Oggi (periodico)

Oggi
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StatoBandiera dell'Italia Italia
LinguaItaliano
PeriodicitàSettimanale
Genereattualità
Fondazione1939 (poi rifondato nel 1945)
SedeMilano
EditoreRCS MediaGroup
Diffusione cartacea266 883 (settembre 2015)
DirettoreCarlo Verdelli
VicedirettoreLivio Colombo, Roberto Beccaria e Marco Pratellesi[1]
Sito weboggi.it
 

Oggi è una rivista italiana, edita da RCS Periodici. È uno dei settimanali popolari più diffusi, con una tiratura di 383 492 copie (maggio 2015). Fondato nel 1939 da Angelo Rizzoli, fu il secondo rotocalco italiano a grande diffusione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 1939 il regime fascista impose la chiusura del settimanale «Omnibus». Diretto da Leo Longanesi, era il periodico di attualità più prestigioso tra quelli pubblicati da Angelo Rizzoli, editore e produttore cinematografico milanese. Rizzoli pensò a come evitare di disperdere il patrimonio di professionalità che aveva fatto di Omnibus un giornale di livello superiore alla concorrenza. Decise di fondare un nuovo settimanale, traendo dal vecchio il formato e l'impostazione.

Il governo, per garantirsi un giornale allineato al regime, impose di nominare alla direzione della nuova rivista due giovani[2]. Rizzoli, dopo essersi probabilmente consultato con Longanesi[3], decise di puntare su due suoi brillanti allievi, Arrigo Benedetti e Mario Pannunzio. I due accettarono e nel giro di pochi mesi organizzarono la nuova rivista. Il primo numero di «Oggi - settimanale di attualità e letteratura» uscì sabato 3 giugno 1939. Il giornale veniva realizzato materialmente a Roma, in via Regina Elena n. 69; la sede legale era a Milano, presso la Rizzoli, in piazza Carlo Erba n. 6. Il primo anno uscì con una foliazione di 16 pagine in formato 36,5 × 48 cm, che l'anno seguente fu ridotto a 28,5 × 35 cm.

Benedetti (formalmente direttore responsabile) e Pannunzio (condirettore), ripresero il modello di «Omnibus» (anche nel tipo di stampa: il rotocalco), proponendo una combinazione di giornalismo e letteratura, muovendosi tra attualità e storia. Il periodico si costruì una propria reputazione, non benvoluto - comunque tollerato - dal regime. Pubblicarono i loro racconti sulle pagine di «Oggi» alcuni giovani scrittori che avrebbero raggiunto una fama internazionale: Elsa Morante, Ennio Flaiano, Giaime Pintor, Tommaso Landolfi, Vitaliano Brancati ed Elio Vittorini.

Le uscite continuarono fino al 31 gennaio 1942. In quella data fu pubblicato un articolo dell'ex capo di Stato maggiore della Marina, Gino Ducci (La guerra degli oceani) in cui la flotta navale germanica era confrontata con quella statunitense; Ducci concludeva asserendo che le forze nemiche apparivano superiori. L'ambasciatore tedesco in Italia, Mackensen, protestò ufficialmente. Il regime ordinò la chiusura del periodico per “disfattismo”.[4] Con la testata mutata in «Settegiorni» e la direzione affidata a Giovanni Mosca, la rivista tornò ad uscire il 2 maggio 1942 fino al 4 settembre 1943, quando la sede centrale della Rizzoli (piazza Carlo Erba) fu bombardata e dovette giocoforza essere abbandonata.

Dal 1945 ad oggi[modifica | modifica wikitesto]

Finita la guerra, si ebbe il rilancio definitivo. Angelo Rizzoli era ancora il proprietario della testata. Non avendo però ottenuto il permesso di stampa dalle autorità americane[5], per far uscire il giornale Rizzoli si rivolse allo scrittore Edilio Rusconi, in possesso di un'autorizzazione ad personam[6]. Fu Rusconi ad assumere la direzione del settimanale (e per tre anni Rusconi figurò anche come editore). La rivista tornò nelle edicole il 21 luglio 1945, con una foliazione di 16 pagine, in formato tabloid al prezzo di 15 lire (che, alla fine dello stesso anno, salirono a 20). Capo della redazione romana era Ugo Zatterin. Altre firme erano Giovanni Mosca (già direttore di «Settegiorni» nell'anteguerra) ed Oreste Del Buono.

