese prioritaria la politica dei quadri.[57][58] A causa della scarsità di lavoratori formati politicamente, furono fondate scuole per i futuri membri del Partito Comunista: nel febbraio 1946, fu aperto l'Istituto di Pyongyang per gli studenti destinati ad essere leader militari di alto grado, mentre a maggio dello stesso anno aprirono l'Istituto di addestramento per le guardie di sicurezza e la Scuola centrale del Partito per formare rispettivamente il personale militare e i quadri del partito.[59] All'inaugurazione della Scuola centrale, Kim Il-sung affermò l'importanza per il partito di avere quadri ben istruiti in modo da poter gestire con efficienza le cinque provincie della Corea del Nord.[60]

Durante il processo di riforme, i leader nazionalisti e cristiani furono de facto emarginati dalla politica, mentre Cho Man-sik fu posto agli arresti domiciliari.[43]

Partito del Lavoro della Corea del Nord[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partito del Lavoro della Corea del Nord.
28.08.1946 Labour Party North Korea.jpg
Congresso fondativo del Partito del Lavoro della Corea del Nord.

Il 22 luglio 1946, le autorità sovietiche in Corea del Nord fondarono il Fronte Nazionale Democratico Unito e lo affidarono al Partito Comunista nordcoreano.[61] Il 28 luglio, il PCCN si fuse con la sezione nordcoreana del Nuovo Partito Popolare.[62] Nell'agosto dello stesso anno, il Partito Comunista della Corea del Nord e il NPPC organizzarono dei colloqui per la creazione di un'unica entità politica, condizione considerata da Kim Il-sung come inevitabile e appropriata per il contesto storico:[63][64] il 29 agosto 1946 i partiti si unirono nel Partito del Lavoro della Corea del Nord (북조선로동당?, Bukjoseon RodongdangLR) in un congresso tenutosi a Pyongyang sotto gli auspici di Iosif Stalin.[62] Kim Tu-bong divenne il primo presidente e Kim Il-sung il suo vice.[62] Nonostante il ruolo subordinato nella gerarchia del Partito, Kim Il-sung fu de facto il leader.[65] Tutte le organizzazioni comuniste attive fino a quel momento, furono inglobate dal Partito.

Contemporaneamente, nel sud venne creato il Partito del Lavoro della Corea del Sud, che dovette ben presto riparare a Pyongyang a seguito di una feroce repressione anti-comunista attuata dal governo in carica.

Nei suoi primi anni di attività, il PLCN si distinse dal modello del Partito Comunista Sovietico, introducendo nei quadri masse di contadini poveri. senza alcuna esperienza politica e allontanandosi dal marxismo-leninismo verso il nazionalismo rivoluzionario.[66]

Il 21 febbraio 1947, fu creato il Comitato popolare della Corea del Nord per gestire la transizione verso un sistema socialista sotto la guida dell'Amministrazione civile sovietica.

Flag of the Workers' Party of North Korea.svg
Bandiera del Partito del Lavoro della Corea del Nord.

Dal 27 al 30 marzo 1948, il PLCN organizzò il suo II Congresso.[67] Mentre Kim Tu-bong rimase ancora formalmente il capo del Partito, Kim Il-sung presentò il rapporto principale nel quale affermò che la Corea del Nord era una base della democrazia nella penisola, in contrasto alla dittatoriale Corea del Sud di Syngman Rhee.[68][69]

Il 28 aprile 1948 una sessione speciale dell'Assemblea popolare della Corea del Nord approvò il testo della costituzione preparato durante il II Congresso, sancendo la nascita della Repubblica Democratica Popolare di Corea.[70] Inizialmente, la costituzione non faceva riferimento ad una Corea del Nord ma ad una Corea unificata e socialista, con capitale Seul e non Pyongyang.[71] Kim Il-sung fu nominato capo del governo del nuovo Stato e Kim Tu-bong divenne il Presidente dell'Assemblea popolare suprema.[72] Il 25 settembre 1948, furono indette le prime elezioni parlamentari in Corea del Nord: furono registrati 228 candidati di cui 212 appartenevano al Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria (102 del PLNC, 35 del Partito Democratico, 35 del Partito Chondoista Chongu, 40 indipendenti)[73] e 16 erano candidati scelti durante incontri precedenti.[74] Le elezioni videro la vittoria del Partito del Lavoro con 102 seggi assegnati sui 527 previsti.[73]

Il 9 settembre 1948 l'Assemblea popolare suprema proclamò a Pyongyang la nascita della Repubblica Popolare Democratica di Corea.

Leadership di Kim Il-sung[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione del Partito del Lavoro di Corea e primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 giugno 1949, nacque ufficialmente il Partito del Lavoro di Corea, con la fusione tra il Partito de Lavoro della Corea del Nord e il Partito del Lavoro della Corea del Sud. Data la sua creazione attraverso unioni e fusioni di diverse organizzazioni, al momento della sua fondazione il Partito era formato da quattro fazioni:[75]

  • I Coreani sovietici, guidati prima dal secondo vicepresidente del Politburo Ho Ka-i (noto anche come Aleksej Ivanovič Chegaj) e dopo da Pak Chang Ok, erano formati dai gruppi etnici coreani che erano nati o cresciuti nell'Impero russo e poi in Unione Sovietica. Molti di loro fecero ritorno in Corea sotto copertura per agire come attivisti comunisti negli anni venti e trenta del novecento, ma la maggior parte erano membri dell'Armata Rossa o civili stanziati in Corea del Nord dopo la seconda guerra mondiale per aiutare l'Amministrazione civile sovietica a creare uno stato socialista. Molti giunsero come traduttori o insegnanti di lingua russa.
  • La fazione "domestica", guidata da Pak Hon-yong, era formata da comunisti coreani che non avevano mai lasciato il Paese ed avevano partecipato attivamente alla lotta conto l'occupazione giapponese. Molti membri di tale fazione avevano passato parte della loro vita nelle prigioni militari giapponesi a causa delle loro attività. Erano vivaci sostenitori della riunificazione della penisola attraverso l'Armata Popolare Coreana.
  • La fazione Yan'an, guidata dal leader militare Mu Chong e dopo da Kim Tu-bong e Choe Chang-ik, riuniva i Coreani esuli che avevano vissuto nella provincia dello Shaanxi e che si erano iscritti al Partito Comunista Cinese nella sede di Yan'an. Avevano fondato il loro partito, la Lega Cinese del Nord per l'Indipendenza della Corea, e una volta tornati in Corea del Nord avevano creato il Nuovo Partito Popolare, che si fuse con l'Ufficio nordcoreano per formare il Partito del Lavoro della Corea. Molti membri della fazione Yan'an avevano combattuto nella guerra civile cinese nell'Ottava e nella Nuova Quarta Armata e avevano quindi strette relazioni con Mao Zedong.
  • La fazione "Guerriglia", guidata da Kim Il-sung, era formata dagli ex guerriglieri coreani attivi in Manciuria dopo l'occupazione giapponese nel 1931. Molti membri del gruppo abbandonarono la Manciuria, una volta soppressa la resistenza, e si trasferirono in Unione Sovietica, dove molto di loro, incluso Kim, furono arruolati nell'Armata Rossa.

Una volta creato il Partito del Lavoro di Corea, vi era una certa parità tra le quattro fazioni e ognuna aveva quattro rappresentanti nel Politburo, ad eccezione della fazione guerriglia con tre delegati.

Nei primi anni di attività del PLC, Kim Il-sung era riconosciuto come il leader, ma non aveva ancora un grande potere poiché doveva bilanciare gli interessi delle varie fazioni.[75]

Guerra di Corea[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra di Corea.

Kim Il-sung non era tra i maggior sostenitori della riunificazione della Corea attraverso la guerra, al contrario della fazione domestica di Pak Hon-yong.[76] L'URSS fece pressioni su Kim Il-sung per riunificare la Corea con la forza,[77] e dopo diversi incontri con il leader sovietico Stalin, la Corea del Nord invase la Corea del Sud il 25 giugno 1950, dando il via alla guerra di Corea.[78] Secondo la versione di Kim Il-sung, fu invece l'esercito sudcoreano ad attaccare e oltrepassare il 38º parallelo Nord.[79] Durante il conflitto, noto nella RDPC come "Guerra patriottica di liberazione", furono convocate sessioni plenarie del Comitato centrale per rafforzare il Partito a livello ideologico e organizzativo.[80][81]

Per eliminare ogni possibile minaccia alla sua posizione, Kim Il-sung si mosse contro i singoli leader ritenuti come potenziali rivali. Nel novembre del 1951, Ho Ka-i fu sollevato dai suoi incarichi nel Partito ma rimase ancora vice primo ministro. Kim Il-sung e la sua fazione decisero di accusarlo di voler instaurare una dittatura, ignorare i bisogni della Corea, preoccuparsi solo di se stesso[82] e inoltre fu ritenuto responsabile delle lente riparazioni di una riserva d'acqua bombardata dagli Statunitensi.[83]

L'influenza sovietica sul PLC a seguito dello schieramento dell'Esercito Popolare dei Volontari da parte della Repubblica Popolare Cinese.[84]

Quando le truppe nordcoreane furono spinte verso il confine con la Cina, Kim Il-sung accusò il leader della fazione Mu Chong per l'insuccesso. Mu fu espulso dal PLC per insubordinazione assieme ad altri militari e fu costretto a ritornare in Cina, dove trascorse il resto della sua vita.[85] Kim Il-sung rimosse anche Pak Il-u. rappresentante di Mao Zedong, dall'incarico di ministro degli interni. Inoltre, al VII Plenum congiunto del Comitato centrale del 4 agosto 1953, fu annunciato che Ho Ka-i si era suicidato un mese prima.[83]

L'eliminazione di Ho Ka-i, Mu e Pak ridusse l'influenza delle fazioni cinese e sovietica, ma Kim Il-sung non poteva ancora lanciare una vera e propria offensiva contro le fazioni avversarie perché non voleva rischiare l'intervento diretto di Mosca e Pechino quando ancora dipendeva dal loro supporto.

