Ocimum tenuiflorum

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Basilico sacro
Ocimum tenuiflorum
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Genere Ocimum
Specie O. tenuiflorum
Nomenclatura binomiale
Ocimum tenuiflorum
L., 1753
Sinonimi

Ocimum monachorum L.
Ocimum sanctum L.
Ocimum inodorum Burm.f.
Ocimum tomentosum Lam.
Plectranthus monachorum (L.) Spreng.
Ocimum hirsutum Benth.
Ocimum villosum Roxb.
Ocimum scutellarioides Willd. ex Benth.
Ocimum anisodorum F.Muell.
Ocimum caryophyllinum F.Muell.
Ocimum subserratum B.Heyne ex Hook.f.
Ocimum sanctum var. cubensis Gomes
Ocimum tenuiflorum f. villicaulis Domin
Ocimum sanctum var. angustifolium Benth.
Ocimum sanctum var. hirsutum (Benth.) Hook.f.
Ocimum tenuiflorum var. anisodorum (F.Muell.) Domin

Nomi comuni

tulsi, tulasi, Holy basil

Il basilico sacro (Ocimum tenuiflorum L. 1753) è una pianta annuale erbacea, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, normalmente coltivata come pianta sacra in India. Per il suo caratteristico e marcato profumo, il basilico è utilizzato largamente nella cucina mediterranea e del Sud-est asiatico.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Originario dell'Africa sud-tropicale, è diffuso in Cina, Sud-est asiatico e India naturalizzato nell'Europa meridionale, Australia e Sud America.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome deriva dal greco βασιλεύς (basileus) "re", e - in latino - basilicum, "reale", per la grande rilevanza conferita a questa erba. Altre interpretazioni etimologiche legano il nome al basilisco, che si pensava generato, come gli scorpioni ed altri animali velenosi, da questa pianta.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tulasī.

L'Ocimum sanctum, detto anche Tulasī in sanscrito e Tulsi in hindi, è un simbolo importante nelle tradizioni della religione Hindu, è considerato una pianta sacra che identifica Lakshmi, la sposa di Visnù, simbolo dell'armonia, della bellezza e dea della fertilità. Poiché secondo tradizione il Tulsi apre le porte del cielo, sul petto delle persone morenti se ne pone una foglia e dopo la morte si lava loro il capo con una soluzione composta di semi di lino e basilico santo. Viene per questo anche coltivato in giardini e vasi in casa.

Varietà[modifica | modifica wikitesto]

Le varietà più comuni sono:[2]

  • Krishna tulsi con foglie che vanno dal verde al violaceo
  • Shri o ram tulsi con foglie verdi (Ocimum gratissimum)
  • Vana tulsi con fiori bianchi e che cresce spesso selvatico ai margini della foresta.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

Il basilico sacro è una pianta erbacea annuale eretta, con fusto a base quadrangolare, alta dai 30 cm fino a 1 m, di colore che varia dal verde fino al viola pubescente.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Foglia.

Le foglie sono semplici, decussate e picciolate. Il picciolo può arrivare fino a 2,5 cm di lunghezza. La lamina a margine dentato, lanceolate di 2,5 – 5 cm di lunghezza e 1,5 - 2,5 cm di larghezza, a forma di cuneo alla base e acute all'apice, di colore verde fino al viola, pubescente, e con le ghiandole su tutte e due le superfici. Le foglie hanno sapore dolce e pungente.

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza.

Il fiore è picciolato, con picciolo lungo come il calice, è disposto in verticilli su una infiorescenza. La corolla è piccola dal bianco al rosa-violaceo, formati da due labbri. Il labbro basso del calice è rivolto verso il basso. Gli stami posteriori sono basalmente pubescenti. Le antere hanno teche uguali.

Semi[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è distinto in 4 logge distinte, racchiuso a tubo da un sepalo persistente. Le logge sono nere, ovoidali, sono larghe 1 mm e lunghe 1,5. A contatto con l'acqua il seme non diventa appiccicoso. All'interno della loggia il seme è libero.

Moltiplicazione[modifica | modifica wikitesto]

Si moltiplica principalmente per seme.

