Padri e figli (romanzo)

Padri e figli
Titolo originaleОтцы и Дети
AutoreIvan Sergeevič Turgenev
1ª ed. originale1862
1ª ed. italiana1879
GenereRomanzo
Lingua originalerusso
AmbientazioneRussia

Padri e figli (in russo: Отцы и дети/Отцы и дѣти[1], AFI: [ɐˈtsɨ i ˈdʲetʲi]) è un romanzo dello scrittore russo Ivan Sergeevič Turgenev, pubblicato per la prima volta nel 1862 sulla rivista Il messaggero russo.

Una delle opere più acclamate della letteratura russa del XIX secolo, nonché la più famosa ed importante dell'intera produzione di Turgenev, vi si affronta il tema del nichilismo, nella sua accezione atea, materialista, positivista e rivoluzionaria.

L'argomento verrà poi ripreso approfondito e criticato da altri autori russi nel corso di quegli stessi anni sessanta del XIX secolo. L'opera scatenò diverse polemiche in Russia e all'estero, che costrinsero Turgenev a dare spiegazioni e, di fatto, a diradare la sua attività letteraria.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

«Un nichilista è un uomo che non si inchina dinnanzi a nessuna autorità, che non presta fede a nessun principio, da qualsiasi rispetto tale principio sia circondato»

La storia inizia il 20 maggio 1859, quando Nikolaj Petrovič Kirsanov, un modesto possidente terriero, aspetta il ritorno del figlio Arkadij, di ritorno da San Pietroburgo dove si è appena laureato all'Università. In sua compagnia c'è l'amico Evgénij Bazàrov, un giovane studente di medicina, personaggio centrale del romanzo. Egli è di idee materialiste e antitradizionaliste, e si autodefinisce nichilista.

Lui e Arkadij si recano nella tenuta dei Kirsanov, dove vivono anche Pavel Petrovič, lo zio di Arkadij, un accanito conservatore e nostalgico aristocratico, e Fenečka, una giovane serva messa incinta dal vedovo Nikolaj, uomo mite e tranquillo, che tenta con scarsi esiti di gestire la sua masseria applicando sistemi liberali. Ben presto si accende una disputa tra l'animo rivoluzionario di Bazarov e l'orgoglioso Pavel, così i due giovani preferiscono partire per recarsi a trovare i genitori di Bazarov.

La scena si sposta in una città (denominata semplicemente ***), dove i due giovani conoscono Koljazin, parente dei Kirsanov e importante diplomatico, la Kukšina, stravagante donna emancipata, e Sitnikov, goffo giovane seguace delle idee di Bazarov. L'incontro più importante però è con Anna Sergeevna Odincova, una donna giovane e affascinante, dalla mente aperta e brillante, che invita i due giovani presso di lei. Nella sua tenuta, vive anche la sorella Katja, diciannovenne dall'animo mite e più giovane di lei di dieci anni.

Passano i giorni e ben presto comincia a rivelarsi una simpatia tra Arkadij e Katja e soprattutto di Bazarov verso Anna. Egli si spinge, contro i suoi stessi principi che irridevano tutto ciò che era romantico, a dichiararle il suo amore: ella è sconcertata. I due giovani decidono così di partire di nuovo verso la tenuta dei genitori di Bazarov. I due genitori, Arina e Vasilij, medico in pensione, sono anziani e religiosi, entrambi si commuovono molto al ritorno del figlio. Bazarov e Arkadij tornano poi dai Kirsanov, dove Bazarov amava fare i suoi esperimenti con gli animali e le piante.

Dopo un incontro con Fenečka, lui e Pavel si sfidano a duello. Pavel viene ferito, ma Bazarov gli risparmia la vita, tornandosene a casa. Intanto Arkadij si reca da Katja, rivelandole il suo amore. Bazarov si ammala di tifo e muore, raggiunto al capezzale dalla Odincova. Il capitolo finale svela le vicende dei vari personaggi: Fenečka e Nikolaj si sposano, così come Arkadij e Katja. Pavel compie un viaggio per l'Europa, prima a Mosca e poi a Dresda. La Odincova va a Mosca e si sposerà. Il romanzo si conclude con i genitori di Bazarov che rendono omaggio alla sua tomba.

Edizioni italiane[2][modifica | modifica wikitesto]

  • Il nichilismo. I padri e i figli, trad. Francesco Montefredini, Milano, Tipografia Editrice Lombarda, 1879.
  • Padri e figli, trad. Francesco Francesconi, 1906.
  • Padri e figli, trad. Federigo Verdinois, Milano, Fratelli Treves Editori, 1908.
  • Padri e figli, trad. Giuseppe Pochettino, Torino, Slavia, 1928; Biblioteca Giovani n.28, Torino, Einaudi, 1977; Introduzione di Franco Cordelli, Einaudi, 1997-2021.
  • Padri e figli, trad. Cesare Cortassa, Milano, Bietti, 1929.
  • Padri e figli, trad. Olga Malavasi, Bologna, Cappelli, 1930.
  • Padri e figli, trad. M. Bogavski, Firenze, Vallecchi, 1931.
  • Padri e figli, trad. Rinaldo Küfferle, Milano, Mondadori, 1933.
  • Padri e figli, trad. Oscar Landi, Firenze, Nerbini, 1948.
  • Padri e figli, trad. Silvio Polledro, Milano, BUR-Rizzoli, 1953.
  • Padri e figli, in Tutti i romanzi, trad. Laura Simoni Malavasi, Milano, Mursia, 1959; Milano, Garzanti, 1973.
  • Padri e figli, trad. Valentina Bianconcini Chini, Bologna, Capitol, 1964.
  • Padri e figli, trad. Paola Cometti, Torino, UTET, 1965.
  • Padri e figli, trad. Giacinta De Dominicis Jorio, Edizioni Paoline, 1968.
  • Padri e figli, trad. Elsa Mastrocicco, Milano, Fabbri Editori, 1969.
  • Padri e figli, trad. Maria L. De Benedetti, Ginevra, Edizioni Ferni, 1974; Milano, C.D.C., 1985.
  • Padri e figli, in Opere. Romanzi e racconti, vol. II', trad. Bernardino Bernardini, Roma, Editori Riuniti, 1988.
  • Padri e figli, trad. Margherita Crepax, Collana I grandi libri n.19, Milano, Garzanti Libri, 1989.
  • Padri e figli, trad. Mirco Gallenzi, Collana I Classici Classici, Milano, Frassinelli, 1997; Milano, Mondadori, 2019.
  • Padri e figli, trad. Margherita De Michiel, Introduzione di Maria Di Salvo, Roma, Gruppo L'Espresso-La Repubblica, 2004.
  • Padri e figli, trad. Paolo Nori, Collana UEF. I Classici n.2215, Milano, Feltrinelli, 2009, ISBN 978-88-078-2215-5.
  • Padri e figli, trad. R. Molteni Grieco, Controluce, 2013, ISBN 978-88-628-0058-7.
  • Padri e figli, trad. A. Pugliese, Gingko Edizioni, 2015, ISBN 978-88-952-8856-7.

Trasposizioni cinematografiche[modifica | modifica wikitesto]

Dal romanzo è stato tratto lo sceneggiato Rai del 1958 diretto da Guglielmo Morandi che porta il medesimo titolo, appunto Padri e figli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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