Ministero (Italia)

Il ministero è, nell'ordinamento Italiano, la struttura di vertice dell'Amministrazione statale preposta ad amministrare un determinato settore della pubblica amministrazione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il modello cavouriano dei ministeri[modifica | modifica wikitesto]

L'epoca fascista[modifica | modifica wikitesto]

L'avvento della Costituzione[modifica | modifica wikitesto]

La "riforma Bassanini" del 1999[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Leggi Bassanini.

Il numero e le deleghe dei ministri sono variate nel tempo da 20 a 25 unità circa, compresi i Ministri senza portafoglio.

Il primo tentativo di riforma organica della Presidenza del Consiglio, della struttura del Consiglio dei Ministri e dell'ordinamento dei ministeri fu quello elaborato da Franco Bassanini, ministro della funzione pubblica nel governo Prodi I con il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300. Tale provvedimento ha delineato un nuovo assetto dell'organizzazione ministeriale, muovendo in tre diverse direzioni. Innanzitutto, fu operata una riduzione degli apparati ministeriali: i ministeri sono divenuti dodici; il personale è stato raggruppato in un ruolo unico, in modo da assicurarne la mobilità; si è sancito il principio della flessibilità nell'organizzazione, stabilendo — salvo che per quanto attiene al numero, alla denominazione, alle funzioni dei ministeri e al numero delle loro unità di comando — una ampia delegificazione in materia. In secondo luogo, in un'ottica policentrista, venivano istituite dodici Agenzie indipendenti (da non confondere con le Autorità amministrative indipendenti), con funzioni tecnico-operative che richiedono particolari professionalità e conoscenze specialistiche, nonché specifiche modalità di organizzazione del lavoro. In terzo luogo, si è provveduto alla concentrazione degli uffici periferici dell'amministrazione statale con la creazione degli Uffici Territoriali del Governo (UTG), che hanno assorbito le Prefetture.

I 12 ministeri previsti erano:

  1. Ministero degli affari esteri, che attende ai rapporti internazionali
  2. Ministero dell'interno, che ha attribuzioni differenziate: tutela della sicurezza pubblica, protezione civile, cittadinanza e immigrazione, funzionamento degli enti locali
  3. Ministero della giustizia, che si occupa prevalentemente dell'amministrazione degli organi giudiziari, svolgendo anche le funzioni dell'ufficio di Guardasigilli
  4. Ministero della difesa, che è preposto alla gestione delle forze armate
  5. Ministero dell'economia e delle finanze, che provvede essenzialmente alla politica di gestione della spesa, di bilancio e fiscale, nonché delle entrate finanziarie dello Stato
  6. Ministero delle attività produttive, che esercita le attribuzioni in materia di industria, commercio e artigianato, rapporti commerciali con l'estero, comunicazioni, turismo
  7. Ministero delle politiche agricole e forestali, che esercita le competenze in materia di agricoltura, trasformazione agroalimentare, gestione delle foreste e della pesca, sia in campo nazionale sia in campo europeo
  8. Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, che sovrintende alla promozione, alla conservazione e al recupero delle condizioni ambientali e del patrimonio naturale nazionale
  9. Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che si occupa della politica delle infrastrutture, gestisce e organizza il sistema dei trasporti
  10. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, che è competente in materia di lavoro, previdenza sociale, tutela della salute e coordinamento dei servizi sanitari regionali
  11. Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che amministra il sistema formativo pubblico scolastico, il sistema formativo pubblico universitario e la ricerca scientifica e tecnologica
  12. Ministero per i beni e le attività culturali, che assicura la tutela, la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale e delle attività culturali

Le 12 agenzie previste erano:

