Magazzino 18

Magazzino 18
Lingua originaleitaliano
StatoItalia
Anno2013
Prima rappr.22 ottobre 2013, Politeama Rossetti di Trieste
Generemusicale, drammatico
RegiaAntonio Calenda
MusicheSimone Cristicchi e Valter Sivilotti
TestiJan Bernas e Simone Cristicchi
ScenografiaPaolo Giovanazzi
LuciNino Napoletano
Premi principali
Premio Le Maschere del Teatro italiano 2014

Magazzino 18 è un musical scritto da Simone Cristicchi in collaborazione con Jan Bernas, giornalista e autore del libro Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani. Lo spettacolo è un'opera che racconta il dramma dell'esodo istriano, giuliano e dalmata nel secondo dopoguerra: la storia di molti italiani costretti ad abbandonare la propria terra a seguito della sconfitta dell'Italia, la quale nel 1941 aveva invaso la Jugoslavia, nella seconda guerra mondiale. Queste terre, con il trattato di Parigi, vennero assegnate dagli Alleati alla Jugoslavia. Il magazzino 18 è l'edificio del Porto Vecchio di Trieste in cui è conservata oggettistica di una parte di esuli. Lo spettacolo ha raccolto un notevole successo e ha ricevuto una lunga serie di recensioni e reazioni positive.[1][2] Alcuni storici e giornalisti di sinistra l'hanno invece accusato di fornire «una lettura parziale, se non univoca» degli eventi.[3] Le musiche originali dello spettacolo sono di Simone Cristicchi e Valter Sivilotti, il quale ne ha curato anche gli arrangiamenti orchestrali,[4] ed eseguite dalla FVG Mitteleuropa Orchestra. Dallo spettacolo è stato ricavato un libro, edito dalla Arnoldo Mondadori Editore[5].

Come dichiara lo stesso autore, lo spettacolo è stato contestato sia dalla estrema destra che dalla estrema sinistra[6]:

«Per molti è un tema tabù. Sono stato contestato sia dall'estrema destra che dall'estrema sinistra. A soli sei anni Laura Antonelli fuggì da Pola e trovò rifugio a Napoli, in un campo profughi nel Bosco di Capodimonte.»

Note[modifica | modifica wikitesto]