Il 27 luglio 1953, fu firmato l'armistizio di Panmunjeom, ponendo fine de facto al conflitto armato e stabilendo la linea di demarcazione militare coreana.[86] L'armistizio fu considerato dalla Corea del Nord come una vittoria contro gli "invasori" statunitensi.[87]

Tra il 1952 e il 1953, all'interno del Partito si ebbero scontri tra la fazione di Kim Il-sung e quella domestica di Pak Hong-yong.[88][89]

Quando la guerra stava per concludersi, Kim Il-sung si mosse contro la fazione domestica di Pak, priva di appoggi esterni. Al termine del conflitto, la fazione non fu più utile nello svolgere azioni di guerriglia e spionaggio in Corea del Sud. Gli ex leader del Partito del Lavoro sudcoreano furono attaccati ad un incontro del Comitato centrale nel dicembre del 1952. Agli inizi del 1953, si mormorò che la fazione di Pak tramasse un colpo di Stato, di conseguenza Pak Hon-yong e il ministro del Controllo di Stato Yi Sung-yop furono arrestati per sabotaggio e "spionaggio a favore degli Stati Uniti".[83][90] Ad agosto del 1953, dopo la firma dell'armistizio, Yi e altri undici membri della fazione domestica furono sottoposti a giudizio con l'accusa di pianificare un colpo di stato e furono condannati a morte. Nel 1955, Pak Hon-yong fu processato per esser stato un agente degli USA sin dal 1939, per sabotaggio, assassinio e pianificazione di un golpe. Fu condannato a morte, sebbene la data della sua uccisione non sia chiara.[83]

I processi di Yi e Pak furono accompagnati dall'arresto di altri membri e attivisti dell'ex Partito del Lavoro della Corea del Sud, con fucilazioni o condanne ai lavori forzati.[83] La fazione domestica fu virtualmente eliminata, ma alcuni membri che si erano schierati con Kim Il-sung continuarono ad avere ruoli influenti per molti anni.

La Corea del Nord uscì gravemente danneggiata dalla guerra e i nuovi piani economici diedero una certa enfasi sulla ricostruzione delle industrie pesanti nonché sull'autonomia economica, ispirandosi al sistema economico stalinista.[91] Nel 1955, Kim Il-sung pose le basi per la creazione del Juche, un'ideologia basata sull'applicazione dei principi basilari del marxismo-leninismo al contesto coreano e mirata all'autosufficienza economia e politica della Corea del Nord.[92]

Incidente della fazione d'agosto[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Incidente della fazione d'agosto.
庆祝朝鲜“八一五”解放十周年大会.jpg
Incontro del 14 agosto 1955 dedicato al 10º anniversario della liberazione della Corea del Nord. Da sinistra a destra: Pak Chang-ok, Li Jishen, Kim Tu-bong, Zhu De, Kim Il-sung, Averkij Aristov, Pak Chong-ae e Choi Yong-kun.

Durante il XX Congresso del PCUS del 1956, il segretario generale Nikita Chruščëv denunciò i crimini di Stalin con il discorso segreto e avviò il processo di destalinizzazione in tutto il blocco orientale, con la sola opposizione di Cina e Albania. Kim Il-sung fu convocato a Mosca per sei settimane nell'estate del 1956 per ricevere indicazioni da Chruščëv su come applicare la nuova linea politica in Corea del Nord.

Durante l'assenza di Kim Il-sung, Pak Chang-ok (il nuovo leader della fazione sovietica), Choe Chang-ik e altri membri di spicco della fazione Yan'an proposero la creazione di una coalizione anti Kim Il-sung sfruttando le politiche anti-staliniste di Chruščëv.[93] Pak Chang-ok cercò inoltre di persuadere il ministro della difesa Choi Yong-kun, ma quest'ultimo si rifiutò e avvertì Kim Il-sung della cospirazione attraverso un telegramma.[93]

Una volta tornato da Mosca, Kim Il-sung posticipò il plenum dal 2 al 30 agosto,[93] sfruttando il tempo a disposizione per corrompere e costringere i membri del Comitato centrale e preparare una forte risposta. Quando si riunì il plenum, Choe Chang-ik accusò Kim Il-sung di aver accentrato il potere nelle sue mani e aver creato un culto della personalità sulla propria figura,[94] mentre Yun Kong-hum accusò Kim di aver creato un "regime di polizia" e criticò la linea del PLC sull'industrializzazione che ignorava la diffusa inedia tra il popolo nordcoreano.[95][96][97] Gli oppositori accusarono inoltre Kim di non aver "corretto" i metodi nella sua leadership, distorto il "principio leninista di leadership collettiva" e il diritto socialista (tramite ad esempio arresti ed esecuzioni arbitrarie).[98] La maggioranza del Comitato centrale rimase però fedele a Kim e chiese l'espulsione di Yun dal PLC. Alla fine, la maggioranza del CC votò a favore dell'espulsione immediata di Yun Kong-hum dal PLC e alle dimissioni forzate di Choi Yong-kun e Pak Chang-ok dal Comitato centrale.[95] Diversi leader Yan'an fuggirono in Cina, mentre i rimanenti sostenitori delle fazioni incriminate furono eliminate.

Il 3 settembre 1956, l'ambasciatore nordcoreano a Mosca Ri Sang-jo chiese a Chruščëv di intervenire con urgenza in Corea del Nord, ed il segretario sovietico ordinò ad Anastas Mikojan e Boris Ponomarëv di andare a Pechino per discutere una possibile soluzione con Mao.[95] Il 19 settembre del 1956, una delegazione sino-sovietica si recò a Pyongyang per ordinare a Kim Il-sung la cessazione delle purghe e il reintegro dei leader appena espulsi. Un secondo plenum del Comitato centrale, tenutosi il 23 settembre 1956, perdonò e riabilitò i leader dell'opposizione d'agosto, ma le purghe ricominciarono nel 1957 e nel 1958 la fazione Yan'an cessò di esistere. Sebbene Kim Tu-bong, capo della fazione Yan'an e presidente de jure della Corea del Nord, non fosse stato coinvolto direttamente nella cospirazione, fu deposto dalla sua carica nel 1958 con l'accusa di essere la "mente" del piano. Kim Tu-bong "sparì", molto probabilmente fucilato o morto in prigione.

Nel 1961, l'unica fazione rimasta in Corea del Nord era quella di Kim Il-sung, assieme ai membri unitisi al PLC sotto la leadership di Kim e a lui fedeli. Il comitato centrale eletto nel 1961 presentava solo due membri della fazione sovietica, tre della Yan'an e tre della fazione domestica su un totale di 68 membri del CC. Nonostante fossero personalmente fedeli a Kim, furono purgati verso la fine degli anni sessanta.

Crisi sino-sovietica e posizione nordcoreana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi sino-sovietica.

Verso la fine degli anni cinquanta, la Repubblica Democratica Popolare di Corea iniziò ad emulare la Cina, lanciando anche la propria versione del Grande balzo in avanti chiamata "Movimento Chollima". Nel 1961, Kim Il-sung e il vicepresidente del PCC nonché premier Zhou Enlai firmarono un trattato d'amicizia e mutua cooperazione, seguito da un simile accordo con l'URSS.

Tuttavia, durante il XXII Congresso del PCUS nel 1961, il segretario Chruščëv accentuò la destalinizzazione e si scontrò apertamente con il segretario filostalinista del Partito del Lavoro d'Albania Enver Hoxha e Zhou Enlai. Inoltre, Chruščëv avanzò l'idea della coesistenza pacifica tra gli Stati socialisti e quelli capitalisti. Dopo il congresso, il confronto politico-ideologico tra il PCUS e il PCC sfociò nella crisi sino-sovietica.

Nel 1962, il PLC si schierò con il Partito Comunista Cinese sul piano ideologico contro il revisionismo sovietico,[99] e per molti anni la Corea del Nord sostenne quasi in maniera incondizionata la posizione cinese in tutte le questioni più importanti.[100] Kim Il-sung era contrario alla denuncia dello stalinismo da parte di Chruščëv, alla creazione di una leadership collettiva e all'imposizione della dottrina revisionista.[99][100][101] Kim Il-sung credeva che il moderno revisionismo costituisse la principale minaccia al movimento comunista mondiale,[102] poiché negava sia la leadership del partito marxista-leninista sia la dittatura del proletariato, prevedeva il passaggio dal capitalismo al socialismo attraverso mezzi democratici, allentava la lotta all'imperialismo favorendo la coesistenza.[101] Kim Il-sung era inoltre consapevole del fatto che la destalinizzazione avrebbe limitato il proprio potere sul PLC.[100]

Il Partito del Lavoro di Corea appoggiò la Cina durante la guerra sino-indiana e denunciò la "capitolazione" sovietica durante la crisi dei missili di Cuba.