  1. Agenzia di protezione civile (Interno)
  2. Agenzia delle entrate (Economia e finanze)
  3. Agenzia delle dogane (Economia e finanze)
  4. Agenzia del territorio (Economia e finanze)
  5. Agenzia del demanio (Economia e finanze)
  6. Agenzia industrie difesa (Difesa)
  7. Agenzia per le normative ed i controlli tecnici (Attività produttive)
  8. Agenzia per la proprietà industriale (Attività produttive)
  9. Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (Ambiente e tutela del territorio)
  10. Agenzia dei trasporti terrestri e delle infrastrutture (Infrastrutture e trasporti)
  11. Agenzia per la formazione e l'istruzione professionale (Lavoro, salute e politiche sociali - Istruzione, università e ricerca)
  12. Agenzia per il servizio civile (Presidenza del Consiglio dei ministri)

Era previsto che la riforma entrasse in vigore con la XIV Legislatura, ma non entrò mai in vigore integralmente, poiché il II Governo Berlusconi la modificò alla sua entrata in carica. I ministeri aumentarono e solo alcune delle agenzie furono costituite: l'Agenzia per la Protezione Civile, che venne poi abolita e riconfluì nel vecchio Dipartimento della Protezione Civile, le Agenzie del Ministero dell'Economia (Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Agenzia del Territorio, Agenzia del Demanio), istituite nel 1999, in deroga alla generale entrata in vigore della Riforma Bassanini nel 2001, l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici (APAT) e l'Agenzia Industrie Difesa, istituite nel 2001.

Lo spacchettamento del 2001[modifica | modifica wikitesto]

Con il decreto legge n. 217/2001, convertito nella legge n. 317/2001 (governo Berlusconi II), il numero dei ministeri è stato aumentato a 14:

Lo spacchettamento del 2006[modifica | modifica wikitesto]

Con il decreto legge n. 181/2006 convertito nella legge 233/2006 (governo Prodi II), il numero dei ministeri è stato aumentato a 18:

Il ritorno della "Bassanini" nel 2007[modifica | modifica wikitesto]

All'interno della legge finanziaria 2008, sull'onda della polemica sul numero record dei membri del governo e sui costi della politica, viene ripristinato dalla XVI legislatura lo spirito della "riforma Bassanini" varata nel 1999 e sino ad allora più volte emendata, ristabilendo in 12 il numero dei ministeri:

  1. Ministero degli affari esteri
  2. Ministero dell'interno
  3. Ministero della giustizia
  4. Ministero della difesa
  5. Ministero dell'economia e delle finanze
  6. Ministero dello sviluppo economico
  7. Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
  8. Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
  9. Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
  10. Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali
  11. Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca
  12. Ministero per i beni e le attività culturali

Viene inoltre fissata a 60 unità la quota massima di ministri, ministri senza portafoglio, viceministri e sottosegretari compresi della formazione di governo. Nella composizione del governo Berlusconi IV viene data attuazione a tale disposizione.

Le modifiche del 2009[modifica | modifica wikitesto]

Con la legge 13 novembre 2009 n. 172 il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali viene suddiviso in due: il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero della salute, portando a 13 il numero dei dicasteri e a 63 il numero massimo totale dei membri del governo. Tale numero è stato poi elevato a 65 dall'art. 15, co. 3 bis, del Decreto Legge 30 dicembre 2009, n. 159, convertito in l. n. 26 del 2010.

Le modifiche dei governi Letta e Renzi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2013 il Ministero per i beni e le attività culturali assorbe le competenze riguardanti le politiche per il turismo e assume la nuova denominazione di Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.

Nel 2014 anche il nome del Ministero degli affari esteri cambia in Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Le modifiche dei governi Conte I e II[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2018, durante il governo Conte I, le competenze riguardanti le politiche per il turismo passano dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che di conseguenza diventa Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Nel 2019, con il secondo governo Conte, la delega al turismo torna nuovamente al MiBAC, che ha così riassunto la denominazione di Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.

Dal 28 dicembre dello stesso anno il governo annuncia lo scorporo del MIUR, dando vita a due ministeri indipendenti: il Ministero dell'istruzione e il Ministero dell'università e della ricerca. Tali dicasteri diventano operativi a partire dal 10 gennaio 2020, portando così a 14 il numero dei ministeri.

