Nazareni

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Friedrich Overbeck, Italia e Germania, 1828, Monaco di Baviera, Neue Pinakothek

Il nome Nazareni venne dato ad un gruppo di pittori romantici tedeschi attivi a Roma all'inizio del XIX secolo, che stimolati inizialmente dalle teorie artistiche di Wilhelm August von Schlegel e di Wilhelm Heinrich Wackenroder, si ribellarono al classicismo accademico, aspirando ad un'arte rinnovata su basi religiose e patriottiche che stilisticamente assunse un carattere arcaicizzante, dato da un forte accento lineare e dall'uso del colore crudo, steso con pennellate uniformi. Lo stile, inoltre, si caratterizzò come una ricomposizione formale, quasi filologica, dello stile degli artisti quattrocenteschi italiani da Beato Angelico, Filippo Lippi, Luca Signorelli, Perugino e soprattutto il primo Raffaello. Alcuni artisti del gruppo si rifecero anche a Dürer e all'antica pittura tedesca.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Confraternita di San Luca[modifica | modifica wikitesto]

Intorno a Friedrich Overbeck e Franz Pforr, entrambi allievi dell'Accademia di Vienna, si raccolsero i pittori: Ludwig Vogel (1788–1879), Johann Konrad Hottinger (1788–1827), Josef Wintergerst (1783–1867) e Joseph Sutter (1781–1866). Gli artisti, che si riunivano regolarmente e criticavano a vicenda le rispettive opere, il 10 luglio 1809, anniversario del loro primo incontro, fondarono la confraternita della Lega di San Luca (Lukasbund), giurando di restare sempre fedeli alla verità, di combattere la maniera accademica e di resuscitare con ogni mezzo l'arte. Overbeck disegnò l'emblema che doveva venir applicato sul retro di qualsiasi quadro. Tale emblema mostrava san Luca entro un arco con le lettere HWPOVS (Hottinger, Wintergerst, Pforr, Overbeck, Vogel, Sutter), negli angoli in alto una spada e una fiaccola, e in alto al centro la W con cui cominciava la parola Wahrheit, ossia verità. In basso, l'iscrizione: 10 Heu Mond 1809.

A Roma[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 giugno 1810 Overbeck, Pforr, Vogel e Hottinger giunsero nella Città eterna, e grazie al direttore dell'Accademia di Francia a Roma ottennero di alloggiare nel monastero di Sant’Isidoro. Qui condussero una vita in comune, dipingendo durante il giorno nel refettorio, mentre la sera discutevano dei propri lavori. Di solito posavano gli uni per gli altri, operando in linea di principio a memoria e non dipingendo mai dal vero modelli femminili. Non trattavano soggetti mitologici, né eventi storici contemporanei, ma temi dell'Antico e del Nuovo Testamento, oppure delle vite dei santi. Nel settembre 1811, giunse a Roma Peter von Cornelius, l'anno successivo Pforr morì di tisi ad Albano. Dopo la morte di Pforr, Overbeck attraversò una grave crisi spirituale, cercando rifugio nella religione e convertendosi nel 1813 al cattolicesimo, il che spaventò il padre di Vogel, che fu richiamato subito in Svizzera. Poco dopo, anche Hottinger lasciò Roma. Per l'attrazione verso il cattolicesimo, per il loro modo di vivere monastico e per la grande cappa e i capelli lunghi, furono chiamati Nazareni dal pittore Koch. Wilhelm Schadow e il fratello Rudolf giunsero a Roma nel 1813 e nel 1815 giunse Philipp Veit.

Casa Bartholdy[modifica | modifica wikitesto]

In quest'ultimo anno Jacob Salomon Bartholdy (1779–1825) , console generale di Prussia a Roma, affidò al gruppo la decorazione di una sala della sua residenza a Palazzo Zuccari, oggi salone di ricevimento della Biblioteca Hertziana.

