Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria

Disambiguazione – Se stai cercando la storia del PSI nel periodo 1943-1947, allorquando il partito assunse transitoriamente il nome di PSIUP, vedi Partito Socialista Italiano.
Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria
SegretarioTullio Vecchietti (1964-1971)
Dario Valori (1971-1972)
StatoBandiera dell'Italia Italia
SedeRoma
AbbreviazionePSIUP
Fondazione12 gennaio 1964
Derivato daPartito Socialista Italiano
Dissoluzione13 luglio 1972
Confluito in
IdeologiaSocialismo
Frontismo
Marxismo
Correnti interne:
Socialismo libertario[1]
Riformismo[1]
CollocazioneSinistra/Sinistra radicale
Coalizionecon il PCI
Seggi massimi Camera
24 / 630
(1964)
Seggi massimi Senato
13 / 315
(1968)
Seggi massimi Consigli regionali
16 / 690
(1970)
TestataMondo Nuovo (giornale)
Problemi del socialismo (rivista teorica)
ColoriRosso

Il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP) è stato un partito politico italiano attivo fra il 1964 e il 1972, nato da una scissione della corrente di sinistra interna del Partito Socialista Italiano, contraria all'interruzione della linea politica frontista nei confronti del Partito Comunista Italiano (e, sul piano diplomatico, dell'Unione Sovietica).

Precedenti della denominazione[modifica | modifica wikitesto]

La denominazione di Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria era stata in precedenza assunta dal Partito Socialista Italiano (PSI) nel 1943, a seguito della fusione con il Movimento di Unità Proletaria per la Repubblica Socialista di Lelio Basso e l'Unione Popolare Italiana. Il partito mantenne questa denominazione sino al 1947, quando riacquistò la dicitura PSI per evitare che se ne appropriasse il nuovo partito fondato da Giuseppe Saragat (PSDI).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prodromi della scissione[modifica | modifica wikitesto]

Dalla fine degli anni cinquanta, e in particolare dalla rivoluzione ungherese del 1956, i rapporti del PSI con il PCI si erano raffreddati. All'interno del PSI vi era una corrente favorevole a mantenere l'unità d'azione con il PCI (gli appartenenti a questa corrente erano soprannominati malignamente "carristi", in quanto presunti sostenitori dei carri armati sovietici che stroncarono la rivoluzione ungherese) mentre gli "autonomisti" sostenevano una maggiore autonomia dal PCI e quindi un avvicinamento all'area governativa.

Nel 1963, in occasione del voto di fiducia al Governo Moro I, che fu il primo dal 1947 ad avere ministri del PSI e formato, oltre che dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Socialista Italiano, dal Partito Socialista Democratico Italiano e dal Partito Repubblicano Italiano, gli aderenti alla corrente di sinistra che non votarono la fiducia al primo governo di centro-sinistra organico furono sospesi dal partito. Vi furono vari tentativi di composizione, ma ebbero tutti esito negativo.

La fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Nei giorni sabato 11 e domenica 12 gennaio 1964 al Palazzo dei Congressi dell'Eur si tenne un'assemblea della corrente di sinistra del PSI, guidata da Tullio Vecchietti. Il giorno 11 Vecchietti pronunciò un discorso politico riassumendo la situazione. Dopo due giornate di dibattito, il 12 gennaio fu proclamata la scissione dal PSI, e la nascita di un nuovo partito, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, PSIUP, di cui divenne segretario lo stesso Vecchietti.[2]

Adesioni al nuovo partito[modifica | modifica wikitesto]

Aderirono allo PSIUP quei militanti socialisti che erano contrari alla collaborazione diretta del PSI, con propri ministri, al primo governo di centro-sinistra, preferendo invece un accordo per un'alleanza di sinistra con il Partito Comunista Italiano all'opposizione del governo a partecipazione socialista.

La maggior parte degli aderenti alla corrente di sinistra del PSI, i cosiddetti "carristi" aderirono al nuovo partito.

Aderenti, membri dei gruppi parlamentari:
Deputati

Senatori

In totale, furono 24 i deputati e 10 i senatori che lasciarono il PSI per aderire alla nuova formazione, permettendo la formazione di gruppi parlamentari autonomi in entrambe le camere.

Tra gli altri esponenti vi furono inoltre Lucio Libertini, Mario Albano, oltre ai toscani Silvano Miniati, Guido Biondi, Aristeo Biancolini, Daniele Protti, Dante Rossi, al calabrese Mario Brunetti, al piemontese Pino Ferraris, il pugliese Giacomo Princigalli e i sindacalisti Elio Giovannini, Antonio Lettieri e Gastone Sclavi. Nel 1965 aderì al PSIUP Peppino Impastato.[3]

Non tutti i principali esponenti della corrente di sinistra aderirono al nuovo partito; rimasero nel PSI vari deputati (tra cui Luigi Bertoldi) e senatori, e il segretario della federazione giovanile socialista, Vincenzo Balzamo.

Dalla fondazione al 1972[modifica | modifica wikitesto]

Lo PSIUP riporta un buon risultato alle elezioni politiche del 1968, intercettando parte dei consensi della contestazione studentesca, e con il 4,4% di voti ottiene 23 seggi alla Camera dei Deputati.

Alle elezioni del 1972 subisce un calo di voti consistente, raccogliendo l'1,9% alla Camera e, a causa della distribuzione territoriale molto uniforme dei voti, non ottiene il quorum in alcuna circoscrizione, pertanto non elegge alcun deputato. Mario Albano, segretario nazionale della Commissione Esteri nel PdUP, farà allusione alla scarsa longevità politica del partito interpretando ironicamente la sigla PSIUP come "Partito Scomparso In Un Pomeriggio".

Lo scioglimento[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 luglio 1972 il IV congresso dello PSIUP delibera lo scioglimento del partito e la contestuale confluenza nel Partito Comunista Italiano: la maggioranza dei suoi esponenti (il 67%), tra cui Libertini, Valori e Vecchietti, ricomincerà la propria attività politica nel PCI.

Tuttavia alcuni settori del partito furono contrari alla confluenza fra i comunisti:

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Anno Voti % Seggi
Politiche 1968 Camera 1.414.697 4,45
23 / 630
Senato Nel PCI - PSIUP
13 / 315
Politiche 1972 Camera 648.591 1,94
0 / 630
Senato Nel PCI - PSIUP
11 / 315

Organigramma del partito[modifica | modifica wikitesto]

Segretari[modifica | modifica wikitesto]

Capigruppo[modifica | modifica wikitesto]

Capogruppo alla Camera: Lucio Mario Luzzatto.[4]

Capogruppo al Senato: Fernando Schiavetti.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Partito socialista italiano di unita proletaria, in Dizionario di storia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011.
  2. ^ Corriere della sera 11 e 12 gennaio 1964
  3. ^ Giuseppe Impastato: l'attività, il delitto, l'inchiesta e il depistaggio, le condanne dei mandanti, su centroimpastato.it, Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus., 5 maggio 2012. URL consultato il 25 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2013).
  4. ^ [1] Sito storico della Camera dei Deputati
  5. ^ [2] Sito storico del Senato

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il partito provvisorio: storia del PSIUP nel lungo Sessantotto italiano / Aldo Agosti - Roma ; Bari : GLF editori Laterza, 2013. - VII, 295 p.; 21 cm
  • Storia del socialismo italiano: da Turati al dopo Craxi / Giorgio Galli. - Milano: Baldini Castoldi Dalai, [2007]. - 555 p. ; 22 cm
  • Treccani, su treccani.it.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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