I dissidi tra il PCUS e il PLC portarono all'interruzione da parte dell'Unione Sovietica degli aiuti economici per la Corea del Nord, danneggiandone l'industria e la capacità militare.[103][104] La Cina non poté aumentare i propri aiuti alla Corea del Nord,[103] poiché tra il 1965 e il 1966 Mao Zedong aveva appena iniziato la rivoluzione culturale per potersi riprendere dal parziale insuccesso del grande balzo in avanti. Gli eventi nella Repubblica Popolare Cinese portarono ad un allontanamento da parte del Partito del Lavoro di Corea, che criticò il "dogmatismo" di Mao e giudicò la rivoluzione culturale come un "opportunismo di sinistra" e una manifestazione della "teoria trotskista della rivoluzione permanente".[103] Le guardie rosse cinesi iniziarono presto a criticare Kim Il-sung e le politiche nordcoreane e dopo il 1965 il PLC decise di mantenere una posizione neutrale nel conflitto sino-cinese,[103] in modo tale da ridurre l'influenza di entrambe le potenze e di riprendere allo stesso tempo i rapporti con l'Unione Sovietica.Inoltre, nel 1968 le forze nordcoreane catturarono la nave spia statunitense USS Pueblo, dimostrando la propria autonomia militare dalla Cina e all'URSS.

Incidente della fazione Kapsan[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Incidente della fazione Kapsan.

Negli anni sessanta, la fazione Kapsan del PLC, guidata dal vicepremier Pak Kum-chol, iniziò a contrastare il potere di Kim Il-sung e il suo culto della personalità, in particolare riguardo alle politiche economiche e alla scelta del candidato successore alla presidenza del partito: Kim Il-sung aveva proposto il fratello Kim Yong-ju ma quest'ultimo veniva visto dalla fazione Kapsan come inadatto a causa della sua poca esperienza politica e per il fatto di non aver partecipato alla lotta anti-giapponese.[105] La fazione propose invece Pak Kum-chol e cercò di incrementare la propria influenza attraverso la propaganda. In risposta, nel 1967 Kim Il-sung, eletto segretario generale l'anno precedente, convinse il Partito del Lavoro di Corea ad eliminare Pak Kum-chol e i membri della fazione Kapsan,[106] e favorì la creazione di un "sistema ideologico monolitico" basato su dieci principi che avrebbero intensificato il suo potere e il culto della propria personalità.[106]

Leader supremo e affermazione del Juche[modifica | modifica wikitesto]

Kim Il-sung accoglie il presidente della Repubblica Socialista di Romania Nicolae Ceaușescu in visita a Pyongyang, 1971

Ormai indipendente politicamente dalla Cina e dall'Unione Sovietica e privo di qualunque opposizione all'interno del PLC, Kim Il-sung colse l'occasione per consolidare il proprio potere e creare un "proprio" Partito, un "proprio" Stato e una "propria" ideologia.

Negli anni sessanta, Kim Il-sung perseguì politiche indipendenti e applicò l'ideologia Juche dell'autosufficienza nazionale in modo da diminuire ancora di più l'influenza sovietica e cinese nelle questioni interne nordcoreane. Il "programma di autodeterminazione nazionale e di non interferenza dei Partito comunisti e operai" fu ufficialmente lanciato a giugno del 1966 dopo la visita ufficiale del ministro degli esteri sovietico Andrej Gromyko. In questo periodo crebbe il culto della personalità di Kim, che venne abitualmente chiamato "Grande Leader", "grande ideatore del Juche" e altri appellativi. La propaganda ufficiale affermava che la "fervente fedeltà al leader" era una delle principali caratteristiche di ciascun Coreano.[107]

Dal 2 al 13 novembre 1970 si tenne il V Congresso del Partito del Lavoro di Corea,[108] durante il quale Kim Il-sung ufficializzò il principio delle "tre rivoluzioni" (ideologica, tecnologica e culturale) che il Partito avrebbe dovuto compiere per raggiungere il comunismo.[109]

Nel 1972, l'idea Juche sostituì il marxismo-leninismo nella nuova costituzione della Corea del Nord come ideologia ufficiale dello stato[110] e nello stesso anno, il compleanno di Kim Il-sung divenne festa nazionale e furono erette statue dedicate al leader in tutto il Paese.[107] Secondo lo storico Andrej Lan'kov:[111]

(EN)

«Kim Il-sung had become not only supreme, but also the omnipotent ruler of North Korea—no longer merely 'first amongst equals', as had been the case in the late 1940s.»

(IT)

«Kim Il-sung era diventato non solo il supremo, ma anche l'onnipotente governatore della Corea del Nord - non più soltanto il "primo tra i pari", come era alla fine degli anni quaranta.»

Tutti gli altri leader del Partito del Lavoro di Corea rimasero di fatto anonimi, sebbene il controllo di Kim Il-sung dipendesse sul controllo delle forze armate e delle forze di sicurezza da parte del suo fedele ministro della difesa Oh Jin-wu.

Nonostante l'ideologia Juche portasse ad una potenziale uscita dello Stato dal commercio estero, la Corea del Nord continuò ad avere contatti con l'URSS e la Cina, strinse accordi con i paesi del blocco socialista ed importò tecnologie industriali avanzate dalla Cina e dal Giappone.[112] Tali politiche aumentarono però il debito estero del Paese,[112] inoltre la Cina, a seguito dell'implementazione in Cina del socialismo con caratteristiche cinesi da parte del segretario del PCC Deng Xiaoping, diminuì il proprio interesse verso gli Stati ad economia pianificata e portò a una riduzione dei rapporti con la Corea del Nord.

Sin dagli anni sessanta, Kim Il-sung aveva affidato incarichi di governo ai membri della sua famiglia,[113] e la ragione per cui favoriva il nepotismo risiedeva nel fatto che non voleva essere minacciato o ostacolato dalla nomenklatura del Partito come avveniva negli altri stati socialisti.[113]

Ascesa di Kim Jong-il[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli anni sessanta e settanta, il figlio di Kim Il-sung, Kim Jong-il, iniziò la sua ascesa al potere all'interno del Partito del Lavoro di Corea: nel settembre del 1970 fu scelto come vice-direttore del Comitato centrale del partito, nell'ottobre del 1972 venne eletto membro del Comitato centrale.[114] A settembre del 1973, divenne segretario del partito in carica dell'organizzazione, della propaganda e dell'agitazione,[115] e aumentò la propria influenza nelle questioni interne incrementando la disciplina e l'organizzazione.

Kim Jong-il aumentò il ruolo dei quadri del PLC nelle unità amministrative e locali e rafforzò l'auto-critica in ogni settore lavorativo e del partito, istituendo una forte disciplina che contribuì al mantenimento del controllo sociale e che contribuì alla creazione di struttura autoritaria incentrata sul ruolo del padre e del figlio.[116]

Nel 1974, l'ottavo plenum del Comitato centrale nominò formalmente Kim Jong-il come l'erede di Kim Il-sung,[117] divenendo così il secondo uomo più potente della Corea del Nord[118]

Tuttavia, gli osservatori internazionali credevano che Kim Il-sung avesse intenzione di designare come successore il fratello Kim Yong-ju,[118] la cui autorità era gradualmente aumentata fino a diventare co-presidente del Comitato di coordinazione nord-sud.[118] Tra i possibili candidati alla successione vi erano anche il ministro delle forze armate O Jin-u o il primo ministro Kim Il.

VI Congresso del Partito[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: VI Congresso del Partito del Lavoro di Corea.

Tra il 10 e il 14 ottobre 1980 si tenne alla Casa della Cultura dell'8 febbraio il VI Congresso del Partito del Lavoro di Corea,[119] dopo dieci anni dal V ed infrangendo lo statuto che prevedeva un intervallo di quattro anni tra due congressi.[120] Furono invitati ospiti da altri paesi socialisti e non, tra cui delegati del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e della Cina.[121]

Durante il congresso, Kim Il-sung annunciò l'intenzione di voler plasmare la società nordcoreana non più secondo i dettami del marxismo-leninismo ma secondo l'ideologia Juche,[122] allontanandosi dall'ortodossia comunista e dall'internazionalismo proletario.[123] Kim Il-sung auspicò una riunificazione coreana sotto la bandiera della Repubblica Democratica Federale di Corea, governata da un Congresso Federale Nazionale Supremo e con un numero equo di rappresentanti dalla Corea del Nord e del Sud.[124][125] Inoltre, grazie al sistema confederale, entrambi gli Stati avrebbero potuto mantenere il proprio sistema economico.[125][126]

Durante il Congresso, Kim Jong-il fu nominato come successore ufficiale del padre, ma la sua selezione fu criticata e Kim Il-sung fu accusato di creare una dinastia e di trasformare la Corea del Nord in uno Stato feudale.[127] Anche il PCUS, il PCC e altri partiti comunisti non approvarono la scelta di Kim Jong-il.[128]

Il primo plenum del nuovo comitato centrale vide una nuova epurazione che colpì anche lo stesso Kim Yong-ju.[118][123]