Le modifiche nel governo Draghi[modifica | modifica wikitesto]

Per effetto del decreto-legge n. 22 del 2021, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è stato ridenominato Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili; il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha assunto il nome di Ministero della transizione ecologica, al quale sono state altresì attribuite le competenze in materia energetica in precedenza assegnate al Ministero dello sviluppo economico; il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo è stato "spacchettato" in due distinti dicasteri, il Ministero della cultura e il Ministero del turismo, portando così a 15 il numero dei ministeri in funzione nel governo Draghi.

Le modifiche nel governo Meloni[modifica | modifica wikitesto]

Con il governo Meloni i dicasteri sono rimasti 15, ma cinque di essi hanno parzialmente cambiato funzione e, di conseguenza, anche denominazione:

Pertanto i ministeri sono:

  1. Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
  2. Ministero dell'Interno
  3. Ministero della Giustizia
  4. Ministero della Difesa
  5. Ministero dell'Economia e delle Finanze
  6. Ministero delle Imprese e del Made in Italy
  7. Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste
  8. Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica
  9. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
  10. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
  11. Ministero dell'Istruzione e del Merito
  12. Ministero dell'Università e della Ricerca
  13. Ministero della Salute
  14. Ministero della Cultura
  15. Ministero del Turismo

Struttura tipica[modifica | modifica wikitesto]

Generalmente, la struttura è costituita dai seguenti organi e uffici:

  • ministro;
  • sottosegretario;
  • gabinetto del ministro;
  • consiglio di amministrazione;
  • segretario generale;
  • dipartimento, direzione generale, reparto, divisione, sezione.

Ministro[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ministro della Repubblica Italiana.

Il ministro (dal latino minister [minus] che significa servo, ovvero, servitore dello Stato per quel determinato ambito) è il capo del ministero ed è membro del corpo politico. Propone al Consiglio dei ministri la nomina dei dirigenti con funzioni generali, dirige l'azione amministrativa e adotta le decisioni di maggiore importanza.

Vi sono anche ministri detti senza portafoglio, perché questi dicasteri non hanno autonomia di spesa (ad esempio, il Ministro per i rapporti con il Parlamento).

A ogni ministro è affidato un singolo Ministero che deve occuparsi dei problemi relativi ad alcuni temi specifici (es: ministero della giustizia, della difesa, ecc.).

Sottosegretario[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sottosegretario di Stato (ordinamento italiano).

Anch'egli è prescelto nell'ambito del corpo politico e si chiama così perché il ministro è segretario di Stato. Esso è, però, organo ausiliario, non vicario del ministro: cioè aiuta il ministro, ma non agisce in sua vece.

Al sottosegretario (o ai sottosegretari, perché ce n'è più di uno per ministero, anche se il loro numero è variabile) non spettano competenze proprie, ma solo quelle che vengono loro delegate dal ministro. Se a un sottosegretario sono conferite deleghe relative all'intera area di competenza di una o più strutture dipartimentali, può essergli attribuito il titolo di vice-ministro.

Gabinetto del ministro[modifica | modifica wikitesto]

È composto dal capo di gabinetto, dall'ufficio legislativo e dalla segreteria particolare, ognuno con un suo capo. Con il variare dei Governi (ministri e, di conseguenza, sottosegretari) variano anche i componenti del gabinetto. Il gabinetto ha funzioni di ausilio del ministro e di coordinamento.

Consiglio di amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Presieduto dal ministro e composto da direttori generali e da rappresentanti eletti dal personale, ha una struttura stabile e compiti che riguardano l'organizzazione del lavoro nel ministero.

Segretario generale[modifica | modifica wikitesto]

È presente solo in alcuni ministeri (ad esempio, Ministero degli affari esteri e della difesa) e ha compiti di coordinamento.

Dipartimento, direzione generale, divisione[modifica | modifica wikitesto]

Sono le articolazioni organizzative interne del ministero. Ve ne sono diverse in ogni ministero. Il dipartimento è la struttura di primo livello di alcuni ministeri (alternativa a quella basata sulle direzioni generali) e della Presidenza del consiglio; possono a loro volta raggruppare più direzioni centrali, divisioni, sezioni e uffici.