Principi attivi[modifica | modifica wikitesto]

L'olio essenziale estratto dalle foglie ha una composizione molto variabile, dipendente dalla stagione, dal luogo di coltivazione e dallo sviluppo e raccolto della pianta. I suoi principali componenti sono l'eugenolo, l'acido ursolico e l'acido rosmarinico; in misura minore contiene Β-cariofillene e acido oleanolico. Nei semi si trovano acido linoleico e acido linolenico. Da un punto di vista nutrizionale fornisce vitamina A e C; calcio, ferro, zinco e clorofilla. Non contiene caffeina né altri stimolanti.[2]

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Farmacia[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Proprietà[modifica | modifica wikitesto]

Dall'aroma forte e caratteristico, viene utilizzato da secoli nella medicina ayurvedica la quale gli assegna numerose proprietà, tra le quali quelle adattogene, antistress, antinfiammatorie, cardiotoniche antiossidanti, espettoranti, digestive, antibatteriche e quelle a supporto del sistema immunitario. È stato utilizzato nel trattamento di asma bronchiale, encefalite virale, ipertensione derivante da stress, disturbi dell'umore e del sistema immunitario, ulcera gastrica, artrite e sindrome da affaticamento cronico.[2] Viene impiegato anche contro alcune patologie cutanee tra cui l'acne e le punture di insetti e aiuta inoltre a ridurre la quantità di zuccheri e di colesterolo nel sangue. I semi vengono consigliati nella eiaculazione precoce e per l'aumento della spermatogenesi.[3].

Somministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Per la somministrazione e il dosaggio è bene affidarsi a un esperto, le quantità variano a seconda che si segua una terapia preventiva o curativa, a seconda della concentrazione dei componenti chimici nelle diverse parti della pianta, del sistema di estrazione dei principi attivi ecc. Di solito vengono usate le foglie seccate di recente e possono anche essere somministrate in infusione sia quelle fresche che quelle secche.[2]

Diffusione come medicamento o supplemento dietetico[modifica | modifica wikitesto]

In India il basilico sacro fa parte da secoli della medicina tradizionale; tra i primi Paesi occidentali dove è stato ufficialmente accettato dalle autorità e posto in vendita vi sono gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada e la Francia.[2]

Controindicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il basilico sacro è sconsigliato durante la gravidanza e l'allattamento. Non dovrebbe essere somministrato a fini terapeutici ai neonati e a bambini nei primissimi anni d'infanzia. A seguito di studi effettuati negli anni settanta su animali, sono stati riscontrati possibili effetti negativi del basilico sulla fertilità. Potrebbe causare un abbassamento degli zuccheri nel sangue, quindi non dovrebbe essere assunto da chi ha problemi di ipoglicemia. Dovrebbe essere assunto con moderazione da chi è affetto da diabete e non andrebbe usato contemporaneamente a insulina o altri farmaci antidiabetici.[2]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Viene utilizzato come spezia in alcune cucine asiatiche:

Thailandia

nella cucina thailandese viene chiamato kaphrao (in thailandese กะเพรา), da non confondere con il basilico thai, chiamato horapha (โหระพา), che è la varietà thyrsiflora di Ocimum basilicum conosciuta anche col nome inglese di Thai basil. Tra i piatti più diffusi in Thailandia vi è il phad kaphrao, frittura al salto di pollo o maiale con l'aggiunta di basilico sacro.[4] Per conservare il sapore e le proprietà del basilico sacro, si raccomanda di aggiungerlo subito dopo aver spento il fuoco.[5]

India

Oltre che per le sue proprietà curative, il basilico sacro viene consumato in India anche come pianta aromatica e come rinfrescante. Uno dei modi di assunzione più comuni delle sue foglie è quello di aggiungerne alcune nel . Vengono anche aggiunte in altre bevande, nelle insalate, nel riso in fase di cottura ecc.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dizionario Etimologico Online, su etimo.it. URL consultato il 9 febbraio 2010.
  2. ^ a b c d e f (EN) Steven Maimes, Maimes Report on Holy Basil Ocimum sanctum – Tulsi, su researchgate.net, novembre 2004.
  3. ^ (EN) Dr. Vinod Singh, Ms. Sarika Amdekar, Dr. Omparakash Verma, Ocimum Sanctum (tulsi): Bio-pharmacological Activities, su webmedcentral.com, 22 ottobre 2010, DOI:10.9754/journal.wmc.2010.001046.
  4. ^ (EN) The world's best street food, su theguardian.com. URL consultato il 26 giugno 2019.
  5. ^ (EN) Stir Fried Pork with Holy Basil and Chilies (ผัดกะเพราหมูสับ, phat gaphrao muu sap), su thaifoodmaster.com. URL consultato il 26 giugno 2019.
  6. ^ (EN) How to add Tulsi in your daily diet to stay healthy, su timesofindia.indiatimes.com. URL consultato il 30 ottobre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Raimo Hiltunen, Yvonne Holm BASIL - The Genus Ocimum, 2006, Harwood Academic Publishers, p. 157, ISBN 90-5702-432-2.
  • (EN) Nepal, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, Nepal. Ministry of Forest and Soil Conservation National register of medicinal plants, 2000, IUCN, p. 161, ISBN 92-9144-048-5.
  • (EN) Hugh T. W. Tan Herbs & spices of Thailand, 2005, Marshall Cavendish, p. 127, ISBN 981-232-968-4.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]