Low-Density Supersonic Decelerator

LDSD
L'LDSD in preparazione per un test.
Dati generali
OperatoreNASA
NazioneBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Principale costruttoreJet Propulsion Laboratory
Orbitasuborbitale
Operatività
StatusIn costruzione

Il Low-Density Supersonic Decelerator o LDSD (in italiano: deceleratore supersonico a bassa densità), è un veicolo di rientro atmosferico progettato dalla NASA, più precisamente dal Jet Propulsion Laboratory[1] (Mark Adler è il responsabile del progetto[2]), destinato a mettere a punto le tecniche di atterraggio di vani pesanti sul suolo di Marte, creato al fine del rientro di campioni geologici dal pianeta o, a più lungo termine, della visita dell'uomo.

L'LDSD utilizza una struttura gonfiabile, denominata Supersonic Inflatable Aerodynamic Decelerator o SIAD (in italiano: deceleratore supersonico aerodinamico gonfiabile), che è essenzialmente un palloncino a forma di ciambella, costruito per creare la resistenza fluidodinamica necessaria per far decelerare il veicolo prima dell'apertura di un vasto paracadute supersonico[3]. L'obiettivo del progetto è quello di sviluppare un sistema di rientro in grado di fare atterrare carichi che vanno da 2 a 3 tonnellate su Marte, in contrasto con il limite di 1 tonnellata dei sistemi attualmente in uso[4].

Il veicolo è stato testato nel 2014 e 2015 ed un terzo test è previsto per il 2016[5].

Testo di volo del 28 giugno 2014.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.jpl.nasa.gov/news/press_kits/ldsd.pdf
  2. ^ (EN) NASA’s Low-Density Supersonic Decelerator Test Flight Hailed as a Success, su AmericaSpace. URL consultato il 23 ottobre 2016.
  3. ^ By Shelby Lin Erdman and Greg Botelho CNN, NASA tests flying saucer craft for future Mars mission - CNN.com, su CNN. URL consultato il 23 ottobre 2016.
  4. ^ Oh, Chute! NASA's Flying Saucer Test Ends With Only Partial Success, in NBC News. URL consultato il 23 ottobre 2016.
  5. ^ D. C. Agle, Take a Spin With NASA Cutting-edge Mars Landing Technology, su nasa.gov, NASA, 26 marzo 2015. URL consultato il 28 marzo 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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