Massacro di New Orleans del 1866

Massacro di New Orleans del 1866
massacro
Tipostrage
Data30 luglio 1866
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Stato federatoLouisiana
ConteaParrocchia di Orleans
Responsabiliex Confederati, suprematisti bianchi, polizia di New Orleans
CausaMarcia antirazzista
Conseguenze
Morti34-200 afroamericani e tre bianchi
Feriti150

Il massacro di New Orleans del 1866 ebbe luogo nella città statunitense di New Orleans (Louisiana) il 30 luglio 1866 quando una dimostrazione pacifica, in gran parte di uomini di colore liberi, fu attaccata da una folla di facinorosi bianchi, molti dei quali erano stati militari dei recentemente sconfitti Stati Confederati d'America, provocando un massacro su larga scala.[1] La violenza scoppiò davanti allꞌIstituto Meccanico, luogo di una riconvocata Convenzione Costituzionale della Louisiana. Il Partito repubblicano della Louisiana aveva organizzato la Convenzione, poiché i suoi membri erano indignati dallꞌentrata in vigore dei Black Codes[2] e rifiutavano l'estensione del voto alle persone di colore. I bianchi del Partito Democratico consideravano la Convenzione convocata come illegale ed erano ostili verso i tentativi repubblicani di incrementare il loro potere nello stato. Il massacro "ebbe origine da profondamente radicate cause politiche, sociali ed economiche"[3] ed ebbe luogo in parte a causa della battaglia tra "due opposte fazioni per il potere e le cariche."[3] Secondo i rapporti ufficiali vi furono 38 morti e 146 feriti, tra i quali 34 morti e 119 feriti erano persone di colore. Stime non ufficiali davano numeri più alti.[4] Gilles Vandal stimò da 40 a 50 persone di colore uccise e più di 150 ferite.[5] Altri hanno sostenuto che quasi 200 persone siano state uccise.[6] In aggiunta, tre bianchi partecipanti alla convenzione furono uccisi, come un bianco che protestava.[7]

Durante gran parte della guerra di secessione, New Orleans era stata occupata e sottoposta alla legge marziale imposta dallꞌUnione. Il 12 maggio 1866, il sindaco John T. Monroe, un democratico che aveva ardentemente sostenuto la Confederazione, era stato reinserito come sindaco, la carica che ricopriva prima della guerra. Il giudice R. K. Howell era stato eletto presidente della Convenzione, con il compito di incrementare la partecipazione dei probabili elettori che avrebbero votato per la rimozione dei Black Codes.[8]

Il massacro fu l'espressione di conflitti profondamente radicati nella struttura sociale della Louisiana. Esso fu una continuazione della guerra: più della metà dei bianchi erano veterani confederati e quasi la metà degli uomini di colore erano veterani dell'esercito unionista. La reazione nazionale di sdegno ai primi disordini di Memphis del 1866 e al massacro di New Orleans contribuirono al raggiungimento della maggioranza dei voti per i Repubblicani Radicali in entrambe le camere del Congresso nelle elezioni di medio termine negli Stati Uniti. I disordini catalizzarono il sostegno al XIV emendamento, estendendo il suffragio e la piena cittadinanza ai liberti e alle Leggi di Ricostruzione, per stabilire i distretti militari per il governo nazionale nelle aree oltremare degli Stati Uniti meridionali e l'opera di cambiamento della loro situazione sociale.

La tensione cresce[modifica | modifica wikitesto]

La Convenzione Costituzionale dello Stato del 1864 autorizzava maggiori libertà civili agli uomini di colore nella Louisiana pur non prevedendo ancora per loro i diritti di voto. Le persone di colore libere che erano di razza mista, erano state una parte importante di New Orleans per più di un secolo ed erano sistemati come una classe separata nel periodo coloniale, prima dell'annessione del territorio agli Stati Uniti nel 1803.

Molti erano istruiti, avevano delle proprietà e desideravano il diritto di voto. Inoltre i Repubblicani avevano lo scopo di estendere ilo diritto di voto agli schiavi liberati e di eliminare i ꞌꞌBlack Codesꞌꞌ passati nella legislazione. Essi riconvocarono la Convenzione e riuscirono a ottenere i loro scopi.[9]

I bianchi Democratici, considerarono ampiamente la convenzione riconvocata come illegale, poiché dissero che gli elettori, allora solo bianchi, avevano accettato la costituzione. In aggiunta essi addussero argomenti legali: il presidente eletto, Howell, aveva lasciato la Convenzione prima della sua conclusione e non era quindi da considerare come membro, la Costituzione era stata accettata dalla gente, e i radicali, solo 25 dei quali erano presenti alla Convenzione del 1864, non costituivano una maggioranza della Convenzione originale.

Il 27 luglio, i sostenitori di colore della Convenzione, compresi all'incirca 200 veterani di guerra, s'incontrarono sui gradini dell'Istituto Meccanico. Essi furono commossi dai discorsi degli attivisti dell'abolizionismo, in particolare di Anthony Paul Dostie e dell'ex governatore della Louisiana Michael Hahn. Gli uomini proposero una parata all'Istituto Meccanico il giorno della Convenzione per mostrare il loro sostegno.