Con la nomina ufficiale di Kim Jong-il come erede, il potere divenne sempre più concentrato nelle mani della famiglia Kim e gli ufficiali del PLC iniziarono a parlare apertamente della successione.[129] Kim Jong-il iniziò a partecipare e guidare viaggi ufficiali e nel 1982 firmò il trattato Sull'idea Juche,[130] nel quale furono sistematizzati i principi dell'ideologia concepita del padre e si affermò che la futura leadership non avrebbe ancora portato ad una nuova generazione di leader.[131]

Ultimi anni di Kim Il-sung[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli anni ottanta e novanta, il Partito del Lavoro di Corea entrò in una parziale crisi: il blocco orientale si stava sgretolando e l'Unione Sovietica era entrata nella fase della perestrojka, mentre ai vertici dell'apparato statale nordcoreano e del PLC vigeva la disorganizzazione e la gerontocrazia.[132] I congressi e i plenum del Partito iniziarono ad essere sempre meno frequenti e le delibere meno sostanziali, e il ricambio generazionale tardava ad arrivare.[133]

Nel 1990, la Corea del Nord dichiarò di voler continuare a seguire il proprio socialismo e a dare priorità agli interessi nazionali.[134] Kim Jong-il annunciò davanti al Comitato centrale la necessità da parte del Partito di abbandonare il marxismo-leninismo a favore della sola idea Juche:[135]

(EN)

«We could not literally accept the Marxist theory which had been advanced on the premises of the socio-historic conditions of the developed European capitalist countries, or the Leninist theory presented in the situation of Russia where capitalism was developed to the second grade. We had had to find a solution to every problem arising in the revolution [...] from the standpoint of Juche. [...] All cadres, Party members and working people must advance continuously and steadfastly along the road of socialism of our style, [...] thus bringing nearer the complete victory of socialism and national reunification and accomplishing the revolutionary cause of Juche.»

(IT)

«Non potevamo letteralmente accettare la teoria marxista che era stata sviluppata in base alle premesse delle condizioni socio-storiche dei Paesi capitalisti europei sviluppati, o la teoria leninista presentata in Russia quando il capitalismo era stato sviluppato fino al secondo grado. Noi avevamo dovuto trovare una soluzione ad ogni problema che sarebbe sorto nella rivoluzione [...] dal punto di vista del Juche. [...] Tutti i quadri, membri del Partito e lavoratori devono avanzare continuamente e costantemente lungo la via del socialismo secondo il nostro stile [...] avvicinando così alla completa vittoria del socialismo e della riunificazione nazionale e realizzando la causa rivoluzionaria del Juche.»

Nel 1991, Kim Jong-il divenne comandante supremo delle forze armate[136][137] e nel 1993 divenne il capo della commissione militare centrale del PLC.

Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991, la neonata Federazione Russa di Boris El'cin decise di interrompere gli aiuti economici verso la Corea del Nord e la Cina rimase l'unico alleato principale.

Nel 1992, l'Assemblea popolare suprema emendò la Costituzione della Corea del Nord: furono rimossi i riferimenti al marxismo-leninismo e alla dittatura del proletariato, sostituiti dall'ideologia Juche e dalla "dittatura della democrazia popolare".[138] Il nuovo testo stabilii la coesistenza pacifica con la Corea del Sud e trasformò il presidente della Commissione di difesa nazionale in Comandante in capo dello Stato, ruolo affidato a Kim Jong-iI.[139]

Le relazioni con la Corea del Sud migliorarono temporaneamente fino ad una nuova rottura nel 1993 a causa dell'inizio del programma nucleare nordcoreano.[140] All'inizio deI 1994, Kim Il-sung iniziò ad investire sull'energia nucleare per cercare di risolvere la carenza di energia elettrica nel paese e allo stesso tempo portare avanti l'arricchimento dell'uranio per scopi militari. A giugno 1994, a causa delle crescenti pressioni internazionali, Kim Il-sung decise di fermare il programma di ricerca nucleare.[141]

Kim Il-sung morì l'8 luglio 1994: furono osservati tre anni di lutto, durante i quali il passaggio di potere a Kim Jong-il non avvenne formalmente.[142]

Leadership di Kim Jong-il[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto ufficiale di Kim Jong-il

Con la morte di O Jin-u il 25 febbraio 1995, Kim Jong-il divenne l'unico membro in vita del Presidium e in occasione del 50º anniversario del Partito del Lavoro di Corea modificò la gerarchia e la composizione della Commissione militare centrale.[143] Il Comitato centrale e il governo rimasero prevalentemente invariati.[144]

Nel 1995, Kim Jong-il introdusse ufficialmente la dottrina del Songun nella politica del Paese, dando la priorità all'esercito e alla difesa.[144][145]

Tuttavia, il controllo del Paese fu indebolito a causa di una grave crisi economica e di una carestia che portò alla morte di un numero compreso tra 240 000 e 600 000 persone.[146][147][148] Kim Jong-il criticò il PLC per non avere abbastanza controllo sull'economia nazionale, biasimando i suoi rami locali e provinciali per la loro incapacità di attuare le istruzioni impartite a livello centrale.[149] Nel 1996, in un discorso in occasione del 50º anniversario dell'Università Kim Il-sung, Kim Jong-il accentuò il proprio ruolo e il culto della personalità, affermando inoltre che l'economia doveva essere affidata a persone esperte.[149] Dopo il discorso, la gestione economica fu trasferita dal Partito al Consiglio amministrativo, ovvero il governo centrale.[149] Verso la fine del 1996, Kim Jong-il pensò che soltanto l'apparato militare era n grado di gestire correttamente il Paese e decise quindi di dare maggior potere all'apparato militare.[150]

L'8 luglio 1997 terminò il lutto di tre anni per la morte di Kim Il-sung.[142][151] L'8 ottobre 1997, il Comitato centrale (la cui composizione era rimasta invariata sin dal 1980) e la Commissione militare annunciarono la nomina di Kim Jong-il a Segretario generale del Partito del Lavoro di Corea[152][153] violando la Carta del PLC, che prevedeva l'elezione del segretario durante una sessione plenarie del Comitato centrale.[151] Inoltre, Kim Jong-il non organizzò né un congresso né un plenum per rinnovare la leadership del Partito:[151] governò quindi da autocrate e solo nelle istituzioni chiave del PLC furono effettuati cambiamenti per sostituire gli ufficiali morti di vecchiaia.[151]

Il 5 settembre 1998, la decima Assemblea popolare suprema approvò gli emendamenti alla Costituzione della Repubblica Popolare Democratica di Corea:[154] il defunto Kim Il-sung divenne il "Presidente eterno" della Corea del Nord e la Commissione di difesa nazionale fu elevata ad organo più importante dello Stato.[155][156] Sebbene la nuova costituzione rese più indipendenti il gabinetto e la Commissione di difesa nazionale dagli ufficiali del PLC, il Partito non venne indebolito.[157] Kim Jong-il rimase il segretario generale del Partito e continuò a dirigere il Dipartimento di organizzazione e guida e altre istituzioni.[157] La leadership del PLC non fu ancora rinnovata ed il Partito conservò il ruolo importante come organizzazione di massa.[158]

Successione e morte[modifica | modifica wikitesto]

Propaganda per la terza conferenza del PLC.

Inizialmente il successore di Kim Jong-il avrebbe dovuto essere il primogenito Kim Jong-nam, ma quest'ultimo perse la possibilità dopo esser stato arrestato a Tokyo con un passaporto falso per visitare Tokyo Disneyland. Iniziarono quindi a diffondersi voci secondo cui Kim Jong-il avesse preferito il terzogenito Kim Jong-un al secondogenito Kim Jong-chul.[159] Nel 2009, Kim Jong-un fu confermato formalmente alla possibile successione e nello stesso anno fu nominato "brillante compagno".[160]

Il 26 giugno 2010, il Politburo annunciò i preparativi della terza conferenza con lo scopo di "riflettere sulle richieste dello sviluppo rivoluzionario del Partito, che sta affrontando cambiamenti critici nel portare avanti lo sviluppo dello stato forte e prospero e del Juche".[158]

La conferenza si riunì il 28 settembre: fu ufficializzato il ruolo di Kim Jong-il come segretario generale,[161] fu modificata la Carta del Partito e furono eletti (e rimossi) i membri del Comitato centrale, della Segreteria, del Politburo, del Presidium e di altri organi.[158] Il PLC rimosse nel una frase dal preambolo che impegnava il Partito "a costruire una società comunista" e la sostituì con quello di "incarnare la causa rivoluzionaria della Juche nell'intera società",[162] accentuando anche l'aderenza al Songun[163] ma menzionando ancora il principio rivoluzionario del marxismo-leninismo.[164] Al Comitato centrale fu data la possibilità di convocare arbitrariamente un congresso con un preavviso di sei mesi,[162][165] e il Segretario generale divenne anche capo della Commissione militare centrale.[166]

Kim Jong-un fu confermato come possibile candidato alla successione[167] e venne eletto membro del Comitato centrale e vicepresidente della Commissione militare centrale.[161] Il vice-maresciallo Ri Yong-ho e la generale Kim Kyong-hui (sorella di Kim Jong-il) ebbero posizioni guida nell'Armata Popolare di Corea e nel Partito.[168]

All'inizio del 2011 il governo nordcoreano eliminò i sostenitori di Chang Sung-taek per evitare che Kim Jong-un potesse incontrare ostacoli nella sua ascesa al potere.[169]

Kim Jong-il morì il 17 dicembre 2011.[170]

Leadership di Kim Jong-un[modifica | modifica wikitesto]

Kim Jong-un nel 2019.

