Nazionale di rugby a 15 degli Stati Uniti d'America

Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Prima tenuta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Tenuta alternativa
Sport Rugby a 15
Federazione USA Rugby
Soprannome «The Eagles»
C.T. Bandiera degli Stati Uniti Mike Tolkin
Record presenze Mike MacDonald (67)
Record mete Vaea Anitoni (26)
Record punti Mike Hercus (465)
Piazzamento 16ª (14 novembre 2022)
Sponsor tecnico Adidas
Esordio internazionale
Bandiera dell'Australia Australia 12-8 Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti
6 settembre 1912
Migliore vittoria
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 91-0 Barbados Bandiera di Barbados
1º luglio 2006
Peggiore sconfitta
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 106-8 Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti
21 agosto 1999
Coppa del Mondo
Partecipazioni 7 (esordio: 1987)
Miglior risultato fase a gironi

La nazionale di rugby a 15 statunitense (United States men's national rugby union team) è la selezione maschile di rugby a 15 rappresentativa degli Stati Uniti d'America. Conosciuta in patria con l'appellativo di The Eagles ("le aquile"), insieme al Canada è una delle nazionali maggiormente competitive del Nord America. Vanta la partecipazione a diverse Coppe del Mondo, ma viene maggiormente ricordata per le due medaglie d'oro vinte ai Giochi Olimpici del 1920 e nella successiva edizione del 1924.

Gli Stati Uniti hanno partecipato stabilmente alla Churchill Cup e dal 2013 disputano l'IRB Pacific Nations Cup.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni: 1872-1912[modifica | modifica wikitesto]

Le partite di rugby cominciarono a diffondersi negli Stati Uniti attorno alla metà del XIX secolo. Le prime partite ufficiali cominciarono a essere disputate, principalmente grazie agli immigrati provenienti dalla Gran Bretagna, nel 1872, quando nella San Francisco Bay Area cominciarono a fiorire le prime squadre rugbistiche composte in gran parte da immigrati britannici.[1] Il 2 dicembre 1882 la prima rappresentativa californiana di rugby giocò contro un avversario esterno, il Phoenix Rugby Club di San Francisco, perdendo 7-4. Seguirono altre partite che videro la California imbattuta fino al 1885.

Nonostante una certa diffusione del rugby in ambito sportivo universitario, verso la fine degli anni Novanta, la concorrenza con il football americano, andatosi via via mutuando con regole proprie differenti rispetto a quelle adottate dal rugby, fu forte e il football guadagnò la popolarità. A causa della violenza e della serie di infortuni causati dal football americano, il pubblico cominciò però a preoccuparsi e il presidente Theodore Roosevelt minacciò di dichiarare questo sport fuorilegge.[1] Ciò contribuì a rilanciare nuovamente il rugby e all'inizio del 1906 le scuole superiori e le università della California abbandonarono il football americano in favore del rugby.

Nel 1910 una squadra universitaria che raccoglieva giocatori provenienti dalla California, Stanford e dall'Università del Nevada, si recò in tour in Australia e Nuova Zelanda per affrontare alcune squadre locali. La prima partita ufficiale della nazionale statunitense risale al 16 novembre 1912, quando gli Stati Uniti ospitarono l'Australia recatasi in tour oltreoceano. Gli australiani vinsero 12-8,[2] l'anno seguente gli USA ospitarono la Nuova Zelanda perdendo con un più netto 51-3.

Gli ori alle Olimpiadi del 1920 e del 1924[modifica | modifica wikitesto]

La nazionale statunitense che nell'ottobre 1920 affrontò la Francia in un test match
La squadra che vinse la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici del 1924
La partita contro la Francia durante i Giochi Olimpici del 1924

Il Comitato Olimpico degli Stati Uniti decise, dato che la California era l'unico Stato in cui si giocava il rugby all'interno degli USA, di concedere l'approvazione ma di non erogare alcun contributo finanziario per la partecipazione ai Giochi Olimpici del 1920. La nazionale statunitense era composta da giocatori che provenivano principalmente da squadre della California, con 6 giocatori provenienti dall'Università della California a Berkeley.[3] Dopo l'eliminazione dal torneo della Cecoslovacchia e della Romania, la Francia e gli Stati Uniti furono le uniche due squadre a contendersi la competizione e gli statunitensi prevalsero clamorosamente vincendo 8-0.

La Francia invitò la nazionale statunitense in tour e questa vinse tre dei quattro incontri disputati. Tra il 1920 e il 1924, tuttavia, negli Stati Uniti ancora una volta il rugby sparì virtualmente a causa dell'elevata popolarità del football americano.

