Morrea

Morrea
frazione
Morrea – Veduta
Morrea – Veduta
Veduta di Morrea e del castello Piccolomini
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Comune San Vincenzo Valle Roveto
Territorio
Coordinate41°51′12.4″N 13°30′45.3″E / 41.853444°N 13.512583°E41.853444; 13.512583 (Morrea)
Altitudine760 m s.l.m.
Abitanti33[1] (2011)
Altre informazioni
Cod. postale67050
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
TargaAQ
Nome abitantimorreani (localmente morreciani)
Patronosan Sebastiano
Giorno festivo20 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Morrea
Morrea

Morrea è una frazione del comune di San Vincenzo Valle Roveto (AQ), nella Marsica, in Abruzzo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

«Il viaggio è stato piacevole, il paesaggio pittoresco e ricco del fogliame lussureggiante di grandi querce. Poche città possono vantare un aspetto eguale a quello di Morrea, la quale da un'altra cima domina un vasto panorama di valli a nord e a sud, bagnate da corsi d'acqua e ricche di paesi, i quali coprono i pendii delle montagne.»

Il paese si trova sul versante orientale della valle Roveto posto ad un'altitudine di 760 m s.l.m.[3] Il borgo antico confina con la località di Le Rosce - Santa Restituta, con il territorio comunale di Civita d'Antino e con il borgo di San Vincenzo Superiore. Sull'altro versante della valle Roveto oltre il corso del fiume Liri e le arterie stradali SS 690 Avezzano-Sora e SS 82 della Valle del Liri, sono situate le frazioni di Castronovo e più in alto Rendinara.

Dista circa 2,5 chilometri dalla sede comunale di San Vincenzo Valle Roveto Inferiore.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il borgo visto dall'arco di San Michele
Ingresso del castello Piccolomini

Il toponimo sarebbe riconducibile al termine "morro", ovvero macigno, che traslato sul piano geomorfologico indica un luogo pietroso[4].

Sorta come avamposto militare di Urbetum, la valle Roveto dominata dall'antica città marsa di Antinum, Morrea appare citata da Paolo Diacono nella Historia Langobardorum. Nel 702 divenne con ogni probabilità uno dei possedimenti del duca longobardo Gisulfo II di Benevento[5]. Nel 1463 su concessione del Re Ferrante d'Aragona Morrea fu incluso tra i feudi della baronia di Balsorano sotto il controllo della contea di Celano.

Nel 1562 la parrocchia di Morrea dedicata a San Sebastiano, dopo un contrasto di tipo amministrativo con il vicino convento di San Francesco, prevalse su quest'ultimo, acquisendo i domini di Castelnuovo, San Giovanni dei Colli e San Vincenzo. Il viaggiatore inglese Richard Colt Hoare visitò Morrea nel 1791, nel suo taccuino dipinge un ritratto incantato di questi luoghi[6].

Fino al 1807 Morrea ha rappresentato un'università autonoma prima di essere aggregata, in seguito all'abolizione del feudalesimo, al comune di Civitella Roveto e successivamente a quello di Civita d'Antino. Dal 1816 fa parte del territorio comunale di San Vincenzo[7].

Il terremoto della Marsica del 1915 devastò la fortezza provocando il crollo dei solai e di una torre, segnando l'inesorabile declino e spopolamento[8].

Piazza Giuseppe Testa durante una Giornata FAI di Primavera

Nel 1940 nacque in questo borgo Ennio Iacobucci, uno dei più noti fotoreporter di guerra del Novecento.

Durante la seconda guerra mondiale don Savino Orsini, parroco di Morrea dal 1934 al 1986[9][10], presidiò il locale CLN, costituendo un comitato di assistenza in "territorio libero" preservando il paese per circa dieci mesi, dal 22 settembre 1943 al 6 giugno 1944, dall'occupazione militare e ospitando 5 800 fuggiaschi di varie nazionalità: italiani, americani, inglesi, indiani, sudafricani e canadesi[11].

All'alba del 21 marzo 1944 la fortezza è attaccata da una squadra tedesca, nel blitz cadde prigioniero il diciannovenne Giuseppe Testa, "capo distaccamento" di Morrea della "Brigata partigiana Marsica". Torturato per cinquanta giorni il giovane rifiutò di rivelare il luogo dove erano tenuti nascosti i prigionieri di guerra fuggiti dal campo di concentramento di Avezzano e da quelli abruzzesi. Fu fucilato in località Fontanelle ad Alvito (FR) l'11 maggio del 1944.

Il «suo figlio migliore», così l'epigrafe del monumento situato nel borgo storico, Giuseppe Testa ricevette il 15 maggio 1946 la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria[12][13].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Arco di San Michele
Chiesa di San Sebastiano

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele Arcangelo
Situata nel cuore del borgo antico oltre piazza Giuseppe Testa e l'omonima porta medievale. Citata a cominciare da alcuni documenti ecclesiastici risalenti ai primi anni del XIV secolo, presenta l'antica statua lignea di San Sebastiano ed alcuni affreschi realizzati probabilmente da Costantino di Sora nel corso del XIX secolo[14][15].
Chiesa di San Sebastiano
Edificata nel XVI secolo è adiacente a piazza Franco Corradi. Essendo non agibile è chiusa al culto[16].
Chiesa di Santa Restituta
Edificio di culto situato a Morrea Inferiore, in località Le Rosce - Santa Restituta lungo la strada statale 82 della Valle del Liri. Citata per la prima volta in un documento del X secolo, sul finire dell'XI secolo fu donata dal conte dei Marsi Gentile di Baldovino al monastero di Santa Maria in Luco insieme con la chiesa di Santa Maria da essa dipendente[17]. La chiesa è stata ricostruita due volte, la prima dopo il terremoto della Marsica del 1915 e dopo i gravi danni subiti dai bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale. Conserva un affresco risalente con ogni probabilità tra il IX e il X secolo di Restituta di Sora[18][19].

