Minosse

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Minosse
Minosse nel Promptuarii Iconum Insigniorum
Nome orig.Μίνως
Caratteristiche immaginarie
Professionere di Creta

Minosse (in greco antico: Μίνως?, Mínōs) è un personaggio della mitologia greca.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Zeus e di Europa,[1] così come i due fratelli (Sarpedonte e Radamanto), fu adottato da Asterio dopo che questi sposò la madre.[2]

Dalla moglie Pasifae ebbe otto figli: Androgeo, Arianna, Acacallide, Catreo, Deucalione, Fedra, Glauco e Senodice;[3] ebbe inoltre Eussantio da Dessitea, mentre dalla ninfa Paria ebbe Fiolao, Crise, Eurimedonte e Nefalione[3]. Inoltre, Pasifae si unì con un toro che si generò dalle acque del mare, dando vita al Minotauro, creatura metà uomo e metà toro.

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i principali miti, Minosse fu un re giusto di Creta: per questo motivo, dopo la sua morte cruenta, divenne uno dei giudici degli inferi insieme a Eaco e Radamanto. Nei miti attici, invece, viene dipinto come estremamente tirannico e crudele.

Il personaggio[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alla morte del re Asterio, suo padre adottivo, Minosse costruì un altare in onore di Poseidone in riva al mare per dimostrare il suo diritto al trono; Minosse pregò il Dio di inviargli un toro da immolare ma, pur venendo esaudito, alla fine non sacrificò l'animale poiché dotato di grande bellezza: Poseidone, adirato, fece allora innamorare del toro Pasifae, la moglie di Minosse, e da questa unione nacque il mostruoso Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro. Minosse incaricò dunque Dedalo di costruire un labirinto in cui nasconderlo.

Il regno di Minosse fu caratterizzato da ampi scontri con i popoli vicini, che riuscì ad assoggettare; combatté anche contro Niso, re di Megara, che aveva un capello d'oro a cui era legata la sorte della sua vita e della sua potenza. La figlia di Niso, Scilla, si innamorò al primo istante di Minosse e non indugiò ad introdursi nottetempo nella camera del padre per tagliargli il capello d'oro; in seguito si recò da Minosse offrendogli le chiavi di Megara e chiedendogli di sposarla. Minosse conquistò Megara ma rifiutò di portare con sé a Creta la parricida che, presa dallo sconforto, si gettò in mare e annegò.

Minosse attaccò anche Atene, in seguito all'assassinio del figlio Androgeo ad opera del re Egeo; sconfitti gli ateniesi, Minosse impose un tributo di sangue: la consegna, ogni anno, di sette fanciulli e sette fanciulle da dare in pasto al Minotauro. Tale sacrificio cessò solo grazie all'intervento di Teseo, che con l'aiuto di Arianna riuscì ad uccidere il mostro.

Secondo il mito, Minosse fu ucciso in una vasca da bagno in Sicilia mentre era ospite nella rocca del re sicano Cocalo. Minosse, per cercare di riacciuffare il fuggitivo Dedalo, da lui fatto rinchiudere nel Labirinto che lo stesso Dedalo aveva progettato e dal quale l'architetto era fuggito con ali fatte di penne e cera, escogitò un piano: promise una forte ricompensa a chiunque avesse trovato il modo di far passare un filo tra le volute di una conchiglia. Dedalo riuscì nell'impresa legando un filo ad una formica che, introdotta nella conchiglia i cui bordi aveva cosparso di miele, passò tra gli orifizi per trovare il miele. In questo modo Minosse scoprì il rifugio di Dedalo e giunse in Sicilia, pretendendo dal re Cocalo la consegna di Dedalo, ma le figlie di Cocalo aiutarono Dedalo ad ucciderlo. Il racconto è stato ripreso da Diodoro Siculo nella Biblioteca storica che narra come la sua leggendaria tomba si trovasse al di sotto di un tempio di Afrodite e come Terone di Akragas avesse occupato quest'area sacra con il proposito ufficiale di vendicare l'uccisione del re cretese.

Uno o due Minosse[modifica | modifica wikitesto]

Per conciliare gli aspetti contraddittori del suo carattere, nonché per spiegare come Minosse abbia governato Creta per un periodo di così tante generazioni, alcuni mitografi successivi, tra cui Diodoro Siculo[4] e Plutarco,[5] ipotizzarono l'esistenza di due differenti re con lo stesso nome.

