Marina pontificia

Marina pontificia
Bandiera navale dello Stato Pontificio
Descrizione generale
Attiva844[senza fonte] - 1870
NazioneBandiera dello Stato Pontificio Stato Pontificio
ServizioForza armata
TipoMarina militare
Battaglie/guerrebattaglia di Lepanto, prima guerra d'indipendenza italiana
Comandanti
Degni di notaMarcantonio Colonna, Alessandro Cialdi
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La Marina pontificia fu la marina militare dello Stato della Chiesa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Divise degli ultimi anni: 1 tenente di vascello 2 nostromo 3 timoniere 4 marinai

Attiva lungo tutto l'arco del medioevo, è degna di nota la sua partecipazione, per quanto limitata numericamente, alla battaglia di Lepanto del 1571, quando dodici navi furono inviate sotto il comando di Marcantonio Colonna, capitano generale della marina da guerra del Papa.

Dal 1840 al 1861 il comandante della Marina pontificia fu Alessandro Cialdi (1807-1882). Nel settembre del 1840, una spedizione da lui comandata salpò alla volta dell'Egitto, per risalire il Nilo e ritirare le colonne di alabastro donate dal viceré d'Egitto per la ricostruenda basilica di San Paolo fuori le mura, che giunsero a Civitavecchia il 16 agosto del 1841[1].

Nel 1842[2], il Cialdi condusse un convoglio di tre navi a vapore, acquistate dallo Stato Pontificio nel Regno Unito, dal Tamigi al Tevere. Il convoglio percorse il fiume di Londra, entrò nel canale della Manica percorse la Francia per vie d'acqua dalla Normandia fino a Marsiglia, di qui entrò nel Mediterraneo, giungendo a Roma risalendo il Tevere.[3]

Nel 1848, Cialdi prese parte alla prima guerra d'indipendenza al fianco degli altri stati italiani.

Durante la Repubblica Romana (1849), il piroscafo Roma comandato da Cialdi si distinse nelle acque di Ancona, sfruttando il vapore nei periodi di bonaccia, per contrastare la flottiglia a vela austriaca che strinse d'assedio la città adriatica.

Nel 1856 vennero unificate le marine da guerra, di finanza e del Tevere sotto la nuova denominazione di "Marina militare pontificia".

Nel 1860, ancora agli ordini del tenente colonnello Cialdi, la marina pontificia conobbe una certa espansione, grazie soprattutto all'entrata in servizio della pirocorvetta Immacolata Concezione, della quale restano oggi una scialuppa presso il museo della scienza e della tecnica di Milano ed un modello in scala ridotta e la bandiera, conservati presso il museo storico vaticano di palazzo lateranense.

Dopo la presa di Roma (1870) i mezzi della marina pontificia vennero assorbiti dai corpi del Regno d'Italia, come il piroscafo San Paolo, utilizzato dalla guardia doganale del Regno d'Italia per la vigilanza anticontrabbando presso il delta del Po[4]. Anche le infrastrutture vennero utilizzate dallo stato italiano, compreso l'arsenale navale di Roma, situato presso Porta Portese, in via Portuense, all'interno del porto di Ripa Grande, salvo essere dismesso a fine ottocento a causa della costruzione dei nuovi argini sul Tevere[5].

Nel 1951 con decreto della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, venne stabilito che, in base al diritto internazionale, lo Stato della Città del Vaticano può consentire la navigazione a navi battenti bandiera vaticana[6].

Ammiragli generali della marina pontificia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Vettori (1515-1522)[7]

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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Società storica civitavecchiese - Storia di Civitavecchia, su societastoricacivitavecchiese.it. URL consultato il 23 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2009).
  2. ^ Alessandro Cialdi: Sul Tevere e sulla linea più conveniente per la unione dei due mari, e sulla marina mercantile dello Stato Pontificio. p.59 (PDF), su books.google.it. URL consultato il 23 maggio 2011.
  3. ^ Tra Lombardia e Ticino: studi in memoria di Bruno Caizzi (PDF), su books.google.it. URL consultato il 23 maggio 2011.
  4. ^ Guardia di finanza - Il naviglio dei finanzieri, su gdf.it. URL consultato il 23 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2010).
  5. ^ Il Tempo - Roma - la scomparsa dell'arsenale e il declino di Ripa Grande (11 luglio 2008), su iltempo.ilsole24ore.com. URL consultato il 23 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).
  6. ^ L'Osservatore Romano - Stato della Città del Vaticano - Dalla barca di Pietro alla flotta vaticana (11 luglio 2010), su osservatoreromano.va. URL consultato il 22 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2018).
  7. ^ Paolo Vettori, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Guglielmotti, Storia della Marina pontificia, voll. 10, Roma 1886-1893.
  • Lamberto Radogna Cronistoria unità da guerra arine preunitarie, Roma, Uff. Storico M.M. 1981.
  • Carlo Randaccio Storia delle marine militari italiane dal 1750 al 1860 e della Marina militare italiana dal 1860 al 1870, 2 voll. Roma, Forzani, 1880.
  • Sante Romiti; Le marine militari italiane nel Risorgimento, 1748-1861. Roma, Ufficio storico marina militare, 1950.
  • Luisella Zocca, Un marinaio nell'autunno della Marina pontificia: Alessandro Cialdi 1807-1882, Bollettino AIDMEN n. 23, Milano, Gennaio 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]