Ai Giochi Olimpici del 1924 gli Stati Uniti si trovarono a difendere il titolo contro la Francia. Ancora una volta il Comitato Olimpico degli Stati Uniti garantì il permesso ma non concesse alcun fondo finanziario. Ciò nonostante, sette giocatori della nazionale vittoriosa del 1920 si rimisero in gioco, raccolsero 20.000 dollari e trovarono 15 nuovi giocatori inclusi alcuni giocatori di football americano che non avevano mai giocato una partita di rugby. La nuova selezione statunitense ancora una volta si basò fortemente su giocatori provenienti dal Nord California, con 9 ex studenti di Stanford, 5 da Santa Clara e 3 dall'Università della California a Berkeley.[3] Per prepararsi all'evento la nazionale si recò a giocare alcune partite in Inghilterra venendo sconfitta quattro volte. A questa edizione dei Giochi Olimpici, oltre a Francia e Stati Uniti, partecipò anche la Romania: le partite, giocate a Parigi, videro i francesi e gli statunitensi sconfiggere i rumeni rispettivamente 59-3 e 37-0; l'ultima decisiva partita vide gli Stati Uniti battere nuovamente la Francia vincendo 17-3.

Dopo l'edizione del 1924 il rugby venne eliminato dagli sport olimpici e questo fu un ulteriore motivo che bloccò la crescita di questo sport negli Stati Uniti.

Seconda metà del XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi degli anni 1960 il rugby statunitense conobbe un periodo di rinascimento, culminato con la nascita nel 1975 della federazione di rugby degli Stati Uniti costituita da quattro organizzazioni territoriali allo scopo di governare questo sport a livello nazionale. L'anno seguente gli Stati Uniti ospitarono l'Australia e la Francia, perdendo rispettivamente 24-12 e 33-14.

Nel 1977 la nazionale statunitense si recò in tour in Inghilterra per giocare contro alcune squadre locali e contro un XV dell'Inghilterra che vinse 37-11. In precedenza gli statunitensi si recarono in Canada perdendo 17-6, la prima di una serie di sfide contro i canadesi che si protrassero fino agli anni 1980.

Negli anni 1980 si ebbe l'ulteriore crescita del movimento rugbistico statunitense. Nel 1981 gli Stati Uniti ospitarono un tour del Sudafrica e vennero sconfitti 38-7 dai sudafricani. Il 1983 fu l'anno del tour statunitense in Australia, con i Wallabies che si imposero nettamente vincendo 49-3. Nel 1985 gli Stati Uniti si recarono in Giappone vincendo 16-15 una partita equilibrata contro la nazionale giapponese, che l'anno successivo ricambiò la visita e pareggiò 9-9.

Nel 1987, dopo che la federazione di rugby degli Stati Uniti entrò a far parte dell'IRB,[4] la nazionale fu invitata alla prima edizione della Coppa del Mondo. Gli statunitensi vennero sorteggiati nello stesso girone di Australia, Inghilterra e Giappone: dopo avere vinto il primo incontro col Giappone 21-18, vennero sconfitti dall'Australia 47-12 e dall'Inghilterra 34-6. Terminata la competizione mondiale, gli Stati Uniti si recarono in tour in Galles perdendo 46-0 contro la nazionale gallese.

Qualificatasi alla Coppa del Mondo 1991, la nazionale statunitense si trovò a giocare nello stesso girone di Nuova Zelanda, Inghilterra e Italia, finendo ultima con tre sconfitte in altrettanti incontri. Gli Stati Uniti non riuscirono a qualificarsi all'edizione successiva della Coppa del Mondo a causa della doppia sconfitta contro l'Argentina 28-22 in casa e 16-11 in trasferta, che in questo modo si assicurò l'accesso alla competizione. Nel 1996 gli statunitensi ospitarono l'Irlanda e vennero sconfitti 25-18, l'anno successivo si recarono in tour in Galles perdendo 34-14 contro la nazionale gallese.

Gli Stati Uniti guadagnarono l'accesso alla Coppa del Mondo 1999 grazie alla vittoria 21-16 contro l'Uruguay, dopo avere perso 52-24 contro l'Argentina e 31-14 contro il Canada all'interno del Campionato panamericano di rugby. Questa fu un'altra edizione segnata da tre sconfitte in altrettanti incontri, due sconfitte nette contro l'Irlanda 53-8 e contro l'Australia 55-19, mentre la partita contro la Romania fu più equilibrata e vide prevalere i rumeni solamente 27-25. Gli Stati Uniti ebbero comunque la magra consolazione di essere stata l'unica squadra a riuscire a segnare una meta contro i futuri campioni dell'Australia.

Nuovo millennio[modifica | modifica wikitesto]

Mischia durante la partita contro l'Australia alla Coppa del Mondo 2011

Nel 2000 gli Stati Uniti si recarono in tour in Gran Bretagna collezionando due sconfitte contro Scozia e Irlanda. Per accedere alla Coppa del Mondo 2003, dopo essersi posizionati al terzo posto dietro Canada e Uruguay nel girone americano di qualificazione, gli statunitensi furono costretti a disputare un vittorioso spareggio contro la Spagna. Gli USA si trovarono a giocare nello stesso gruppo di Francia, Scozia, Figi e Giappone. Gli Stati Uniti vinsero la loro unica partita sconfiggendo il Giappone 39-26, persero solamente 19-18 contro le Figi mentre più nette furono le sconfitte contro Scozia e Francia (rispettivamente con i punteggi 39-15 e 41-14).