Ministeri della Repubblica Italiana[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente i dicasteri presenti nel governo della Repubblica Italiana sono 15. Tutti i ministeri hanno sede a Roma.

Dicastero Ministro Sede
Edificio Indirizzo
Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani (FI) Palazzo della Farnesina
Piazzale della Farnesina, 1
Ministero dell'interno Matteo Piantedosi (ind.) Palazzo del Viminale
Piazza del Viminale, 1
Ministero della giustizia Carlo Nordio (FdI) Palazzo Piacentini
Via Arenula, 70
Ministero della difesa Guido Crosetto (FdI) Palazzo Baracchini
Via XX settembre, 8
Ministero dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti (LSP) Palazzo delle Finanze
Via XX settembre, 97
Ministero delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso (FdI) Palazzo Piacentini
Via Vittorio Veneto, 33
Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida (FdI) Palazzo dell'Agricoltura
Via XX settembre, 20
Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin (FI)
Via Cristoforo Colombo, 44
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini (LSP) Villa Patrizi
Piazzale di Porta Pia, 1
Ministero del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone (Ind.) Palazzo Balestra
Via Vittorio Veneto, 56
Ministero dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara (LSP) Palazzo del Ministero della pubblica istruzione
Viale di Trastevere, 76
Ministero dell'università e della ricerca Anna Maria Bernini (FI)
Largo Antonio Ruberti, 1
Ministero della cultura Gennaro Sangiuliano (Ind.) Collegio Romano
Via del Collegio Romano, 27
Ministero della salute Orazio Schillaci (Ind.)
Viale Giorgio Ribotta, 5
Ministero del turismo Daniela Santanchè (FdI)
Via di Villa Ada, 55

Le funzioni di alcune strutture della Presidenza del Consiglio, come dipartimenti o uffici, possono poi essere affidate ad appositi ministri senza portafoglio, benché con funzioni e denominazioni differenti da governo a governo, spesso a causa di accorpamenti o divisioni tra diverse deleghe, le quali possono essere affidate anche a sottosegretari o a titolari di ministeri con portafoglio anziché a specifici ministri senza portafoglio. Nello specifico, tuttavia, praticamente tutti i governi dagli anni 1950 in poi hanno sempre annoverato ministri per i rapporti con il Parlamento e ministri per la pubblica amministrazione. In maniera simile, sin dall'entrata in funzione delle 15 regioni a statuto ordinario nel 1970 si sono quasi sempre avuti ministri per gli affari regionali, e sin dagli anni 1980 ministri per gli affari europei, per i rapporti con le istituzioni della CEE e poi UE.

Questa la situazione nell'attuale governo Meloni:

Ministro senza portafoglio Titolare Dipartimento della Presidenza del Consiglio Sede Fotografia
Ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (FdI) Dipartimento per i rapporti con il Parlamento Largo Chigi, 19
Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo (FI) Dipartimento della funzione pubblica Palazzo Vidoni Caffarelli -
corso Vittorio Emanuele II, 116
Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli (LSP) Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie Palazzo Cornaro -
via della Stamperia, 8
Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci (FdI) Dipartimento della protezione civile Via Ulpiano, 11
Ministro per gli affari europei, il Sud e le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto (FdI) Dipartimento per le politiche europee Largo Chigi, 19
Dipartimento per le politiche di coesione
Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi (Ind.) Dipartimento per lo sport Via della Ferratella in Laterano, 51
Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale Via della Mercede, 9
Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Maria Roccella (FdI) Dipartimento per le politiche della famiglia Palazzo dell'INAIL -
via IV Novembre, 144
Dipartimento per le pari opportunità Largo Chigi, 19
Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli (LSP) Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità
Ministra per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati (FI) Dipartimento per le riforme istituzionali

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sabino Cassese, Grandezza e miserie dell'alta burocrazia italiana, in Politica del diritto, n. 2-3, 1981, pp. 219-261.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]