Papa Marino I

Papa Marino I
108º papa della Chiesa cattolica
Elezione16 dicembre 882
Insediamento23 dicembre 882
Fine pontificato15 maggio 884
(1 anno e 151 giorni)
Cardinali creativedi categoria
Predecessorepapa Giovanni VIII
Successorepapa Adriano III
 
NascitaGallese, ?
MorteRoma, 15 maggio 884
SepolturaAntica basilica di San Pietro in Vaticano

Marino I (Gallese, ... – Roma, 15 maggio 884) è stato il 108º papa della Chiesa cattolica dall'882 fino alla sua morte.

Fino al 1947 era noto come Martino II, così come Marino II era noto come Martino III.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carriera ecclesiastica[modifica | modifica wikitesto]

Marino nacque a Gallese, oggi in provincia di Viterbo, da un prete di nome Palumbo[1]. All'età di dodici anni, entrò nel Laterano, ove fu consacrato suddiacono da papa Leone IV[1] per poi essere consacrato diacono da papa Niccolò I[2] nell'862[1]. Grazie ai numerosi servigi che aveva compiuto per papa Niccolò e per papa Adriano II, l'ormai arcidiacono Marino fu consacrato vescovo di Cere da parte di papa Giovanni VIII[3].

Le missioni diplomatiche[modifica | modifica wikitesto]

In tre occasioni distinte venne impiegato dai tre papi che lo precedettero come legato a Costantinopoli. La sua missione fu sempre correlata alla controversia suscitata dal Patriarca di Costantinopoli Fozio, il quale era stato nominato a quella carica in modo del tutto illegittimo (nonostante lo stato laicale fu imposto con la forza, spodestando il legittimo patriarca Ignazio). Nella prima missione era stato presente al concilio che aveva condannato Fozio, mentre nell'ultima (880[1]), volta a consegnare le lettere di Giovanni VIII che riabilitavano Fozio in cambio di alcune concessioni ecclesiastiche, Marino fu anche imprigionato per ordine dell'imperatore Basilio I per aver contestato l'uso parziale e falso che lo stesso Fozio aveva fatto delle lettere pontificie. Marino fu infatti trattenuto 30 giorni a Costantinopoli perché non riferisse a Giovanni VIII le omissioni e l'uso distorto delle condizioni poste dal papa, che Fozio aveva operato durante la proclamazione conciliare delle lettere papali in Santa Sofia. Tornato a Roma, la relazione che fece degli avvenimenti suscitò l'indignata reazione di Giovanni VIII, che non esitò a scomunicare di nuovo Fozio.

Svolse anche delle missioni diplomatiche presso l'imperatore Carlo il Grosso e presso il vescovo di Napoli Atanasio II[2].

Nell'880 fu nominato cardinale diacono da Papa Giovanni VIII.[4]

Pontificato[modifica | modifica wikitesto]

Succedette senza opposizione[1] nel pontificato a Papa Giovanni VIII il 16 dicembre dell'882[2], nonostante la sua elezione fosse irregolare in quanto già vescovo. Infatti, nella Chiesa delle origini e in quella medievale, chi era già stato consacrato vescovo non poteva ambire a diventare vescovo di un'altra sede, tantomeno vescovo di Roma. Tale irregolarità non sembra aver creato contrasti, se non da parte di Fozio che si rifiutò di riconoscerlo come pontefice della Chiesa di Roma[5]. Fu questo il primo caso, nella storia dei papi, di traslazione di un vescovo da una sede a quella di Roma[3][6].

Il perdono di Formoso e la "presunta" condanna di Fozio[modifica | modifica wikitesto]

Marino fu uomo buono e pacificatore, in contrasto con l'eccessiva severità del predecessore, sciogliendo dalla scomunica Formoso (il quale fu reintegrato come vescovo di Porto) e tutti quegli altri membri del clero che erano stati coinvolti in una pretesa congiura contro Giovanni VIII perché filo-germanici[7]. Lo stesso Marino, del resto, apparteneva al partito filo-germanico[3].