Dopo la pubblicazione del rapporto ufficiale sulla morte di Kim Jong-il, il figlio Kim Jong-un fu designato come leader in carica e considerato dai media nordcoreani come il "grande successore della causa rivoluzionaria Juche".[171]

Il 24 dicembre 2011 Kim Jong-un divenne formalmente il comandante supremo dell'esercito nordcoreano[172] e il 26 dicembre il Rodong Sinmun lo esaltò come presidente della commissione militare centrale e leader supremo del paese.[173][174]

Il 30 dicembre 2011, il Politburo nominò ufficialmente Kim Jong-un come Comandante supremo dell'Armata Popolare di Corea, proclamando che il caro e rispettato Kim Jong-un, vicepresidente della commissione militare centrale del Partito del Lavoro di Corea, avrebbe assunto il supremo comando dell'esercito del popolo coreano".[175]

Il 18 febbraio 2012, il Partito del Lavoro di Corea annunciò la sua quarta conferenza "per glorificare la sacra vita rivoluzionaria e le gesta di Kim Jong-il per tutte le epoche e realizzare la causa del Juche, la causa rivoluzionaria del Songun, riuniti attorno a Kim Jong-un".[176] La conferenza si tenne l'11 aprile: Kim Jong-il fu proclamato come "Segretario generale eterno" e Kim Jong-un venne nominato come Primo segretario del Partito del Lavoro di Corea e Segretario del Presidium.[177] La conferenza proclamò il Kimilsunghismo-kimjonghilismo come l'unica idea guida del Partito.[178] A ottobre dello stesso anno, furono rimossi i ritratti di Lenin e Karl Marx situati sulla facciata della sede del Ministero del commercio estero in Piazza Kim Il-sung.[179][180]

A marzo del 2013, il PLC si riunì in un Plenum dove annunciò l'intenzione di voler accelerare lo sviluppo economico e allo stesso tempo aumentare la potenza nucleare della Corea del Nord.[181] A dicembre, il vicemaresciallo Chang Sung-taek fu arrestato ed espulso dal Partito con l'accusa di "attività controrivoluzionaria" ed il 12 dicembre fu fucilato.[182][183]

Sotto la direzione di Kim Jong-un, il Partito è ritornato ad essere al centro del potere nordcoreano, riguadagnando l'autorità che Kim Jong-il aveva dato all'esercito durante il suo regime.[184]

Il 10 ottobre 2015 fu organizzata a Pyongyang una parata militare per celebrare il 70º anniversario del Partito del Lavoro di Corea ed in tale occasione il Politburo annunciò l'organizzazione del VII Congresso per il 2016, il primo dopo 36 anni.[185] Il Congresso si tenne tra il 6 e il 9 maggio alla Casa della Cultura del 25 aprile e senza delegazioni straniere.[186] In tale occasione, Kim Jong-un fu nominato come "Presidente del Partito" (sostituendo la carica di Primo segretario),[187][188] il Segretariato fu convertito in Ufficio politico esecutivo e la carta del Partito fu modificata "come richiesto dalla realtà in via di sviluppo"[189] con l'aggiunta di perseguire sia la crescita economica che la capacità di armi nucleari.[190]

Ad agosto del 2020, è stata annunciata l'organizzazione dell'VIII Congresso del Partito del Lavoro di Corea per il mese di gennaio 2021,[191] Due mesi dopo, il Politburo ha annunciato la "campagna degli ottanta giorni" da intraprendere per raggiungere gli obbiettivi economici prestabiliti entro la fine del 2020.[192][193]

Nel gennaio 2021, durante l'VIII Congresso del Partito del Lavoro di Corea, Kim Jong-un è eletto segretario generale del Partito dei Lavoratori, riappropriandosi del titolo lasciato in precedenza al padre defunto nella qualità di "segretario generale eterno".[194]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Organizzazione centrale[modifica | modifica wikitesto]

Sede del Partito del Lavoro di Corea

L'organizzazione interna, gli obiettivi e il metodo di lavoro sono delineati dalla Carta del Partito del Lavoro di Corea e seguono i principi del centralismo democratico.[195]

  • Il Congresso (대회?, daehoeMR) è l'organo supremo del Partito del Lavoro di Corea e viene convocato dal Comitato centrale in una data annunciata con almeno sei mesi d'anticipo.[165] Può modificare la carta del Partito, discute e decide riguardo alle questioni fondamentali della politica nordcoreana, elegge il Segretario generale, i membri del Comitato centrale e del Comitato ispettivo.[165] Tra il 1946 e il 2016, il Congresso è stato convocato sette volte a cadenza irregolare, nonostante l'intervallo stabilito fino al VII Congresso fosse di cinque anni.
  • Il Segretario generale (총비서는?, chong biseoneunMR) è il rappresentante nonché guida del Partito del Lavoro ed è il presidente della Commissione militare centrale.[166] Tale carica era nota come Presidente del Comitato centrale dal 1946 al 1966, Segretario generale del Comitato centrale dal 1966 al 1994 e Segretario generale del Partito dal 1997 al 2012. Dal VII Congresso del 2016 al 2021 il ruolo di segretario generale è stato sostituito da quello di presidente del Partito (위원장?, wiwonjangMR), con Kim Jong-un come primo politico a ricoprire tale carica.[196][197] Successivamente la carica di Segretario generale è stata ripristinata e ripresa da Kim Jong-un stesso. Inoltre tra il 2012 e il 2021 Kim Jong-il, defunto, ha detenuto la carica di Segretario generale eterno del partito.[194]
  • Il Comitato centrale (중앙위원회?, jungangwiwonhoeMR) è l'organo più importante quando il Congresso non è in sessione: organizza e guida l'attività seguendo fedelmente i dettami del Juche.[198] I suoi membri sono eletti dal Congresso[165] e devono convocare una sessione plenaria ogni sei mesi[162] o almeno una volta all'anno per deliberare e decidere su questioni primarie del partito, eleggere l'Ufficio politico e il suo Comitato permanente, i segretari del Comitato centrale, organizzare il lavoro della Segreteria del CC e della Commissione militare centrale ed eleggere la Commissione di controllo,[199] nonché i dirigenti dei vari dipartimenti del Partito. Il CC può convocare una conferenza nazionale dei delegati nel periodo tra due congressi.[200] Inoltre, gestisce le elezioni dei rappresentanti delle associazioni del partito.
  • L'Ufficio politico (정치국과?, jeongchi guggwaMR) e il suo Comitato permanente gestiscono l'operato del Partito a nome del Comitato centrale nel periodo tra due sessioni plenarie.[201]
  • La segreteria del Comitato centrale (중앙위원회 비서국은?, jungangwiwonhoe biseogugeunMR) discute e decide principalmente sulle questioni pratiche derivanti dagli affari interni del Partito ed organizza e dirige l'esecuzione delle direttive.[202]
  • La Commissione militare centrale (중앙군사위원회?, junganggunsa wiwonhoeMR) si occupa delle questioni militari durante il periodo tra due Congressi, guida lo sviluppo dell'industria militare e l'attuazione delle politiche di difesa emanate dal Partito e dalla Commissione per gli Affari di Stato.[203]
  • La Commissione di controllo (검열위원회는?, geomyeorwiwonhoeneunMR) indaga le sospette violazioni della Carta da parte dei membri del Partito, delibera e gestisce proposte e reclami degli iscritti.[204]
  • L'Associazione dei rappresentanti del Partito (당대표자회는?, dangdaepyojahoeneunMR) discute e decide su questioni importanti della linea, della politica e delle tattiche strategiche del Partito, e convoca e sostituisce i membri della direzione centrale del Partito.[200]
  • Il Partito possiede 18 dipartimenti, i più importanti sono il Dipartimento dell'organizzazione, il Dipartimento dell'amministrazione ed il Dipartimento della Propaganda.

Organizzazioni locali[modifica | modifica wikitesto]

  • La sezione provinciale è il più alto organo esecutivo a livello locale e risponde direttamente al Comitato centrale del partito.[205] Il comitato provinciale si riunisce più di una volta ogni quattro mesi e nelle sessioni plenarie elegge gli organi della propria sezione, tra cui la segreteria, la commissione militare e di controllo.[206]
  • Sono presenti sezioni a livello delle contee e delle città, subordinate tutte alla sezione provinciale.[207]
  • Cellule del Partito sono presenti nelle aziende nordcoreane e nell'Armata Popolare Coreana.

Sezione giovanile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lega della Gioventù Socialista Patriottica.
Emblem of KSYL.svg
Emblema della Lega.

La Lega della Gioventù Socialista Patriottica (사회주의애국청년동맹?, 社会主義愛國靑年同盟?, SahoejuuiaegukcheongnyeondongmaengLR, Sahoejuŭiaegukch'ŏngnyŏndongmaengMR) è la sezione giovanile del Partito del Lavoro di Corea ed ha il compito di educare la gioventù secondo i soli dettami del kimilsunghismo-kimjonghilismo.[208] Creata nel 1946, la Lega viene considerata come una "forza di riserva politica del Partito del Lavoro di Corea e una sua affidabile forza d'avanguardia dei giovani", appoggiando fedelmente le idee del PLC e della sua leadership.[209] È membro della Federazione mondiale della gioventù democratica.[210][211]

Alla Lega è subordinata l'Unione dei bambini di Corea (조선소년단?, Chosŏn SonyeondanLR), un'organizzazione ispirata al modello dei pionieri socialisti per i bambini tra i 9 e i 15 anni.