A partire dal 1946 apparve una serie di servizi fotografici sugli avvenimenti più drammatici degli anni recenti. Tra essi, un reportage su un campo d'internamento tedesco per militari italiani. Questi servizi portarono la tiratura a raggiungere le 30 000 copie[7], iniziando un trend che proseguì negli anni successivi.

Nel 1947 fu adottata una nuova veste tipografica (che è stata mantenuta fino al 2011), la foliazione salì a trentadue pagine e il prezzo fu portato a 30 lire. Il settimanale ebbe una vendita media di 100 000 copie. In estate Jacopo Rizza riuscì ad intervistare il bandito Salvatore Giuliano, latitante dopo la Strage di Portella della Ginestra e ricercato dalla polizia[8]. Il servizio, corredato dalle fotografie di Ivo Meldolesi[9], fu il primo scoop del settimanale[10]. Nel novembre dello stesso anno «Oggi» fece un altro scoop pubblicando il servizio fotografico a colori (il primo della sua storia) sulle nozze della principessa Elisabetta d'Inghilterra. Per battere la concorrenza i giornalisti furono fatti viaggiare da Milano a Londra in aereo. «Oggi» uscì in edicola battendo ogni record di tempestività. Fu un colpo clamoroso: il settimanale balzò da 100 000 copie a 250 000.

Un nuovo picco fu raggiunto con il reportage dettagliato della Sciagura di Superga (1949): «Oggi» toccò il record di mezzo milione di copie[11]. La linea editoriale era consolidata: i lettori volevano i fatti della cronaca (anche quelli drammatici, come l'alluvione del Polesine) insieme alle notizie che permettevano di sognare un futuro roseo. Durante gli anni cinquanta le vendite si mantennero in media sopra le 500 000 copie[12], facendo di «Oggi» il secondo settimanale italiano dopo la «Domenica del Corriere». Gli articoli più letti furono i memoriali-autobiografie dei personaggi famosi (Fausto Coppi, la vedova di Mussolini, Rachele ed altri) e il racconto delle nozze delle teste coronate e dei divi di Hollywood.

Nel 1962 «Oggi» approdò stabilmente al colore. Tra le prime copertine a colori vi fu quella sulla scomparsa di Marilyn Monroe dell'agosto 1962. Nell'agosto 1966 la tiratura superò per la prima volta il milione di copie: direttore era Vittorio Buttafava. Nei primi anni settanta il settimanale intensificò i reportage dai continenti extraeuropei. Aumentò il numero delle pagine, fino a punte di 196. Nell'autunno 1973 «Oggi» si assicurò la collaborazione di Indro Montanelli, che aveva lasciato il «Corriere della Sera». Montanelli, firma di punta del giornalismo italiano, rispose alle domande dei lettori: La Stanza di Montanelli apparve dal n. 47 del 22 novembre. La sua rubrica - poi modificata dal 1993 in Dialoghi col direttore di "Oggi" - apparirà fino alla primavera del 2001: un sodalizio lungo 27 anni. Nel 1979 il settimanale aveva una diffusione di 590.000 copie[13].