Un incontro tra Stati Uniti e All Blacks

Dal 2003 gli Stati Uniti presero parte alla Churchill Cup, una competizione internazionale istituita per promuovere la crescita del rugby in Nord America e durata fino al 2011. Nel girone di qualificazione per la Coppa del Mondo 2007 il Canada prevalse sugli Stati Uniti, che furono quindi costretti a giocare due vittoriose partite di spareggio contro l'Uruguay prima di accedere alla competizione mondiale. In questa edizione della Coppa del Mondo la nazionale statunitense perse tutte e quattro le partite del proprio girone contro Inghilterra, Tonga, Samoa e Sudafrica. La sconfitta di misura 25-21 contro Samoa consentì agli USA di guadagnare il loro unico punto in classifica grazie al bonus sconfitta.

Nel 2008 gli Stati Uniti si recarono in tour in Giappone perdendo le due partite giocate contro la nazionale giapponese. Dopo le due partite contro il Canada, quella casalinga vinta 12-5 e quella in trasferta persa 41-18, la nazionale statunitense fu ancora una volta costretta a giocare uno spareggio contro l'Uruguay per accedere alla Coppa del Mondo 2011. Stavolta le due partite furono molto più equilibrate, comunque gli USA si imposero vincendo 27-22 in trasferta e 27-26 nella gara casalinga. Gli Stati Uniti si trovarono a giocare nello stesso girone di Australia, Irlanda, Italia e della debuttante Russia. L'unica vittoria fu proprio contro la Russia, dopo una partita combattuta vinta 13-6.

Nel 2012 gli Stati Uniti ospitarono la terza e ultima partita del tour dell'Italia nelle Americhe, con la nazionale italiana che vinse 30-10; nel novembre dello stesso anno gli statunitensi raccolsero due vittorie in Europa contro Russia e Romania. Nel giugno dell'anno successivo gli Stati Uniti ospitarono un tour dell'Irlanda che riuscì a vincere con un sofferto 15-12 deciso dai calci piazzati, mentre a fine anno arrivarono altre due vittorie in Europa contro Georgia e Russia.

La nazionale statunitense partecipò alla Coppa del Mondo di rugby 2015 che si rivelò per loro deludente: inseriti nello stesso girone di Sudafrica, Scozia, Samoa e Giappone, gli americani persero tutte le partite disputate terminando ultimi con 0 punti.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Coppa del Mondo di rugby[modifica | modifica wikitesto]

Prestazioni degli Stati Uniti alla Coppa del Mondo
Edizione Paese organizzatore Posizione
1987 Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda e Bandiera dell'Australia Australia Girone
1991 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Girone
1995 Bandiera del Sudafrica Sudafrica Non qualificata
1999 Bandiera del Galles Galles Girone
2003 Bandiera dell'Australia Australia Girone
2007 Bandiera della Francia Francia Girone
2011 Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda Girone
2015 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Girone
2019 Bandiera del Giappone Giappone Girone
2023 Bandiera della Francia Francia Non qualificata

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

1920, 1924
2017, 2018

Rosa attuale[modifica | modifica wikitesto]

Quella che segue è la rosa dei giocatori convocati per la Coppa del Mondo di rugby 2015.[5]

Avanti
TL Zach Fenoglio
TL Phil Thiel
PL Chris Baumann
PL Eric Fry
PL Olive Kilifi
PL Titi Lamositele
PL Matekitonga Moeakiola
PL Joe Taufete'e
SL Cam Dolan
SL Greg Peterson
SL Hayden Smith
SL Louis Stanfill
FL Andrew Durutalo
FL Scott LaValla
FL Alastair McFarland
FL John Quill
N8 Danny Barrett
N8 Samu Manoa
Tre Quarti
MM Niku Kruger
MM Mike Petri
MA AJ MacGinty
MA Shalom Suniula
CE Seamus Kelly
CE Folau Niua
CE Thretton Palamo
CE Andrew Suniula
TQ Takudzwa Ngwenya
TQ Blaine Scully
TQ Zack Test
TQ Brett Thompson
ES Chris Wyles (c)

I tour[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Dan Hickey, NCRFU History, su pacificcoastrugby.com. URL consultato il 27 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2013).
  2. ^ (EN) Statistics for Men's International Rugby Union - United States [collegamento interrotto], su rugbydata.com. URL consultato il 27 marzo 2013.
  3. ^ a b (EN) 1924 Rugby: A Wild Olympic Rematch, su California Golden Blogs, 20 giugno 2012. URL consultato il 27 marzo 2013.
  4. ^ Richard Bath, The Complete Book of Rugby, Seven Oaks Ltd., 1997, p. 77, ISBN 1-86200-013-1.
  5. ^ (EN) Chad Wise, Pre-World Cup squad named ahead of Harlequins, Australia, su usarugby.org, 3 agosto 2015. URL consultato il 14 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2015).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Rugby: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di rugby