Congressi[modifica | modifica wikitesto]

Conferenze[modifica | modifica wikitesto]

  • I Conferenza nazionale, marzo 1958.
  • II Conferenza nazionale, ottobre 1966.
  • III Conferenza nazionale, settembre 2010.

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Nota: le elezioni in Corea del Nord sono sempre state descritte dagli osservatori esterni come delle elezioni farsa[212][213][214][215], il voto è obbligatorio e si può scegliere o meno un solo candidato in ogni distretto elettorale, si ritiene che votare in privato possa destare sospetti e disapprovare il candidato possa portare ad essere accusati di tradimento e/o finire sulle liste di proscrizione della polizia segreta[216][217][218], tutti i candidati sono preselezionati e devono far parte del Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria, guidato dal Partito del Lavoro di Corea[7][12][13][219][220]

Anno Leader Seggi all'Assemblea popolare suprema Governo
1948 Kim Il-sung 157[221] Al governo
1957 178[221]
1962 371[221]
1967 288[221]
1972 127[221]
1977 sconosciuto
1982
1986
1990 601[222]
1998 Kim Jong-il 594[221]
2003 sconosciuto
2009 606[223]
2014 Kim Jong-un 607[224]
2019 sconosciuto

Critiche[modifica | modifica wikitesto]

