Panni di probazione

Con la definizione di panni di probazione, anche detti panni della prova, ci si riferiva all'abito religioso indossato dai novizi quando, terminato il periodo di probandato, entravano in noviziato.

Questa terminologia veniva usata soprattutto all'interno dell'ordine francescano. I panni della prova constavano, pertanto, di un saio di solito con qualche differenza rispetto a quello indossato dai frati che già avevamo emesso la professione dei voti.

«Non sia conceduto ai Postulanti l'Abito di Probazione, senon dappoiché' saranno stati esaminati e conosciuti per ben disposti... Questi panni di Probazione intendonsi l'Abito di cui ha da vestirsi chi è accettato all'Ordine, cioè il Novizio ... La forma di quest'abito ... due Tonache senza cappuccio, il Cingolo, le Mutande e il Capperone fino al Cingolo: apparato assai tenue e vile conforme lo Spirito della regola, che ha poi da professarli.»

Erano definiti panni della prova perché i novizi erano, appunto, in prova; non avendo ancora alcun legame giuridico verso l'ordine che li avrebbe accolti. Questo legame veniva e viene ancora oggi creato al termine del noviziato con l'emissione dei voti temporanei, normalmente seguita dopo uno o tre anni (a seconda delle costituzioni e statuti dell'ordine) dai voti perpetui, anche detti Professione Solenne.

All'interno dell'ordine dei Frati Minori, ad esempio, il saio della prova era privo di cappuccio. Questo per riconoscere i novizi dai cosiddetti frati professi. Oggi non esiste più questa differenza tra l'abito indossato dai novizi e quello dei cosiddetti professi.

In alcune provincie religiose francescane, si potrebbe tuttavia ancora notare che il cingolo dei novizi sia privo dei tre nodi, simbolo, appunto, dei tre voti di povertà, castità e obbedienza che essi non hanno ancora emesso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lezione V della vestizione religiosa, pag 45-46
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