Carcere Abu Salim

carcere Abū Salīm
Gruppo di persone a Benghazi che guardano le fotografie delle vittime del massacro del carcere Abū Salīm (febbraio 2011)
StatoBandiera della Libia Libia
CittàTripoli
Coordinate32°49′59.88″N 13°10′26.04″E / 32.8333°N 13.1739°E32.8333; 13.1739
Informazioni generali
Tipocarcere
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Il carcere Abū Salīm (in arabo سجن أبو سليم?, Sijn Abū Salīm) è un carcere di massima sicurezza di Tripoli, spesso ricordato dagli attivisti dei diritti umani e da altri osservatori per le sue gravi disfunzioni e per gli abusi che vi sono stati perpetrati.[1][2][3]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Massacro del carcere Abū Salīm

Amnesty International ha chiesto l'apertura di indagini condotte da esperti indipendenti per appurare le modalità della morte di un gran numero di detenuti nel 1996:[4] un incidente definito dall'associazione e da altre organizzazioni come il "Massacro del carcere Abū Salīm"[5] quando più di 1.200 prigionieri politici furono uccisi dopo aver protestato contro le condizioni carcerarie.[6] Human Rights Watch ipotiza che 1.270 prigionieri vi siano stati trucidati,[7][8] e reputa che il carcere sia un posto in cui sono state perpetrate numerose violazioni dei diritti umani."[8] Nessuna indagine internazionale è stata avviata.[9] Nel corso dei combattimenti che hanno contrapposto il regime ai rivoltosi dal 17 febbraio 2011, nel mese di aprile sarebbero evasi dalla prigione vari reclusi e avrebbero impegnato le forze del regime in un combattimento armato presso Bāb al-ʿAzīziyya. Con i carcerieri e il personale del penitenziario già fuggiti, il 24 agosto 2011 gli abitanti di quartiere liberarono i prigionieri e il carcere fu abbandonato.

Il 24 gennaio 2010, la Libia ha bloccato l'accesso a YouTube, dopo che esso aveva mandato in rete i video delle dimostrazioni nella città di Bengasi organizzate dalle famiglie dei carcerati che erano stati trucidati nel carcere Abū Salīm nel 1996, e i video dei festini cui partecipavano alcuni componenti della famiglia di Muʿammar Gheddafi. Il blocco fu criticato da Human Rights Watch, senza che la situazione peraltro cambiasse.[10]

Precedenti ospiti famosi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Libya's notorious Abu Salim prison to be emptied, su daylife.com, daylife.com (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2011).
  2. ^ Libya's notorious Abu Salim prison, su genevalunch.com, geneva lunch. URL consultato il 17 aprile 2010 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2011).
  3. ^ Nic Robertson e Paul Cruickshank, Jihadist death threatened Libyan peace deal, in CNN, 28 novembre 2009.
  4. ^ Investigation needed into prison deaths, su amnesty.org.au, Amnesty International (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2015).
  5. ^ Libyan legal court celebrates Abu Salim prison massacre, Arabic News, 24 giugno 2005 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2011).
  6. ^ (EN) Libya revolution: Future scenarios and the West's role, in BBC News, 25 febbraio 2011. URL consultato il 28 aprile 2021.
  7. ^ Site news Bilal bin Rabah (the city of Al Bayda, Libya), a meeting with the Libyan Minister of Justice ., su binrabah.com. URL consultato il 30 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2011).
  8. ^ a b Libya: Free All Unjustly Detained Prisoners, su hrw.org, Human Rights Watch.
  9. ^ Libya revolution: Future scenarios and the West's role, in BBC News, 25 febbraio 2011. URL consultato il 26 febbraio 2011.
  10. ^ Watchdog urges Libya to stop blocking websites, Agence France-Presse. URL consultato il 7 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2010).
  11. ^ (DE) Petra Ramsauer, Dschihadisten gewinnen Einfluss in Tripolis, in Die Zeit, 29 febbraio 2012. URL consultato il 29 febbraio 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]