Il massacro[modifica | modifica wikitesto]

La convenzione iniziò al mezzogiorno del 30 luglio, ma la mancanza del ꞌꞌquorumꞌꞌ causò lo spostamento alle 1:30.[10] Quando i membri della convenzione lasciarono l'edificio, essi incontrarono i marciatori di colore con la loro banda musicale. All'angolo tra le vie Common e Dryades, dall'Istituto Meccanico, un gruppo di bianchi armati stavano aspettando gli uomini di colore che marciavano.[11] Questo gruppo era composto in gran parte da conservatori democratici che si opponevano all'abolizione dello schiavismo; molti erano ex-Confederati che volevano distruggere la convenzione e la minaccia che l'incremento del potere economico e politico degli uomini di colore rappresentava nello Stato per la supremazia bianca.

Non si sa quale fu il gruppo ad aprire il fuoco per primo, ma in pochi minuti nelle vie si svolse una battaglia. I marciatori di colore erano impreparati e molti di loro anche disarmati: essi si dispersero rapidamente, con molti che cercarono rifugio nell'Istituto Meccanico. La folla bianca attaccò brutalmente quella di colore sulla strada e alcuni entrarono anche nell'edificio:

(EN)

«The whites stomped, kicked, and clubbed the black marchers mercilessly. Policemen smashed the institute’s windows and fired into it indiscriminately until the floor grew slick with blood. They emptied their revolvers on the convention delegates, who desperately sought to escape. Some leaped from windows and were shot dead when they landed. Those lying wounded on the ground were stabbed repeatedly, their skulls bashed in with brickbats. The sadism was so wanton that men who kneeled and prayed for mercy were killed instantly, while dead bodies were stabbed and mutilated.»

(IT)

«I bianchi presero a botte, calci e bastonate i marciatori di colore senza pietà. I poliziotti ruppero le finestre dell'istituto e spararono dentro indiscriminatamente finché il pavimento divenne scivoloso per il sangue sparso. Essi scaricarono i loro revolver sui delegati della convenzione, che cercavano disperatamente di fuggire. Qualcuno saltò dalla finestra e fu colpito a morte mentre toccava terra. Quelli che giacevano a terra feriti furono bastonati ripetutamente, le loro teste fracassate con pezzi di mattone. Il sadismo fu talmente ingiustificato che coloro che si inginocchiarono chiedendo pietà furono uccisi subito, mentre i cadaveri furono pugnalati e mutilati.»

Le truppe federali reagirono per sedare la rivolta e incarcerarono molti insorti bianchi. Il governatore dichiarò la città sotto legge marziale fino al 3 agosto.

Quasi 200 persone furono uccise, quasi tutti Afro-Americani,[6] incluso Victor Lacroix.

Reazione[modifica | modifica wikitesto]

La reazione della nazione ai disordini di New Orleans, insieme con i disordini di Memphis del 1866, fu una delle maggiori preoccupazioni della strategia di ricostruzione e del desiderio di un cambio di leadership. Nelle elezioni di medio termine del 1866, il Partito Repubblicano, incrementò ulteriormente la sua maggioranza, ottenendo infine il 77% dei seggi al Congresso, il che consentì loro di superare qualsiasi veto da parte del Presidente democratico Andrew Johnson, che si era opposto alla garanzia di pari diritti agli uomini di colore liberi. In entrambe le Camere del Congresso, la fazione nota come "Repubblicani Radicali" prevalse e impose termini di Ricostruzione molto duri agli Stati della ex Confederazione.[13]

Allꞌinizio del 1867, la prima Legge di Ricostruzione passò contro il veto del Presidente Johnson[14] – per fornire un maggior controllo nel Sud. Furono istituiti distretti militari per governare la regione fino a che la violenza poté essere soppressa e istituito un sistema politico più democratico. Con questa legge, la Louisiana fu assegnata al Quinto Distretto Militare. Soldati e capi ex-confederati, gran parte dei quali erano sostenitori bianchi del Partito Democratico, furono provvisoriamente privati dei diritti elettorali e fu rafforzato il diritto di voto per le persone di colore libere. I politici associati ai tumulti furono privati dei loro incarichi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) MIKE SCOTT | Contributing scrittore, 1866 New Orleans massacre remembered as a city-led racial attack a year after the Civil War ended, su NOLA.com.
  2. ^ Insieme di leggi che conferivano pari diritti alle persone di colore.
  3. ^ a b Vandal (1984), p. 137.
  4. ^ (EN) Donald E. Reynolds, The New Orleans Riot of 1866, Reconsidered, in Louisiana History: The Journal of the Louisiana Historical Association, vol. 5, n. 1, Inverno 1964, pp. 5–27.
  5. ^ Vandal (1978), p. 225.
  6. ^ a b Ball (2020), p. 211.
  7. ^ (EN) Caryn Cossé Bell, Revolution, Romanticism, and the Afro-Creole Protest Culture in Louisiana 1718-1868, Baton Rouge, La., LSU Press, 1997, p. 262.
  8. ^ Kendall (1992), p. 305.
  9. ^ Kendall (1992), p. 308.
  10. ^ Bell (1997), p. 261.
  11. ^ , Kendall (1992), p. 312.
  12. ^ Chernow (2017), pp. 574-575.
  13. ^ Radcliff (2009), pp. 12-16.
  14. ^ (EN) Andrew Johnson, Veto for the first Reconstruction Act March 2, 1867 To the house of Representatives, su American History: From Revolution to Reconstruction and beyond..., University of Groningen. URL consultato il 18 dicembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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