I critici di destra della RPDC sostengono che il PLC sia un partito stalinista ortodosso,[senza fonte] mentre al contrario i critici di sinistra, pur ammettendo che abbia avuto una storia gloriosa, lo considerano revisionista, perché considera il juche come la nuova teoria rivoluzionaria, erede della precedente teoria marxista-leninista[senza fonte]: infatti dagli anni Ottanta Kim Il-sung disse che l'intera società andava modellata sul juche, una filosofia originale caratterizzata dal concetto di autosufficienza della Patria, da uno spiccato nazionalismo e da una variante del marxismo-leninismo modellata sulla base della situazione nordcoreana.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ De jure, segretario eterno
  2. ^ (EN) Korea, DPR, Workers Party of Korea, su Solidnet. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  3. ^ (FR) Sébastien Falletti, Corée du Sud : le goût du miracle, Bruxelles, Nevicata, 2016, ISBN 9782511040829, OCLC 1033416806.
    «(FR) Entre ce courant droitier à Séoul et l'extrême gauche au pouvoir à Pyongyang, la conciliation est devenue impossible»
  4. ^ Repubblica Democratica Popolare di Corea, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 17 marzo 2017.
  5. ^ Kim Jong-un, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 17 marzo 2017.
  6. ^ Cha, Victor; Hwang, Balbina (2009). "Government and Politics". In Worden, Robert (ed.). North Korea: a Country Study (5th ed.). Federal Research Division. Library of Congress. ISBN 978-1598044683. Pag. 214.
  7. ^ a b c (EN) United Nations High Commissioner for Refugees, Refworld | Freedom in the World 2018 - North Korea, su Refworld. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  8. ^ (EN) Being a minor party in the North | NK News, su NK News - North Korea News, 26 novembre 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  9. ^ (EN) Jozef Wilczynski, An Encyclopedic Dictionary of Marxism, Socialism and Communism: Economic, Philosophical, Political and Sociological Theories, Concepts, Institutions and Practices — Classical and Modern, East-West Relations Included[collegamento interrotto], Macmillan International Higher Education, 11 novembre 1981, ISBN 978-1-349-05806-8. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  10. ^ North Korea - MASS ORGANIZATIONS, su countrystudies.us. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  11. ^ (EN) Korea (Democratic People's Republic of)'s Constitution of 1972 with Amendments through 2016, su constituteproject.org. URL consultato il 30 marzo 2021.
    «The Democratic People’s Republic of Korea shall conduct all activities under the leadership of the Workers’ Party of Korea.»
  12. ^ a b The Parliamentary System of the Democratic People's Republic of Korea (PDF), su asgp.info. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2006).
  13. ^ a b (EN) Freedom House, Freedom in the World 2017 - North Korea, su freedomhouse.org/report/freedom-world/2017/north-korea, 1º gennaio 2017. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  14. ^ a b c (EN) Andrej N. Lan'kov, Iron lady: How Korea's 1st communist was killed in Russia, su Russia Beyond, 14 marzo 2017. URL consultato il 12 ottobre 2020.
  15. ^ (RU) Ким Герман Николаевич, доктор исторических наук Библиография о коре сарам: зарубежная литература (DOC), su koryosaram.freenet.kz. URL consultato il 12 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2007).
  16. ^ (KO) Gim Changsu, 한인사회당(韓人社會黨), su Encyclopedia of Korean Culture, Academy of Korean Studies, 1997. URL consultato il 6 aprile 2018.
  17. ^ Bak Namil, 창당 100주년: 한인 사회당, 아시아 최초로 사회주의 깃발을 들다, su 사회주의자, 6 aprile 2018. URL consultato il 6 aprile 2018.
  18. ^ (EN) Who were the Soviet Koreans?, su Association for Asia Research. URL consultato il 13 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2007).
  19. ^ (EN) Andrej N. Lan'kov, Communist Party of Korea Established in 1925, su The Korea Times, aprile 2011. URL consultato il 9 ottobre 2019.
  20. ^ (RU) Корейские коммунисты в Иркутске (весна, 1921 год), su cyberleninka.ru. URL consultato il 12 ottobre 2020.
  21. ^ (EN) Andrej N. Lan'kov, The Demise of Non-Communist Parties in North Korea (1945–1960), in Journal of Cold War Studies, vol. 3, n. 1, The MIT Press, 1º gennaio 2001, pp. 103–125.
  22. ^ a b Worden, p. 33.
  23. ^ James L. McClain, Japan: A Modern History, 1st ed., W.W. Norton & Co, 2002, p. 390, ISBN 0-393-04156-5.
  24. ^ (EN) Lee Chong-Sik, Kim Il-Song of North Korea, in Asian Survey, vol. 7, n. 6, 1º giugno 1967, pp. 374–382, DOI:10.2307/2642612.
  25. ^ Immanuel Ness e Zak Cope (a cura di), The Palgrave Encyclopedia of Imperialism and Anti-Imperialism, vol. 1, New York, Palgrave Macmillan, 2016, p. 111.
  26. ^ History of Revolutionary Activities of President Kim Il Sung, pp. 6-8.
  27. ^ (EN) The strange history of North Korea's Communists, su BBC News, 9 ottobre 2015. URL consultato il 28 febbraio 2017.
  28. ^ a b Kim Ji-ho 2016Starting-Point of Party Founding, p. 9.
  29. ^ (KO) 김일성 항일무장투쟁의 신화화 연구 (PDF), su Korea Institute for National Unification (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2017).
  30. ^ (EN) Official USA Delegate, National Meeting Marks Anniversary of Young Communist League of Korea, su KFAUSA.org, 28 agosto 2017. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  31. ^ With the Century 1, pp. 243 e 247.
  32. ^ Kim Ji-ho 2016Policy for Founding a Party Advanced at the Kalun Meeting, pp. 10-12.
  33. ^ KIS Works 1The Path of Korean Revolution, pp. 1-10.
  34. ^ Kim Il-sung, On the Occasion of Forming a Party Organization (PDF), su korean-books.com.kp, 3 luglio 1930.
  35. ^ Kim Ji-ho 2016First Party Organization of the Revolutionaries of a New Generation, p. 12.
  36. ^ (EN) The First Party Organization—the Society for Rallying Comrades, su KKF Online. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2020).
  37. ^ KIS Works 1On the Occasion of Founding the Anti-Japanese People’s Guerrilla Army, pp. 45-53.
  38. ^ Kim Ji-ho 2016Significance of the Party Committee of the Korean People’s Revolutionary Army, pp. 12-13.
  39. ^ a b c Kim Ji-ho 2016Work of Building Party Organizations in the Period of the Anti-Japanese Armed Struggle, pp. 13-15.
  40. ^ a b KIS Works 1The Ten-point Programme of the Association for the Restoration of the Fatherland, pp. 115-116.
  41. ^ (RU) "Капитан Красной армии Ким был хороший мужик", su Коммерсант, 23 settembre 2002. URL consultato il 12 ottobre 2020.
  42. ^ (RU) Nikolaj Ševčenko, Русская жизнь северокорейского диктатора Ким Ир Сена, su Russia Beyond, 16 gennaio 2019. URL consultato il 12 ottobre 2020.
  43. ^ a b c d e f g h Worden, p. 40.
  44. ^ Lan'kov 2002, pp. 20-21.
  45. ^ Lan'kov 2002, pp. 21-22.
  46. ^ Lan'kov 2002, p. 22.
  47. ^ KIS Works 2On the Occasion of the Formation of the Democratic Youth League of North Korea, pp. 18-21.
  48. ^ KIS Works 2On the Present Political Situation in Korea and the Organizing of the Provisional People’s committee of North Korea, pp. 25-32.
  49. ^ History of Revolutionary Activities of President Kim Il SungEstablishing the Provisional People’s Committee of North Korea, Enforcing Democratic Reforms and Developing Democratic Education and Culture, pp. 163-172.
  50. ^ Michael E. Robinson, Korea's Twentieth-Century Odyssey, Honolulu, University of Hawaii Press, 2007, p. 106, ISBN 978-0-8248-3174-5.
  51. ^ KIS Works 2Law on Agrarian Reform on North Korea, pp. 93-95.
  52. ^ History of Revolutionary Activities of President Kim Il Sung, pp. 165-168.
  53. ^ History of Revolutionary Activities of President Kim Il Sung, pp. 168-169.
  54. ^ KIS Works 2Law on Nationalization of Industries, Transport, Communications, Banks and So on, pp. 304-305.
  55. ^ Lan'kov 2002, pp. 28-29.
  56. ^ KIS Works 2Law on Sex Equality in North Korea, pp. 294-295.
  57. ^ Sheila Fitzpatrick, The Cultural Front: Power and Culture in Revolutionary Russia, Cornell University Press, 1992.
  58. ^ KIS Works 2Cadres are Pillars in Building a New Korea, pp. 255-263.
  59. ^ Kim Il-sung 's military thought, Seul, Institute for North Korean Studies, 1978, p. 223.
  60. ^ KIS Works 2The Central Party School is a Communist University for the Education of Party Cadres, p. 222.
  61. ^ Lan'kov 2002, p. 29.
  62. ^ a b c Lan'kov 2002, p. 31.
  63. ^ KIS Works 2, pp. 338-342.
  64. ^ Kim Il-sung, For the Establishment of a United Party of the Working Masses (PDF), Foreign Language Publishing House, 29 agosto 1946, pp. 9-14.
  65. ^ Lan'kov 2002, pp. 31-32.
  66. ^ Worden, p. 41.
  67. ^ Lan'kov 2002, p. 40.
  68. ^ KIS Works 4Report to the Second Congress of the Workers’ Party of North Korea on the Work of the Central Committee, pp. 169-214.
  69. ^ Lan'kov 2002, p. 42.
  70. ^ Lan'kov 2002, p. 44.
  71. ^ Lan'kov 2002, p. 45.
  72. ^ Lan'kov 2002, p. 47.
  73. ^ a b (KO) 南北共産主義者들의 도전 속에서, su Monthly Chosun. URL consultato il 25 marzo 2020.
  74. ^ (KO) 조선최고인민회의 선거 결과 보고, su The Academy of Korean Studies. URL consultato il 25 marzo 2020.
  75. ^ a b Lan'kov 2002, p. 62.
  76. ^ Lan'kov 2002, p. 60.
  77. ^ Worden, p. 37.
  78. ^ Lan'kov 2002, p. 61.
  79. ^ KIS Works 6Let Us Wipe Out the Invaders by a Decisive Counteroffensive, pp. 1-7.
  80. ^ Kim Ji-ho 2016Strengthening in the Period of the Fatherland Liberation War, pp. 17-18.
  81. ^ KIS Works, vol. 6 e 7.
  82. ^ Lan'kov 2002, pp. 149-150.
  83. ^ a b c d e Lan'kov 2013, pp. 13-14.
  84. ^ Lan'kov 2002, pp. 61-62.
  85. ^ (EN) Korean Mu Chong, a hero in China’s Long March - shunned at home, su CGTN. URL consultato il 16 ottobre 2020.
  86. ^ (EN) Agreement Concerning a Military Armistice in Korea (PDF), su UN Peacemaker, United Nations. URL consultato il 15 ottobre 2020.
  87. ^ KIS Works 7, pp. 454-472.
  88. ^ KIS Works 7Report to the Fifth Plenary Meeting of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea December 15, 1952, p. 355.
  89. ^ KIS Works 7Concluding Speech at a Meeting of the Political Committee of the Central Committee of the Workers’ Party of Korea June 4, 1953, pp. 427-428.
  90. ^ Worden, p. 42.
  91. ^ Worden, p. 45.
  92. ^ KIS Works 9On Eliminating Dogmatism and Formalism and Establishing Juche in Ideological Work, pp. 402-425.
  93. ^ a b c Guangxi, p. 56.
  94. ^ (EN) Charles Kraus, Between Yan’an and Pyongyang: The Case of Choe Chang-Ik, su Sino-NK, 25 aprile 2012. URL consultato il 17 ottobre 2020.
  95. ^ a b c Guangxi, p. 57.
  96. ^ (ENRU) September 01, 1956 - Memorandum of Conversation with Premier Kim Il Sung, su Wilson Center Digital Archive. URL consultato il 17 ottobre 2020.
  97. ^ (ENRU) Draft of a Statement by Yun Gong-heum at the CC Plenum of the Korean Workers' Party in August 1956, su digitalarchive.wilsoncenter.org. URL consultato il 17 ottobre 2020.
  98. ^ Lan'kov 2002, p. 90.
  99. ^ a b KIS Works 16On Strengthening the Struggle Against Revisionism, pp. 152-160.
  100. ^ a b c Lan'kov 2002, p. 65.
  101. ^ a b KIS Works 16, p. 154.
  102. ^ KIS Works 16, p. 152.
  103. ^ a b c d Lan'kov 2002, p. 66.
  104. ^ Worden, pp. 45-46.
  105. ^ Lim 2008, p. 38.
  106. ^ a b (EN) James F. Person, The 1967 Purge of the Gapsan Faction and Establishment of the Monolithic Ideological System, su Wilson Center, 14 dicembre 2013. URL consultato l'11 ottobre 2018.
  107. ^ a b Lan'kov 2002, p. 70.
  108. ^ Kim Ji-ho 2016, pp. 109-111.
  109. ^ KIS Works 25, p. 219. Le "tre rivoluzioni" furono menzionate per la prima volta nel 1964 nel trattato Tesi sulla questione rurale socialista nel nostro paese adottate durante l'ottavo plenum del quarto Comitato centrale. Vedi KIS Works 18, pp. 169-172.
  110. ^ Kim Ji-ho 2016, p. 114.
  111. ^ Lan'kov 2002, p. 63.
  112. ^ a b Worden, p. 46.
  113. ^ a b Lan'kov 2002, p. 73.
  114. ^ KIL Short Biography, p. 58.
  115. ^ (EN) Kim Jong Il, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 25 ottobre 2020.
  116. ^ Byoung-lo Philo Kim, Two Koreas in Development: A comparative study of Principles and strategies of Capitalist and Communist Third World Development, Transaction Publishers, 1991, pp.  120.-130.
  117. ^ Kim Ji-ho 2016, p. 115.
  118. ^ a b c d Lee 1982, p. 442.
  119. ^ Kim Ji-ho 2016, pp. 120-123.
  120. ^ Kim Nam-sik 1982, p. 125.
  121. ^ Kim Nam-sik 1982, p. 127.
  122. ^ KIS Works 35Let Us Model the Whole Society on the Juche Idea, pp. 304-321.
  123. ^ a b Kim Nam-sik 1982, p. 144.
  124. ^ Kim Nam-sik 1982, p. 131.
  125. ^ a b KIS Works 35Let Us Reunify the Country Independently and Peacefully, pp. 330-347.
  126. ^ Kim Nam-sik 1982, p. 133.
  127. ^ Lee 1982, p. 434.
  128. ^ Kim Nam-sik 1982, p. 147.
  129. ^ Buzo 1999, p. 105.
  130. ^ On the Juche Idea.
  131. ^ Buzo 1999, pp. 105-106.
  132. ^ Buzo 1999, p. 106.
  133. ^ Buzo 1999, p. 31.
  134. ^ Worden, p. 52.
  135. ^ KJI Selected Works 10Socialism of Our Country is Socialism of Our Style as the Embodiment of the Juche Idea, pp. 431-468.
  136. ^ KJI Short Biography, p. 158.
  137. ^ Kim Il-jong, su Enciclopedia Treccani. URL consultato il 27 ottobre 2020.
  138. ^ Yoon Dae-Kyu 2003, p. 1298.
  139. ^ Yoon Dae-Kyu 2003, p. 1299.
  140. ^ (EN) Kim Il-Sung, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 27 ottobre 2020.
  141. ^ Chronology of U.S.-North Korean Nuclear and Missile Diplomacy | Arms Control Association, su armscontrol.org (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2012).
  142. ^ a b (EN) North Korea ends mourning for Kim Il Sung, su CNN, 8 luglio 1997. URL consultato il 27 ottobre 2020.
  143. ^ Gause 2011, pp. 7-8.
  144. ^ a b Gause 2011, p. 11.
  145. ^ (EN) Songun Chongch'i [Army First], su Global Security. URL consultato il 27 ottobre 2020.
  146. ^ Noland, Marcus, Sherman Robinson e Tao Wang, Famine in North Korea: Causes and Cures (PDF) (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011)., Institute for International Economics.
  147. ^ Gause 2011, pp. 11-13.
  148. ^ Thomas Spoorenberg, Demographic Changes in North Korea: 1993-2008, in Population and Development Review, vol. 38, n. 1, 2012-03, pp. 133–158, DOI:10.1111/j.1728-4457.2012.00475.x..
  149. ^ a b c Gause 2011, p. 13.
  150. ^ Gause 2011, p. 15.
  151. ^ a b c d Gause 2011, p. 18.
  152. ^ KJI Short Biography, pp. 189-190.
  153. ^ Kim Ji-ho 2016Special Announcement by the Central Committee and the Central Military Commission of the Workers’ Party of Korea, pp. 130-132.
  154. ^ Gause 2011, p. 22.
  155. ^ Gause 2011, p. 23.
  156. ^ Yoon Dae-Kyu 2003, pp. 1300-1302.
  157. ^ a b Gause 2011, p. 24.
  158. ^ a b c Gause 2013, p. 20.
  159. ^ (EN) Choe Sang-hun e Martin Fackler, North Korea’s Heir Apparent Remains a Mystery, in The New York Times, 14 giugno 2009. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  160. ^ (EN) North Korean leader's son is 'Brilliant Comrade', in The Jakarta Post, 13 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  161. ^ a b Kim Ji-ho 2016Third Conference of the Workers’ Party of Korea, pp. 132-133.
  162. ^ a b c Gause 2011, p. 147.
  163. ^ Mark O'Doherty, The Legacy of Kim Jong-un and the Workers' Party in North Korea – A One-Party State facilitating Militarism, Nuclear Armament and Disregard for Human Rights, 16 aprile 2017, p. 34, ISBN 978-1-365-89653-8.
  164. ^ 조선로동당규약, p. 2.
    (KO)

    «조선로동당은 주체사상교양을 강화하며 자본주의사상, 봉건유교 사상, 수정주의, 교조주의,사대주의를 비롯한 온갖 반동적 기회주의적 사상조류들을 반대 배격하여 맑스-레닌주의의 혁명적 원칙을 견지한다.»

