Locus Solus

Locus Solus
prodotto di disegno industriale
Dati generali
Anno di progettazione1964
ProgettistaGae Aulenti
Profilo prodotto
Tipo di oggettoserie di arredi
Ideavivacità cromatica, comfort
Movimento artisticorichiamo alla Patafisica
ProduttorePoltronova, Zanotta, Exteta
Prodotto dal1964
alin produzione
Materialitubolare metallico verniciato in acrilico, poliuretano espanso e tessuto acrilico.
Tecnica di lavorazionesabbiatura, curvatura e verniciatura.

Locus Solus (Il nome della serie deriva dall'omonimo libro di Raymond Roussel) è una serie di arredi per esterni progettati dall'architetto Gae Aulenti nel 1967, prodotta da Poltronova], Zanotta e successivamente acquisita da Exteta. Gli elementi della serie sono: una poltrona, una sedia, un tavolo, un lume orientabile, un divanetto, uno sdraio prendisole e un panchetto. La collezione è caratterizzata da una forte vivacità grazie all'utilizzo delle curve ricreate dai tubolari metallici e dai colori decisi; questi elementi alludono ad un richiamo concettuale ed estetico alla corrente artistica della patafisica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gae Aulenti, progettista della serie Locus Solus

A pochi anni dall'uscita del libro di Raymond Roussel, Gae Aulenti progetta questa serie di mobili da giardino per Poltronova in collaborazione con gli studenti della scuola d'arte di Pistoia. Per questo progetto l'artista si ispira alla lavorazione del legno della sedia Sgarsul, emblema dello stile neoliberty, rivisitandola in chiave pop ed esplorando le potenzialità linguistiche relative a una fuoriuscita dai rigori del funzionalismo. Disegna così una collezione che è una parodia di tutti quei mobili realizzati in tubolare negli anni 60, creando forme sinuose e raffinate che si sfiorano tra loro all'interno di tutti gli elementi della serie.[1]

La collezione appare anche nel film La piscina[2] del 1969 diretto da Jacques Deray, mentre la sedia sdraio della collezione è stata esposta ad una mostra dedicata alla designer "A Creative Universe" al Vitra Design Museum[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La struttura della serie è costituita da tubolari di acciaio verniciato su cui successivamente viene effettuato un processo di sabbiatura. Vengono passate due mani di primer anticorrosivo epossi-acrilico che garantisce l'adesione all'acciaio e la resistenza a corrosione. Come rifinitura vengono applicate due mani di vernice acrilica che rende il prodotto brillante e resistente alla luce e agli agenti atmosferici.[4]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Materiali
Componenti Materiale
Struttura Acciaio
Finitura struttura Vernice acrilica a due componenti
Struttura interna Poliuretano espanso comfort
Rivestimento interno Polietilene
Tessuti di rivestimento Idrorepellenti e traspiranti
Cuciture Poliestere alta tenacità
Cerniere Poliestere, Alluminio
Piedini Plastica

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni loveseat
Lunghezza 1120 mm
Altezza 630 mm
Larghezza 560 mm
Dimensioni armchair
Lunghezza 1000 mm
Altezza 820 mm
Larghezza 720 mm
Dimensioni puff
Lunghezza 560 mm
Altezza 410 mm
Larghezza 560 mm
Dimensioni chair
Lunghezza 590 mm
Altezza 680 mm
Larghezza 590 mm
Dimensioni sun lounger
Lunghezza 2100 mm
Altezza 580 mm
Larghezza 800 mm
Dimensioni floor lamp
Lunghezza 400 mm
Altezza 2000 mm
Larghezza 400 mm

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Materiali[modifica | modifica wikitesto]

I materiali utilizzati nella serie sono comuni a tutti i suoi componenti. La struttura è composta da barre d'acciaio verniciato che grazie a dei giochi di piegatura creano forme sinuose e accoglienti. Per quanto riguarda i rivestimenti esterni è stato utilizzato un tessuto in acrilico stampato, dai colori sgargianti e texture tipiche degli anni Sessanta.