Negli anni, «Oggi» ha sempre mantenuto alti livelli di vendita, collocandosi, tra le riviste d'attualità per il largo pubblico, tra i giornali più venduti. Dal febbraio 2010 al gennaio 2022 il direttore di «Oggi» è Umberto Brindani, al quale si deve il più recente restyling grafico, nel maggio 2011. Anche il logo è stato rinnovato e ingrandito, e le singole lettere sono state avvicinate e contornate con un tratto nero definito. La frase “Il settimanale della famiglia italiana” è stata sostituita con la dicitura “Il newsmagazine delle famiglie italiane”. Con la direzione di Carlo Verdelli «Oggi» viene sottoposto ad un nuovo restyling, dettato dalla volontà dell'editore, Urbano Cairo, di differenziarlo dagli altri periodici onde portarlo verso una fascia alta (soprattutto per gli investitori pubblicitari), e ad una riorganizzazione delle pagine: la frase di riferimento diventa “Il settimanale degli italiani” mentre Liliana Segre, Fabio Fazio e Ferruccio de Bortoli sono le tre nuove prestigiose firme che iniziano la collaborazione al periodico.[14][15]

Direttori[modifica | modifica wikitesto]

La fine di una direzione non coincide con l'inizio della successiva perché da un numero all'altro passano sette giorni.

Firme[modifica | modifica wikitesto]

1939 e 1940[modifica | modifica wikitesto]

Secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Giorni nostri[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marco Pratellesi vice direttore di Oggi, su primaonline.it. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  2. ^ Il ministero, richiedendo la presenza di due giovani, forse voleva persone che si fossero formate quando già il fascismo era al potere.
  3. ^ Leo Longanesi, colpito da ostracismo, non poteva più firmare nessun articolo, tanto meno apparire come direttore di una rivista.
  4. ^ Antonio Cardini, Mario Pannunzio. Giornalismo e liberalismo, 2011, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli.
  5. ^ Vedi Psychological Warfare Branch.
  6. ^ Franco Di Bella, Corriere segreto, Rizzoli, 1982, p. 269.
  7. ^ Uliano Lucas e Tatiana Agliani, La realtà e lo sguardo. Storia del fotogiornalismo in Italia, Giulio Einaudi editore, Torino 2015, p. 180
  8. ^ Silvio Bertoldi, Dopoguerra, Rizzoli, Milano 1993, pag. 105. Il direttore Edilio Rusconi subì feroci attacchi per non aver detto nulla alle autorità, tanto che fu costretto a trascorrere qualche giorno in Svizzera fino a quando si calmarono le acque.
  9. ^ U. Lucas e T. Agliani, op. cit..
  10. ^ Salvatore Giuliano venne ucciso nel 1950.
  11. ^ Piero Albonetti, Corrado Fanti (a cura di), Longanesi e Italiani, Faenza, Edit Faenza, 1997.
  12. ^ Piero Albonetti, Corrado Fanti (a cura di), op.cit..
  13. ^ Gabriele Mastellarini, Assalto alla stampa: controllare i media per governare l'opinione pubblica, edizioni Dedalo, 2004, pag. 78.
  14. ^ Carlo Verdelli alla direzione di Oggi, in Prima Comunicazione, Febbraio 2022.
  15. ^ Oggi diventa il settimanale degli italiani, su rcsmediagroup.it. URL consultato il 18 Febbraio 2022.
  16. ^ Carlo Verdelli nuovo direttore del settimanale «Oggi» dal primo febbraio 2022, su corriere.it. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  17. ^ Fu sua la firma dell'editoriale nel N. 1, uscito il 3 giugno 1939.
  18. ^ Secondo la nota bibliografica nel secondo dei volumi della collana "I Meridiani", a cura di Carlo Cecchi e Cesare Garboli, Mondadori, Milano 1990.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giornalismo italiano 1939-1968, vol. III, a cura di Franco Cortorbia, Collana I Meridiani, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2009, pp. LXXII-1973, ISBN 978-88-04-58353-0.
  • Salvatore Giannella, Oggi: 1939-2014. La nostra storia attraverso 75 anni di copertine, a cura di P. Bergna e L. Colombo, Collana Varia illustrati, Milano, Rizzoli, 2014, p. 287, ISBN 978-88-17-07958-7.
  • Maria Cecilia Calabri, Il costante piacere di vivere. Vita di Giaime Pintor, Utet, 2007.
  • Fiori Simonetta Fiori, «La rassegna della letteratura italiana», n. 1-2 (gennaio-agosto) 1986.

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