    (IT)

    «Il Partito del Lavoro di Corea rafforza l'educazione all'ideologia juche e mantiene il principio rivoluzionario del marxismo-leninismo opponendosi a tutti i tipi di tendenze ideologiche opportuniste reazionarie, inclusa l'ideologia capitalista, l'ideologia confuciana feudale, il revisionismo e il dogmatismo.»

  165. ^ a b c d 조선로동당규약, p. 10, art. 21.
  166. ^ a b 조선로동당규약, p. 10, art. 22.
  167. ^ Gause 2013, pp. 30-32.
  168. ^ Choi e Hibbitts 2010, p. 3.
  169. ^ (EN) N. Korea 'Purging Protégés of the Old Guard', in The Chosun Ilbo, 10 gennaio 2011. URL consultato il 10 aprile 2018.
  170. ^ Gause 2013, p. 19.
  171. ^ (EN) Notice to All Party Members, Servicepersons and People, in KCNA, 19 dicembre 2011. URL consultato il 10 aprile 2018 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2015).
  172. ^ (EN) North Korea: Kim Jong-un hailed 'supreme commander', in BBC News, 24 dicembre 2011. URL consultato il 10 aprile 2018.
  173. ^ (EN) N. Korean newspaper refers to successor son as head of key party organ, in Yonhap News Agency, 26 dicembre 2011. URL consultato il 10 aprile 2018.
  174. ^ (EN) Scott McDonald, North Korea vows no softening toward South, in USA Today, 30 dicembre 2011. URL consultato il 10 aprile 2018.
  175. ^ (EN) North Korea: Kim Jong-un hailed 'supreme commander', in BBC News, 24 dicembre 2011. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  176. ^ (EN) DPRK's ruling party to convene conference in April, su Xinhua, 20 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2014).
  177. ^ Kim Ji-ho 2016, pp. 133-134.
  178. ^ (EN) 4th Party Conference of WPK Held, su Rodong Sinmun, 12 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2013).
  179. ^ (EN) Paintings of Marx, Lenin taken down in Pyongyang's main square: report, su Yonhap News Agency, 12 ottobre 2012. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  180. ^ (EN) Julian Ryall, Lenin and Karl Marx statues removed from North Korea's Kim Il-sung Square, su The Telegraph, 15 ottobre 2012. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  181. ^ Kim Ji-ho 2016, p. 135.
  182. ^ (EN) North Korean leader's uncle executed for 'treachery', in BBC News, 13 dicembre 2013. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  183. ^ (EN) North Korea executes Kim Jong-un's uncle as 'traitor', su the Guardian, 13 dicembre 2013. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  184. ^ (EN) Choe Sang-Hun, North Korea’s Party Congress Explained: A Coronation for Kim Jong-un, in The New York Times, 5 maggio 2016. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  185. ^ (EN) The 7th Party Congress in North Korea: A Return to a New Normal, su 38 North, 20 maggio 2016. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  186. ^ (EN) Things to know about North Korea's first congress in decades, su nzherald.co.nz, 7 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2016).
  187. ^ (EN) North Korea leader Kim becomes chairman of ruling Workers' Party: NHK, su Reuters, 9 maggio 2016. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  188. ^ (EN) Seventh Congress of WPK Closes, su Uriminzokkiri, 11 maggio 2016. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  189. ^ (EN) Fourth and Final Day of the 7th Party Congress, su North Korea Leadership Watch, 10 maggio 2016. URL consultato il 25 maggio 2016.
  190. ^ (EN) Kang Jin-kyu, Kim Jong-un is made chairman of Workers’ Party, su Korea JoongAng Daily. URL consultato il 25 maggio 2016.
  191. ^ (EN) Highlights of North Korea’s Latest Party Meetings: Setting a New Agenda, su 38 North, 21 agosto 2020. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  192. ^ (EN) Sangmi Cha, North Korea's Kim lays out 80-day campaign to attain goals this year, in Reuters, 6 ottobre 2020. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  193. ^ (EN) DPRK holds politburo meeting to prepare for 8th party congress, su Xinhua, 6 ottobre 2020. URL consultato il 28 ottobre 2020.
  194. ^ a b Kim Jong-Un riprende il ruolo del padre, esclusa la sorella, su laRegione, 11 gennaio 2021. URL consultato il 20 agosto 2022.
  195. ^ 조선로동당규약, p. 7, art. 11.
  196. ^ (EN) KCNA, Seventh Congress of WPK Closes, su Uriminzokkiri, 9 maggio 2016. URL consultato il 7 ottobre 2020.
  197. ^ (EN) Seventh Party Congress elects Kim Jong Un as top leader of WPK, su The Pyongyang Times, 2016. URL consultato il 7 ottobre 2020.
  198. ^ 조선로동당규약, p. 10, art. 23.
  199. ^ 조선로동당규약, p. 10, art. 24.
  200. ^ a b 조선로동당규약, p. 11, art. 30.
  201. ^ 조선로동당규약, p. 10, art. 25.
  202. ^ 조선로동당규약, p. 11, art. 26.
  203. ^ 조선로동당규약, p. 11, art. 27.
  204. ^ 조선로동당규약, p. 11, art. 28.
  205. ^ 조선로동당규약, p. 11-12, artt. 31-33.
  206. ^ 조선로동당규약, p. 12, art. 34.
  207. ^ 조선로동당규약제5장 당의 시(구역),당조직, pp. 13-14.
  208. ^ 조선로동당규약, p. 18, art. 56§3.
  209. ^ (EN) Parties & Public Organizations - Kimilsungist-Kimjongilist Youth League, su Naenara, Foreign Languages Publishing House of the DPRK. URL consultato l'8 ottobre 2020.
  210. ^ (EN) Members, su WFDY. URL consultato l'8 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2016).
  211. ^ (EN) The World Federation of Democratic Youth (WFDY) (PDF), su Central Intelligence Agency, 1º ottobre 1956, p. 38. URL consultato l'8 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2020).
  212. ^ (EN) Choe Sang-Hun, North Korea Uses Election To Reshape Parliament (Published 2014), in The New York Times, 9 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  213. ^ (EN) nknews, The weird, weird world of North Korean elections | NK News, su NK News - North Korea News, 3 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  214. ^ Cinzia Rizzi, Le elezioni (farsa) in Corea del Nord, su euronews, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  215. ^ Corea del Nord, quando le elezioni sono una farsa, su Rainews. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  216. ^ Come sono le "elezioni" in Corea del Nord, su Il Post, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  217. ^ (EN) North Koreans vote in 'no-choice' parliamentary elections, in BBC News, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  218. ^ (EN) North Koreans head to the polls but they have no choice. So why the charade?, su abc.net.au, 12 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  219. ^ How North Korea's elections work, in The Economist, 5 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  220. ^ (EN) Democratic Front for the Reunification of the Fatherland, su Young Pioneer Tours, 16 luglio 2020. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  221. ^ a b c d e f Dieter Nohlen, Florian Grotz e Christof Hartmann, Elections in Asia and the Pacific: a data handbook, vol. 2, Oxford University Press, 2001, p. 405, ISBN 0-19-924958-X.
  222. ^ (EN) DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA: parliamentary elections Choe Go In Min Hoe Ui, 1990, su archive.ipu.org. URL consultato il 1º novembre 2018.
  223. ^ (EN) Inter-Parliamentary Union, IPU PARLINE database: DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA (Choe Go In Min Hoe Ui), ELECTIONS IN 2009, su archive.ipu.org. URL consultato il 1º novembre 2018.
  224. ^ (EN) Inter-Parliamentary Union, IPU PARLINE database: DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA (Choe Go In Min Hoe Ui), Last elections, su archive.ipu.org. URL consultato il 1º novembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Kim Il-sung
Kim Jong-il
Fonti nordcoreane
Altri autori

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN4184156012381649700002 · ISNI (EN0000 0001 2187 6608 · LCCN (ENn80120724 · GND (DE1008466-6 · BNF (FRcb118668299 (data) · J9U (ENHE987007259740805171 · NDL (ENJA00641426