Colori[modifica | modifica wikitesto]

Sia il tessuto che l'acciaio di tutti gli oggetti della collezione sono disponibili in diverse varianti colore che però rimangono fedeli allo stile anni Sessanta. Le barre d'acciaio sono disponibili in arancione, bianco puro, blu genziana, giallo zolfo, verde luminoso. Mentre la stampa del tessuto è disponibile in "Logo blue" e "Logo green"[5]. Gae Aulenti attraverso questi prodotti riesce a esplorare il potenziale espressivo del colore applicato al metallo, per creare un ambiente fresco e rilassato, libero da ogni paradigma di composizione precostituita che si possa adattare alla visione dello spazio che ogni individuo possiede[2].

Linee[modifica | modifica wikitesto]

La linea che padroneggia la collezione Locus Solus può essere definita come un armonico contrasto. Il telaio della struttura segue linee tondeggianti e fluide che donano un senso di accoglienza all'intera collezione. Gae Aulenti attraverso questi prodotti è riuscita a esplorare il potenziale espressivo del colore applicato al metallo, per creare un ambiente fresco e rilassato, libero da ogni paradigma di composizione pre-costituita, che si possa adattare alla visione dello spazio che ogni individuo possiede.[6]

Rapporto tra volumi[modifica | modifica wikitesto]

La struttura è costruita da volumi strutturali circolari e lineari che esprimono allo stesso tempo minimalismo e la stravaganza dello stile tipico anni Sessanta.
Il rapporto di volume tra i componenti della serie Locus Solus è stato pensato per fare in modo che i diversi prodotti possano esistere sia singolarmente che combinati in gruppo. Le geometrie curve accolgono l'utente e la linearità dei tubi di metallo che fanno da struttura portante non appesantiscono l'occhio, alleggerendo anzi la struttura e conferendo armonia.

Valorizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Sulla base delle caratteristiche figurative e cromatiche del prodotto, risulta chiaro che Gae Aulenti ha compiuto un lavoro che si concentra soprattutto su quei valori che il semiologo Jean-Marie Floch considera ludici-estetici e pratici. Per quanto riguarda la valorizzazione ludica è presente un evidente tentativo di collegamento con l'ideologia artistica della patafisica, in quanto l'illustrazione grafica riportata sulla serie ha evidenti riferimenti alla giduglia. La scelta progettuale che vede la collezione di arredo come un set da esterni, è una considerevole analogia con il museo a cielo aperto descritto nel libro Locus Solus. In secondo luogo, viene attribuita una valorizzazione di tipo pratico poiché la designer in questione pone particolare attenzione ai valori utilitari unendo estetica e funzionalità.

Componente figurativa e plastica[modifica | modifica wikitesto]

La serie Locus Solus è un sistema caratterizzato da tubi d'acciaio verniciati con colori eccentrici come l'arancio, il giallo limone, il verde pistacchio e il viola melanzana. Rifinita da dei cuscini in materiale polivinilico rivestiti da un tessuto di cotone-iuta stampato e disegnato secondo un pattern di cerchi concentrici dai colori sgargianti su fondo bianco. Ogni prodotto appartenente alla serie, presenta forme minimali e geometriche, linee parallele e circonferenze. La silhoutte tondeggiante unita ai colori, esprimono e confermano la volontà dell'artista di richiamare la Pop Art.

Grado di codifica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la terminologia impiegata da Umberto Eco nel suo "Trattato di semiotica generale[7]", la serie Locus Solus risulta ipercodificata per quanto riguarda l'aspetto stilistico, il quale è infatti riconducibile alla corrente artistica della patafisica e del minimalismo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Locus Solus, Exteta. Gae Aulenti, su Klatmagazine, 29 settembre 2016. URL consultato il 6 novembre 2021.
  2. ^ a b (EN) 1964 - Locus Solus by Gae Aulenti, su locus-solus.studiogusto.com. URL consultato il 6 novembre 2021.
  3. ^ Gae Aulenti: A Creative Universe, su Interni Magazine, 1º marzo 2020. URL consultato il 6 novembre 2021.
  4. ^ LOCUS SOLUS COLLECTION (PDF), su exteta.it.
  5. ^ Locus Solus Chair | Exteta – IT, su Exteta. URL consultato il 6 novembre 2021.
  6. ^ Locus Solus Armchair & mobili designer, su Architonic. URL consultato il 6 novembre 2021.
  7. ^ Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani, 1975

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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