Luisa Palma Mansi

Luisa Palma coniugata Mansi (Lucca, 23 febbraio 1760Lucca, 25 novembre 1824) è stata una scrittrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Lucca da Girolamo Palma e Caterina Burlamacchi, entrambi esponenti del patriziato cittadino, e il 17 febbraio 1783 sposò Lelio Francesco Mansi, politico e giureconsulto, più anziano di quasi diciotto anni. Luisa conduceva una vita mondana, come lei stessa racconta nella sua attività diaristica contenuta in quattro quaderni rilegati in pergamena e scritti in francese, lingua colta dell'Europa del Settecento, conservati nel Fondo Arnolfini presso l'Archivio di Stato di Lucca[1].

Sul primo dei quaderni si legge Memoires ou Notices à l'usage de Louise Palma Mansi e questo è il titolo con il quale è generalmente citato il diario. Giorno dopo giorno, sono stati registrati con uno stile cronachistico eventi storici e scene di routine quotidiana dal 26 settembre 1791 al 1823, una consuetudine trentennale interrotta soltanto dal 1807, dopo la morte del marito, al 1812. L'autrice ci lascia una testimonianza diretta della vita dell'epoca attraverso descrizioni di matrimoni, funerali, feste, banchetti che frequentava abitualmente seguita da un cicisbeo[2]; il testo contiene informazioni su chiacchierate nei salotti principeschi e cenni sulla moda e gli svaghi del tempo, in modo particolare il gioco delle carte e il teatro (ebbe modo di assistere a rappresentazioni di commedie, opere di Gioachino Rossini e alle improvvisazioni di Teresa Bandettini[3]). Tutta la narrazione si mescola alla cronaca delle imprese napoleoniche, delle esondazioni del fiume Serchio nel 1812 e delle attività della principessa Elisa Bonaparte. Infatti, nel 1785, si erano insediati a Lucca Felice Baciocchi e la moglie Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, ai quali fu assegnato successivamente il Principato di Lucca e Piombino nel 1805. Luisa ne divenne dama di palazzo, anche se mal volentieri, fino a marzo 1814[4]: in quegli anni l'oligarchia lucchese, cui Luisa apparteneva, era entrata in crisi ed era vessata dai tributi proprio a seguito dell'occupazione francese iniziata nel 1799 e un nuovo ceto, la borghesia, stava emergendo. Il diario rappresenta un raro esempio di scrittura femminile del XVIII-XIX secolo conservatasi fino ai nostri giorni e, inoltre, ci restituisce dettagli utili a ricostruire la storia di palazzi come il Teatro Pantera di Lucca e la Villa Reale di Marlia[5].

La narrazione si andò diradando negli anni e si concluse il 3 ottobre 1823. Un anno dopo, Luisa Palma Mansi morì a Lucca il 25 novembre 1824.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Isabella Pera, Scritture femminili nei fondi d'archivio delle province di Lucca e Pistoia in Carte di donne: per un censimento della scrittura delle donne dal XVI al XX secolo. Atti della giornata di studio, Firenze, Archivio di Stato, 5 marzo 2001 a cura di Alessandra Contini e Anna Scattigno, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2005, pp. 219-238. ISBN 978-88-8498-216-2
  2. ^ Roberto Bizzocchi, Vita sociale, vita privata in un diario femminile tra Sette e Ottocento in Genesis, Roma, Viella, vol. III / 1, 2004, pp. 125-167
  3. ^ Isabella Pera, Op. cit, p. 81
  4. ^ Roberto Bizzocchi, Op. cit. in Genesis, Roma, Viella, vol. III / 1, 2004, p. 160
  5. ^ Le dimore di Lucca : l'arte di abitare i palazzi di una capitale dal Medioevo allo Stato Unitario a cura di Emilia Daniele, Firenze, Alinea, 2007, p. 195. ISBN 978-88-6055-175-7

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Bizzocchi, Vita sociale, vita privata in un diario femminile tra Sette e Ottocento in Genesis, Roma, Viella, vol. III / 1, 2004, pp. 125-167
  • Isabella Pera, Scrivere per sé: Luisa Palma Mansi e la dimensione del diario in Donne di penna. Tre figure di donne nel rapporto con la scrittura, Buggiano, Vannini, 2003, pp. 35-90
  • Maria Luisa Trebiliani, Diario di un'aristocratica lucchese in La presenza dimenticata. Il femminile nell'Italia moderna fra storia, letteratura, filosofia a cura di Graziella Pagliano, Milano, Franco Angeli, 1996, pp. 93-119. ISBN 88-204-8729-2

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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