Secondo questa visione, il primo re Minosse era figlio di Zeus ed Europa e fratello di Radamanto e Sarpedonte. Sarebbe il Minosse identificato con le qualità positive del personaggio, tenuto in tale stima dagli dei dell'Olimpo che, dopo la sua morte, fu nominato uno dei tre 'Giudici dei Morti'.[6] Questo Minosse I avrebbe avuto un solo figlio di nome Licasto, suo successore come re di Creta.

Il figlio di Licasto sarebbe stato il secondo Minosse, quello malvagio, a cui sarebbero collegati i miti di Teseo, Pasifae, il Minotauro, Dedalo, Glauco e Niso. A differenza di Minosse I, Minosse II generò numerosi figli, tra cui Androgeo, Catreo, Deucalione, Arianna, Fedra e Glauco, tutti nati da sua moglie Pasifae. Attraverso Deucalione, Minosse II era il nonno del re Idomeneo, che guidò i Cretesi alla guerra di Troia.

Storicità di Minosse[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo di Minosse

Così lo storico Tucidide descrive Minosse nella sua Guerra del Peloponneso.

«Minosse, infatti, fu il più antico di quanti conosciamo per tradizione ad avere una flotta e dominare per la maggior estensione il mare ora greco, a signoreggiare sulle isole Cicladi e colonizzarne le terre dopo aver scacciato da esse i Cari ed avervi stabilito i suoi figli come signori. Eliminò per quanto poté la pirateria del mare, come è naturale, perché meglio gli giungessero i tributi.»

«Pirati erano soprattutto gli isolani, che erano Cari e Fenici, ma al crearsi della flotta di Minosse, la navigazione tra un popolo e l'altro si sviluppò (i pirati furono da Minosse scacciati dalle isole, tutte le volte che lui ne colonizzava gran parte)»

Minosse nell'Ade[modifica | modifica wikitesto]

Minosse giudica i dannati nell'Inferno di Dante Alighieri (illustrazione di Gustave Doré)
Minosse nell'interpretazione di Michelangelo Buonarroti, particolare del Giudizio Universale nella Cappella Sistina, rappresentato come giudice infernale.

Già Omero lo aveva posto come giudice delle anime nell'Ade, ma Dante trasse la figura di Minosse da Virgilio:

«Queste dimore infernali non sono state assegnate
senza giudizio e giudice: Minosse inquisitore
scuote l'urna dei fati, convoca l'assemblea
dei morti silenziosi, li interroga, ne apprende
i delitti e la vita»

Figura poi ripresa da Claudiano:

«L'Erebo mitiga spontaneamente
la sua desolazione e concede che l'eterna notte si diradi
né l'urna di Minosse volge le incerte sorti»

Nell'Inferno, Minosse si trova all'entrata del Cerchio II perché le anime del Limbo (Cerchio I) non hanno peccati da confessare e non vengono giudicate. Nella mitologia dantesca, a Minosse è dato il compito di ascoltare i peccati delle anime, le quali nulla nascondono al demone. Uditi i peccati Minosse comunica loro la destinazione all'interno dell'inferno, arrotolando la sua coda di serpente di tante spire quanti sono i cerchi di destinazione. Scorto Dante, Minosse interrompe il giudizio per rivolgergli un avvertimento: il poeta deve guardarsi dal venire con eccessiva sicurezza, poiché la facilità del viaggio fin lì compiuto (Dante è infatti, per il momento, solo passato al di là dell'Acheronte e ha incontrato solo i non battezzati, che non sono veri peccatori) potrebbero illuderlo che il viaggio intero sia semplice: il resto del viaggio infatti sarà molto più arduo. Tuttavia Virgilio, con le stesse parole usate prima per Caronte, lo ammonisce a non ostacolare un viaggio voluto dal cielo.

«Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l'intrata;
giudica e manda secondo ch'avvinghia.

Dico che quando l'anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa;
e quel conoscitor de le peccata

vede qual loco d'inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Apollodoro, Biblioteca III, 1.1 e 2, su theoi.com. URL consultato il 10 maggio 2019.
  2. ^ (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca Historica IV, 60.3, su theoi.com. URL consultato il 10 maggio 2019.
  3. ^ a b (EN) Apollodoro, Biblioteca, libro III.1.2, su theoi.com. URL consultato il 10 maggio 2019.
  4. ^ Diodoro Siculo, Library of History, 4. 60. 3
  5. ^ John Lemprière A Classical Dictionary, s.v. "Minos" and "Minos II".
  6. ^ Orazio, Odi 4.7.21.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re di Creta Successore
Asterio -- Deucalione
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