Il ciclo rappresentò la Storia di Giuseppe: Cornelius esegui le scene con Giuseppe spiega il sogno del faraone e Giuseppe riconosciuto dai fratelli, Overbeck dipinse Giuseppe venduto dai fratelli e la lunetta con i Sette anni di carestia, Schadow la Tunica macchiata di sangue e Giuseppe in prigione, Philipp Veit i Sette anni di abbondanza e Giuseppe e la moglie di Putifarre. Gli affreschi, distaccati nel 1887, si trovano attualmente a Berlino.

Casino Massimo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1817 il marchese Carlo Massimo affidò la decorazione della propria casa di campagna al Laterano, il Casino Massimo, al gruppo. Le tre stanze vennero decorate con scene epiche tratte da Dante Alighieri, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto e Francesco Petrarca.

La stanza dedicata alla Divina Commedia di Dante fu inizialmente affidata a Cornelius; questi iniziò a eseguire disegni preparatori per il soffitto, ma nel 1818 lasciò Roma per Monaco, dove era stato richiamato da Ludwig di Baviera. Il marchese, su consiglio di Koch, affidò la decorazione della stanza a Philipp Veit, il quale eseguì soltanto il soffitto con il Paradiso, non sentendosi in grado di affrontare i temi del Purgatorio e dell'Inferno, che sentiva poco congeniali. Infine fu Koch a completare gli affreschi della sala, eseguendo quelli sulle pareti, dedicati al Purgatorio e all'Inferno. Franz Horny dipinse le ghirlande di frutta e di fiori.

Nella sala del Tasso, Overbeck dipinse episodi e personaggi della Gerusalemme liberata. Alla morte del marchese nel 1827 il pittore si considerò sollevato dal contratto e partì per Assisi. Joseph Führich, che si era unito al gruppo nello stesso anno e che risiederà a Roma fino al 1829, venne perciò incaricato di terminare gli affreschi; l'artista, pur utilizzando i propri schemi, si sentì in dovere di rispettare i temi già stabiliti dal suo predecessore.

Nella camera centrale la decorazione, ispirata all'ariostesco Orlando furioso, venne affidata a Julius Schnorr von Carolsfeld, a Roma nel 1818, che la condusse a termine da solo, dopo una lunga riflessione e un ampio studio delle figure attraverso numerosi disegni preparatori.

Mostra collettiva[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1819 i Nazareni organizzarono una mostra collettiva in occasione della visita dell'imperatore d' Austria. Friedrich Schlegel, consigliere di Metternich, scrisse una lunga descrizione della mostra, e, anche se l'imperatore non prestò attenzione ai Nazareni, il principe ereditario di Baviera, futuro Luigi I, li ammirò profondamente e in seguito li invitò a trasferirsi a Monaco. Con la partenza di Schnorr per Monaco e di Fuhrich per Praga, Overbeck restò l'unico Nazareno a Roma, fino alla sua morte, avvenuta nel 1869.

Artisti Nazareni[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) C. Steinle e M. Hollein (a cura di), Religion Macht Kunst. Die Nazarener, Katalog zur Ausstellung in der Schirn Kunsthalle Frankfurt, Köln, Walther König, 2005, ISBN 9783883759401.
  • (DE) Rudolf Bachleitner, Die Nazarener, München, Wilhelm Heyne, 1976, ISBN 9783453411821.
  • (DE) Klaus Gallwitz, Die Nazarener, 1977, OCLC 164955391. Catalogo della mostra tenutasi a Francoforte sul Meno nel 1977.
  • Giovanna Piantoni e Stefano Susinno (a cura di), I Nazareni a Roma, introduzione di Klaus Gallwitz, Roma, De Luca, 1981. Catalogo della mostra presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
  • (DE) Herbert Schindler, Nazarener - Romantischer Geist und christliche Kunst im 19. Jahrhundert, Regensburg, Pustet Friedrich KG, 1982, ISBN 9783791707457.
  • Monica Minati, Il Casino Giustiniani Massimo al Laterano, Milano, Edizioni Terra Santa, 2014, ISBN 9788862402118.

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