Matteo Paleologo Asen

Matteo Paleologo Asen (in greco Ματθαῖος Παλαιολόγος Ἀσάνης?; ... – 29 marzo 1467) era un aristocratico e funzionario tardo-bizantino, legato alle dinastie degli Asen e dei Paleologi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio di Paolo Asen e fratello di Simonis e Teodora Asanina.[1] Nel 1441[2], la sorella Teodora sposò il despota Demetrio Paleologo[3], alla cui carriera si intrecciò il destino di Matteo.[1] Lo storico bulgaro Ivan Bozhilov ipotizza che Matteo sia nato nei primi anni del XV secolo, ma prima del 1405 circa.[4]

Matteo compare per la prima volta nel settembre 1423, quando viene inviato insieme al cognato come inviato presso il re Sigismondo d'Ungheria.[1] Nel 1442 partecipa attivamente al fallito assedio di Costantinopoli da parte di Demetrio, assistito dagli Ottomani. I due furono arrestati su ordine dell'imperatore Giovanni VIII Paleologo, ma riuscirono a fuggire e furono temporaneamente ospitati dai genovesi a Galata.[2]

Accompagnò poi Demetrio al suo posto di governatore di Lemno, seguendolo poi nel Despotato di Morea.[1] Nel 1452 ottenne una vittoria su una armata ottomana comandato da Ahmet Bey a Leontari, attirandola in una stretta gola. La maggior parte dei turchi cadde e lo stesso Ahmet Bey fu catturato.[1][3]

Dal 1454 fu governatore di Corinto, fino a quando cedette la fortezza al sultano ottomano Maometto II nel 1458.[1] A metà maggio del 1460, quando Maometto arrivò a Corinto e pretese che Demetrio, suo vassallo, gli venisse incontro, quest'ultimo ebbe paura e mandò Matteo al suo posto. Il Sultano era noto per il rispetto che nutriva nei confronti di Matteo, ma la mancata presentazione di Demetrio lo fece infuriare e non fu placato dai sontuosi doni che Matteo portò con sé. Matteo fu messo agli arresti e Maometto marciò contro Mistra, la capitale della Morea. Demetrio si arrese il 29 maggio, ponendo fine al Despotato.[5] Come ricompensa, Demetrio ricevette in appannaggio la città di Ainos, in Tracia, dove lui, Teodora e Matteo trascorsero i sette anni successivi. A quel punto, improvvisamente, caddero dal favore del Sultano e furono spodestati. Secondo Giorgio Sfranze, fonte certamente ostile, ciò avvenne perché Matteo, responsabile del monopolio del sale, permise ai suoi subordinati di truffare i funzionari fiscali del Sultano.[6] Demetrio, Teodora e Matteo lasciarono Ainos per Didymoteicho, dove vissero in grande povertà,[6] e dove Matteo morì il 29 marzo 1467.[1] In seguito il Sultano ebbe pietà di Demetrio e di sua moglie, permettendo loro di stabilirsi ad Adrianopoli, vicino alla figlia Elena, e fornendo loro un piccolo sussidio fino alla loro morte nel 1470.[6]

Matteo Paleologo Asen era sposato con la figlia sconosciuta del Mesazon Eudaimonoioannes. Molto probabilmente ebbe un'unica figlia sconosciuta che morì poco dopo di lui.[1][7] Bozhilov teorizza che Tommaso Asen Paleologo, esule bizantino nel Regno di Napoli e lui stesso "signore di Corinto", fosse suo nipote.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h PLP, 1508. ̓Ασάνης, Ματθαῖος Παλαιολόγος
  2. ^ a b Bozhilov 1994, p. 363.
  3. ^ a b Runciman 2009, p. 79.
  4. ^ Bozhilov 1994, p. 362.
  5. ^ Runciman 2009, pp. 82–83.
  6. ^ a b c Runciman 2009, p. 83.
  7. ^ Bozhilov 1994, p. 367.
  8. ^ Bozhilov 1994, p. 422.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]