Papa Sisto III

Papa Sisto III
44º papa della Chiesa cattolica
Elezione31 luglio 432
Fine pontificato19 agosto 440
(8 anni e 19 giorni)
Predecessorepapa Celestino I
Successorepapa Leone I
 
NascitaRoma, 390 circa
MorteRoma, 19 agosto 440
SepolturaBasilica di San Lorenzo fuori le mura
San Sisto III
 

Papa

 
NascitaRoma, 390 circa
MorteRoma, 19 agosto 440
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione30 dicembre 1144 da papa Lucio II
Canonizzazione18 maggio 1723 da papa Innocenzo XIII
Santuario principaleBasilica di San Lorenzo fuori le mura
Ricorrenza19 agosto

Sisto III (in latino Xystus III; Roma, 390 circa – Roma, 19 agosto 440) è stato il 44º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa dal 31 luglio 432 fino alla sua morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pontificato[modifica | modifica wikitesto]

Decisioni in materia dottrinale[modifica | modifica wikitesto]

Prima della sua elezione, Sisto era un personaggio di spicco del clero romano e già teneva una certa corrispondenza con sant'Agostino. Il suo pontificato fu caratterizzato dalle controversie nestoriane e pelagiane; probabilmente fu a causa del suo carattere conciliante che fu falsamente accusato di propendere verso queste eresie[1]. Nella controversia pelagiana, inoltre, frustrò il tentativo di Giuliano di Eclano[2] di essere riammesso in comunione con la Chiesa cattolica.

Come papa approvò gli Atti del Concilio di Efeso[2], in cui il dibattito sulla natura umana e divina di Gesù si trasformò in una discussione sul tema se Maria potesse essere chiamata "Madre di Gesù" in quanto uomo, o "Madre di Cristo" in quanto uomo e Dio. Il concilio attribuì, infine, a Maria il titolo greco di Theotókos ("portatrice di Dio").
Una delle sue principali preoccupazioni fu anche quella di riportare la pace tra Cirillo di Alessandria e Nestorio patriarca di Costantinopoli.

Sisto III convocò un Concilio per la sede metropolitana di Roma nel 433[3][4].

Relazioni con le sedi episcopali[modifica | modifica wikitesto]

Nel 437 restituì il vescovo Brizio alla cattedra di Tours, da cui era stato allontanato sette anni prima per accuse rivelatesi poi infondate.

Difese anche i diritti della Santa Sede sull'Illiria sia contro i vescovi locali che contro gli ambiziosi disegni di Proclo Patriarca di Costantinopoli[2]. Confermò, infine, la posizione dell'arcivescovo di Tessalonica come capo della Chiesa illirica[2].

Governo di Roma[modifica | modifica wikitesto]

Sisto III si fece promotore dell'edificazione e del restauro di molte chiese romane. La basilica di Santa Sabina sul Colle Aventino venne inaugurata durante il suo pontificato. Sisto fece restaurare anche la basilica di Santa Maria Maggiore (già basilica liberiana), rimasta danneggiata dall'epoca dei tumulti in occasione dell'elezione di papa Damaso (366), la cui dedica a Maria, ribadita dall'iscrizione "Virgo Maria, tibi Xystus nova tecta dictavi", sottolinea il dogma decretato dal concilio di Efeso; fece poi restaurare la basilica di San Lorenzo fuori le mura. Inoltre arricchì la basilica di San Pietro e quella Laterana con preziosi regali ottenuti dall'imperatore Valentiniano III[5].

Morte e sepoltura[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Lorenzo Fuori le Mura, luogo di sepoltura di Sisto III.

Morì il 19 agosto del 440 e fu sepolto nella basilica di San Lorenzo fuori le mura.

Opere attribuite[modifica | modifica wikitesto]

Sisto III fu autore di nove epistole[6], ma non compose mai le opere De divitiis, De malis doctoribus e De castitate a lui attribuite. Inoltre, è una falsificazione l'opera che tramanda come il console Basso lo accusasse di vari crimini.[senza fonte]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Il suo nome compare nel Martirologio di Adone, del IX secolo[2].

La sua festa ricorre il 19 agosto.

Dal Martirologio Romano:

«19 agosto - A Roma sulla via Tiburtina presso San Lorenzo, deposizione di san Sisto III, papa, che ricompose i dissensi tra il patriarcato di Antiochia e quello di Alessandria e nella città di Roma consegnò al popolo di Dio la basilica di Santa Maria Maggiore sul colle Esquilino.»

Nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma è presente un grande mosaico con iscrizione dedicatoria a Sisto III.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ma una lettera di Agostino potrebbe far supporre che in gioventù Sisto possa veramente essere stato pelagiano (cfr. Rendina, I Papi. Storia e segreti, p. 108).
  2. ^ a b c d e John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 129
  3. ^ Dei parrochi opera di antichita sacra e disciplina, su books.google.it. URL consultato il 17 settembre 2016.
  4. ^ Roma nell'anno 1838 descritta da Antonio Nibby, su books.google.it. URL consultato il 17 settembre 2016.
  5. ^ L'elevato dispendio di risorse fu stigmatizzato da san Girolamo, che non vi riconobbe più i segni di un autentico spirito cristiano. Cfr. C. Rendina, cit., p. 109.
  6. ^ Le lettere di S. conosciute sono in tutto nove; raggruppate secondo le collezioni che le tramandano e inserite nel contesto dei documenti con cui vanno poste in relazione, sono edite in Collectio Veronensis 30-31, in Acta Conciliorum Oecumenicorum, I, 2, a cura di E. Schwartz, Berlin-Leipzig, 1925-1926, pp. 107-110; in Collectio Atheniensis 99-101, ibid., I, 1, pt. VII, a cura di E. Schwartz, ibidem, 1929, pp. 143-145; in K. Silva-Tarouca, Epistularum Romanorum pontificum ad vicarios per Illyricum aliosque episcopos collectio Thessalonicensis, Romae, 1937, pp. 36-43. Vedi "Sisto III in Enciclopedia dei Papi, op. cit.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) (EN) Pope St. Sixtus III, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
  • Duchesne (edizione), Liber Pontificalis, I (Paris, 1886), 126-27, 232-37;
  • John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989, ISBN 88-384-1326-6
  • Giovanni Sicari, Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma, 1998, collana Monografie Romane a cura dell'Alma Roma.
  • Claudio Rendina, I Papi. Storia e segreti, Roma, Newton & Compton, 1983.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Celestino I 31 luglio 432 - 19 agosto 440 Papa Leone I
Controllo di autoritàVIAF (EN311308305 · ISNI (EN0000 0000 0101 3285 · SBN RMLV012703 · BAV 495/45807 · CERL cnp00404729 · ULAN (EN500326093 · LCCN (ENn2002067738 · GND (DE119221268 · BNE (ESXX5803119 (data) · BNF (FRcb145463987 (data) · J9U (ENHE987007397569105171