Per quanto riguarda i rapporti con l'oriente, Marino procedette con notevole rigore nel confermare la scomunica contro Fozio[3] per il tradimento compiuto nel Sinodo dell'880. Di conseguenza, Marino si mise in contrasto con l'imperatore Basilio I il Macedone, rompendo definitivamente con la corte imperiale che, per tutta risposta, si rifiutò di riconoscere Marino come papa, per l'infrazione canonica prima ricordata[3]. Tuttavia, come ricorda Ilaria Bonaccorsi nella sua biografia nell'Enciclopedia dei Papi:

«Non si ha alcuna prova certa che M., dopo la sua consacrazione, avesse inviato a Costantinopoli la sinodica della presa di possesso, ma da una lettera di Stefano V (di pochi anni successiva) diretta a Basilio I, nella quale egli difende strenuamente M. dalle accuse mosse nei suoi confronti dal "basileus", si arguisce che l'imperatore e il patriarca si erano sempre rifiutati di riconoscere la legittimità di M. (in P.L., CXXIX, coll. 785-89).»

Altri avvenimenti[modifica | modifica wikitesto]

Marino fu eletto senza attendere il placet dell'imperatore Carlo il Grosso, ma i rapporti tra i due si distesero in occasione dell'incontro avuto nell'Abbazia di Nonantola nella primavera dell'883[1], ove le incomprensioni si appianarono e i due poteri universali discussero di problematiche importanti, tra cui l'arroganza di Guido III di Spoleto, il quale aveva preso possesso di parte del Patrimonium Sancti Petri. Guido fu deposto dall'imperatore e il suo territorio occupato, e l'ex duca fuggì nel Meridione d'Italia[6].

Sul pontificato di Marino si hanno poche altre notizie, la più rilevante delle quali sembra essere la distruzione dell'Abbazia di Montecassino, incendiata dai Saraceni nell'883[1], mentre si sa che mantenne buone relazioni con Alfredo il Grande, re d'Inghilterra[6].

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Marino morì il 15 maggio dell'884[8], e fu sepolto nel portico di San Pietro[1].

Problemi sul nome[modifica | modifica wikitesto]

Per molti secoli il suo nome fu mutato in "Martino II", così come Marino II (942-946) in "Martino III" perché si pensava, a torto, che "Marino" fosse una variante di "Martino". Nel 1281 Simone de Brion, che assunse lo stesso nome pontificale, piuttosto che chiamarsi "Martino II" decise di chiamarsi "Martino IV", ponendo così termine alla questione. Questo Papa è stato l'ultimo ad avere il numerale "primo" per più di un millennio, fino a Giovanni Paolo I, che regnò, per soli 33 giorni, nel 1978. Poi vi sono altri Pontefici che scelsero un nome mai usato prima dai predecessori, ma omisero il numerale. Oppure sono elencati, per vari motivi, con il solo nome, comunque usato per la prima volta da loro.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Bonaccorsi.
  2. ^ a b c Kelly, p. 195.
  3. ^ a b c d e Rendina, p. 294.
  4. ^ (EN) Salvador Miranda, Papa Marino I, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
  5. ^ L'irregolarità fu invece tenuta in considerazione una quindicina di anni più tardi, nel caso di Papa Formoso. In quell'occasione si scatenò una violenta reazione da parte di quegli ecclesiastici che non avevano condiviso la sua politica filo-tedesca. Dopo la sua morte, infatti, Stefano VI e il partito filo-italiano indissero il "Sinodo del cadavere", accusando il pontefice da pochi mesi scomparso di sfrenata ambizione, in quanto prima dell'elezione era vescovo di Porto.
  6. ^ a b c Kelly, p. 196.
  7. ^ Rendina, p. 295.
  8. ^ Marino I, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 29 ottobre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Giovanni VIII 16 dicembre 882 - 15 maggio 884 Papa Adriano III
Controllo di autoritàVIAF (EN66822943 · BAV 495/45934 · CERL cnp00166503 · GND (DE10095300X · WorldCat Identities (ENviaf-66822943