Otesia

Otesia
Amministrazione
Dipendente da Regio VIII Aemilia
Impero romano
Localizzazione
Stato attuale Bandiera dell'Italia Italia
Località Mirandola oppure Sant'Agata Bolognese

Otesia fu un municipio romano appartenente alla Regio VIII Aemilia durante l'età augustea.[1]

La località fu citata da Plinio il Vecchio nella Naturalis historia (III, 116) e dai successivi cronisti storici come respublica Otesmorum, situata a est di Regium Lepidi (Reggio Emilia). Presso il municipio di Otesia venne nominato quale curatore Gaio Cornelio Miniciano, amico di Plinio,[2] prima di diventare magistrato a Bergamo,[3][4] come risulta da una lapide ritrovata presso la cappella di San Pietro apostolo in Colleaperto e oggi conservata presso il lapidario del museo archeologico di Bergamo.[5]

Pur essendo considerata un centro notevole nell'antichità, non esistono indicazioni storiche precise che permettano di identificare con certezza il luogo esatto ove sorse questa città.

Secondo il geografo tedesco Filippo Cluverio, nell'opera Italia antiqua (I, 2),[6] l'antica città di Otesia si identificherebbe con Mirandola.[7]

Serafini Calindri, Carta topografica del territorio della terra di S. Agata in Bolognese (1786)

Successive ricerche dell'abate Serafino Calindri vorrebbero invece la località situata nel territorio di Sant'Agata Bolognese,[8] dove la via di accesso settentrinale al paese è tuttora chiamata Porta Otesia.[9]

Secondo Girolamo Tiraboschi, che riprese alcune osservazioni di Antonio Frizzi,[10] le opinioni di Cluverio e di Calindri non trovano fondamento, poiché Plinio nominò semplicemente i "popoli Otesini" vicini a quelli detti Padinates (antichi abitanti di Bondeno)[11] e Regiates (abitanti di Reggio Emilia), il che voleva dire che gli stessi potevano trovarsi in qualunque altro angolo di queste Provincie; inoltre nel passo di Plinio i nomi di quei popoli sono citati in ordine alfabetico e non secondo la loro posizione geografica.[12]

L'ipotesi che l'antica città di Otesia potesse trovarsi nel territorio mirandolese tornò alla luce negli anni 1930, quando vennero eseguiti scavi archeologici che portarono alla luce molti reperti di età romana in località "La Tesa" nei pressi di San Martino Spino, al confine con Bondeno.[13] Tuttavia anche tale ipotesi, basata sulla mera assonanza tra Otesia e La Tesa, è stata ritenuta inconsistente dagli studiosi.[14][15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Arturo Solari, Otesia, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935. URL consultato il 29 marzo 2018.
  2. ^ Epistolae VII, 22
  3. ^ (FR) François Jacques, Les curateurs des cités dans l'Occident romain: de Trajan à Gallien, Nouvelles Editions Latines, 1983, p. 252 (archiviato il 30 marzo 2018).
  4. ^ (EN) Bernard William Henderson, Five Roman emperors: Vespasian, Titus, Domitian, Nerva, Trajan, A.D. 69-117, Cambridge, University Press, 1927, p. 203 (archiviato il 30 marzo 2018).
  5. ^ Giovanni Maironi da Ponte, Dizionario odepórico, o sia storico-politico-naturale della Provincia Bergamasca, vol. 1, Mazzoleni, 1819, p. 80.
  6. ^ Filippo Cluverio, Italia antiqua, 1624, pp. 282-283.
  7. ^ Attilio Zuccagni-Orlandini, Mirandola, capoluogo, in Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, corredata di un atlante, di mappe geografiche e topografiche, e di altre tavole illustrative: Italia superiore o settentrionale. Parte VI, Stati estensi, Volume 8, Firenze, pp. 451-452 (archiviato il 30 marzo 2018).
  8. ^ Sant'Agata, in Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, ritratte e descritte, vol. 2, p. 93 (archiviato il 30 marzo 2018).
  9. ^ Porta Otesia, su tourer.it.
  10. ^ Antonio Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, vol. 1, Ferrara, Francesco Pomatelli, 1791, p. 147 (archiviato il 30 marzo 2018).
  11. ^ Plinio, Cluvierio e P. Hardouin pensavano che i Padinates abitassero verso la foce del fiume Panaro nel Po, nel luogo dove oggi si trova il paese di Bondeno.
  12. ^ Girolamo Tiraboschi, Dizionario topografico-storico degli stati Estensi. Opera postuma, Modena, tipogr. Camerale, 1825, p. 47 (archiviato il 30 marzo 2018).
  13. ^ Mauro Calzolari e Francesca Foroni, L'insediamento romano della Tesa di Mirandola. Ricognizioni e scavi 1930-2011, All’Insegna del Giglio, 2012, p. 20 (archiviato il 30 marzo 2018).
  14. ^ Mancini, _, 1944, pp. 73-74.
  15. ^ Mauro Calzolari, La pianura modenese nell'età romana: ricerche di topografia e di toponomastica, in Modena: Aedes Muratoriana, 1981, pp. 130-131, SBN IT\ICCU\SBL\0310509.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Heinrich Nissen, Italische Landeskunde, II, Berlino, 1902, p. 261.
  • Corpus Inscr. Lat., I, n. 1, p. 151.
  • Serafino Calindri, Dizionario topografico della provincia bolognese, Bologna, 1785, pp. 19 segg.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]