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Castello Piccolomini
Chiamato tra il XIX e XX secolo anche "castello de Caris"[5], è situato nella parte alta del borgo. Fu costruito sul finire del quattrocento sulla base del castello-recinto di epoca medievale databile tra l'XI e il XII secolo. La rocca, bisognosa di opere di restauro, è un esempio di architettura rinascimentale nella Marsica insieme ai castelli di Avezzano, Balsorano, Celano, Ortucchio e Scurcola Marsicana. Il terremoto del 1915 causò notevoli danni al maniero, tuttavia nella corte è ancora ben conservata la facciata con le sue finestre arcuate, gli interni affrescati e il terzo piano che si presenta con un'elegante loggia[20].

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Il Pizzo Deta visto da Morrea.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

La festa patronale in onore di san Sebastiano si svolge annualmente il 20 gennaio[21].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

La strada statale 690 Avezzano-Sora collega Morrea ad Avezzano e Sora attraverso lo svincolo di Le Rosce - Santa Restituta, mentre la strada provinciale 90 collega il borgo antico alla strada statale 82 della Valle del Liri che attraversa i territori dei comuni rovetani.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La ferrovia Avezzano-Roccasecca attraversa il territorio di Morrea servendolo con la stazione di Morrea-Castronovo-Rendinara.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La frazione di Morrea, su portaleabruzzo.com, Il Portale d'Abruzzo. URL consultato il 10 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
  2. ^ Sartirana, 1981.
  3. ^ a b Dati su Morrea, su italia.indettaglio.it, Italia in Dettaglio. URL consultato il 26 settembre 2020.
  4. ^ Antonio Sciarretta, Poleonimi d'Abruzzo, su asciatopo.altervista.org, Antonio Sciarretta's Toponymy. URL consultato il 21 marzo 2019.
  5. ^ a b Lustri, 1990, p. 228.
  6. ^ Viaggiatori stranieri in terra d'Abruzzo, su portalecultura.egov.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 23 luglio 2019.
  7. ^ Antonio Sciarretta, Geo-storia amministrativa d'Abruzzo. Provincia di Abruzzo Ulteriore II o dell'Aquila. Area Marsicana, su asciatopo.xoom.it, Antonio Sciarretta's Toponymy. URL consultato il 14 aprile 2018.
  8. ^ Castello di Morrea, su webmarsica.it, Web Marsica. URL consultato il 27 agosto 2023.
  9. ^ Ermanno Detti, Un parroco di montagna nella guerra di liberazione, Editori Riuniti, Roma, 2023.
  10. ^ Antonio Bini, Quel libro sulla tomba di Don Savino a Morrea, su agenziacomunica.net, Agenzia Comunica, 25 aprile 2019. URL consultato il 14 novembre 2019.
  11. ^ Lorenzo Lobolo, Il coraggio di Morrea: salvò 5800 persone durante la Seconda Guerra Mondiale, su abruzzo.cityrumors.it, City Rumors, 27 gennaio 2017. URL consultato il 27 agosto 2023.
  12. ^ Mario Martini, L'arresto di Giuseppe Testa, su sanvincenzovalleroveto.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).
  13. ^ Morrea, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2018).
  14. ^ Giuseppe Sartinara, Chiesa di San Michele Arcangelo, su sanvincenzovalleroveto.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).
  15. ^ Giornate FAI di Primavera (PDF), su marsicalive.it, Marsica Live. URL consultato il 21 marzo 2018.
  16. ^ Giuseppe Sartinara, Chiesa di San Sebastiano, su sanvincenzovalleroveto.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).
  17. ^ Anton Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi, VI, Bologna, Forni Editore, 1971, pp. sub anno 1089 sub voce "Luco".
  18. ^ Antonelli, 2006.
  19. ^ Santa Restituta, la più antica chiesa della Valle Roveto, su prolocoroscesantarestituta.it, Pro Loco Rosce Santa Restituta. URL consultato il 6 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2008).
  20. ^ Il castello Piccolomini di Morrea, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 4 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2015).
  21. ^ Maria Caterina De Blasis, Il Vescovo Antonazzo a Morrea, su diocesisora.it, Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, 23 gennaio 2017. URL consultato il 3 febbraio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dionigi Antonelli, La valle Roveto e il sacro: dal mondo antico al medioevo, Roma, Tipolitografia Trullo, 2006, SBN IT\ICCU\RMS\1841320.
  • Ernesto Dimpflmeier, Prigioniero dei liberatori. Odissea di un tedesco antinazista in Italia, Canistro, Ass.ne Il Liri, 2019.
  • Stefano Lustri, La Marsica nelle cartoline, Roma, LEDIR, 1990, SBN IT\ICCU\AQ1\0056133.
  • Giuseppe Sartirana, Morrea ieri, oggi, domani, Morrea, Pro Loco, 1981.
  • Gaetano Squilla, Valle Roveto nella geografia e nella storia, Avezzano, Ente Fucino, 1966, SBN IT\ICCU\SBL\0393466.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito istituzionale, su comune.sanvincenzovalleroveto.aq.it. URL consultato il 2 settembre 2022.
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