Nuova storiografia israeliana

La nuova storiografia israeliana è un movimento di storici israeliani che hanno sfidato le versioni tradizionali della storia israeliana, compreso il ruolo di Israele nell'esodo palestinese del 1948 e la volontà araba di discutere di pace. Il termine è stato coniato nel 1988 da Benny Morris, uno dei principali esponenti di tale movimento.

Origine ed esponenti[modifica | modifica wikitesto]

Benny Morris

Di questa corrente storiografica fanno parte Benny Morris, Ilan Pappé, Avi Shlaim, Tom Segev a cui si può aggiungere, retrospettivamente, la figura di Simha Flapan. Si parla di loro come di storici post-sionisti o revisionisti. Sulla stessa linea, ma meno chiaramente annoverabili in tale lista (e talora ebrei non di cittadinanza israeliana), figurano Zeev Sternhell, Benjamin Beit-Hallami, Baruch Kimmerling, Yehoshua Porath, Avner Cohen, Uri Milstein e Norman Finkelstein.

I loro studi, pubblicati a partire dagli anni ottanta del XX secolo, sono stati possibili per l'apertura degli archivi israeliani e britannici alla consultazione di documenti sugli eventi degli anni quaranta e, quindi, anche della Guerra d'indipendenza israeliana del 1947-49. Tali pubblicazioni non hanno mancato di suscitare dibattiti appassionati, che talora hanno trasceso l'ambito scientifico ad essi proprio.

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Ilan Pappé

A seguito della pionieristica attività dei "Nuovi Storici", numerosi altri ricercatori hanno seguito le loro orme, influenzando ancor oggi in modo sensibile la ricerca storiografica circa lo Stato d'Israele. Fra essi troviamo: Idith Zertal, Uri Ram e Shlomo Sand, professore all'Università di Tel Aviv. Il libro di quest'ultimo uscito nel 2008 in Israele e in Francia, L'invenzione del popolo ebraico, ha avuto un buon successo di pubblico in quei due paesi e alimentato in Israele un vivace dibattito.

La tesi centrale dell'opera consiste nel negare valore ad una essenza etnica degli ebrei che, lungi dall'aver effettuato un esodo dalla Palestina, si sarebbero principalmente diffusi attraverso le conversioni (nell'Impero romano precristiano, nell'Africa del Nord o ancora fra i Cazari dell'Asia centrale, in questo riallacciandosi con il pensiero di Arthur Koestler, intellettuale ungherese-israeliano, sionista e laico, che, poiché rifiutava la nozione di "razza ebraica", aveva studiato (con un'esegesi delle fonti, però, molto inferiore a quella dei nuovi storici israeliani) l'origine delle comunità ebraiche dell'Europa orientale come risultato di processi di conversione.

Inoltre a questa scuola di pensiero appartengono, o sono collegabili, anche tutta un'altra serie di studi sui caratteri dell'ebraismo che cercano di rivisitare la storia delle comunità ebraiche (europee e non solo) dell'età medioevale e moderna.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ilan Greilsammer, La nouvelle histoire d'Israël, Parigi, Gallimard, 1998
  • Shlomo Sand, Les mots et la terre. Les intellectuels en Israël (prefazione di Pierre Vidal-Naquet), Parigi, Fayard, 2006
  • Paolo Barnard, Perché ci odiano, Rizzoli BUR, collana Futuro Passato, 2006
  • Dominique Vidal, Comment Israël expulsa les Palestiniens. Les nouveaux acquis de l'Histoire (1945-1949), Éditions de l'Atelier, 2007
  • Sébastien Boussois, Israël confronté à son passé. Essai sur l'influence de la Nouvelle Histoire, Parigi, L'Harmattan, 2007
  • Shlomo Sand, Comment le peuple juif fut inventé, Parigi, Fayard, 2008.
  • Lorenzo Kamel, Israele-Palestina. Due storie, una speranza - La nuova storiografia israeliana allo specchio, Roma, Editori Riuniti, 2008
  • Erminio Fonzo, Scrivere la storia in Israele. I «nuovi storici» e la nascita dello Stato ebraico, Ricerche di storia sociale e religiosa, n. 83, 2013, pp. 229-262
  • Erminio Fonzo, The Colonization of the Past. Use and Abuse of History in the Israeli-Palestinian Conflict In Borders and Conflicts in the Mediterranean Basin, ICSR Mediterranenan Knowledge, 2016, pp. 121-140

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]